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Ogni mese vengono pubblicati in Italia centinaia di saggi di Storia.

Ora è possibile per gli appassionati orientarsi al meglio tra nuove uscite e libri che meritano attenzione anche se non sono freschi di stampa. Dall’antichità al XX secolo, ogni mese, in queste pagine, il meglio della produzione storica che potrà essere ordinata e ricevuta comodamente a casa in pochi giorni.

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LE PROPOSTE DEL MESE

  • Patria senza Mare

    € 25,00
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    di Marco Valle

    Malgrado tre mari e quasi ottomila chilometri di coste gli italiani non sono più – se lo sono mai stati davvero – un “popolo di navigatori”. Eppure proprio sul mare, dai tempi di Roma e poi col sorgere, nell’alto Medioevo, delle Repubbliche marinare, l’Italia ha scritto i capitoli più importanti e luminosi della sua lunga storia. Capitoli troppo spesso trascurati, ignorati, dimenticati. Ecco allora “Patria senza Mare” di Marco Valle, un’opera innovativa che affronta, con accuratezze e stile brillante, i successi e i travagli dell’Italia marittima. Una storia lunga oltre 1500 anni e più di 500 pagine con mille protagonisti: marinai, mercanti, armatori, scienziati, sognatori, visionari…

    Un’opera che attraversa i secoli, rintracciando il lunghissimo filo rosso (o meglio blu…) che avvolge e lega la Penisola al suo destino marittimo navigatori e mercanti, armatori e naufragi, porti e navi, scoperte e battaglie, ascese, sconfitte e rinascite… Un grande affresco in chiaro scuro che raccoglie e spiega lo splendore di Amalfi, Pisa, Venezia e Genova, capitali mondiali della globalizzazione medioevale, la vittoria di Lepanto, l’imporsi — tra il Seicento e l’Ottocento — di Livorno, Trieste e Napoli. E ancora, le visioni marittime di Camillo Benso di Cavour e il navalismo letterario di Salgari e d’Annunzio, la luminosa stagione dei transatlantici, i due grandi conflitti del Novecento e le prove durissime della nostra Marina, la ricostruzione postbellica e le parabole parallele dei Costa e di Achille Lauro. Infine, le luci, poche ma importanti, che iniziano a rischiarare la notte terragna in cui siamo ancora immersi.

    Signs Publishing | pp. 544

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  • Un criminologo sulla tomba di Cristo

    € 20,00
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    di Massimo Centini

    Il mistero di una tomba vuota, un cadavere scomparso. Un fatto di cronaca come tanti, duemila anni fa, in una città periferica dell’impero romano. Se non fosse che quel corpo introvabile, per un gruppo di seguaci e fedelissimi, costituisce il segno della resurrezione di Gesù di Nazaret. Da queste premesse prende il via l’indagine di un moderno criminologo: cosa trovarono i primi testimoni che giunsero al sepolcro? La pietra era davvero impossibile da rotolare via, oppure il suo spostamento fa parte del più grande “complotto” mai ordito? La Sindone può essere recata come prova? In definitiva, è possibile ricostruire una scena del crimine a più di duemila anni dai fatti accaduti e dipanare un caso ancora irrisolto? Immagineremo di essere nella tomba di Cristo all’indomani della sua apertura, e lo faremo come se lavorassimo attraverso la realtà virtuale per avere la possibilità di raccogliere gli elementi che le memorie del passato ci hanno riportato; cercheremo di recuperare le notizie più attendibili su oggetti, armi, effetti personali delle persone coinvolte, oltre che le voci dei testimoni oculari. Saremo sostenuti dal metodo indiziario, ricorrendo a discipline come la criminologia e l’anatomia patologica; chiederemo aiuto alle fonti scritte (non solo evangeliche) e ai reperti arrivati sino a noi che in qualche modo conservano un legame con le ultime ore della vita terrena di Cristo. Tra indizi, testimonianze e analisi, un’indagine condotta con rigoroso metodo scientifico per fare chiarezza su uno dei primi cold case della storia.-

    TS – Terra Santa Edizioni | pp. 300

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  • Il conflitto russo-ucraino

    € 10,00
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    di Eugenio Di Rienzo

    Il colpo di Stato di Piazza Maidan a Kiev nel febbraio 2014 è stato una tappa fondamentale nell’escalation che ha portato alla guerra russo-ucraina del febbraio 2022. In questo saggio “profetico” Eugenio Di Rienzo, storico, direttore della «Nuova Rivista Storica» e docente di Storia moderna all’Università di Roma, ha delineato la strategia di lungo periodo messa in atto per spingere l’Ucraina nella Nato e quindi per preparare il terreno alla definitiva disintegrazione della Russia come Grande Potenza. Dopo aver assistito a questo tentativo di minare le basi geostrategiche della sicurezza russa, Putin è tornato con maggior forza a promuovere un’azione in grado di ricostituire la sfera d’influenza di Mosca nelle regioni dell’ex Unione Sovietica e di dimostrare alla comunità internazionale che l'”Orso russo” possiede ancora artigli forti che gli consentono di tenere a bada i suoi avversari. Sfidando la Russia nel suo cortile di casa l’Occidente ha dato il via a una crisi globale destinata a minare per i prossimi anni la possibilità di costruire un pacifico ordine mondiale.

    Rubettino | pp. 104

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  • La Cappa

    € 18,00
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    di Marcello Veneziani

    In che mondo viviamo? Abbiamo perso il senso del presente e non riusciamo più ad avere una visione generale della realtà. È come se fossimo sotto una cappa. Ne avverti il peso, anche se non ha fattezze e non ha confini, è ineffabile e avvolgente. La Cappa occulta la bellezza, la grandezza, il simbolo, il mito, il sacro, il mondo reale». “Il filo conduttore di queste pagine – spiega l’autore – è ‘pensare il presente’, esercizio necessario ma assai raro. Non basta viverlo, occorre pensarlo. Gli ambiti che affrontiamo sono la Natura, i Sessi, la Salute, la Storia, il Pensiero, il Correct, il Global, la Sorveglianza, il Bioliberismo, la Religione, infine la Mutazione. Non citeremo persone ma pensieri, non fatti ma processi, tendenze non dati, non sontuose bibliografie ma idee e mentalità”. Una cappa avvolge il mondo e toglie visione e respiro.  Siamo scivolati dalla società aperta alla società coperta, ingabbiati in un sistema globalitario che ci controlla e corregge ogni cosa: la natura, i sessi, la salute, la storia, la lingua, il pensiero, la religione. Bioliberista fino alla morte, ma in un regime di sorveglianza totale. Intanto si profila la Grande Mutazione. Per bucare la cappa asfissiante che opprime la mente e il mondo è necessario munirsi di una spada speciale.

    Marsilio | pp. 204

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  • Uccidere il Tiranno

    € 15,00
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    di Aldo Andrea Cassi

    Il destino dei tiranni è quello di doversi guardare dall’ombra che il potere proietta alle loro spalle: il tirannicidio. Non c’è tiranno che non sia stato esposto alla possibilità di essere rimosso con la forza, come se la tirannide implichi la possibilità dell’omicidio non solo di fatto, ma anche di diritto. Per questo la tradizione politico-giuridica occidentale si è interrogata sin dalle sue origini, in Grecia, se, quando e in quali termini fosse lecito uccidere il tyrannus. Da allora ogni epoca ha affrontato la questione con appassionati dibattiti, accese polemiche, esplosive (in senso figurato e non) dimostrazioni, lungo un fil rouge che questo saggio segue fino ai giorni nostri, ripercorrendo colpi di Stato, attentati e brutali linciaggi. Perché, se la tirannia è una costante dell’esperienza politica – pur con modalità e forme diverse, da Cesare a Gheddafi, da Ipparco a Luigi XVI – lo sarà sempre anche la necessità di rovesciarla, e come recita il motto dei tirannicidi: Sic semper tyrannis!

    Salerno Editrice | pp. 175

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  • L’Ukraina e il suo fascismo

    € 20,00
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    di Michele Rallo

    L’Organizzazione dei Nazionalisti Ukraini dalle origini alla guerra fredda fino alle tensioni con la Russia di Putin. Il libro ripercorre la storia dell’Ukraina moderna, in parallelo a quella della più attiva ed interessante tra le sue forze politiche, l’Organizzazione dei Nazionalisti Ukraini, formazione che per molti versi si è ispirata al fascismo italiano. Il lavoro fornisce anche una interessante chiave di lettura per le vicende odierne di quel Paese, sempre in bilico, storicamente, fra est e ovest, fra Russia e Germania., tra Occidente e Oriente.

    Edizioni Settimo Sigillo | pp. 152 + 30 pagine di illustrazioni fuori testo

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  • Invincibile Russia. Come Pietro il Grande, Alessandro I e Stalin hanno sconfitto gli invasori

    € 22,00
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    di Andrea Santangelo

    Un paese che si estende in longitudine per 9.200 chilometri e in latitudine per 4.500, attraversato da ben 11 fusi orari e con confini non difesi da invalicabili barriere naturali, non poteva che scatenare la cupidigia degli invasori. Questo il destino militare della Russia, che sin dagli albori della sua formazione come Stato ha subito invasioni sia da Oriente sia da Occidente. Ma la Russia non ha nel suo destino di essere conquistata. Chi ha tentato di farlo, infatti, è andato incontro alla sconfitta e al disastro militare, come dimostrano le tre più famose invasioni della sua storia: quella svedese guidata dall’ambizioso re Carlo XII (1708), quella francese comandata dal genio di Napoleone Bonaparte (1812) e quella tedesca ordinata da Adolf Hitler nel giugno 1941.

    Carocci | pp. 288

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  • Putin. L’ultimo zar

    € 13,00
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    di Nicolai Lilin

    Nuova edizione aggiornata sull’attacco russo all’Ucraina di fine febbraio 2022. Nicolai Lilin, l’autore del celebre romanzo “L’Educazione Siberiana”, ricostruisce la vita sorprendente e la folgorante ascesa politica di Vladimir Putin, da una misera casa popolare nel quartiere criminale di Leningrado alla poltrona presidenziale del Cremlino. Con il suo tipico stile potente che ti cattura e non ti lascia andare fino alla fine, Lilin indaga non solo la storia ma anche l’animo di Putin. Come in un romanzo ne racconta le origini, ne descrive le trasformazioni, ne ricorda i talenti che lo hanno portato a diventare il personaggio che conosciamo: temuto, amato, discusso e divisivo. Un ragazzo a cui la strada ha insegnato a essere spietato e ambizioso. Un giovane uomo affascinato dalle avventure delle spie sovietiche che sogna di lavorare nel KGB. Un uomo che, giunto al Cremlino, deve fare i conti con un Paese in ginocchio e un apparato amministrativo obsoleto e corrotto. Un Presidente che esercita il potere, per tantissimi anni, con il pugno di ferro. In questa nuova edizione, Lilin ci racconta il conflitto perenne con gli stati confinanti, la nuova aggressiva politica estera, fino ad arrivare alla crisi e alla guerra con l’Ucraina e alla sua temeraria sfida a tutto l’Occidente. Santificato o detestato, Putin è comunque oggetto di un culto della personalità che non ha eguali nel mondo contemporaneo. Ma chi è davvero il nuovo zar di tutte le Russie?

    Piemme | pp. 224

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  • Cultura fascista e razza

    € 24,00
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    di Carlo Arrigo Pedretti

    Il saggio intende chiarire il rapporto fra la cultura fascista e gli atteggiamenti razzistici del regime, attraverso l’analisi della rivista “Geopolitica”, edita dal 1939 al 1942. Patrocinatore Giuseppe Bottai che, come ministro dell’Educazione Nazionale, si era posto il problema di potenziare la conoscenza di una geografia insegnata nelle scuole secondo la volontà pedagogico-nazionale. Non più sufficiente la geografia politica, troppo statica, sceglieva la formula della geopolitica, capace di contemperare ed esaltare entro una cornice epistemiologicamente nuova gli aspetti geografici, economici strategici e e politico-contemporanei. La rivista, sotto l’impulso di un intellettuale di grande caratura come Bottai, pur nella forzata acquiescenza alle leggi razziali volute da Mussolini, appare però priva degli aspetti beceri del razzismo biologico alla tedesca.

    Una recensione di L. Gallesi del volume sul sito di “Storia In Rete” – clicca qui

    Ritter | pp. 216

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  • Ciano

    € 34,00
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    di Eugenio Di Rienzo

    Galeazzo Ciano, ministro degli esteri italiano negli anni più tragici della storia italiana e la sua vita pubblica e privata in qualità di “genero di regime” durante il Fascismo. Questa ricostruzione biografica si basa su una ricca documentazione inedita proveniente dagli archivi italiani, vaticani, britannici, francesi, nipponici, tedeschi, statunitensi e dalle memorie delle maggiori personalità politiche entrate in rapporto con l’ultimo ministro degli Esteri dell’Italia fascista. Si tratta di un lavoro corale che non analizza solo la sua vita privata, ma anche la costruzione della sua straordinaria fortuna finanziaria, il complesso rapporto con il padre naturale e con il suocero, «padre padrone», Mussolini, la storia d’amore con Edda, intessuta di tradimenti reciproci ma basata su un’infrangibile, quasi fraterna, solidarietà, le tante avventure sessuali che gli guadagnarono la fama, del tutto meritata, di compulsivo seduttore seriale. Questo libro è anche una biografia dell’Italia del Ventennio nero, delle sue classi dirigenti fasciste o fascistizzate, degli intrighi e delle lotte di potere condotti all’interno del Partito Fascista, nei saloni del Quirinale, nelle segrete stanze della Santa Sede, nei circoli affaristici del regime e nei Palazzi della grande industria e dalla grande finanza. L’autore approfondisce poi, la strategia internazionale del nostro Paese che, per la prima volta, dal 1935 al 1943, s’illuse di potersi presentare sul palcoscenico della storia nelle vesti di Grande Potenza, per poi rimanere stritolata, dopo il giugno 1940, nella morsa stretta attorno a essa da un malfido alleato, la Germania hitleriana, e dai veri Major Powers: Inghilterra, Stati Uniti, Russia.

    Salerno editrice | pp.696

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  • “Non ho tradito” – Memorie dal carcere

    € 25,00
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    di Pierre Laval

    Il memoriale difensivo scritto in carcere prima di essere condannato a morte e giustiziato dell’ex primo ministro francese Pierre Laval alla fine della Seconda guerra mondiale. Come ha scritto Aldo G. Ricci su “Storia In Rete” n. 186 /gennaio 2022: “La storia, come è noto, la scrivono i vincitori. E anche l’amministrazione della giustizia sui vinti è di loro pertinenza. Da Vercingetorige a Napoleone le conferme sono infinite. La versione dei vinti ha bisogno di tempo per emergere e a volte non emerge mai. Da questo punto di vista non si può non salutare con favore la pubblicazione del memoriale che Pierre Laval, primo ministro della Repubblica di Vichy dal 1942 al 1944, durante l’occupazione tedesca della Francia, scrisse in carcere tra agosto e settembre del 1945, in attesa di quel processo che l’avrebbe condannato a morte e dove non poté esporre le ragioni a sua difesa ricostruite minuziosamente proprio in questo memoriale. Un processo “vergognoso” come lo definì l’ambasciatore americano a Parigi, Jefferson Carrey, “per la mancanza di dignità del presidente di questo Tribunale speciale e la parzialità irritante mostrata dai giurati”, come ricorda Luca Gallesi nell’introduzione al volume. Il 15 ottobre Laval fu fucilato dopo che il generale De Gaulle rifiutò di concedergli la grazia, diversamente da quanto avvenne invece per il Presidente della Repubblica di Vichy, il maresciallo Pétain, sia per i meriti da lui acquisiti nella Grande Guerra (era il ‘vincitore di Verdun’), sia per l’età avanzata (aveva 89 anni nel 1945). Il nodo degli avvenimenti che ruotano intorno a Vichy si strinse nel giugno del 1940 quando, dopo la sconfitta dell’esercito francese da parte delle truppe tedesche, il governo francese, anche per iniziativa di Laval, scelse la strada dell’armistizio e non quella della capitolazione, come avrebbe preferito De Gaulle per proseguire il conflitto nelle colonie oltremare. La capitolazione avrebbe comportato l’occupazione totale del Paese, mettendo tutta la popolazione alla mercé dei tedeschi; l’armistizio prevedeva invece una Francia dimezzata, con una parte occupata e un’altra formalmente libera, ma costretta, più o meno volentieri a una collaborazione con la Germania nazista. Una collaborazione che si fece, strada facendo sempre più stretta e pesante con tributi pesanti e persecuzioni di ebrei e antifascisti. Laval e Pétain scelsero la strada dell’armistizio pensando di svolgere comunque un ruolo di protezione della popolazione francese e del Paese, come spiega lo stesso Laval in queste pagine. La stessa motivazione, a ben vedere, con cui Mussolini, in un contesto completamente diverso, decise di guidare la Repubblica Sociale Italiana per evitare la ‘polonizzazione della penisola’. “L’onore, scrive Laval, si trova dovunque, sotto qualsiasi forma si lavori per difendere gli interessi della patria”. Un dilemma angosciante che rende la lettura di queste pagine, quale che sia il giudizio su questo capitolo della Storia, altamente drammatica e in ogni caso istruttiva. Questo libro documenta in modo unico il lato umano di combattenti giapponesi prima di morire, in combattimento, in ospedale o sul patibolo. Testi a volte ingenui ma sempre commoventi. Non nascondono le atrocità compiute né l’ottusità o l’intolleranza della casta militare nipponica. Quelle lettere mostrano senza veli e reticenze la realtà umana e dolorante che stava dietro la facciata di un paese lontano e quasi mitico, la realtà di una gioventù che – attraverso le prove sofferte – prende coscienza dei grandi valori: il rispetto dell’individuo, la libertà, la fraternità, l’onore.

    Oaks editrice | pp. 350

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  • Come fiori di ciliegio

    € 18,00
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    a cura di Jean Lartéguy

    Questo libro documenta in modo unico il lato umano di combattenti giapponesi prima di morire, in combattimento, in ospedale o sul patibolo. Testi a volte ingenui ma sempre commoventi. Non nascondono le atrocità compiute né l’ottusità o l’intolleranza della casta militare nipponica. Quelle lettere mostrano senza veli e reticenze la realtà umana e dolorante che stava dietro la facciata di un paese lontano e quasi mitico, la realtà di una gioventù che – attraverso le prove sofferte – prende coscienza dei grandi valori: il rispetto dell’individuo, la libertà, la fraternità, l’onore.

    Oaks editrice | pp. 170

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MONDO ANTICO

  • Un criminologo sulla tomba di Cristo

    € 20,00
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    di Massimo Centini

    Il mistero di una tomba vuota, un cadavere scomparso. Un fatto di cronaca come tanti, duemila anni fa, in una città periferica dell’impero romano. Se non fosse che quel corpo introvabile, per un gruppo di seguaci e fedelissimi, costituisce il segno della resurrezione di Gesù di Nazaret. Da queste premesse prende il via l’indagine di un moderno criminologo: cosa trovarono i primi testimoni che giunsero al sepolcro? La pietra era davvero impossibile da rotolare via, oppure il suo spostamento fa parte del più grande “complotto” mai ordito? La Sindone può essere recata come prova? In definitiva, è possibile ricostruire una scena del crimine a più di duemila anni dai fatti accaduti e dipanare un caso ancora irrisolto? Immagineremo di essere nella tomba di Cristo all’indomani della sua apertura, e lo faremo come se lavorassimo attraverso la realtà virtuale per avere la possibilità di raccogliere gli elementi che le memorie del passato ci hanno riportato; cercheremo di recuperare le notizie più attendibili su oggetti, armi, effetti personali delle persone coinvolte, oltre che le voci dei testimoni oculari. Saremo sostenuti dal metodo indiziario, ricorrendo a discipline come la criminologia e l’anatomia patologica; chiederemo aiuto alle fonti scritte (non solo evangeliche) e ai reperti arrivati sino a noi che in qualche modo conservano un legame con le ultime ore della vita terrena di Cristo. Tra indizi, testimonianze e analisi, un’indagine condotta con rigoroso metodo scientifico per fare chiarezza su uno dei primi cold case della storia.-

    TS – Terra Santa Edizioni | pp. 300

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  • Cleopatra, regina divina

    € 20,00
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    di Arthur Weigall

    «Dopo essere stata una mediatrice fra Cesare e l’Oriente, fra l’impero romano nascente e l’impero d’Alessandro, Cleopatra (70 a.C. – 30 a.C.) sta per assumere un terzo ruolo, forse il più difficile e il più esaltante di tutti: quello di essere una mediatrice fra Cesare e gli dèi. Qui, il suo compito sarà facilitato dalla preesistenza di tre correnti di pensiero: una tendenza che cominciava a delinearsi nelle classi dirigenti romane, certi aspetti della filosofia greca e le tradizioni religiose del suo paese. La cosa che meraviglia non è che essa vi sia riuscita, ma che la storia l’abbia collocata in questo momento cruciale, al punto di convergenza di queste tre correnti spirituali…» (dalla prefazione di Jacques Benoist-Méchin)

    IDUNA edizioni | pp. 360

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  • Storia in Rete 132-134 – Ottobre / Dicembre 2016 (pdf da scaricare subito)

    € 3,99
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    Questo numero di Storia in Rete torna sul problema della caduta di Roma Antica e i suoi riflessi sul presente, in un’Europa che tanto più somiglia a quel IV-V secolo d.C. quanto più molti intellettuali e maitre-a-penser cercano di negare ogni parallelismo e addirittura di rovesciare la realtà storica a beneficio di una narrazione propagandistica. Un tema che si riallaccia a quello della cosiddetta “Grande Sostituzione”, il tentativo di ripopolare l’Europa attraverso l’immigrazione dall’Asia e dall’Africa pianificato da decenni e di cui Storia in Rete traccia una storia a partire dai documenti ufficiali dell’ONU.

    Si passa dunque alla geopolitica, con la storia dell’amore-odio fra le due potenze continentali dell’Eurasia: Germania e Russia, e alle vicende della caduta del Regno delle Due Sicilie, in risposta alle tesi neo-borboniche: la fine del regno di Francesco II era fatale e inevitabile?

    Quindi, un’esclusiva per Storia in Rete: un’inchiesta sulle delazioni fatte (o commissionate) da Palmiro Togliatti per far eliminare gli elementi poco stalinisti del Partito Comunista d’Italia dalla polizia fascista: un sistema per far fare ad altri il lavoro sporco…

    E ancora: un’inchiesta sulla morte del prefetto di Zara, Vezio Orazi, ucciso da un agguato partigiano in Dalmazia nel 1942, un nuovo libro fotografico che documenta con scatti inediti le vicende di Piazzale Loreto durante la Guerra Civile, un ritratto del padre della parola “genetica”, William Bateson e un viaggio nella città dell’oro, il centro delle carovaniere nel Marocco medievale: Sigilmassa.

    Poi un articolo dedicato a una singolare teoria: e se le cronologie ufficiali fossero sbagliate in eccesso di almeno settecento anni? Una tesi incredibile, se non fosse che a sostenerla c’è un pezzo da novanta dell’accademia tedesca: Gunnar Heinsohn.

    E infine i berserkir nordici, fra mitologia e analisi filologica delle fonti storiche e il Premio Acqui Storia, che quest’anno è andato ai documentari de “La Storia in Rete”.

    Tutto questo e molto altro su Storia in Rete in edicola!!

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  • Storia in Rete 120 – Ottobre 2015 (pdf da scaricare subito)

    € 3,99
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    Storia in Rete di ottobre guarda al passato per far riflettere sul presente. Il declino di Roma, fra accoglienza dei “migranti”, degrado morale e crisi demografica ed economica: un vero e proprio suicidio di una civiltà. Una prospettiva che improvvisamente si rovescia se invece è con il metro di giudizio del presente che si giudica il passato: allora anche un tiranno degenerato come Eliogabalo diventa una… superstar “impegnata” sul fronte dei “diritti civili”.

    Dall’Antica Roma a Giacomo Matteotti: Storia in Rete rilegge il personaggio al di là del martirologio. Qual era il pensiero politico di Matteotti? Come si rapportava coi colleghi parlamentari? Come si comportò durante la Grande Guerra? E’ vero che venne in possesso di documenti scottanti, causa del suo rapimento? Una lettura controcorrente di un personaggio storico divenuto un mito.

    E ancora, l’ultima puntata della storia dei rapporti italo-austriaci, con la sanguinosa conclusione dettata dagli opposti imperialismi nel 1915, la “battaglia” di Bretton Woods (1944), il congresso in cui gli Stati Uniti decretarono la fine della Gran Bretagna come superpotenza finanziaria globale, l’inquietante relazione fra Espressionismo e assassini seriali nella Germania di Weimar e una storiaccia dimenticata della Guerra Civile italiana nel Bergamasco.

    Tutto questo e molto altro su Storia in Rete di ottobre!!

    GUARDA L’ANTEPRIMA DEL NUMERO IN FLASH

     

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  • Storia in Rete n. 63 gennaio 2011 (pdf da scaricare subito)

    € 3,99
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    Storia in Rete di gennaio 2011 va ad esplorare il nostro rapporto coi Longobardi: primi re d’Italia o invasori? Costruttori di un’identità italiana o locale? Intanto, in tutto il paese è longobardo-mania. Dal Medioevo alla Belle Epoque, con la vicenda di Joe Petrosino, l’emigrato italiano che divenne il terrore della Mafia in America e in Sicilia. Da un eroe della lotta al crimine, ad una criminale che fece rabbrividire l’Italia nel 1946: la Saponificatrice di Correggio. Storia in Rete vi porta quindi nelle sale operatorie del 1800, con Semmelweis, il pioniere della moderna antisettica (ebbene sì, prima non ci si lavava le mani!!). Segue quindi un ritratto di Giulietti, il sindacalista dei lavoratori del mare, un uomo contro tutti, dai fascisti agli antifascisti. E per questo pagò con l’esilio e l’ostracismo. Infine un’anticipazione da un libro di prossima uscita sulle relazioni italo-tedesche viste dall’Ambasciata italiana di Berlino e una riflessione sulla contemporaneità alla luce dei nuovi mezzi di comunicazione.

    Tutto questo e molto altro su Storia in Rete di gennaio 2011 !!!

    LEGGI IL SOMMARIO DEL N. 63

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  • La Sindone. Storia di una immagine

    € 9,90
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    di Gian Maria Zaccone

    A fronte di trattazioni apologetiche o critiche della storia della Sindone, questo libro ripercorre e rilegge le vicende storiche della Sindone inserendole nel contesto delle varie epoche, con particolare attenzione all’evoluzione delle forme di pietà ad essa collegate. Così, lo studio del contesto religioso del basso medioevo consentirà di inserire correttamente la Sindone nel suo ambiente al momento della comparsa nella chiesa di Lirey. Alla luce di tale contesto potranno trovare nuova spiegazione i documenti che tra Trecento e Quattrocento testimoniano dell’entusiasmo ma anche del disagio che questo insolito oggetto suscita tra la gente e nella gerarchia ecclesiastica. Tappe fondamentali di questa vicenda storica saranno ancora l’enorme successo della Sindone quale reliquia dinastica di Casa Savoia in ascesa e il 1898, anno della celebre foto di Secondo Pia. Mentre il XX secolo sarà il secolo delle ricerche scientifiche, con l’ossessione dell’autenticità… Le ostensioni del 1998 e del 2000, invece, ne recupereranno il significato pastorale.

    Edizioni Paoline Editoriale Libri | pp. 304

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  • La sindone di Gesù Nazareno

    € 28,00
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    di Barbara Frale

    Dopo aver illustrato in un libro precedente l’ipotesi che la sindone sia stata portata in Europa e conservata segretamente dal potente ordine dei Templari, Barbara Frale esamina alcune tracce di scrittura in greco, latino ed aramaico solo da poco identificate sul lino della sindone. Confrontate con molte fonti greco-romane, giudaiche e del primo cristianesimo, queste scritte riconducono nella Gerusalemme del tempo di Tiberio (14-37 d.C.) e inquadrano la sepoltura di un personaggio chiamato Yeshua Nazarani.

    Edizioni Il Mulino | pp. 375

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  • Sindone segreta

    € 19,50
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    di Thomas De Wesselow

    La Sindone potrebbe essere una prova della resurrezione? Una tesi dirompente sul piano storico-religioso, che investe il problema della datazione e di come si sia impressa l’immagine sul sacro lino. Fu un’esplosione di energia? L’impronta si calcò per strinatura in seguito a sprigionamento di forte calore? Il corpo maschile seminudo appartiene a un essere umano o è un bassorilievo? Questo libro è il viaggio di un laico che si è appassionato a uno dei misteri più affascinanti della storia sacra scandagliando ogni dettaglio esegetico, biblico e scientifico. De Wesselow si lascia guidare da una pista di ricerca ben precisa: la Sindone non è quel che sembra, è ben di più. Se fosse vera, potrebbe anche essere una prova della resurrezione, ma non tutto gioca a favore di questa tesi, e l’autore non disdegna di analizzare tutti gli elementi pro e contro la sua impalcatura di indagine. In tanti si sono provati a smontare la “menzogna della Sindone “: qualcuno l’ha definita un falso riprodotto pittoricamente tra il tardo Medioevo e il Rinascimento, ma De Wesselow confuta la “teoria del dipinto” non solo su base scientifica, ma ricorrendo alla storia dell’arte medievale. Nel corso dei secoli ci furono molti teli funebri e sudari attribuiti a Gesù di Nazareth, tuttavia la Sindone di Torino è per l’autore un unicum che nasconde segreti ancora tutti da scoprire.

    Edizioni Piemme | pp. 321

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  • Sindone. Storia e leggende di una reliquia controversa

    € 32,00
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    di Andrea Nicolotti

    Senza nascondere un approccio palesemente critico, scettico, Nicolotti in questo libro traccia una storia delle stoffe sepolcrali di Gesù, con particolare attenzione per quella oggi conservata a Torino. Il punto di partenza per ricostruire l’ambiente nel quale è nato e si è diffuso il culto per le diverse sindoni è il racconto fornito dai Vangeli. Procedendo lungo i secoli, dal Tardoantico al Medioevo, si nota un interesse sempre crescente e diffuso per la ricerca e il possesso di reliquie della passione e morte di Gesù, il cui numero aumenta esponenzialmente: una di queste è la Sindone di Torino, che avrà maggior fortuna rispetto a tutte le altre. La storia nota della reliquia torinese (ma vari indizi, testimonianze e riscontri fanno pensare a qualcosa di molto simile già presente almeno dal VI, VII secolo) muove i primi passi nel Medioevo, quando compare in un villaggio della Francia, per poi spostarsi a Chambéry, nel cuore della Savoia, e infine a Torino, nuova capitale del ducato sabaudo e poi del regno d’Italia. È una storia a tratti avventurosa, spesso poco conosciuta, fatta di episodi che, secondo Nicolotti, la storiografia sabauda e quella ecclesiastica avrebbero tentato di addomesticare. È una storia che coinvolge personaggi di primo piano della nobiltà, della politica, della Chiesa e della scienza. Nell’ultima parte del libro, che riguarda il secolo XX e il XXI, la storia della Sindone si intreccia con la storia degli studi scientifici, dalle prime fotografie passando per la datazione radiocarbonica, fino ai giorni nostri.

    Edizioni Einaudi | pp. 370

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  • Oltre la Bibbia

    € 20,00
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    di Mario Liverani

    Un classico della saggistica che aiuta a leggere in chiave critica fonti e notizie dell’Antico Testamento. Liverani riconduce la nascita d’Israele alla sua realtà storica con l’aiuto di materiali testuali analizzati nel contesto dell’epoca della loro redazione, ricostruisce l’evoluzione delle ideologie politiche e religiose, inserisce saldamente la storia d’Israele nel suo contesto antico-orientale. Emergono così la ‘storia normale’ dei due piccoli regni di Giuda e d’Israele, analoga a quella di tanti altri piccoli regni locali, e la ‘storia inventata’, che gli esuli giudei costruirono durante e dopo l’esilio a Babilonia. Ha osservato Marco Belpoliti su “Repubblica” che: «Gerico non è crollata al suono delle trombe di Giosuè, la conquista della Terra Promessa non è mai avvenuta così come narrato, Salomone non aveva un grande regno e forse il Dio del Sinai un tempo aveva anche una compagna. Il libro di Mario Liverani, sintesi affascinante di lavori in corso da anni tra gli archeologi israeliani e non, è fatto per provocare una scossa a quanti si sono nutriti per decenni di quel filone che nel dopoguerra fu trionfalmente inaugurato da testi come La Bibbia aveva ragione di Werner Keller».

    Edizione: Laterza | pp. 526

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  • ROMA, UN MILLENNIO DI SACRALITA’

    € 16,50
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    di Massimo Vigna

    La civiltà romana era essenzialmente una civiltà orientata al sacro e che del sacro era permeata fin nei più semplici gesti della vita quotidiana. In una civiltà siffatta le vicissitudini storiche e le trasformazioni della sacralità risultano idissolubilmente collegate e, anzi, spesso le seconde influenzano in modo preponderante le prime. Le caratteristiche peculiari delle trasformazioni che la religiosità romana ha attraversato nel tempo, emergono dalle connotazioni degli dèi che costituirono il “punto di riferimento” specifico di ciascun periodo. In questa ottica, si è voluto mettere in risalto proprio le “coloriture” dei diversi dèi, in modo da fornire una chiave di lettura che, andando al di là della storia delle religioni, consentisse di “assaporare” i significati più profondi che la sacralità comportava per il Romano che, pure, non poteva prescindere dal proprio contesto storico.

    Edizioni: Settimo Sigillo | pp. 254

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  • GENTES ROMANAE

    € 15,00
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    di Massimo Vigna

    Il ruolo delle “gentes” nell’ambito della “civitas” romana è stato spesso sottovalutato, o addirittura ignorato; tuttavia alcuni indizi, per chi voglia vedere nelle pieghe dei resoconti degli storici romani, lasciano trasparire il ruolo essenziale rivestito dall’ordinamento gentilizio, disegnando uno scenario nel quale le gentes emergono prepotentemente in primo piano. L’influenza delle gentes permeava di sé ogni aspetto della vita romana, in ambito giuridico, politico, sociale e culturale. I diversi fatti storici riportati dagli annalisti, al di là degli episodo stessi, testimoniano di un’autonomia politica delle gentes nei confronti dello Stato unitario talmente estesa da non trovare corrispondenza presso alcuna altra popolazione antica. (con alcune illustrazioni nel testo).

    Edizioni: Settimo Sigillo | pp. 174

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MEDIOEVO

  • Patria senza Mare

    € 25,00
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    di Marco Valle

    Malgrado tre mari e quasi ottomila chilometri di coste gli italiani non sono più – se lo sono mai stati davvero – un “popolo di navigatori”. Eppure proprio sul mare, dai tempi di Roma e poi col sorgere, nell’alto Medioevo, delle Repubbliche marinare, l’Italia ha scritto i capitoli più importanti e luminosi della sua lunga storia. Capitoli troppo spesso trascurati, ignorati, dimenticati. Ecco allora “Patria senza Mare” di Marco Valle, un’opera innovativa che affronta, con accuratezze e stile brillante, i successi e i travagli dell’Italia marittima. Una storia lunga oltre 1500 anni e più di 500 pagine con mille protagonisti: marinai, mercanti, armatori, scienziati, sognatori, visionari…

    Un’opera che attraversa i secoli, rintracciando il lunghissimo filo rosso (o meglio blu…) che avvolge e lega la Penisola al suo destino marittimo navigatori e mercanti, armatori e naufragi, porti e navi, scoperte e battaglie, ascese, sconfitte e rinascite… Un grande affresco in chiaro scuro che raccoglie e spiega lo splendore di Amalfi, Pisa, Venezia e Genova, capitali mondiali della globalizzazione medioevale, la vittoria di Lepanto, l’imporsi — tra il Seicento e l’Ottocento — di Livorno, Trieste e Napoli. E ancora, le visioni marittime di Camillo Benso di Cavour e il navalismo letterario di Salgari e d’Annunzio, la luminosa stagione dei transatlantici, i due grandi conflitti del Novecento e le prove durissime della nostra Marina, la ricostruzione postbellica e le parabole parallele dei Costa e di Achille Lauro. Infine, le luci, poche ma importanti, che iniziano a rischiarare la notte terragna in cui siamo ancora immersi.

    Signs Publishing | pp. 544

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  • I Visconti – Le battaglie della Vipera

    € 13,00
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    di Daniela Pizzagalli

    Una dinastia, una città, un secolo: casata simbolo di Milano, i Visconti furono la famiglia che più di tutte riuscì a imporsi nella feroce lotta per la supremazia che imperversava nell’Italia del ‘300, dominandone la scena politica fino alla metà del secolo successivo. Grazie a un racconto in presa diretta, Daniela Pizzagalli – celebre autrice di biografie storiche e grande esperta di Medioevo e Rinascimento – dà voce ai protagonisti e fa scorrere davanti ai nostri occhi grandi eventi e aneddoti sconosciuti, momenti decisivi e storie private: dalle faide con i Torriani per il controllo della città meneghina alla discesa in Italia dell’imperatore Enrico VII, dai drammi familiari che colpirono i Visconti agli attacchi delle leghe antiviscontee che provarono a fermarne l’inarrestabile ascesa, fino agli anni di fulgore che portarono alla posa della prima pietra del Duomo. L’incalzante narrazione della Pizzagalli, primo volume di una trilogia dedicata alla dinastia milanese, rende più avvincente di un’invenzione romanzesca la spregiudicata corsa al potere che, tra battaglie e intrighi politici, permise ai Visconti di creare il più potente stato dell’Italia di allora proiettandoli al centro delle vicende europee.

    Rizzoli | pp. 217

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  • Storia in Rete 141 – 142 – Luglio / Agosto 2017 (pdf da scaricare subito)

    € 3,99
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    A un anno dal fallito golpe di Ankara il potere di Erdogan in Turchia è sempre più forte. E si manifesta anche attraverso una rivalutazione della storia imperiale ottomana, con le grandiose celebrazioni che ogni anno si tengono “spontaneamente” per ricordare la conquista di Costantinopoli, il 29 maggio 1453. Una storia fatta di grandi vittorie ma anche di schiavismo, massacri, espansionismo imperialista ai danni dell’Europa, e che l’Europa farebbe bene a ricordare a sua volta. Storia in Rete dell’estate 2017 racconta le relazioni fra Occidente e Impero ottomano dal XIII secolo al tramonto ottocentesco del “malato d’Europa”. Una storia che dovrebbe far riflettere e soprattutto far riconsiderare tanti complessi di inferiorità che oggi minano l’autocoscienza e l’autostima dei popoli europei. E una di queste mine – spiega Antonello Carvigiani – è stata smascherata da un affilato saggio di Rodney Stark, un docente di storia protestante che difende il Cattolicesimo dalle “leggende nere” dure a morire con cui è stato infangato nei paesi della Riforma.

    Continua poi anche questo numero di Storia in Rete il dibattito sul Risorgimento. Lo fa Pino Aprile, analizzando quelle elite meridionali che “tradirono e furono tradite”, lasciando il sud in uno stato semi-coloniale, e Pierluigi Romeo di Colloredo, che evidenzia come il regno delle Due Sicilie fosse minato al suo interno da discordie fra terraferma e Sicilia, rispondendo anche alle affermazioni di Aprile sul numero 140 di Storia in Rete a proposito del generale Cialdini.

    Dal Risorgimento a uno dei più torbidi segreti dell’Italia contemporanea: quello della morte di Mussolini. Sandro Provvisionato rivela un inedito memoriale che raccoglie la confessione nientemeno che di Walter Audisio, il “colonnello Valerio”, sedicente “giustiziere” del Duce. Una confessione rilasciata in segreto a dei suoi compagni di partito negli anni Cinquanta che sotto certi aspetti lascia perplessi (avrà detto la verità?), ma dall’altro conferma una tesi che in pubblico i vertici partigiani hanno negato per decenni: quella della “doppia fucilazione”, con forza sostenuta da Pisanò e Bandini e confermata solo di recente dalle analisi forensi.

    Poi Roberto Festorazzi getta una luce inedita sui contatti segreti di Leo Valiani con l’intelligence britannica. Contatti molto più profondi e vincolanti di quelli ufficialmente riconosciuti dall’esponente giellista, e che suggeriscono anche inquietanti spiegazioni alle modalità sbrigative e tutt’altro che chiare con cui si giunse all’esecuzione di Mussolini.

    E ancora, una perizia di Storia in Rete su una delle foto pubblicate nel numero 129-130 dell’estate del 2016 dimostra che si trattava in realtà di un fotoritocco. Ma chi e perché ha avuto interesse a millantare la presenza di un agente dell’OSS sui luoghi dell’esecuzione di Mussolini proprio in quei giorni di fine aprile? Lo smascheramento di un falso non fa che spalancare nuovi campi d’indagine, tanto più visto che le foto ritoccate provenivano proprio da un ex agente segreto d’oltreoceano…

    Infine, raccontato da Marcello De Angelis, il ritratto di uno dei grandi militari italiani del XX secolo: Federico Baistrocchi. Uno dei migliori organizzatori e riformatori del Regio Esercito, che dopo aver preparato le basi per la vittoria italiana in Abissinia nel 1935 venne messo da parte da Mussolini, anche per le invidie e i malumori che aveva suscitato fra i suoi meno capaci colleghi.

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  • Storia in Rete n. 111 – gennaio 2015 (pdf da scaricare subito)

    € 3,99
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    Storia in Rete di gennaio 2015 (clicca qui per vedere copertina e anteprime) è andato in stampa proprio mentre a Parigi l’integralismo islamico si scatenava con l’attentato alla redazione di “Charlie Hebdo” e al supermercato kosher. Da qui la scelta di raccontare ai lettori quali sono le radici profonde storico-ideologiche delle attuali minacce del sedicente neo-Califfato dell’ISIS: le promesse di conquista delle capitali dell’Occidente (Costantinopoli e Roma) fatte dal Profeta in persona e i tentativi di realizzarle effettuate dai Saraceni, prima, e dagli Ottomani poi con gli sbarchi rispettivamente sulle coste tirreniche e ad Otranto.

    Poi, Storia in Rete torna sul caso Matteotti: il putiferio suscitato da una recente intervista di Arrigo Petacco sul blog di Beppe Grillo e un nuovo studio di un “outsider” come Enrico Tiozzo che però ha fornito un contributo determinante a rileggere le fasi del rapimento e dell’omicidio Matteotti in un’ottica diversa da quella “ufficiale”.

    Quindi con questo numero, il primo del 2015, Storia in Rete inizia le sue personali celebrazioni per i cento anni della Grande Guerra con una galleria di Eroi italiani. Il primo – partendo da una mostra che si sta tenendo al Museo Caproni di Trento – è Francesco Baracca, l’Asso degli Assi della caccia italiana, l’uomo dal Cavallino Rampante.

    E ancora. La specialità svedese: non i mobili da montare ma l’eugenetica, scheletro nell’armadio della socialdemocrazia scandinava, e poi la triste storia dei Coolies, gli “schiavi a pagamento” che alla fine dell’Ottocento sostituirono quelli veri con la scusa del “libero mercato”, e che hanno perfino cambiato la demografia di intere regioni mostrando il vero volto dell’emigrazione.

    Dai crimini contro l’umanità a quelli – non meno efferati – dei singoli: Massimo Centini racconta la vicenda di Cesare Verzeni, il “vampiro del Bergamasco”, il primo caso di assassino seriale studiato scientificamente nel nostro paese.

    Poi, Elena e Michela Martignoni parlano con Luigi de Pascalis, autore di un nuovo romanzo storico sulla figura di Giuliano l’Apostata, Aldo Mola racconta la caduta di Murat e il suo disperato, ma seminale, appello agli italiani da Rimini e ancora mostre, con l’intervista alla curatrice della mostra al Vittoriano su un grande pittore del Novecento: Mario Sironi.

    Tutto questo e molto altro su Storia in Rete di gennaio!!

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  • Storia in Rete n. 108 – ottobre 2014 (pdf da scaricare subito)

    € 3,99
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    Storia in Rete di ottobre 2014 (clicca qui per vedere sommario e anteprime) torna nel periodo d’oro dell’Italia, i secoli del Basso Medioevo, dell’Umanesimo e del Rinascimento quando i condottieri di ventura italiani erano i migliori soldati d’Europa. Una grande mostra a Perugia è l’occasione per tornare su questi guerrieri che furono tanto signori della guerra quanto mecenati e soprattutto veri e propri imprenditori di quelle piccole-e-medie imprese della guerra che crearono l’Italia fra 1300 e 1500.

    Dal Medioevo vero a quello dei giorni nostri: la minaccia dell’ISIS e le sue radici esoteriche. Poi, un lungo dossier sulla Grande Guerra: una riflessione sul ruolo del conflitto nell’identità italiana di Ernesto Galli della Loggia (per gentile concessione di autore e di Nuova Storia Contemporanea), i tentennamenti del governo Salandra all’inizio della guerra e le crisi di coscienza degli interventisti e nazionalisti, divisi fra filo-tedeschi e anti-austriaci, la sottaciuta consonanza di posizioni fra Mussolini e Gramsci nel 1914, nel nome della “neutralità attiva e operante”.

    E ancora, il tentativo di delegittimazione del Premio Acqui Storia, con le incredibili polemiche e i surreali attacchi all’iniziativa. E quindi i crimini dimenticati commessi dall’esercito giacobino in ritirata da Napoli nel 1799 nella zona di Cassino e Isola Liri. Dall’invasione francese a quella franca, con la storia della calata di Carlo Magno contro i Longobardi alle Chiuse, nel 773.

    Infine, uno spazio speciale dedicato al senatore Giovanni Raineri, di cui ricorre l’80° anniversario della morte. Un grande convegno a Piacenza ricorda quello che fu un grande uomo di Stato, inventore dei Consorzi Agrari, ministro e animatore di una politica onesta e volta al bene comune.

    Tutto questo e molto altro su Storia in Rete di ottobre!!

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  • Storia in Rete n. 105/106 luglio – agosto 2014 (pdf da scaricare subito)

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    Un’estate all’insegna della Storia con il numero 105-106: dalla storia della caccia alle streghe in Europa fra Medioevo e Seicento alla verità sui cosiddetti “fratelli di Gesù” e gli altri parenti e congiunti che variamente vengono attribuiti al Nazareno. Poi, due protagonisti dell’Ottocendo: Metternich, con il suo triste tramonto durante la Rivoluzione del Quarantotto, e Quintino Sella, ministro delle Finanze di un’Italia irriconoscibile con i parametri moderni. Quindi, le due guerre mondiali: la Prima, nel cui centenario Storia in Rete dedica un ampio dossier sulle sue origine, e la Seconda, con le vicende di ULTRA e della guerra dei codici nel Mediterraneo e del rancore di De Gaulle verso gli angloamericani e il loro D-Day, considerato come un’invasione, non una liberazione, della Francia. Infine, la socializzazione durante la RSI: le convergenze inconfessate fra fascisti e comunisti nell’interesse delle fabbriche e un incredibile studio europeo degli anni Sessanta che rivalutava l’esperienza repubblicana.

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  • Storia in Rete n° 101/102 – mar. apr. 2014 (pdf da scaricare subito)

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    Storia in Rete n. 101-102 si concentra su due argomenti molto distanti fra loro: i 700 anni dal rogo dei Templari, quel 18 marzo 1314 e la guerra civile senza fine che ancora oggi divide l’Italia, in occasione dell’uscita dell’ultimo libro di Giampaolo Pansa e nel 70° anniversario dell’attentato di Via Rasella e della tragica rappresaglia delle Fosse Ardeatine, il 24 marzo 1944. Ai Templari Storia in Rete dedica un corposo dossier, incentrato sul mito nato dal rogo del 1314. Sulla storia più recente, invece, si concentra un’inchiesta sulla voglia di “guerra civile” che ancora oggi anima alcune fazioni politiche (tutt’altro che minoritarie), un’intervista a Giampaolo Pansa dove il giornalista piemontese si toglie più di un sassetto dalle scarpe e infine – in esclusiva per Storia in Rete – la prima puntata di un nuovo, esplosivo dossier sulle vere origini dell’attentato di Via Rasella, come emerge dalle memorie degli stessi protagonisti e dal confronto con le carte processuali. Ma Storia in Rete di marzo-aprile è molto altro: dall’intervista a Elena e Michela Martignoni, autrici di un nuovo, sensuale romanzo storico che ha come protagonista l’amante di papa Borgia, Vannozza Cattanei, al Congresso di Vienna, di cui quest’anno cade il 200° anniversario, fino a una nuova biografia di Benedetto Croce e al tragico disastro ferroviario di Balvano, nel 1944, insabbiato da governo di Brindisi e dal governo di occupazione alleato, al quale Storia in Rete ha anche dedicato un documentario disponibile in streaming (clicca qui).

    LEGGI IL SOMMARIO DEL N. 101/102

     

     

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  • Gli Antipapi

    € 9,90
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    di Elena Percivaldi

    La storia della Chiesa è sempre stata complessa, difficile, contraddittoria. Il suo grande protagonista – da san Pietro a papa Francesco – solitamente è il pontefice, somma autorità religiosa e per molti secoli anche politica e temporale. In realtà molte altre figure hanno determinato, nel corso di duemila anni, le intricate vicende del papato: cardinali, vescovi, santi, eretici, imperatori, chierici e laici. E tra questi anche gli “antipapi”, uomini che – individualmente o supportati da fazioni – non hanno accettato il pontefice eletto in via ufficiale e hanno dato vita a veri e propri scismi. Dai primi nebulosi inizi – quando il santo padre era solo vescovo di Roma e non aveva ancora l’universalità che avrebbe poi detenuto nei secoli a venire – fino al grande scisma, il volume racconta la storia dei quarantatré antipapi scelti secondo procedure non canoniche. Considerati degli usurpatori, per questo furono catturati, scomunicati, processati, imprigionati, uccisi. Alcuni fuggirono, altri si ritirarono in convento, altri ancora scomparvero semplicemente nel nulla. Fieri oppositori al papato ufficiale per motivi dottrinali e ideologici, oppure mere pedine mosse dal potere delle famiglie aristocratiche romane e degli imperatori, gli antipapi rivivono in queste pagine non più come comprimari, ma come veri protagonisti.

    Edizione: Newton Compton Editori | pp. 432

     

     

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  • La vita segreta del Medioevo

    € 5,00
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    di Elena Percivaldi

    “Età oscura” e “millennio della superstizione” sono solo due delle tante definizioni date, nel tempo, al medioevo. Ma questo periodo storico fu davvero “buio” come si è ormai cristallizzato nell’immaginario collettivo? In realtà, la maggior parte degli studiosi del Nuovo Millennio afferma che quel periodo della storia dell’umanità contenga già, in embrione, molti degli aspetti determinanti dell’Europa moderna. Questo libro, lasciando sullo sfondo le grandi vicende militari, gli scontri epocali tra Impero e Papato, i nomi e le date che hanno fatto la Storia e che si trovano sui manuali, cerca di cogliere gli aspetti più insoliti e curiosi dell’epoca: cosa si mangiava, come ci si vestiva, come si impiegava il tempo libero, come si faceva l’amore… Mille anni di storia, dalla caduta dell’impero romano d’occidente (476) alla scoperta dell’America (1492), che hanno plasmato una delle civiltà più ricche, affascinanti e contraddittorie di tutti i tempi.

    Edizione: Newton Compton Editori | pp. 470

     

     

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  • Medioevo romantico

    € 16,00
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    di Paolo Golinelli

    La leggenda di Teodorico, il regno dei Longobardi, la battaglia di Legnano, i Vespri Siciliani, le vicende storiche e leggendarie di Alarico, Francesca da Rimini e Matilde di Canossa. I momenti cruciali e i personaggi più emblematici e affascinanti della storia del nostro Medioevo hanno fortemente condizionato il mondo culturale del XIX secolo, dalla letteratura, al teatro, alla musica, fornendo una serie di miti ed eroi che hanno alimentato la propaganda risorgimentale e sono stati fonte di ispirazione per la costruzione del nuovo Stato libero e indipendente. Si è costruito così un Medioevo romantico che ritroviamo nelle opere di Foscolo, Manzoni, Leopardi, Carducci e Verdi, intrise di ideali e valori che sono alla base dell’identità del nostro Paese e di noi Italiani, e che hanno avuto origine nell’epoca straordinaria dei Comuni, delle guerre tra guelfi e ghibellini, dei trovatori e dell’amor cortese.

    Edizioni Mursia | pp. 202

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  • Le guerre del Barbarossa

    € 20,00
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    di Paolo Grillo

    Una aristocratica cavalleria teutonica contro masse di fanti comunali appiedati. Un ambizioso progetto di governo universale contro l’autogoverno di città libere.Una società fortemente gerarchizzata contro comunità di uomini eguali in grado di autodeterminarsi. È questa la guerra durata oltre vent’anni che vede Federico Barbarossa, imperatore del Sacro Romano Impero, tentare di piegare sul campo di battaglia i comuni italiani. Non solo uno scontro fisico e strategico ma anche ideologico tra due società agli antipodi. L’obiettivo dell’imperatore è di riacquisire il controllo perduto sul Regno d’Italia per poi assoggettare il Mezzogiorno normanno. Ma durante l’assenza del potere imperiale dalla penisola, le città italiane sono cambiate: sono città ricche, militarmente potenti, che pensano a se stesse come collettività di uomini liberi. Quando cala alla testa dell’esercito teutonico, Federico Barbarossa si trova di fronte i comuni italiani. Paolo Grillo ricostruisce per la prima volta la guerra che sconvolse l’Italia intera e durò dal 1154 al 1176, prima di giungere a una pace definitiva nel 1183: dagli scontri campali in Lombardia alle battaglie urbane a Roma, dagli assedi di Alessandria e di Ancona alla spedizione bizantina in Puglia. I protagonisti sono Federico Barbarossa, i papi che gli si opposero, i re normanni, l’imperatore di Costantinopoli e, soprattutto, le popolazioni dei comuni italiani del Nord, del Centro e del Sud che si batterono per difendere la loro autonomia e la loro idea di libertà.Militare.

    Edizioni: Laterza | pp. 278

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  • Amori venali

    € 24,00
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    di Jacques Rossiaud

    Donne di strada e grandi cortigiane, ruffiane e mezzane, case chiuse private e pubblici bordelli: fino al XVI secolo il mondo degli amori venali è onnipresente e tollerato. Gli uomini di governo e di Chiesa considerano la prostituzione inestirpabile e naturale, una forma di risposta spontanea alla miseria dei tempi e l’arma più efficace di lotta contro il caos. La Chiesa gregoriana, pur instauratrice di un ordine coniugale rigoroso, accetta la concupiscenza maschile e ammette donne votate al peccato. La giustificazione è quella del male minore: minore rispetto alla violenza, allo stupro, all’adulterio, all’incesto. L’elemento monetario aggiunge paradossalmente all’insieme un elemento positivo; il denaro, questo nemico di Dio, è l’amico della donna venale: giustifica e legittima la sua pratica e fa di lei una lavoratrice che riceve il prezzo della sua fatica. Rese socialmente visibili, le prostitute pubbliche si ritengono in grado, in Alta Germania come in Linguadoca, di far fronte agli abusi e di reclamare i propri diritti. Perfettamente integrate? Certamente no. Ma in grado di diventarlo? Probabilmente. Ma il tempo di promozione del corpo finisce bruscamente a metà del XVI secolo quando, sullo sfondo di disastri sociali e di guerre religiose, il clero della Controriforma decide di porre fine alla tolleranza. Da allora viene attuata una strategia repressiva fatta di incarceramenti, punizioni ed esclusioni. Gli anni 1550-1560 si aprono così su un mondo completamente diverso.

    Edizioni: Laterza | pp. 390

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  • Quasi Re. Vita di Fortebraccio capitano di ventura

    € 18,00
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    di Marco Rufini

    Affascinante affresco letterario che percorre la vita, tra Medioevo e Rinascimento, del nobile Andrea Fortebraccio più noto come Fortebraccio da Montone (1368-1424), “umbro doc” (era nato a Perugia) e capitano di ventura. Diventato signore di Perugia, coltiva “il Grande Sogno”: diventare il primo re d’Italia, cacciando le presenze straniere e limitando il potere papale alle anime. Conquista, quindi, tutta l’Italia centrale, spingendosi fino a Roma. Il sogno sta per realizzarsi, ma il nuovo Papa Martino V (della famiglia romana Colonna, nemica dell’Umbria) simulando un negoziato, ingaggia una guerra all’ultimo sangue, che porterà alla cattura quindi alla condanna definitiva di Fortebraccio da Montone.

    Edizioni: Minerva editrice | pp. 224

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  • Caccia alle streghe

    € 12,50
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    di Marina Montesano

    Alla fine dell’età medievale prende avvio la cosiddetta “caccia alle streghe”. Secondo la bolla Summis desiderantes, promulgata da Innocenzo VIII nel 1484, le streghe avrebbero dato vita a una vera e propria setta decisa a colpire la Cristianità come mai si era verificato prima. Ma che cos’è il fenomeno della stregoneria e la conseguente caccia alle streghe? È un’offensiva contro l’universo folklorico e le superstizioni popolari? È una reazione della società alla diversità? Alla luce di una attenta analisi delle fonti, degli scritti e delle azioni dei protagonisti di quelle vicende, è invece possibile tracciare un quadro generale dal quale la “caccia” emerge per larghi tratti, da una parte come un elemento costitutivo della modernità, dall’altra come una risposta a esigenze riaffioranti nella società in epoche diverse. Non solo e non tanto nel “barbaro medioevo”, quanto e soprattutto in epoche nelle quali ci piace pensare che il trionfo della ragione e del diritto abbiano il sopravvento. A tal fine si prenderanno anche in esame, in una postilla finale, alcuni casi contemporanei che presentano elementi tipologici assai simili alle persecuzioni antistregoniche.

    Edizioni: Salerno editrice | pp. 188

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  • Le crociate

    € 23,00
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    Una storia nuova
    di Thomas F. Madden

    Madden si è proposto di raccontare la storia delle crociate medievali prendendo spunto dai frutti dell'ultimo mezzo secolo di studi. In particolare le crociate sono ricollocate all'interno del loro specifico contesto sociale, economico, religioso e intellettuale. Soltanto così si possono comprendere le ragioni che hanno portato migliaia di uomini ad abbandonare le loro case per marciare nel nome di Cristo verso terre lontane e sconosciute. Madden riserva poi una particolare attenzione agli effetti delle crociate sul mondo islamico e sull'Oriente cristiano bizantino. Spiegando ciò che le crociate hanno rappresentato, questo volume tenta anche di far comprendere il complicato intreccio di relazioni tra passato e presente.

    Edizioni: Lindau | pp. 352

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RINASCIMENTO

  • I Borgia

    € 18,00
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    di Elena e Michela Martignoni

    Un romanzo dove tutto è storia. Ma la storia dei Borgia è piena di elementi romanzeschi del resto: assetati di potere, spietati e superbi. Affascinanti, geniali e magnifici anche se schiavi delle passioni umane. Le armi dei Borgia sono il delitto, la vendetta e l’inganno. Le vicende narrate in questo libro si snodano nel lustro 1497-1502, quando la famiglia catalana dominava il centro della Penisola e ambiva alla creazione di un regno, a discapito delle famiglie nobili italiane da secoli feudatarie della Chiesa. I protagonisti vivono esistenze tanto estreme da apparire invenzioni letterarie. Rodrigo, papa Alessandro VI, passionale e scaltro; Cesare, detto il Valentino, il Principe preso a modello da Machiavelli, e Lucrezia, che dopo secoli di infamie, ora la storia giudica una vittima e non più solo una peccatrice. Fra oscure trame di palazzo, splendori e miserie della Roma papalina, tra amori impossibili e colpi di scena, realtà e fantasia, Elena e Michela Martignoni raccontano il nero del Rinascimento.

    Corbaccio | pp. 816

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  • Storia in Rete 141 – 142 – Luglio / Agosto 2017 (pdf da scaricare subito)

    € 3,99
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    A un anno dal fallito golpe di Ankara il potere di Erdogan in Turchia è sempre più forte. E si manifesta anche attraverso una rivalutazione della storia imperiale ottomana, con le grandiose celebrazioni che ogni anno si tengono “spontaneamente” per ricordare la conquista di Costantinopoli, il 29 maggio 1453. Una storia fatta di grandi vittorie ma anche di schiavismo, massacri, espansionismo imperialista ai danni dell’Europa, e che l’Europa farebbe bene a ricordare a sua volta. Storia in Rete dell’estate 2017 racconta le relazioni fra Occidente e Impero ottomano dal XIII secolo al tramonto ottocentesco del “malato d’Europa”. Una storia che dovrebbe far riflettere e soprattutto far riconsiderare tanti complessi di inferiorità che oggi minano l’autocoscienza e l’autostima dei popoli europei. E una di queste mine – spiega Antonello Carvigiani – è stata smascherata da un affilato saggio di Rodney Stark, un docente di storia protestante che difende il Cattolicesimo dalle “leggende nere” dure a morire con cui è stato infangato nei paesi della Riforma.

    Continua poi anche questo numero di Storia in Rete il dibattito sul Risorgimento. Lo fa Pino Aprile, analizzando quelle elite meridionali che “tradirono e furono tradite”, lasciando il sud in uno stato semi-coloniale, e Pierluigi Romeo di Colloredo, che evidenzia come il regno delle Due Sicilie fosse minato al suo interno da discordie fra terraferma e Sicilia, rispondendo anche alle affermazioni di Aprile sul numero 140 di Storia in Rete a proposito del generale Cialdini.

    Dal Risorgimento a uno dei più torbidi segreti dell’Italia contemporanea: quello della morte di Mussolini. Sandro Provvisionato rivela un inedito memoriale che raccoglie la confessione nientemeno che di Walter Audisio, il “colonnello Valerio”, sedicente “giustiziere” del Duce. Una confessione rilasciata in segreto a dei suoi compagni di partito negli anni Cinquanta che sotto certi aspetti lascia perplessi (avrà detto la verità?), ma dall’altro conferma una tesi che in pubblico i vertici partigiani hanno negato per decenni: quella della “doppia fucilazione”, con forza sostenuta da Pisanò e Bandini e confermata solo di recente dalle analisi forensi.

    Poi Roberto Festorazzi getta una luce inedita sui contatti segreti di Leo Valiani con l’intelligence britannica. Contatti molto più profondi e vincolanti di quelli ufficialmente riconosciuti dall’esponente giellista, e che suggeriscono anche inquietanti spiegazioni alle modalità sbrigative e tutt’altro che chiare con cui si giunse all’esecuzione di Mussolini.

    E ancora, una perizia di Storia in Rete su una delle foto pubblicate nel numero 129-130 dell’estate del 2016 dimostra che si trattava in realtà di un fotoritocco. Ma chi e perché ha avuto interesse a millantare la presenza di un agente dell’OSS sui luoghi dell’esecuzione di Mussolini proprio in quei giorni di fine aprile? Lo smascheramento di un falso non fa che spalancare nuovi campi d’indagine, tanto più visto che le foto ritoccate provenivano proprio da un ex agente segreto d’oltreoceano…

    Infine, raccontato da Marcello De Angelis, il ritratto di uno dei grandi militari italiani del XX secolo: Federico Baistrocchi. Uno dei migliori organizzatori e riformatori del Regio Esercito, che dopo aver preparato le basi per la vittoria italiana in Abissinia nel 1935 venne messo da parte da Mussolini, anche per le invidie e i malumori che aveva suscitato fra i suoi meno capaci colleghi.

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  • Storia in Rete n. 108 – ottobre 2014 (pdf da scaricare subito)

    € 3,99
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    Storia in Rete di ottobre 2014 (clicca qui per vedere sommario e anteprime) torna nel periodo d’oro dell’Italia, i secoli del Basso Medioevo, dell’Umanesimo e del Rinascimento quando i condottieri di ventura italiani erano i migliori soldati d’Europa. Una grande mostra a Perugia è l’occasione per tornare su questi guerrieri che furono tanto signori della guerra quanto mecenati e soprattutto veri e propri imprenditori di quelle piccole-e-medie imprese della guerra che crearono l’Italia fra 1300 e 1500.

    Dal Medioevo vero a quello dei giorni nostri: la minaccia dell’ISIS e le sue radici esoteriche. Poi, un lungo dossier sulla Grande Guerra: una riflessione sul ruolo del conflitto nell’identità italiana di Ernesto Galli della Loggia (per gentile concessione di autore e di Nuova Storia Contemporanea), i tentennamenti del governo Salandra all’inizio della guerra e le crisi di coscienza degli interventisti e nazionalisti, divisi fra filo-tedeschi e anti-austriaci, la sottaciuta consonanza di posizioni fra Mussolini e Gramsci nel 1914, nel nome della “neutralità attiva e operante”.

    E ancora, il tentativo di delegittimazione del Premio Acqui Storia, con le incredibili polemiche e i surreali attacchi all’iniziativa. E quindi i crimini dimenticati commessi dall’esercito giacobino in ritirata da Napoli nel 1799 nella zona di Cassino e Isola Liri. Dall’invasione francese a quella franca, con la storia della calata di Carlo Magno contro i Longobardi alle Chiuse, nel 773.

    Infine, uno spazio speciale dedicato al senatore Giovanni Raineri, di cui ricorre l’80° anniversario della morte. Un grande convegno a Piacenza ricorda quello che fu un grande uomo di Stato, inventore dei Consorzi Agrari, ministro e animatore di una politica onesta e volta al bene comune.

    Tutto questo e molto altro su Storia in Rete di ottobre!!

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  • Storia in Rete n. 72 – ottobre 2011 (pdf da scaricare subito)

    € 3,99
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    Storia in Rete di ottobre 2011 dedica la copertina ai calunniati Borgia: dopo cinque secoli la famiglia più famigerata del Rinascimento italiano torna alla ribalta con due fiction, che – more solito – non le rendono giustizia e si adagiano su vecchi stereotipi. E’ allora l’occasione giusta per raccontare con un lungo dossier un po’ della vera storia di papa Alessandro VI, Cesare e Lucrezia, protagonisti di quegli anni ribollenti fra Quattro e Cinquecento.

    Altro dossier è quello che Storia in Rete dedica alla guerra Italo-Turca del 1911, di cui cade il centesimo anniversario proprio in questi giorni. Una guerra dimenticata in un imbarazzato silenzio, perchè ha legato i destini delle due sponde del Mediterraneo fino alle recentissime cronache belliche.

    Quindi Storia in Rete presenta in esclusiva un inedito documento: l’auto-intervista che il dissidente cecoslovacco Jirì Pelikàn ha fatto a sé stesso negli anni post-tangentopoli, che rivela alcuni dei lati oscuri del Partito Comunista Italiano. E con un salto indietro, si ripercorre una delle vicende all’origine della moderna Australia, la Rivolta del Rum del 1808, fra governatori corrotti, contrabbandieri ed un intero reggimento che si ammutina.

    A chiudere due considerazioni sugli ultimi sviluppi nelle inchieste sulla morte di Mussolini: dalla recensione\stroncatura del saggio di Pierre Milza e alla risposta alle obbiezioni sul documentario di Storia in Rete “Mussolini, una morte da riscrivere“.

    Tutto questo e molto altro su Storia in Rete di ottobre 2011!

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  • Guerre fluviali – Le lotte tra Milano e Venezia nel XV secolo

    € 18,00
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    di Carlo Alberto Brignoli

    Non c’erano solo i capitani di ventura a guidare le milizie di questo o quello stato italiano durante le mille guerre del Medioevo e Rinascimento. C’erano anche degli ammiragli un po’ particolari perché invece che solcare i mari guidavano vere e proprie flotte lungo i fiumi e nei laghi della Pianura Padana. Ovviamente non dobbiamo pensare ai letti dei nostri fiumi, contenuti da argini e dalla “civiltà”. E’ un pezzo di storia dimenticato ma non secondario quello che ha deciso di affrontare Carlo Alberto Brignoli col puntiglio dell’appassionato super specialista che non teme di affrontare  dettagli che magari al lettore comune non possono interessare più di tanto. Al centro delle ricerche di questo meticoloso storico soprattutto della storia del Ticino, la lunga rivalità che separò soprattutto nella prima metà del ‘400, La Repubblica di Venezia e il Ducato di Milano dei Visconti che, con l’ultimo duca della Dinastia, Filippo Maria (1392-1447), daranno prove sopraffine di machiavellismo politico ante litteram e spregiudicatezza diplomatica. Alla fine, sarà il “terragno” Ducato di Milanese ad avere la meglio sulle mire espansionistiche di Venezia che verrà “contenuta” nei suoi territori a destra del Garda. E questo successo milanese arriverà anche grazie all’audacia dei suoi marinai fluviali. Giustamente, Brignoli dedica un intero capitolo a una delle tante figure che andrebbero strappate dall’oblio della Storia e fatte conoscere meglio: è il caso del pavese Pasino degli Eustachi (1360 – 1445 ), una specie di Andrea Doria d’acqua dolce dove “acqua dolce” non va inteso in senso spregiativo. Pasino non fu solo un abile stratega – come impararono a più riprese e a proprie spese i veneziani – ma un ingegnere navale, un manager, un abile politico e, in qualche modo, un antesignano delle teorie sul “potere navale”. Negli ultimi due secoli applicate ovviamente agli Oceani ma che hanno avuto un senso anche in fiumi e laghi durante il Rinascimento. (F.An.) Recensione da “Storia In Rete” n. 111 – gennaio 2015

    Edizioni Mursia | pp. 234

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  • Volpi e leoni. I Medici, Machiavelli e la rovina d’Italia

    € 19,00
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    di Marcello Simonetta

    Volpi e leoni. I Medici, Machiavelli e la rovina d’Italia è il romanzo famigliare dei Medici dal 1492 al 1527, ma anche una storia d’Italia abbreviata, quasi un noir schiuso sui misteri del Rinascimento. E non c’è niente di inventato: i dettagli più inverosimili, gli avvenimenti più incredibili, le coincidenze più improbabili, i presagi più inverificabili sono tutti veri e provati. Dalla morte di Lorenzo il Magnifico al Sacco di Roma, si compone davanti ai nostri occhi la grande fortuna e il fallimento finale della generazione dei Medici, che poté vantare ben due pontefici e due duchi. Fu una “età dell’oro”, ma anche un periodo burrascoso, così che ripercorrerlo consentirà per esempio di cogliere un’inquietante somiglianza tra la “corte dei miracoli” di Leone X, il primo papa de’ Medici, e la Roma dell’ultimo ventennio. Certi personaggi coloriti e disonesti sembrano usciti dalle cronache contemporanee: cardinali e lenoni, banchieri e buffoni, faccendieri e puttanieri, sbirri e criminali e impuniti. All’incrocio fra politica e finanza allegra si situa allora la straordinaria figura di Filippo Strozzi, banchiere, avventuriero, seduttore, che è il protagonista occulto del libro. A lui si può attribuire l’idea che lo stato è cosa nostra (espressione diplomatica e commerciale dell’epoca). Mentre Machiavelli, anche se non fa la parte del leone, e neanche della volpe, è onnipresente in spirito, se non in carne e ossa. Un testimone d’eccezione che, uscito dal ruolo di segretario fiorentino, offre affannosamente ricette alla politica dei Medici. E sono loro, fissati dall’estro ricostruttivo dell’autore, a rivelarsi più volpini e più leonini di quanto si potesse immaginare. È proprio il caso di dire che la metafora ha sfidato, con successo, il tempo.

    Edizioni Bompiani | pp. 427

     

     

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  • La dama con l’ermellino

    € 8,00
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    di Daniela Pizzagalli

    Fu l’amante di Ludovico il Moro, signore di Milano; fu sacrificata, per ragion di Stato, quando il Moro dovette sposare Beatrice d’Este; Leonardo la immortalò in uno dei suoi ritratti più enigmatici e suggestivi; Matteo Maria Bandello la celebrò in alcune novelle; tenne una piccola corte frequentata, tra gli altri, da Leonardo, dal Bandello, dal Bramante… Ripercorrendo la vita di Cecilia Gallerani, Daniela Pizzagalli ci racconta la vicenda di una donna straordinaria e fa rivivere sotto i nostri occhi lo splendore della civiltà del Rinascimento italiano avviato ormai verso un inesorabile e ineludibile tramonto.

    Edizioni: Bur Rizzoli | pp. 201

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  • On sale!

    La Commedia dell’Arte

    € 32,00 € 28,80
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    di Siro Ferrone

    Organizzati in compagnie disciplinate come le Arti e i Mestieri medievali, gli attori rappresentarono commedie, tragedie, pastorali, drammi esotici, opere in musica. Talvolta furono buoni cantanti, musicisti, danzatori, astuti organizzatori, abili drammaturghi – come Giovan Battista Andreini, Pier Maria Cecchini, Dominique Biancolelli, Angela D’Orso, Luigi Riccoboni. Il loro repertorio, imitato dalla folta schiera dei comici dilettanti, risultò determinante per la drammaturgia di Shakespeare, Molière, Lope de Vega, Marivaux, Goldoni e Gozzi. La riabilitazione delle qualità complesse e non solo recitative dei comici dell’Arte rispetto ad altre realtà europee è uno dei temi dominanti di queste pagine. Emerge qui l’importanza delle attrici le quali non agirono solo in commedia ma seppero toccare i temi della tragedia abbinando alle attrattive sensuali del canto e della musica strumentale la conoscenza agguerrita del repertorio letterario alto e ispirando con le loro pose sceniche non pochi pittori del tempo. Il volume ricostruisce storia e forme della commedia dell’arte; ne furono protagonisti le attrici e gli attori italiani tra Cinque e Settecento nell’Europa occidentale e orientale. La loro vita e le loro invenzioni raccontano una storia collettiva: le prime compagnie teatrali, la protezione e le prepotenze dei nobili committenti, la censura religiosa, le insidie di viaggi tra guerre, epidemie e ostacoli naturali, la nascita dei primi teatri a pagamento.

    Edizioni: Einaudi | pp. 411+XII

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  • Dracula l’impalatore

    € 17,00
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    di Roberto Gargiulo

    Vlad Tepes in arte Dracula: su questo personaggio, a metà strada tra il mito e la storia, sono stati sinora versati fiumi d’inchiostro e appare difficile riuscire a dirne qualcosa di nuovo. Tuttavia, molto spesso, l’attenzione è stata focalizzata sul mito, tralasciando l’uomo, il vero Dracula che era appunto il principe valacco Vlad Tepes (1431-1477) che la leggenda ha relegato sullo sfondo, come una sorta di grigia quinta teatrale. Proprio l’uomo invece, il personaggio storico, finisce con il rivelarsi un protagonista del suo tempo, in qualche modo inedito e inaspettato. Un soldato coraggioso e un abile diplomatico, un accorto giocatore e un orgoglioso principe, un sadico carnefice, profondamente innamorato però della sua gente e della sua terra. Però il biografo ha subìto in qualche modo il fascino della sua creatura e ha così deciso di esplorarne anche gli aspetti meno noti, come quello della sua discendenza familiare, un capitolo sino ad oggi quasi ignorato dalla storiografia ufficiale. Sono così emerse storie meno conosciute o volutamente dimenticate, legate tra loro dal comune senso di appartenenza dei protagonisti ad una discendenza al tempo stesso nobile e maledetta. Pregiudizio e superstizione infatti la fanno ancora oggi da padroni e il nome Dracula può spesso risultare fatale a chi abbia ancora il coraggio di fregiarsene. Se è vero quindi che Vlad è stato la prima vittima di Dracula, è altrettanto vero che il tempo restituirà presto il principe di Valacchia alla storia e al posto che in essa gli spetta.

    Edizioni: Minerva edizioni | pp. 246

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  • Caccia alle streghe

    € 12,50
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    di Marina Montesano

    Alla fine dell’età medievale prende avvio la cosiddetta “caccia alle streghe”. Secondo la bolla Summis desiderantes, promulgata da Innocenzo VIII nel 1484, le streghe avrebbero dato vita a una vera e propria setta decisa a colpire la Cristianità come mai si era verificato prima. Ma che cos’è il fenomeno della stregoneria e la conseguente caccia alle streghe? È un’offensiva contro l’universo folklorico e le superstizioni popolari? È una reazione della società alla diversità? Alla luce di una attenta analisi delle fonti, degli scritti e delle azioni dei protagonisti di quelle vicende, è invece possibile tracciare un quadro generale dal quale la “caccia” emerge per larghi tratti, da una parte come un elemento costitutivo della modernità, dall’altra come una risposta a esigenze riaffioranti nella società in epoche diverse. Non solo e non tanto nel “barbaro medioevo”, quanto e soprattutto in epoche nelle quali ci piace pensare che il trionfo della ragione e del diritto abbiano il sopravvento. A tal fine si prenderanno anche in esame, in una postilla finale, alcuni casi contemporanei che presentano elementi tipologici assai simili alle persecuzioni antistregoniche.

    Edizioni: Salerno editrice | pp. 188

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  • Un sogno di pietra (dvd)

    € 14,90
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    Vespasiano Gonzaga, nella seconda metà del ‘500, dà vita ad un sogno: la sua città ideale. Come alcune altre cittadine italiane sorte o completamente ripensate nel Rinascimento, Sabbioneta (Mantova) è un inno all’armonia e alla perfezione architettonica ma è stata costruita da un uomo violento (era un militare di professione al servizio della Spagna) e vendicativo (la prima moglie forse avvelenata, un figlio ucciso in uno scatto d’ira) ma amante delle arti. Inseguito da debiti e sventure Vespasiano insegue con tenacia, a sua volta, il suo sogno. Che alla fine corona al punto di considerare Sabbioneta la sua vera e unica primogenita. Una storia che è un perfetto spaccato del Rinascimento: splendori artistici, sogni di perfezione e delitti e violenze.

    lingua italiana | sottotitoli in inglese | adatto a qualunque pubblico

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  • Pio IV, un pirata a San Pietro

    € 18,00
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    di Sergio Redaelli

    Il milanese Gian Angelo Medici viene eletto papa a sessant’anni, la notte di Natale del 1559, al termine di un lunghissimo e scandaloso conclave. È un pontefice dalle mille contraddizioni: mite e freddo, vendicativo e passionale, sa valorizzare le doti del nipote Carlo Borromeo, difendere il cattolicesimo dall’offensiva luterana e portare a conclusione il Concilio di Trento, che pone le basi per la vita della Chiesa cattolica nei secoli a venire. Senza badare a spese promuove l’arte e le scienze e cambia il volto di Roma, ma è anche padre di tre figli, dopo aver collaborato, da giovane, con il sanguinario fratello Gian Giacomo, pirata sul lago di Como. Un libro che ricostruisce con passione e attenzione le vicende biografiche di una delle più importanti e sottovalutate figure del Rinascimento, per presentare al lettore, con la fluidità e la vivacità del taglio giornalistico, l’uomo, il diplomatico e l’ecclesiastico.

    Edizioni: Mursia | pp. 260

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  • La Signora di Milano

    € 9,60
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    Vita e passioni di Bianca Maria Visconti

    di Daniela Pizzagalli
    Nell’Italia del pieno Rinascimento, alla metà del Quattrocento, fra Stati divisi da feroci rivalità e personaggi come Cosimo de’ Medici a Firenze, Alfonso d’Aragona a Napoli, Ludovico Gonzaga a Mantova, Federico da Montefeltro a Urbino ed Enea Silvio Piccolomini sul trono papale come Pio II, spicca la figura della signora di Milano, Bianca Maria Visconti (1425-1468). Figlia del duca Filippo Maria e moglie del suo successore, il capitano di ventura Francesco Sforza, Bianca Maria diventa, grazie all’abilità e al senso pratico, una protagonista del suo tempo. È consigliera del marito, amministra lo Stato quando Francesco Sforza è impegnato nelle frequentissime campagne militari, si impegna nelle opere di beneficenza e come patrona delle arti. Alla morte del marito cercherà di controllare i primi anni di governo del figlio primogenito, Galeazzo Maria Sforza destinato ad una tragica fine nel 1476.

    Edizioni: Bur Rizzoli | pp. 312

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  • La Signora del Rinascimento

    € 11,50
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    di Daniela Pizzagalli

    Isabella d’Este è una delle grandi donne del Rinascimento italiano. Figlia del duca di Ferrara Ercole d’Este e di Eleonora d’Aragona, sorella di Beatrice (moglie di Ludovico il Moro), andò sposa al marchese di Mantova Francesco II Gonzaga. Suo fratello, Alfonso I d’Este sposerà Lucrezia Borgia di cui, col tempo, si sospetterà un flirt col cognato Francesco Gonzaga di Mantova. Da qui le ire e le gelosie di Isabella che intreccerà da par suo con la bella Lucrezia un duello fatto di piccole ripicchi, battute pungenti, gare di eleganza e ricchezza, dispetti per avere al proprio servizio questo o quell’artista o intellettuale… Negli anni turbolenti delle guerre d’Italia, nelle quali il marito ebbe un ruolo di primo piano, partecipò al governo dello Stato, riuscì, con un paziente lavorio diplomatico, a far liberare Francesco quando, nel 1510, cadde prigioniero dei veneziani e riunì attorno a sé una delle più splendide corti italiane, proteggendo poeti come Ludovico Ariosto e Matteo Boiardo, intellettuali come Pietro Bembo, artisti come Mantegna o Leonardo e Tiziano, che ne tramandarono il ritratto.

    Edizioni: Bur Rizzoli | pp. 570

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  • Lepanto, la battaglia dei tre imperi.

    € 24,00
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    di Alessandro Barbero

    Quando Papa Pio V, forte dell’insistente notizia relativa all’uscita della flotta turca decise di formare una Lega con i principi cattolici per affrontare gli infedeli, gli sforzi costosissimi per armare le flotte vennero ampiamente sottovalutati. Errore che rese col passare del tempo la resistenza ancora più ardua. Dal 1568 al 1571 “La battaglia dei tre imperi” ci consente di riscoprire le più remote isole del Mediterraneo per il cui controllo le potenze si battevano. Una lotta durissima, combattuta per lo più sul mare e che ebbe come epilogo decisivo la famosa battaglia di Lepanto (domenica 7 ottobre 1571) nelle acque della Grecia occidentale, battaglia che si concluse con una schiacciante vittoria delle forze cristiane, guidate da Don Giovanni d’Austria su quelle ottomane di Müezzinzade Alì Pascià, che perse la vita nello scontro che costò agli islamici la perdita di quasi 250 navi, 30 mila tra morti e feriti, 15 mila prigionieri e la liberazione di ben 15 mila schiavi cristiani

    Edizioni: Laterza | pp. 757

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'600 / '700

  • Invincibile Russia. Come Pietro il Grande, Alessandro I e Stalin hanno sconfitto gli invasori

    € 22,00
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    di Andrea Santangelo

    Un paese che si estende in longitudine per 9.200 chilometri e in latitudine per 4.500, attraversato da ben 11 fusi orari e con confini non difesi da invalicabili barriere naturali, non poteva che scatenare la cupidigia degli invasori. Questo il destino militare della Russia, che sin dagli albori della sua formazione come Stato ha subito invasioni sia da Oriente sia da Occidente. Ma la Russia non ha nel suo destino di essere conquistata. Chi ha tentato di farlo, infatti, è andato incontro alla sconfitta e al disastro militare, come dimostrano le tre più famose invasioni della sua storia: quella svedese guidata dall’ambizioso re Carlo XII (1708), quella francese comandata dal genio di Napoleone Bonaparte (1812) e quella tedesca ordinata da Adolf Hitler nel giugno 1941.

    Carocci | pp. 288

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  • Veritas

    € 20,00
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    di Rita Monaldi e Francesco Sorti

    Dopo “Imprimatur” e “Secretum” la terza avventura dell’abate Melani. Vienna, aprile 1711. Da dieci anni una guerra rovinosa insanguina l’Europa. Solo la capitale asburgica conserva miracolosamente la sua opulenza: mentre carestia e devastazione cancellano un’intera epoca, a Vienna si mangia, si beve e si balla. Il garzone protagonista di Imprimatur e Secretum, che in Italia si era ormai ridotto alla vita di stenti dello spazzacamino, trova salvezza proprio nella città imperiale: Atto Melani, agente segreto del Re Sole, gli ha saldato un antico debito.
    I due vecchi amici si ritrovano, ma troppe cose sono cambiate. Melani, preda d’inconfessabili rimorsi, è giunto a Vienna con una missione disperata: svelare al giovane imperatore asburgico un insospettabile tradimento, e fermare così la guerra. Di colpo la città è scossa da un brivido d’apprensione: è arrivato l’Agà turco. Tra Imperatore e Sultano c’è pace, perché allora questa visita improvvisa? Ricevuto in udienza, l’Agà accenna sinistramente al Pomo Aureo: così i giannizzeri a Costantinopoli chiamano Vienna quando fanno voto di schiacciarla sotto il giogo di Allah, e con essa l’Europa tutta. I torbidi eventi dei giorni successivi riveleranno rancori secolari e segrete connivenze: nessuno verrà risparmiato dall’ombra dell’infamia e del tradimento. Nell’incanto di paesaggi tersi e innevati, tra dervisci ottomani, cricche di goliardici studenti e incursioni nel malaffare notturno, aleggia l’inquietante interrogativo di Veritas: chi sta con chi? Grazie al ritrovamento di documenti inediti e al referto di un’autopsia, gli autori hanno rinvenuto le tracce del sottile disegno eversivo, che ha consegnato la coscienza europea alla morsa delle forze distruttrici.

    Baldini&Castoldi | pp. 704

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  • Secretum

    € 20,00
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    di Rita Monaldi e Francesco Sorti

    Il sorprendente seguito del romanzo “Imprimatur”. Roma, luglio 1700. È anno di Giubileo: strade e piazze sono invase da torme di pellegrini accaldati. Anche il colle più panoramico dell’Urbe è preso d’assalto: nella sua sontuosa villa il cardinal Spada, segretario di Stato pontificio, festeggia le nozze del nipote con il fior fiore di curia, nobiltà e diplomazia. Per giorni si alternano merende sull’erba e battute di caccia, commedie all’aperto e cene luculliane. Tra gli invitati Atto Melani, ex cantante castrato e agente del Re Sole, tesse la sua tela. Dietro le quinte della festa si agita infatti ben altro. L’Europa è a un tragico crocevia: il Pontefice è in fin di vita e il giovane Re di Spagna, che regna sull’Impero più grande del mondo, sta morendo senza eredi. Le potenze europee già si contendono la preda, una guerra mondiale sta per scatenarsi e solo il Papa potrebbe scongiurarla. Il conclave alle porte è dunque il più importante degli ultimi secoli. E la partita si gioca a villa Spada. In una gara di astuzie incrociate, l’arma vincente alla fine sarà l’inganno. Gli autori infatti, con l’aiuto di periti grafologi, hanno smascherato la frode che ha disegnato il volto del mondo moderno: la falsificazione di un celeberrimo documento storico, fino a oggi creduto autentico. La meticolosa ricostruzione storica si sposa a una profonda meditazione sulla condizione umana: pagina dopo pagina si penetrano i recessi delle congiure di Stato, scoprendo anche un criptico epistolario (vero) tra due personaggi che hanno fatto la Storia, abilmente giocato su allusioni letterarie e rimasto finora ignoto agli studiosi. Su tutto domina l’arte barocca dell’illusione: dagli inganni dei sensi a quelli della mente, si dipana il fil rouge della follia del mondo, e della vera saggezza scambiata per follia. Nulla in Secretum è ciò che sembra.

    Baldini&Castoldi | pp. 840

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  • Imprimatur

    € 18,00
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    di Rita Monaldi e Francesco Sorti

    Roma, settembre 1683. In una locanda nel cuore della Città Santa la morte improvvisa di un viaggiatore semina il panico: veleno o peste? Per paura del contagio, gli ospiti vengono rinchiusi in quarantena nelle loro stanze. Tra essi c’è l’abate Atto Melani, ex cantante castrato e ora agente segreto del Re Sole, deciso a scoprire cosa si celi dietro quella strana morte. Atto dovrà però scontrarsi con le reticenze e le paure degli altri ospiti, con lo spettro della peste che aleggia nella locanda e gli echi minacciosi della battaglia decisiva che le armate dei principi cattolici stanno combattendo a Vienna contro i turchi. Nonostante le difficoltà, l’inchiesta dell’abate Melani condurrà alla soluzione del mistero, ma soprattutto alla tremenda verità che segretamente condiziona il destino d’Europa: una congiura internazionale in cui s’intrecciano religione, politica e spionaggio. Il diario dell’inchiesta, tenuto minuziosamente dal garzone della locanda, finirà sepolto in un volume manoscritto.

     

    Baldini&Castoldi | pp. 640

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  • Mazzarino

    € 19,90
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    di Stefano Tabacci

    Mazzarino: abile burattinaio della politica europea o pallida controfigura di Richelieu? Stefano Tabacchi ricompone l’immagine di Mazzarino, il Cardinale italiano alla corte di Francia, l’abile manovratore e dominus assoluto della politica europea del XVII secolo. La biografia indaga sul vero ruolo che Mazzarino ebbe in quella particolare fase della storia francese ed europea rappresentata dalla transizione verso l’assolutismo monarchico. Da sempre messo a confronto con il suo predecessore Richelieu, il suo modello politico fu più “romano” che “francese”, appreso negli anni della giovinezza al servizio della Santa Sede. Ne emerge la figura di un politico che intese la sua azione come un’arte, una pratica molto raffinata, nel fedele servizio al sovrano.

     

    Salerno Editrice | pp. 368

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  • Venezia Libertina

    € 18,50
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    di Silvino Gonzato

    Attraverso cinque storie, con la vivacità narrativa e la puntualità delle sue ricostruzioni storiche, Silvino Gonzato ritrae in questo libro la Venezia che tra Settecento e Ottocento si impose all’attenzione di tutta Europa per la vivacità dei suoi salotti letterari, guidati da affascinanti dame capaci di spingersi ben oltre i confini del libertinage erudit delle rinomate salonnières d’Oltralpe. Era quella Venezia che dall’agonia della Repubblica all’alternarsi delle occupazioni francese ed austriaca, quasi fosse indifferente ai funesti mutamenti che le venivano imposti dalla Storia, manteneva intatto il suo spirito sornione di seduttrice inesorabile. Era la Venezia dei Tiepolo e dei Longhi, dei Vivaldi e dei Marcello, dei Goldoni, dei Gozzi e dei Chiari, ma anche quella delle cortigiane Marina Querini, Elisabetta Teotochi, Caterina Dolfin e degli avventurieri Casanova e Antonio Gratarol o dei rimatori dialettali, talora triviali, o dei grandi poeti stranieri come Byron che, deluso dalle sussiegose dame aristocratiche inglesi, veniva in laguna a soddisfare il suo besoin d’amour. Nei cinque capitoli in cui è suddiviso il volume, fa da sfondo ai protagonisti una massa costante formata da spie, cospiratori, osti, mariti traditi in cerca di vendetta, principi, ambasciatori senza scrupoli, popolane ingenue, madri ruffiane e abati corrotti.
    Al centro della scena: loro, le salonnières della Serenissima: l’incantevole Elisabetta Teotochi, che sceglieva di volta in volta tra l’amante di una notte o di «cinque giorni»; Marina Querini, la «Biondina in gondoleta», spregiudicata quanto un personaggio del Divin Marchese; Caterina Dolfin, gran dama che spargeva nella città della douceur de vivre i veleni più micidiali. Prendendo per mano il lettore e portandolo nelle ville e nei tuguri, nei palazzi del potere e nei circoli massonici, nelle piazze e nei campielli, nei salotti e nelle osterie, nei conventi e nelle locande della città lagunare, Gonzato compone un romanzo breve della Venezia libertina, ma con personaggi veramente esistiti le cui vicende testimoniano, se ce ne fosse bisogno, che la realtà supera spesso la fantasia.

     

    Edizione: Neri Pozza | pp. 336

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  • Vita di Casanova

    € 18,00
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    di Luigi Bàccolo

    Il 4 giugno 1798 Giacomo Casanova, avventuriero, filosofo, drammaturgo, agente segreto, amante del gentil sesso e del giuoco, dopo una vita incredibile e irripetibile moriva a Dux, in Boemia, nel castello Waldstein dove aveva trascorso gli ultimi tredici anni in qualità di bibliotecario. Poco più di vent’anni dopo, Carlo Angiolini, figlio di una sua nipote, vendeva per duecento talleri all’editore Federico Arnoldo Brockhaus di Lipsia il manoscritto dell’Histoire de ma vie, che veniva pubblicato in forma ridotta, o piuttosto purgata e manomessa, una prima volta nel 1822-1828 in traduzione tedesca e poi nel 1826-1838 nella trascrizione Laforgue, destinata a far testo per circa quattrocento edizioni, fino al 1960, anno in cui incominciò la pubblicazione integrale del manoscritto. Ispirandosi a questo testo, nel 1972 l’intellettuale saviglianese Luigi Bàccolo pubblicò presso Sugar Casanova e i suoi amici, saggio agile, spontaneo, divertito e divertente, che fu la preparazione alla più meditata Vita di Casanova del 1979 ora ripubblicata.

    Edizioni Aragno | pp. 318

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  • Il Diavolo zoppo e il suo Compare

    € 19,00
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    di Alessandra Necci

    Due celebri uomini politici, Charles-Maurice de Talleyrand-Périgord e Joseph Fouché, vissuti a cavallo fra il ‘700 e ‘800 in Francia. Cresciuti entrambi in seno alla Chiesa, che hanno poi rinnegato, Ministro degli Esteri del Direttorio, di Napoleone e della Restaurazione l’uno, Ministro della Polizia l’altro, nemici quindi complici a seconda delle convenienze, sono divenuti il paradigma stesso dell’opportunismo politico, tanto da essere soprannominati “banderuole”. In realtà, Talleyrand e Fouché sono molto più di questo. Protagonisti di un’epoca straordinaria, quella fra Ancien Régime e Restaurazione, nella quale si è costruita la Francia e anche l’Europa moderna, sono riusciti a sopravvivere al crollo della monarchia, alla Rivoluzione, al Terrore, al Direttorio, all’Impero, alla Restaurazione, rivestendo quasi sempre ruoli di primissimo grado. Dichiaratamente infedeli ai regimi e agli uomini, hanno cercato di essere, soprattutto nel caso di Talleyrand, fedeli alla Francia. Intorno a loro, dietro di loro, c’è tutto un mondo che si muove e cambia, in una fase tragica e travagliata, densa di genio e di grandezza ma anche di drammi e atrocità. Freddi e sofisticati tessitori di strategie e intrighi, sono stati determinanti per far cadere il loro signore, Napoleone Bonaparte, ma anche per restituire alla Francia un ruolo centrale nell’Europa della Restaurazione. Traditori? Certo; ma in questa storia, tutti tradiscono tutti, a volte con qualche giustificazione, altre senza: per il potere o il denaro, per sopravvivere, per salvarsi, per vendicarsi, per il gusto di farlo. Tanto da far pensare che l’umanità si divida in due categorie, i traditori e i traditi.

    Edizioni Marsilio | pp. 662

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  • L’uomo dal ventre di piombo

    € 15,90
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    di Jean-François Parot

    Secondo episodio della serie delle inchieste del commissario Le Floch, che indaga nella Parigi di Luigi XV: questa volta è alle prese con un caso di apparente suicidio, avvenuto in una stanza ermeticamente chiusa dall’interno. Dietro la classica formulazione dell’enigma della camera chiusa ci sono una serie di delitti che colpiscono una nobile famiglia molto vicina al trono. Parigi 1761: il giovane commissario Nicolas Le Floch, che ha da poco superato il suo difficile apprendistato di investigatore, si trova alle prese con un’inchiesta spinosa e delicata: la strana morte del figlio di un cortigiano assai prossimo al Delfino di Francia lo porta infatti ad indagare in ambienti molto vicini alla famiglia reale e, in particolare, a Mme de Pompadour.. .

    Edizione: Passigli Editori | pp. 277

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  • Morte in maschera

    € 17,50
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    di Jean-François Parot

    Nel 1761 il giovane Nicolas Le Floch lascia la Bretagna per entrare a servizio del Signor di Sartine, luogotenente generale di polizia di Luigi XV, e riceve l’incarico di indagare su di un’affare assai delicato, che si rivela, man mano che l’inchiesta procede, sempre più intricato e preoccupante per la Corona. È dunque un vero e proprio battesimo del fuoco quello che Nicolas riceve: davanti ai suoi occhi di ‘provinciale’ si apre la straordinaria Parigi dell’epoca, la grande capitale dello splendore e della miseria, dei lumi e delle ombre, ricostruita da Jean-François Parot la precisione esaltante dello storico nei suoi luoghi (dai bordelli ai palazzi, dalle prigioni alla Corte) e nei suoi personaggi (dai più umili allo stesso Luigi XV).

    Edizione: Passigli Editori | pp. 346

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  • Avventure d’amore e di guerra

    € 17,50
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    di Armand Louis de Gontaut, duca di Lauzun

    Armand Louis de Gontaut-Biron, duca di Lauzun, è celebre per le sue imprese di seduttore e uomo d’armi. In questo memoir, Lauzun ricorda le sue palpitanti seppur fugaci infatuazioni per le dame dell’aristocrazia cosmopolita europea: si innamora sempre come se fosse la prima volta, con una passione sincera, che dai camerini delle ballerine dell’Opéra lo porta fin dentro il boudoir di Maria Antonietta. Sullo sfondo si intravedono i bagliori di un mondo in cambiamento: le campagne militari in Corsica e in Senegal, e soprattutto la Guerra d’Indipendenza dei futuri Stati Uniti. «Uomo alla moda», come si definisce lui stesso, il duca è la personificazione di un’epoca, l’emblema dell’aristocratico al tramonto del XVIII secolo: elegante, sensuale, eroico e sprezzante. Condannato alla ghigliottina, nonostante la sua opposizione all’Ancien Régime, il giorno dell’esecuzione pranza con ostriche e vino bianco. Le guardie lo prelevano mentre si trova ancora a tavola e lui sale sul patibolo dopo aver brindato con il suo aguzzino. Avventure d’amore e di guerra circolò come manoscritto, divenendo una lettura ambita fra le nobildonne della Francia post-rivoluzionaria. Nel 1818 l’annuncio dell’uscita suscitò tanto scalpore che Talleyrand tentò di censurarlo, invano. (Traduzione dal francese di Edoardo Restivo)

    Edizione: Castelvecchi | pp. 232

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  • Carlo III

    € 24,00
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    di Giuseppe Caridi

    Le vicende biografiche del Sovrano borbonico che regnò prima sul ducato di Parma e Piacenza (era figlio dell’ultima dei Farnese), poi sul Regno di Napoli e infine sulla Spagna. Carlo di Borbone (1716-1788) acquisì la necessaria esperienza di governo durante la venticinquennale permanenza sul trono di Napoli. Nella penisola iberica il Sovrano – mantenendo sempre stretti rapporti con il toscano Bernardo Tanucci, grande personalità culturale e politica, suo principale consigliere nel governo napoletano – seppe anche in Spagna circondarsi di collaboratori fedeli e capaci, sia stranieri che nazionali, da Wall a Squillace e Grimaldi, da Campomanes ad Aranda e Floridablanca. Durante il governo di quest’ultimo, le cui iniziative Carlo III assecondò con convinzione, si intensificò nella politica interna spagnola l’attività riformatrice nel quadro di un assolutismo monarchico sempre più ispirato a princìpi illuministici, comunque compatibili con il paternalismo che distinse sempre l’operato del Sovrano.

    Edizioni: Salerno editrice | pp. 400

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  • La civiltà della Conversazione

    € 19,00
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    di Benedetta Craveri

    Se si dovesse dire in cosa e in quali luoghi si cristallizzò l’ideale della più oziosa, spregiudicata, esigente civiltà europea fra Seicento e Settecento, si potrebbe rispondere: in alcuni salotti di Parigi, dove si celebravano i riti, insieme esoterici e trasparenti, della conversazione. Via via allontanata, per volontà del sovrano, dall’uso della forza come dal potere politico più incisivo, l’aristocrazia spese le sue ultime, dispettose energie nell’elaborare un modo di vivere che pretendeva di raggiungere un traguardo di perfezione a partire dal quale tutto il passato apparisse grezzo e goffo. Con l’ausilio di alcuni geni della socievolezza si creò così una corrente impetuosa che attraversò due secoli e investì vastissimi territori. «Alla Civiltà della conversazione – ha scritto lo scrittore Pietro Citati – Benedetta Craveri ha dedicato un amabile e piacevolissimo libro che raccomando a tutti coloro che adorano I tre moschettieri e Venti anni dopo. Vi troveranno ritratti di salons, di signori e signore, chiacchiere, epigrammi, pettegolezzi, amori, congiure, conversioni, conventi, fantasie romanzesche, duelli, l’ombra di Versailles, Madame de La Fayette, La Rochefoucauld, Voltaire, Diderot; e gli eventi della storia, che si prestano gentilmente, sullo sfondo, a fare da comparse. Da una parte Benedetta Craveri vive, appassionatamente, dentro il suo libro … dall’altra è una storica, fruga coscienziosamente nelle biblioteche, insegna all’Università, e giudica».

    Edizioni: Adelphi | pp. 651

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  • Il Turco a Vienna. Storia del grande assedio del 1683

    € 28,00
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    di Franco Cardini

    È stata davvero una grande giornata, quel 12 settembre 1683, fondamentale per la storia dell'Europa moderna. La capitale dell'impero, l'esercito cristiano contro l'esercito turco, due mesi di assedio, una splendida domenica di gloria. «Cominciò così la grande battaglia attorno alle mura di Vienna. Era il 12, nel giorno di domenica benaugurante per i cristiani. Alle quattro del mattino, re Giovanni insieme con il figlio Jakub servì personalmente e con devozione la messa celebrata da frate Marco nella cappella camaldolese. Lo scontro si protrasse fino a sera per concludersi trionfalmente in Vienna liberata; all'alba del giorno dopo, sotto il ricco padiglione del gran visir conquistato dalle sue truppe che stavano saccheggiando il campo ottomano, Giovanni III poteva scrivere una trionfante lettera alla sua regale consorte. Terminava così, dopo due lunghi mesi, l'incubo dell'assedio alla prima città del Sacro Romano Impero e capitale della compagine territoriale ereditaria asburgica. Con esso, l'ultima Grande Paura provocata da un assalto ottomano a una Cristianità peraltro tutto meno che unita.»
    La Francia del Re Sole è restata in disparte, ostile. La Russia di Pietro il Grande ha assistito guardinga. L'Inghilterra, il mondo baltico, la stessa cattolicissima Spagna si sono mantenuti lontani dal teatro di guerra che ha visto la croce lottare contro la mezzaluna. Solo un monarca musulmano, lo shah di Persia, sembra esultare senza riserve per la sconfitta del collega ottomano.

    Edizioni: Laterza | pp. XIV+777

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  • Guida pettegola al ‘700 francese

    € 18,00
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    di Francesca Sgorbati Bossi

    Il gossip, sostiene l’autrice di questo libro, è nato in Francia, nel Settecento illuminista. Inteso come sistema del pettegolezzo, cioè la maldicenza e l’indiscrezione inserite in una rete ben organizzata di informazione e comunicazione ad uso innocente o perverso della gente alla moda. Sia per sapere i segreti degli altri o inventarseli, sia per far parlare di sé comunque. Lo dimostra questa inchiesta tra le centinaia di rumors o di bruits che questo libro raccoglie, cataloga per argomento e inquadra nel tempo nello spazio e nei protagonisti. Erano notizie brevissime e senza sottintesi, che venivano pubblicate in libretti e altre forme. Ed esistevano addirittura allora, come oggi le agenzie, bollettini specializzati che li rifornivano. La curiosità vivissima verso di loro tra il pubblico era accesa dal fatto che mancavano giornali, l’informazione non era libera né fluida, di contro alla nuovissima aria di libertà che circolava, soprattutto tra le donne. Non mancava a volte la volontà di colpire un avversario, in un’epoca in cui i canali istituzionali non erano adeguati allo scopo (un po’ come oggi i blog rispetto all’insufficienza della stampa e delle rappresentanze politiche). Toccano naturalmente tutti i campi, con preferenza per sesso potere carriera e gloria. E tutti gli ambienti interessanti, dalla corte in giù. Miniature in cui, come diceva Barbey D’Aurevilly, vi è più storia che in molte pagine di libri. Tracciate spesso e volentieri da grandi scrittori – anche Voltaire –, trasmettono ai posteri atmosfere e mentalità di una Parigi spietata-con-grazia, micro racconti da dove «il vizio non importa ma una figuraccia uccide»

    Edizioni: Sellerio Editrice | pp. 360

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OTTOCENTO

  • La donna che osò amare se stessa – La Contessa di Castiglione

    € 18,00
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    di Valeria Palumbo

    Virginia Oldoini, contessa di Castiglione, è una delle donne più fotografate, ritratte, adulate e criticate dell’Ottocento. In vita è stata raccontata, di volta in volta, come la più bella e la più spregiudicata delle dame alla corte di Napoleone iii, perversa fin da ragazza, agente di Cavour, amica dei potenti, avida, passionale, la belle dame sans merci, speculatrice in Borsa, alleata dei Rothschild, presto appassita, pazza… Proclamava di aver fatto l’Italia e salvato il papato, però non ha trovato posto nel Pantheon dei fondatori della patria, peraltro tutti maschi fino a tempi recentissimi. Le corti europee, all’epoca, pullulavano di giovani donne belle, intelligenti, colte, disinvolte che servivano interessi vari, economici e politici, alimentando una diplomazia parallela; diplomazia, sia inteso, affidata anche agli uomini, solo che a loro poi toccavano onori, cariche e gloria, come al bel Costantino Nigra, spedito da Cavour ad adulare l’imperatrice Eugenia. Alle donne no: scaduto il tempo di una breve giovinezza restava solo (come accadde a Virginia) la possibilità di muovere le fila di relazioni pazientemente costruite. Ma nell’ombra. Senza titoli. E, cosa che spesso si dimentica, in un quadro giuridico terrificante: l’Italia si fece senza rendere le donne cittadine. Anzi, seguendo proprio il codice napoleonico, rendendole schiave dei loro mariti. Virginia non fu una intellettuale da campi di battaglia o da salotti militanti. Non conobbe il significato della parola solidarietà. Provò a farcela da sola. Quale donna avrebbe potuto vincere in un gioco così impari, le cui regole erano stabilite dagli uomini? Rivendicando regole proprie, è stata travolta dalla macchina del fango: raccontarla come una “peccatrice” è stato un abile stratagemma per giustificare l’esclusione di tutte le donne da quell’agone.

    Neri Pozza Editore | pp. 176

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  • Italiani per forza

    € 17,00
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    di Dino Messina

    Fu colonizzazione del Mezzogiorno o nascita di un Paese moderno? A centosessant’anni dall’Unità d’Italia, un’inchiesta storica che prende le distanze dal mito dell’impresa eroica e senza macchie ma ridimensiona soprattutto le ricostruzioni di un Meridione felice e florido sotto i Borbone, aggredito a tradimento dai Savoia. Il Regno delle due Sicilie era davvero una grande potenza economica in ascesa tra cantieristica, acciaierie, tessile e agroalimentare? Quali erano effettivamente il tenore di vita di un abitante del Regno e il suo livello di istruzione? E nell’impresa dei Mille quanti furono i patrioti di origine meridionale? Quanti i liberali che insorsero e si unirono ai garibaldini? Quale fu in quegli anni il vero ruolo della malavita organizzata e quello del brigantaggio? I capitoli controversi analizzati e «rivoltati» dall’autore sono molti: dai fatti di Fenestrelle agli incendi di Pontelandolfo e Casalduni sul cui fuoco continuano a soffiare i «neoborbonici».

    Solferino | pp. 320

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  • Al cuore dell’Impero – Napoleone e le sue donne

    € 18,00
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    di Alessandra Necci

    Nel sistema di potere che Napoleone costruisce, conquista dopo conquista, le sue donne (madre e sorelle in primis) sono fondamentali. Infatti sono la madre, le sorelle, le mogli e le amanti a raccontare al loro meglio il peggio del clan dei Buonaparte. In fondo, la straripante personalità maschile di Napoleone oscura di per sé i restanti fratelli. I maschi di famiglia, insomma, sono canne al vento, sempre piegate da quello che il solito genio di Chateaubriand definisce «il più potente soffio di vita che animò l’argilla umana»… Le femmine no, sono tutt’altro, usano altre armi e altre seduzioni, trasformano le loro debolezze in punti di forza, non si perdono dietro stupidi orgogli virili… Alessandra Necci dedica loro sette bei ritratti, a partire da quello della madre, Letizia Ramolino Bonaparte, ovvero la Grande Mère, che resterà al fianco di Nabulio, come lo chiamava da piccolo, sino alla fine, e chiudendo con Maria Luisa d’Asburgo, che ne sarà la compagna per non più di quattro anni, gli sopravviverà di un quarto di secolo, si risposerà, verrà seppellita a Vienna, nella cripta dei Cappuccini, come l’Asburgo che era sempre stata. Rispetto alle altre è quella con meno personalità e meno cuore. In mezzo le sorelle Carolina, Paolina ed Elisa e i due grandi amori: la prima moglie, Giuseppina, e Maria Walewska.

    Marsilio | pp. 405

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  • Storia di Napoleone

    € 24,00
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    di François-René de Chateaubriand

    Dopo la morte di Napoleone, Chateaubriand (1768-1848) fa pace con quello che, vivente, aveva chiamato “il devastatore”, riconoscendone la grandezza come amministratore e legislatore. A Napoleone, infatti, sono dedicate le centinaia di pagine qui riproposte, tratte dalle Memorie d’Oltretomba, l’opera più celebre dello scrittore francese. Come ha osservato uno dei maggiori conoscitori italiani di Napoleone, Ernesto Ferrero, «Nessuno come Chateaubriand ha saputo analizzare e rappresentare con tanta efficacia le superbe qualità e i limiti gravi di Napoleone, che lui stesso ha definito “il più potente soffio di vita che ha mai animato l’argilla umana. “Un poeta in azione, un genio immenso nella guerra, una mente instancabile, abile e sensata nell’amministrazione, un legislatore laborioso e ragionevole”, ma un politico carente. Di qui il contrasto tra le sue azioni prodigiose e i loro miserabili risultati: “Teneva il mondo sotto i piedi e non ricavò che una prigione per sé”. E la rovina finale della Francia…».

    Iduna Edizioni | pp. 470

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  • Addio mia bella addio

    € 18,00
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    di Alberto Leoni

    Addio mia bella addio è una canzone del 1848 che cantavano i giovani volontari che combattevano per la libertà dell’Italia. Di quei ragazzi oggi restano i teschi negli ossari di Custoza, di San Martino e in tanti altri luoghi d’Italia. E allora, per capire cosa animava quei giovani è necessaria una narrazione «dal basso», una storia militare che porti a immedesimarsi negli uomini di quel tempo, oggi così svalutato. Alberto Leoni ha ripercorso i campi di battaglia di allora, camminando su quei colli, in quei vigneti, visitando le case che ancora oggi portano i segni delle cannonate. E ripercorrendo quelle strade, salendo su quelle alture o visitando quelle cascine, il lettore riuscirà a varcare il cancello del Tempo, riappropriandosi così del passato per capire meglio il presente.

    Edizioni: Ares | pp. 400

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  • Al Dio degli Inglesi non Credere Mai

    € 28,00
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    di Gianfranco Peroncini – Marcella Colombo

    Una storia diversa del genocidio degli indiani d’America. Cosa collega il genocidio dei Pellerossa con la catastrofe ecologica descritta dallo Steinbeck di Furore ? Una concezione del mondo inteso come un bottino da rubare o una preda da abbattere, idee lontanissime dalla visione del mondo tradizionale dei nativi americani, prima combattuti, poi rinchiusi nelle Riserve e infine spogliati della loro anima, sacrificata sugli altari del gioco d’azzardo e dell’alcolismo.

    Oaks editrice | pp. 430

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  • Storia in Rete n. 59 settembre 2010 (pdf da scaricare subito)

    € 3,99
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    Storia in Rete di settembre ha deciso di dedicare molte pagine al primo re d’Italia, Vittorio Emanuele II. Un Padre della Patria dimenticato, forse il meno amato dei quattro Grandi del nostro Risorgimento. E a torto: una personalità scoppiettante, un polso ed una determinazione senza precedenti. Un uomo che riuscì a mediare fra Cavour e Garibaldi ed ottenere il meglio fra i due. Storia in Rete poi conclude – purtroppo prematuramente – la serie dei fratelli e sorelle di Napoleone: è il turno di Carolina, l’ambiziosa che non esitò a tradire il Bonaparte. E mentre continua l’avventura dell’Italia fra le stelle, Storia in Retesi occupa di “gendarmi della memoria”: in un’intervista a Giampaolo Pansa, che ha parole di fuoco per tutti e nella prima parte di una nuova inchiesta su Wikipedia, l’Enciclopedia Libera. Quindi, un reportage ci porta fra le leggende che circondano il Bandito Giuliano, e si conclude la serie d’articoli sull’Operazione Anthropoid, il piano per assassinare Heydrich e far esplodere l’Europa alle spalle di Hitler.

    Tutto questo e molto altro su Storia in Rete di settembre!!

     

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  • Storia in Rete n. 55 – maggio 2010 (pdf da scaricare subito)

    € 3,99
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    Storia in Rete di maggio 2010 punta il dito sullo scandalo dell’oblio in cui è tenuta la figura di Camillo Benso, Conte di Cavour. Il Padre della Patria italiana nel 2010 compirebbe 200 compleanni e 150 anni fa completava il suo capolavoro, sostenendo Garibaldi e i suoi Mille. Ma chi lo ricorda? le sue dimore storiche sono dimenticate, in TV ci si scorda di lui fra i Grandi Italiani, una minima frazione degli appuntamenti dedicati al Centocinquantesimo lo riguardano. E allora Storia in Rete lo ricorda come economista, ne ricorda i nemici (che allora avevano ben altra statura di quelli di oggi) e ricorda che… eravamo stati avvisati che questo anniversario sarebbe caduto nel dimenticatoio, ennesima occasione sprecata per una nazione in cerca di identità.

    Lasciato il Risorgimento, Storia in Rete continua con la storia del servizio segreto di Mussolini per difendere l’Alto Adige dall’annessione nazista durante la RSI, e con la 15^ puntata chiude il primo ciclo di storia dell’astronautica italiana. Passa quindi a raccontare il viaggio della Sindone in una sconosciuta abbazia avellinese per difenderla dalle brame di Hitler, e la trista eredità lasciata da costui al suo effimero successore, l’ammiraglio Doenitz che per 20 giorni fu Fuhrer della Germania (o meglio, di ciò che ne restava). Con un balzo indietro si torna a quello che fu invece davvero un impero dei Mille Anni – quello Romano – che oltre a grandi Imperatori aveva anche grandi… suocere, come fu Matidia, suocera di Adriano. Poi nel 1565, a Malta assediata dagli ottomani in una battaglia vista con gli occhi di un testimone del tempo.  E ancora, Luigi Bonaparte, il fratello pedante e idiosincratico dell’Imperatore dei Francesi: una vita di piccolezze e nevrosi. Infine, Storia in Rete è a colloquio con Carlo Sburlati, l’assessore alla cultura di Acqui Terme che ha rinnovato il premio Acqui Storia aprendolo a tutta la cultura, non solo a quella di parte. Tutto questo e molto altro su Storia in Rete di maggio!

    Tutto questo e molto altro su Storia in Rete numero 55 !!!

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  • Cento giorni da Imperatore

    € 20,00
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    di Sergio Valzania

    Durante l’esilio definitivo a Sant’Elena, ripensando alla straordinaria parabola della sua vita, Napoleone sembra guardare alla sconfitta di Waterloo come a una tappa necessaria del suo percorso verso la gloria: per entrare nella leggenda era indispensabile abbandonare il ritiro dell’isola d’Elba, quel 26 febbraio 1815, e vivere le giornate esaltanti del rientro a Parigi, per giungere poi il 18 giugno dello stesso anno alla grande sconfitta dell’esercito francese sotto il suo supremo comando. Sono state fornite le più diverse spiegazioni militari per dare ragione dell’esito della campagna del Belgio, basata su di un piano geniale e trasformatasi in un rovescio di proporzioni immense, ma nessuna delle interpretazioni tecniche appare del tutto convincente. Sergio Valzania, storico e biografo, ripercorre quei «cento giorni» cercando di illustrare il punto di vista di Napoleone, interrogandosi in particolare sul suo stato d’animo, sulle motivazioni profonde che guidarono il suo genio verso la realizzazione di quella che oggi viene portata a esempio di sconfitta totale, ma che lui stesso nel suo memoriale continuava a vedere come parte integrante e necessaria del cammino destinato a farlo entrare nel pantheon dei grandi condottieri. Al Napoleone elbano, vittima del tradimento dei marescialli, mancava il finale tragico, quello che Vincenzo Bellini sosteneva essere necessario nella costruzione narrativa del melodramma. La conclusione dell’avventura napoleonica non poteva ridursi a un viaggio in carrozza, durante il quale l’imperatore è costretto a indossare l’uniforme del nemico, e al ritiro in una sorta di tenuta di campagna dove gioca a carte con gli amici e i parenti. Per entrare nel mito occorrevano un ritorno a casa degno di quello di Ulisse e una battaglia omerica: un gesto finale, grandioso e decisivo, che chiudesse la carriera di Napoleone alla testa dell’esercito francese, consacrandolo sconfitto non dal nemico ma dal destino. Occorreva un piano di campagna che portasse con sicurezza alla vittoria, certificando il suo genio militare, e un gruppo di esecutori incapaci, pasticcioni e senza determinazione, tanto inetti da farlo fallire.

    Edizioni Mondadori | pp. 245

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  • Il Diavolo zoppo e il suo Compare

    € 19,00
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    di Alessandra Necci

    Due celebri uomini politici, Charles-Maurice de Talleyrand-Périgord e Joseph Fouché, vissuti a cavallo fra il ‘700 e ‘800 in Francia. Cresciuti entrambi in seno alla Chiesa, che hanno poi rinnegato, Ministro degli Esteri del Direttorio, di Napoleone e della Restaurazione l’uno, Ministro della Polizia l’altro, nemici quindi complici a seconda delle convenienze, sono divenuti il paradigma stesso dell’opportunismo politico, tanto da essere soprannominati “banderuole”. In realtà, Talleyrand e Fouché sono molto più di questo. Protagonisti di un’epoca straordinaria, quella fra Ancien Régime e Restaurazione, nella quale si è costruita la Francia e anche l’Europa moderna, sono riusciti a sopravvivere al crollo della monarchia, alla Rivoluzione, al Terrore, al Direttorio, all’Impero, alla Restaurazione, rivestendo quasi sempre ruoli di primissimo grado. Dichiaratamente infedeli ai regimi e agli uomini, hanno cercato di essere, soprattutto nel caso di Talleyrand, fedeli alla Francia. Intorno a loro, dietro di loro, c’è tutto un mondo che si muove e cambia, in una fase tragica e travagliata, densa di genio e di grandezza ma anche di drammi e atrocità. Freddi e sofisticati tessitori di strategie e intrighi, sono stati determinanti per far cadere il loro signore, Napoleone Bonaparte, ma anche per restituire alla Francia un ruolo centrale nell’Europa della Restaurazione. Traditori? Certo; ma in questa storia, tutti tradiscono tutti, a volte con qualche giustificazione, altre senza: per il potere o il denaro, per sopravvivere, per salvarsi, per vendicarsi, per il gusto di farlo. Tanto da far pensare che l’umanità si divida in due categorie, i traditori e i traditi.

    Edizioni Marsilio | pp. 662

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  • On sale!

    Papus. La Belle Epoque dell’occultismo

    € 34,50 € 31,05
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    di Marie-Sophie André / Christophe Beaufils

    Gérard Encausse (1865-1916), che già da quando era molto giovane conobbe la notorietà con il nome di Papus, fissò, con la sua vasta impresa di sintesi e di volgarizzazione, un’immagine dell’occultismo che ha ancora corso oggi. Le sue principali opere sono sempre disponibili in libreria ed è necessario, per comprendere meglio la loro importanza storica, rimetterle nel contesto storico della loro epoca. La vita agitata di Papus, la cui conoscenza permette di comprendere meglio la sua opera, è testimone di un momento in cui alla laicizzazione dello Stato si rispose con l’emergere di correnti spirituali in margine alle religioni ufficiali: colui che la stampa dell’epoca chiamava “il mago Papus” tentò di federare queste correnti in nome di un sincretismo religioso segnato da messianismo. Questa biografia, che è al contempo uno studio delle ambizioni politiche e dei turbinii religiosi che segnarono la Belle Époque attraverso le sue “società segrete”, rivela un’infinità di personaggi che sognavano tutti, all’alba del XX secolo, una trasfigurazione del mondo. Esisteva già un profilo biografico di Papus, quello scritto da suo figlio Philippe Encausse, ma quest’ultimo sembra aver fatto una cernita tra ciò che giudicava “divulgabile” e quello che non lo sarebbe stato: così, questi diede come lascito una parte degli archivi di Papus alla Biblioteca di Lione e ne conservò il resto. Alla sua morte, il contenuto della sua cantina fu scaricato davanti al suo domicilio, destinato ad essere distrutto, ma, per un caso straordinario, uno degli autori della presente opera, Marie-Sophie André, incuriosita da una pattumiera traboccante di manoscritti, di edizioni originali e di lettere, poté fortunatamente salvare la seconda parte del fondo Papus. Questi documenti, equivalenti sia dal punto di vista della quantità che dal loro contenuto a quelli conservati a Lione, hanno permesso di ricostruire alla fine in modo imparziale la vita del “Balzac dell’occultismo”.

    Edizioni Settimo Sigillo | pp. 414

     

     

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  • Medioevo romantico

    € 16,00
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    di Paolo Golinelli

    La leggenda di Teodorico, il regno dei Longobardi, la battaglia di Legnano, i Vespri Siciliani, le vicende storiche e leggendarie di Alarico, Francesca da Rimini e Matilde di Canossa. I momenti cruciali e i personaggi più emblematici e affascinanti della storia del nostro Medioevo hanno fortemente condizionato il mondo culturale del XIX secolo, dalla letteratura, al teatro, alla musica, fornendo una serie di miti ed eroi che hanno alimentato la propaganda risorgimentale e sono stati fonte di ispirazione per la costruzione del nuovo Stato libero e indipendente. Si è costruito così un Medioevo romantico che ritroviamo nelle opere di Foscolo, Manzoni, Leopardi, Carducci e Verdi, intrise di ideali e valori che sono alla base dell’identità del nostro Paese e di noi Italiani, e che hanno avuto origine nell’epoca straordinaria dei Comuni, delle guerre tra guelfi e ghibellini, dei trovatori e dell’amor cortese.

    Edizioni Mursia | pp. 202

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  • Risorgimento da riscrivere

    € 19,00
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    di Angela Pellicciari

    La storia del Risorgimento italiano vista in chiave revisionista. Un saggio che fin dalla sua sua uscita ha fatto discutere per l’attacco radicale al Risorgimento e ai suoi protagonisti. Uno studio che, comunque la si pensi, val la pena di conoscere anche per capire i motivi e gli argomenti di certa propaganda anti-risorgimentale. Il tema centrale del libro della Pellicciari è che l’unità d’Italia è stata fatta a spese della Chiesa. Il processo storico di unificazione dal 1848 al ’61 si sarebbe svolto contestualmente a una vera e propria guerra di religione condotta nel Parlamento di Torino – dove tra i liberali abbondavano i massoni – contro la Chiesa cattolica. I liberali abolirono tutti gli ordini religiosi della Chiesa di Stato, spogliarono di ogni avere le 57.492 persone che li componevano, soppressero le 24.166 opere pie, lasciarono più di 100 diocesi senza vescovo, imposero al clero l’obbligo di cantare il Te Deum per l’ordine morale raggiunto, vietarono la pubblicazione delle encicliche pontificie, pretesero la somministrazione dei sacramenti a chi era stato colpito da scomunica, e, nonostante tutto, si proclamarono cattolici. Perché? Perché proprio lo Stato sabaudo, che si diceva costituzionale e liberale, che volle mettersi alla guida del moto risorgimentale, dedicò accanite sessioni parlamentari alla soppressione degli ordini religiosi? Con quali motivazioni ideologiche, morali, politiche e giuridiche? Sulla base di fonti originali, Angela Pellicciari teorizza che, colpendo il potere temporale della Chiesa, s’intendeva in realtà annientarne la portata spirituale. Dell’iconografia tradizionale resta un Ottocento tormentato, certo spregiudicato, molto meno romantico, che apre a una più piena comprensione delle difficoltà riscontrate fino a oggi nell’evoluzione dell’ identità nazionale italiana.

    Edizioni: Ares | pp. 336

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  • Bismarck

    € 23,00
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    di Jean-Paul Bled

    Tra gli uomini illustri Bismarck merita senz’altro una menzione speciale. La sua figura domina tutto il XIX secolo e la sua ombra si estende anche su quello successivo. Padre dell’unificazione tedesca e fondatore del Secondo Reich, fu un personaggio controverso e dicotomico: intere generazioni di storici ancora discutono sui mezzi da lui messi in campo per arrivare all’unità e sulle conseguenze da essa prodotte. Bismarck fu reazionario e rivoluzionario allo stesso tempo, legato al potere monarchico e a un’impostazione feudale della società, seppe tuttavia cogliere la potenza dei cambiamenti che le nuove istanze liberali portavano con sé. La sua politica non si lascia racchiudere in uno schema rigido e riduttivo: il suo talento a comporre e conciliare gli opposti aveva colpito i suoi contemporanei al punto che Federico Guglielmo IV lo chiamava il «reazionario rosso». Altri, dando una lettura diversa del suo dualismo, credono di ravvisare dei tratti bonapartisti nei suoi metodi e nella sua vicenda politica.

    Edizioni: Salerno editrice | pp. 256

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  • RENNES LE CHATEAU

    € 15,90
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    di Mariano Bizzarri

    Questo è il primo libro che ha introdotto in Italia uno dei più celebri e intrigati enigmi storico-esoterici degli ultimi secoli: quello di Rennes Le Chateau e del misterioso prete che vi arrivò a fine Ottocento. Le vicende dell’abate Saunière trovano le loro radici nelle trame di una plurimillenaria società segreta che, perpetuatasi fino ad oggi, non ha mai mancato di esercitare sulla regione del Razès una discreta ed efficace sorveglianza. Conosciuta sin dal Medioevo come Societé Angèlique, questa organizzazione ha reclutato personalità dei più diversi ambienti tramandando per loro tramite il deposito di una sapienza degenerata che nasce con la setta dei Cainiti e si continua attraverso i Bogomili fino alle organizzazioni occultistiche di fine Ottocento. Lungo un percorso che attraversa la Provenza e la Linguadoca, passando per Roma, il deserto dello Yemen e il Medio-Oriente, il volume ricostruisce la storia di questa organizzazione occulta.

    Edizioni: Mediterranee | pp. 230

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NOVECENTO

  • Il conflitto russo-ucraino

    € 10,00
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    di Eugenio Di Rienzo

    Il colpo di Stato di Piazza Maidan a Kiev nel febbraio 2014 è stato una tappa fondamentale nell’escalation che ha portato alla guerra russo-ucraina del febbraio 2022. In questo saggio “profetico” Eugenio Di Rienzo, storico, direttore della «Nuova Rivista Storica» e docente di Storia moderna all’Università di Roma, ha delineato la strategia di lungo periodo messa in atto per spingere l’Ucraina nella Nato e quindi per preparare il terreno alla definitiva disintegrazione della Russia come Grande Potenza. Dopo aver assistito a questo tentativo di minare le basi geostrategiche della sicurezza russa, Putin è tornato con maggior forza a promuovere un’azione in grado di ricostituire la sfera d’influenza di Mosca nelle regioni dell’ex Unione Sovietica e di dimostrare alla comunità internazionale che l'”Orso russo” possiede ancora artigli forti che gli consentono di tenere a bada i suoi avversari. Sfidando la Russia nel suo cortile di casa l’Occidente ha dato il via a una crisi globale destinata a minare per i prossimi anni la possibilità di costruire un pacifico ordine mondiale.

    Rubettino | pp. 104

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  • La Cappa

    € 18,00
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    di Marcello Veneziani

    In che mondo viviamo? Abbiamo perso il senso del presente e non riusciamo più ad avere una visione generale della realtà. È come se fossimo sotto una cappa. Ne avverti il peso, anche se non ha fattezze e non ha confini, è ineffabile e avvolgente. La Cappa occulta la bellezza, la grandezza, il simbolo, il mito, il sacro, il mondo reale». “Il filo conduttore di queste pagine – spiega l’autore – è ‘pensare il presente’, esercizio necessario ma assai raro. Non basta viverlo, occorre pensarlo. Gli ambiti che affrontiamo sono la Natura, i Sessi, la Salute, la Storia, il Pensiero, il Correct, il Global, la Sorveglianza, il Bioliberismo, la Religione, infine la Mutazione. Non citeremo persone ma pensieri, non fatti ma processi, tendenze non dati, non sontuose bibliografie ma idee e mentalità”. Una cappa avvolge il mondo e toglie visione e respiro.  Siamo scivolati dalla società aperta alla società coperta, ingabbiati in un sistema globalitario che ci controlla e corregge ogni cosa: la natura, i sessi, la salute, la storia, la lingua, il pensiero, la religione. Bioliberista fino alla morte, ma in un regime di sorveglianza totale. Intanto si profila la Grande Mutazione. Per bucare la cappa asfissiante che opprime la mente e il mondo è necessario munirsi di una spada speciale.

    Marsilio | pp. 204

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  • L’Ukraina e il suo fascismo

    € 20,00
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    di Michele Rallo

    L’Organizzazione dei Nazionalisti Ukraini dalle origini alla guerra fredda fino alle tensioni con la Russia di Putin. Il libro ripercorre la storia dell’Ukraina moderna, in parallelo a quella della più attiva ed interessante tra le sue forze politiche, l’Organizzazione dei Nazionalisti Ukraini, formazione che per molti versi si è ispirata al fascismo italiano. Il lavoro fornisce anche una interessante chiave di lettura per le vicende odierne di quel Paese, sempre in bilico, storicamente, fra est e ovest, fra Russia e Germania., tra Occidente e Oriente.

    Edizioni Settimo Sigillo | pp. 152 + 30 pagine di illustrazioni fuori testo

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  • Invincibile Russia. Come Pietro il Grande, Alessandro I e Stalin hanno sconfitto gli invasori

    € 22,00
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    di Andrea Santangelo

    Un paese che si estende in longitudine per 9.200 chilometri e in latitudine per 4.500, attraversato da ben 11 fusi orari e con confini non difesi da invalicabili barriere naturali, non poteva che scatenare la cupidigia degli invasori. Questo il destino militare della Russia, che sin dagli albori della sua formazione come Stato ha subito invasioni sia da Oriente sia da Occidente. Ma la Russia non ha nel suo destino di essere conquistata. Chi ha tentato di farlo, infatti, è andato incontro alla sconfitta e al disastro militare, come dimostrano le tre più famose invasioni della sua storia: quella svedese guidata dall’ambizioso re Carlo XII (1708), quella francese comandata dal genio di Napoleone Bonaparte (1812) e quella tedesca ordinata da Adolf Hitler nel giugno 1941.

    Carocci | pp. 288

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  • Putin. L’ultimo zar

    € 13,00
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    di Nicolai Lilin

    Nuova edizione aggiornata sull’attacco russo all’Ucraina di fine febbraio 2022. Nicolai Lilin, l’autore del celebre romanzo “L’Educazione Siberiana”, ricostruisce la vita sorprendente e la folgorante ascesa politica di Vladimir Putin, da una misera casa popolare nel quartiere criminale di Leningrado alla poltrona presidenziale del Cremlino. Con il suo tipico stile potente che ti cattura e non ti lascia andare fino alla fine, Lilin indaga non solo la storia ma anche l’animo di Putin. Come in un romanzo ne racconta le origini, ne descrive le trasformazioni, ne ricorda i talenti che lo hanno portato a diventare il personaggio che conosciamo: temuto, amato, discusso e divisivo. Un ragazzo a cui la strada ha insegnato a essere spietato e ambizioso. Un giovane uomo affascinato dalle avventure delle spie sovietiche che sogna di lavorare nel KGB. Un uomo che, giunto al Cremlino, deve fare i conti con un Paese in ginocchio e un apparato amministrativo obsoleto e corrotto. Un Presidente che esercita il potere, per tantissimi anni, con il pugno di ferro. In questa nuova edizione, Lilin ci racconta il conflitto perenne con gli stati confinanti, la nuova aggressiva politica estera, fino ad arrivare alla crisi e alla guerra con l’Ucraina e alla sua temeraria sfida a tutto l’Occidente. Santificato o detestato, Putin è comunque oggetto di un culto della personalità che non ha eguali nel mondo contemporaneo. Ma chi è davvero il nuovo zar di tutte le Russie?

    Piemme | pp. 224

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  • La morte a grinta dura – Squadristi 1919-1923

    € 18,00
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    di Pierluigi Romeo di Colloredo

    Squadrismo è un termine che nell’immaginario collettivo odierno richiama ad un atteggiamento violento, quello che caratterizzò l’operato delle squadre sparse lungo lo Stivale, contro il cosiddetto sovversivismo rispondendo alla violenza dei rossi con altrettanta violenza, dapprima per reazione, poi attaccando per primi, e anche contro le autorità. Oggi la storiografia dominante tende ad incolpare per le violenze esclusivamente gli squadristi: ma la realtà italiana dei primi anni Venti fu quella di una guerra civile a bassa intensità, con centinaia di vittime da entrambe le parti. In questo libro non vogliamo fare antistoriche esaltazioni ed apologie od altrettanto antistoriche demonizzazioni, né stabilire linee di demarcazione tra buoni e cattivi, ma raccontare un fenomeno fondamentale della storia italiana così come si svolse veramente, a cent’anni dalla fondazione dei Fasci, un fenomeno che insieme a pagine di violenza e sopraffazione ne vide anche di luminose, grazie all’idealismo di reduci e di giovanissimi, che imposero l’Italia di Vittorio Veneto contro quella di Caporetto, l’Italia degli Arditi, dei ragazzi del ’99 contro l’internazionalismo della sovversione rossa.

    Ciclostile/Eclettica | pp. 214

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  • Le destre nell’Italia del secondo dopoguerra

    € 19,00
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    di Giuseppe Parlato e Andrea Ungari

    Dal qualunquismo ad Alleanza nazionale, dal 1944 al 1994 cioé mezzo secolo di destre monarchiche e post fasciste, liberali e cattoliche, reazionari e rivoluzionarie. Il volume affronta analiticamente, nell’arco cronologico che va dal 1944 al 1994, le vicende di quei partiti, movimenti, politici e intellettuali che animarono l’azione politica della composita destra italiana. Partendo dall’esperienza dell’Uomo Qualunque di Guglielmo Giannini, gli autori, da sempre impegnati nell’analisi della destra politica italiana del secondo dopoguerra, hanno ripercorso l’attività del Movimento Sociale Italiano e del Partito Nazionale Monarchico, ricostruendone i tentativi di realizzare una Grande Destra nel corso degli anni Cinquanta. Non è mancata, poi, la riflessione sulle testate giornalistiche che animarono il dibattito in campo conservatore, il «Candido» di Giovanni Guareschi e «Il Borghese» di Mario Tedeschi, evidenziandone l’atteggiamento nei confronti della questione di Trieste e nella valutazione della stagione del centro-sinistra e del compromesso storico. Il volume si conclude con l’analisi del percorso che condusse il Msi a trasformarsi in Alleanza Nazionale e con una riflessione sul rapporto tra destra e neofascismo che costituisce uno degli elementi più caratterizzanti dell’esperienza della destra italiana nella Prima Repubblica.

    Rubettino | pp. 278

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  • Bugie coloniali

    € 16,00
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    di Alberto Alpozzi

    Già il sottotitolo dice quasi tutto: “Leggende, fantasie e fake news sul colonialismo italiano”. Infatti, questo libro, frutto di un meticoloso lavoro di ricerca, presentando fonti verificabili e documenti pubblici chiarisce alcuni dei principali dubbi sulla storia degli italiani in Africa. Le colonie furono conquistate, invase o acquisite legalmente? L’Italia abolì davvero la schiavitù nelle sue colonie? I lavoratori indigeni godevano di contratti oppure erano sottoposti a lavoro coatto? Lo sfruttamento delle risorse delle colonie dissanguò quei territori? Gli indigeni potevano frequentare le scuole? Usi, costumi e religioni locali vennero soppressi? Questi sono solo alcuni degli interrogativi a cui si forniscono risposte documentate e supportate da un ricco apparato iconografico. L’approfondita indagine negli archivi fornisce nuovi elementi di analisi e spunti di riflessione per completare un quadro storico ancora molto controverso.

    Eclettica | pp. 156

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  • La Guerra Dimenticata. Il conflitto Iran-Iraq 1980-1988

    € 25,00
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    a cura di Andrea Lombardi

    Un incubo durato otto anni. Un milione di morti e milioni di profughi. Armi chimiche, missili balistici e attacchi in massa di ragazzini-soldato. La doppiezza di una comunità internazionale che ha venduto armi ad entrambi i contendenti, preoccupandosi soltanto del prezzo del petrolio. Quella tra Iran e Iraq – senza dubbio – è una guerra dimenticata, presto sommersa dagli interessi energetici nel Golfo Persico e dagli equilibri politici nello scacchiere medio-orientale, preda di lotte intestine, ingerenze straniere e destabilizzazioni forzate. In questo libro – composto di numerosi saggi, curato da Andrea Lombardi – si analizza la storia del conflitto, indagandone le cause e gli effetti: dalla ricostruzione delle operazioni belliche all’evoluzione delle ostilità, dal contesto geopolitico a quello energetico, dallo studio degli armamenti all’organizzazione militare sul campo, dall’intervento americano allo scandalo “Iran-Contra”, dagli sviluppi diplomatici ai retroscena internazionali.

    Il conflitto, analizzato in modo meticoloso e professionale, è ritratto in tutta la sua macabra realtà: dalla “guerra di posizione” a quella “delle città”, passando per quella “delle petroliere” e per i tanti attacchi missilistici. Offensive e controffensive che portano – anno dopo anno – al massiccio utilizzo delle armi chimiche sui civili curdi e iraniani, qui documentato attraverso una sconvolgente quantità di immagini inedite, di testimonianze raccolte e di dati certi. In appendice, il testo della Risoluzione ONU 598 che pose fine al conflitto e l’elenco delle aziende che contribuirono allo sviluppo delle armi chimiche, batteriologiche e nucleari di Baghdad. Un’opera unica nel suo genere, che riapre un capitolo controverso della storia recente e contribuisce a chiarire – come sottolineato nella Prefazione di Paolo Mauri – le successive evoluzioni nella regione, attraversata dalle “Guerre del Golfo”, dal fondamentalismo islamico e dalla mai sopita tensione tra Teheran e Washington.

     

    Passaggio al Bosco | pp. 362

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  • L’idea partecipativa dalla A alla Z

    € 19,00
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    di Mario Bozzi Sentieri

    Che cosa hanno in comune Papa Leone XIIIed il generale Charles de Gaulle, il sindacalismo rivoluzionario e la Dottrina sociale della Chiesa, il socialismo umanitario ed il corporativismo fascista? Apparentemente molto poco, lontani come sono nel tempo, nei luoghi d’origine, nelle culture d’appartenenza. E tuttavia ad accomunare queste realtà eterogenee c’è una volontà condivisa di dare risposte non del tutto disomogenee alla frattura tra società e Stato, tra Lavoro e Nazione, tra rappresentanza democratica e corpo sociale, che ha segnato l’Europa a partire dalla fine del XVIII secolo e si è accentuata sull’onda della rivoluzione industriale e tra le pieghe dei sistemi democratico-liberali. L’Idea partecipativa dalla A alla Z di queste diverse culture ed esperienze vuole rendere conto, attraverso una ricerca che, tra personaggi il cui ricordo si è perso nel corso del tempo, idee poco e spesso male conosciute, concrete realizzazioni legislative frettolosamente accantonate, riesce ad offrire un percorso inusuale, invitando ad ulteriori approfondimenti, particolarmente necessari in un’epoca di passaggio qual è l’attuale.

    Libri del Borghese | pp. 280

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  • Mio nonno fascista. Una storia familiare sottratta all’oblio

    € 25,00
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    di Roberto Festorazzi

    Festorazzi racconta, con molti documenti, la storia di suo nonno Pietro, pioniere del movimento delle camicie nere in terra lariana. Iscritto al Fascio di Lecco, dal novembre del 1920, è in seguito fondatore e segretario della sezione di Bellano. Grazie al ritrovamento di una rara relazione del 1923, conservata in un cassetto della vecchia casa del nonno, l’autore può ricostruirne l’avventura umana e politica. Ma è, soprattutto, la scoperta delle lettere inviate da Pietro Festorazzi in Italia, durante la sua partecipazione alla campagna di Russia, nel corso della Seconda guerra mondiale, a emozionare il nipote scrittore, che decide di renderle pubbliche in questo volume. Di quelle missive dalla Russia, che la tradizione orale di famiglia aveva dato per realmente esistite, da decenni in realtà si erano smarrite le tracce, tanto da ritenerle perdute per sempre.

     

    Il Silicio | pp. 140

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  • L’angelo di Monaco

    € 18,00
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    di Fabiano Massimi

    Monaco, settembre 1931.  Mancano ancora 16 mesi alla presa del potere di Hitler in Germania ma il Partito Nazionalsocialista è già un protagonista, ingombrante, della scena politica della Repubblica di Weimar. Il cuore del Nazismo che si sta facendo strada nella società tedesca è a Monaco ed è in questa città della baviera che si svolge la storia. Il commissario Sigfried Sauer è chiamato con urgenza in un appartamento signorile di Prinzregentenplatz, dove la ventiduenne Angela Raubal, detta Geli, è stata ritrovata senza vita nella sua stanza chiusa a chiave. Accanto al suo corpo esanime c’è una rivoltella: tutto fa pensare che si tratti di un suicidio. Geli, però, non è una ragazza qualunque, e l’appartamento in cui viveva ed è morta, così come la rivoltella che ha sparato il colpo fatale, non appartengono a un uomo qualunque: il suo tutore legale è «zio Alf», noto al resto della Germania come Adolf Hitler, il politico più chiacchierato del momento, in parte anche proprio per quello strano rapporto con la nipote, fonte di indignazione e scandalo sia tra le file dei suoi nemici, sia tra i collaboratori più stretti. Sempre insieme, sempre beati e sorridenti in un’intimità a tratti adolescenziale, le dicerie sul loro conto erano persino aumentate dopo che la bella nipote si era trasferita nell’appartamento del tutore. Sauer si trova da subito a indagare, stretto tra chi gli ordina di chiudere l’istruttoria entro poche ore e chi invece gli intima di andare a fondo del caso e scoprire la verità, qualsiasi essa sia. Hitler, accorso da Norimberga appena saputa la notizia, conferma di avere un alibi inattaccabile. Anche le deposizioni dei membri della servitù sono tutte perfettamente concordi. Eppure è proprio questa apparente incontrovertibilità dei fatti a far dubitare Sauer, il quale decide di approfondire. Le verità che scoprirà, così oscure da far vacillare ogni sua certezza professionale e personale, lo spingeranno a decisioni dal cui esito potrebbe dipendere il futuro stesso della democrazia in Germania…
    L’angelo di Monaco è un thriller in miracoloso equilibrio tra inoppugnabile realtà storica e avvincente finzione, un viaggio all’inseguimento di uno scampolo di verità in grado, forse, di restituire dignità alla prima, vera vittima della propaganda nazista: la giovane e innocente Geli Raubal.

    Longanesi | pp. 496

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ENIGMI

  • Un criminologo sulla tomba di Cristo

    € 20,00
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    di Massimo Centini

    Il mistero di una tomba vuota, un cadavere scomparso. Un fatto di cronaca come tanti, duemila anni fa, in una città periferica dell’impero romano. Se non fosse che quel corpo introvabile, per un gruppo di seguaci e fedelissimi, costituisce il segno della resurrezione di Gesù di Nazaret. Da queste premesse prende il via l’indagine di un moderno criminologo: cosa trovarono i primi testimoni che giunsero al sepolcro? La pietra era davvero impossibile da rotolare via, oppure il suo spostamento fa parte del più grande “complotto” mai ordito? La Sindone può essere recata come prova? In definitiva, è possibile ricostruire una scena del crimine a più di duemila anni dai fatti accaduti e dipanare un caso ancora irrisolto? Immagineremo di essere nella tomba di Cristo all’indomani della sua apertura, e lo faremo come se lavorassimo attraverso la realtà virtuale per avere la possibilità di raccogliere gli elementi che le memorie del passato ci hanno riportato; cercheremo di recuperare le notizie più attendibili su oggetti, armi, effetti personali delle persone coinvolte, oltre che le voci dei testimoni oculari. Saremo sostenuti dal metodo indiziario, ricorrendo a discipline come la criminologia e l’anatomia patologica; chiederemo aiuto alle fonti scritte (non solo evangeliche) e ai reperti arrivati sino a noi che in qualche modo conservano un legame con le ultime ore della vita terrena di Cristo. Tra indizi, testimonianze e analisi, un’indagine condotta con rigoroso metodo scientifico per fare chiarezza su uno dei primi cold case della storia.-

    TS – Terra Santa Edizioni | pp. 300

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  • Uccidere il Tiranno

    € 15,00
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    di Aldo Andrea Cassi

    Il destino dei tiranni è quello di doversi guardare dall’ombra che il potere proietta alle loro spalle: il tirannicidio. Non c’è tiranno che non sia stato esposto alla possibilità di essere rimosso con la forza, come se la tirannide implichi la possibilità dell’omicidio non solo di fatto, ma anche di diritto. Per questo la tradizione politico-giuridica occidentale si è interrogata sin dalle sue origini, in Grecia, se, quando e in quali termini fosse lecito uccidere il tyrannus. Da allora ogni epoca ha affrontato la questione con appassionati dibattiti, accese polemiche, esplosive (in senso figurato e non) dimostrazioni, lungo un fil rouge che questo saggio segue fino ai giorni nostri, ripercorrendo colpi di Stato, attentati e brutali linciaggi. Perché, se la tirannia è una costante dell’esperienza politica – pur con modalità e forme diverse, da Cesare a Gheddafi, da Ipparco a Luigi XVI – lo sarà sempre anche la necessità di rovesciarla, e come recita il motto dei tirannicidi: Sic semper tyrannis!

    Salerno Editrice | pp. 175

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  • On sale!

    Piazza Fontana – Tutto quello che non ci hanno detto

    € 30,00
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    di Pierangelo Maurizio

    Come è morto Giuseppe Pinelli? Perché furono subito bloccate, in particolare dal PCI, le indagini sulla pista anarchica? Perché il settimanale inglese The Observer, che inventò la fortunatissima definizione “strategia della tensione”, sapeva in anticipo degli attentati del 12 dicembre 1969? Dopo 50 anni c’è una verità giudiziaria: la strage è nera. Ma non è detto che sia la verità storica. Questo libro, edito in prima edizione nel 2001, va a scontrarsi con i tabù imperanti sull’inizio della stagione del terrorismo. Maurizio, passando per personaggi come l’editore Giangiacomo Feltrinelli e il suo oscuro entourage, punta l’attenzione sulla lunga tradizione dello stragismo anarchico italiano. Abbiamo prodotto ed esportato in tutto il mondo i migliori attentatori in nome dello “schianto sublime della dinamite”. A partire dall’eccidio della fiera milanese dimenticato e impunito, il 12 aprile 1928. E proprio a Milano per oltre un secolo ha operato infatti una centrale terroristica.

    Edizioni: Settimo Sigillo | pp. 400

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  • Matteotti senza aureola – vol. 1: il politico

    € 22,00
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    di Enrico Tiozzo

    L’esecrabile uccisione di Giacomo Matteotti da parte di un pugno di delinquenti fascisti ha creato il mito del grande uomo politico, finissimo esperto di economia e in grado da solo di mettere in ginocchio il Fascismo con la forza delle sue argomentazioni. Ma quale fu veramente l’azione politica di Matteotti nei suoi cinque anni alla Camera? In realtà il deputato socialista fu un modesto politico, sordo alle opinioni altrui, insufficientemente preparato, verbalmente aggressivo, fortemente ostile più ai governi a guida liberale che a quello a guida fascista. Le sue proposte di legge e i suoi interventi in aula, che spesso suscitavano l’ilarità dei deputati, erano per lo più sconcertanti. Matteotti, fra le altre cose, proponeva di tassare il vino a seconda delle intenzioni (voluttuarie o meno) del consumatore, di acquistare il pane esibendo il passaporto, di convincere la popolazione a fumare sempre di più, di trasferire le eredità direttamente allo Stato, di bloccare la creazione di nuove Università, di smobilitare l’esercito, di ridurre dell’80% la forza pubblica, di negare il voto alle donne, di risolvere i problemi economici con una patrimoniale secca pari al 25% del Pil italiano. Si “documentava” leggendo oscuri giornali di provincia e non esibì mai un vero documento nelle sue interrogazioni alla Camera. Provocava ed insultava tutti i presidenti del Consiglio, da Nitti a Giolitti, da Bonomi a Facta, definendoli incompetenti e criminali. Questo studio esamina per la prima volta tutta l’attività politica di Matteotti negli anni del suo impegno alla Camera (1919–1924) e il suo libro del 1923, Un anno di dominazione fascista, giungendo a conclusioni che illuminano anche il quadro del delitto, al quale sarà dedicato il secondo volume dell’opera.

     

    STORIA IN RETE HA PARLATO DI QUESTO LIBRO NEL n. 120/2015

    Edizione: Aracne | pp. 384

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  • On sale!

    Shambhala rossa

    € 32,50 € 24,50
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    di Andrei Znamenski

    Molti conoscono Shambhala come la leggendaria terra di felicità spirituale che è situata o in India secondo il Kalacakra Tantra nel buddhismo tibetano o nella catena montuosa dell’Himalaya sotto il nome di Shangri-La grazie al film “Lost Horizon” (Orizzonte perduto) del 1937 di Frank Capra, ma pochi sanno del ruolo che il mito di Shambhala ha svolto nella geopolitica russa all’inizio del XX secolo. Shambhala rossa è il primo libro che racconta la storia di cercatori politici e religiosi provenienti da Oriente e da Occidente che si servirono delle profezie buddhiste per promuovere i loro programmi spirituali, sociali e geopolitici. C’erano persone di diverse convinzioni ed ambienti come Ja-lama e Agvan Dorzhiev, ma tra costoro si annoverava anche un pittore teosofo come Nicholas Roerich, un crittografo della polizia segreta bolscevica come Gleb Bokii, uno scrittore di occultismo con tendenze a sinistra qual era Alexander Barchenko, rivoluzionari e diplomatici bolscevichi come Georgy Chicherin e Boris Shumatsky insieme ai loro compagni di viaggio indigeni Elbek-Dorjik Rinchino, Sergei Borisov e Choibalsan, e infine Roman von Ungern-Sternberg, il sanguinario barone bianco, nemico giurato dei bolscevichi. Il libro di Znamenski è una sfida per tutti coloro che rifiutano di accettare le connessioni tra leggenda e politica. “Shambhala rossa” offre un incontestabile elemento di prova che l’ideologia comunista atea del XX secolo non ha disdegnato di usare un mito buddista tibetano come una sorta di instrumentum regni, cioè uno strumento politico di propaganda: sinistra russa e intellettuali di destra, come pure ricercatori spirituali, si trovarono tutti uniti in un’antica idea di rinascita, sognando una terra egualitaria, una Shambhala rossa, dove un’umanità trasformata potesse vivere in una Nuova Era di pace. L’autore fornisce un’indagine innovativa attraverso la quale siamo fatti consapevoli che il Sacro e Profano possono condividere lo stesso milieu mitico: una lettura obbligata per le persone interessate a quella zona indefinita tra mistica, esoterismo e politica.

     

    Edizioni Settimo Sigillo| pp. 302

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  • Storia in Rete n. 117/118 – Luglio – Agosto 2015 (pdf da scaricare subito)

    € 3,99
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    Storia in Rete di luglio-agosto svela in esclusiva per i suoi lettori alcuni dettagli dal diario inedito del 1942 attribuito a Mussolini che era stato anticipato nello scorso numero. Pagine che mostrano un Mussolini “a tre dimensioni”, con i dubbi e le fragilità di un uomo solo al timone durante la tragedia della Seconda guerra mondiale, molto al di là della piatta visione tramandata dagli opposti della vulgata e dell’agiografia.
    Quindi Storia in Rete torna sull’enigma della Sindone: un nuovo saggio rilancia la tesi del “falso medievale” ma lo fa ignorando le evidenze scientifiche e storiche. Lo ha letto per i nostri lettori una esperta della Sindone, Emanuela Marinelli.
    Dalla Sindone a un altro mistero della storia della Chiesa cattolica: quello dell’atteggiamento di papa Pio XII durante l’occupazione tedesca di Roma. Documenti eccezionali confermano che fu lo stesso pontefice a ordinare ai conventi romani di aprire le porte per ospitare ebrei e ricercati politici, sottraendoli alle retate dei nazisti.

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  • Il tesoro dei vinti

    € 17,00
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    di Gianni Oliva

    Dongo, 27 aprile 1945: la colonna italo-tedesca su cui viaggia Mussolini con buona parte del governo della Rsi , viene fermata alle porte del paesino sulla sponda sinistra del lago di Como. La colonna è diretta nella vicina Valtellina ma non ci arriverà mai anche grazie all’ambiguo comportamento ambiguo dei tedeschi che, di fatto, consegnano i fascisti che sono con loro ai partigiani della 52ª brigata Garibaldi. Nella lunga autocolonna viene trovata un’ingente quantità di beni preziosi, banconote di ogni taglio, oro, gioielli, titoli di Stato, valuta straniera, in gran parte provenienti dai fondi segreti dei ministeri della Repubblica sociale. Un ricco bottino che da quel giorno tutti conosceranno come il «tesoro di Dongo». Chi si è impossessato di quell’oro, destinato alle autorità del nuovo Stato italiano? Chi lo ha trasferito alla federazione comunista di Como? Chi se n’è impadronito in seguito? E chi ha fatto scomparire il «capitano Neri» e la partigiana «Gianna», combattenti garibaldini che ne avevano compilato l’inventario? Nella primavera del 1957 ha finalmente inizio, presso la Corte d’assise di Padova, il processo che dovrebbe fare luce su questi interrogativi. Un procedimento che suscita tante attese, ma che viene rinviato dopo quarantatré udienze per il suicidio di un giudice popolare e che non verrà mai più ripreso, perché «scomodo». Dalle carte disponibili emergono infatti con chiarezza le responsabilità politiche degli eventi che si sono consumati in quei lontani giorni del 1945. Secondo tutte le testimonianze, il tesoro finisce nelle casse del Partito comunista, in un momento in cui gli equilibri della nuova Italia sono ancora da determinare e l’ala più oltranzista del partito persegue una prospettiva rivoluzionaria da sostenere con adeguate risorse finanziarie. Gianni Oliva, utilizzando le decine di deposizioni del processo, ricostruisce con ritmo incalzante i frangenti drammatici di fine conflitto, quando il Lario diventa il lago dei destini incrociati: il crepuscolo tragico di Mussolini e dei gerarchi si intreccia con il recupero del tesoro, con le accese divergenze sulla sua destinazione, con le tensioni di una guerra non ancora conclusa che già si prolunga nella pace. Sullo sfondo, si respira l’atmosfera della resa dei conti, un clima in cui si eliminano con troppa facilità i nemici di ieri e quelli di oggi.

     

     

     

     

    astorale.

    Edizioni Mondadori | pp. 232

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  • La Sindone. Storia di una immagine

    € 9,90
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    di Gian Maria Zaccone

    A fronte di trattazioni apologetiche o critiche della storia della Sindone, questo libro ripercorre e rilegge le vicende storiche della Sindone inserendole nel contesto delle varie epoche, con particolare attenzione all’evoluzione delle forme di pietà ad essa collegate. Così, lo studio del contesto religioso del basso medioevo consentirà di inserire correttamente la Sindone nel suo ambiente al momento della comparsa nella chiesa di Lirey. Alla luce di tale contesto potranno trovare nuova spiegazione i documenti che tra Trecento e Quattrocento testimoniano dell’entusiasmo ma anche del disagio che questo insolito oggetto suscita tra la gente e nella gerarchia ecclesiastica. Tappe fondamentali di questa vicenda storica saranno ancora l’enorme successo della Sindone quale reliquia dinastica di Casa Savoia in ascesa e il 1898, anno della celebre foto di Secondo Pia. Mentre il XX secolo sarà il secolo delle ricerche scientifiche, con l’ossessione dell’autenticità… Le ostensioni del 1998 e del 2000, invece, ne recupereranno il significato pastorale.

    Edizioni Paoline Editoriale Libri | pp. 304

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  • La sindone di Gesù Nazareno

    € 28,00
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    di Barbara Frale

    Dopo aver illustrato in un libro precedente l’ipotesi che la sindone sia stata portata in Europa e conservata segretamente dal potente ordine dei Templari, Barbara Frale esamina alcune tracce di scrittura in greco, latino ed aramaico solo da poco identificate sul lino della sindone. Confrontate con molte fonti greco-romane, giudaiche e del primo cristianesimo, queste scritte riconducono nella Gerusalemme del tempo di Tiberio (14-37 d.C.) e inquadrano la sepoltura di un personaggio chiamato Yeshua Nazarani.

    Edizioni Il Mulino | pp. 375

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  • Sindone segreta

    € 19,50
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    di Thomas De Wesselow

    La Sindone potrebbe essere una prova della resurrezione? Una tesi dirompente sul piano storico-religioso, che investe il problema della datazione e di come si sia impressa l’immagine sul sacro lino. Fu un’esplosione di energia? L’impronta si calcò per strinatura in seguito a sprigionamento di forte calore? Il corpo maschile seminudo appartiene a un essere umano o è un bassorilievo? Questo libro è il viaggio di un laico che si è appassionato a uno dei misteri più affascinanti della storia sacra scandagliando ogni dettaglio esegetico, biblico e scientifico. De Wesselow si lascia guidare da una pista di ricerca ben precisa: la Sindone non è quel che sembra, è ben di più. Se fosse vera, potrebbe anche essere una prova della resurrezione, ma non tutto gioca a favore di questa tesi, e l’autore non disdegna di analizzare tutti gli elementi pro e contro la sua impalcatura di indagine. In tanti si sono provati a smontare la “menzogna della Sindone “: qualcuno l’ha definita un falso riprodotto pittoricamente tra il tardo Medioevo e il Rinascimento, ma De Wesselow confuta la “teoria del dipinto” non solo su base scientifica, ma ricorrendo alla storia dell’arte medievale. Nel corso dei secoli ci furono molti teli funebri e sudari attribuiti a Gesù di Nazareth, tuttavia la Sindone di Torino è per l’autore un unicum che nasconde segreti ancora tutti da scoprire.

    Edizioni Piemme | pp. 321

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  • Sindone. Storia e leggende di una reliquia controversa

    € 32,00
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    di Andrea Nicolotti

    Senza nascondere un approccio palesemente critico, scettico, Nicolotti in questo libro traccia una storia delle stoffe sepolcrali di Gesù, con particolare attenzione per quella oggi conservata a Torino. Il punto di partenza per ricostruire l’ambiente nel quale è nato e si è diffuso il culto per le diverse sindoni è il racconto fornito dai Vangeli. Procedendo lungo i secoli, dal Tardoantico al Medioevo, si nota un interesse sempre crescente e diffuso per la ricerca e il possesso di reliquie della passione e morte di Gesù, il cui numero aumenta esponenzialmente: una di queste è la Sindone di Torino, che avrà maggior fortuna rispetto a tutte le altre. La storia nota della reliquia torinese (ma vari indizi, testimonianze e riscontri fanno pensare a qualcosa di molto simile già presente almeno dal VI, VII secolo) muove i primi passi nel Medioevo, quando compare in un villaggio della Francia, per poi spostarsi a Chambéry, nel cuore della Savoia, e infine a Torino, nuova capitale del ducato sabaudo e poi del regno d’Italia. È una storia a tratti avventurosa, spesso poco conosciuta, fatta di episodi che, secondo Nicolotti, la storiografia sabauda e quella ecclesiastica avrebbero tentato di addomesticare. È una storia che coinvolge personaggi di primo piano della nobiltà, della politica, della Chiesa e della scienza. Nell’ultima parte del libro, che riguarda il secolo XX e il XXI, la storia della Sindone si intreccia con la storia degli studi scientifici, dalle prime fotografie passando per la datazione radiocarbonica, fino ai giorni nostri.

    Edizioni Einaudi | pp. 370

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  • L’autopsia inutile dei diari di Mussolini

    € 15,90
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    di Bruno Tomasich

    Tomasich propone un’analisi critica del libro di Mimmo Franzinelli “Autopsia di un falso”. Partendo dai diari di Mussolini editi da Bompiani e dal libro di Franzinelli che li descrive come un “disegno di rivalutazione di despoti” e di legittimizazione di posizioni liberticide”, l’autore rivisita la questione attingendo anche a documentazione archivistica e giornalistica. Secondo Tomasich Così l’autopsia ci presenta dei diari definiti infidi, aventi la funzione di svolgere un ‘disegno politico-culturale di rivalutazione di despoti dei quali si legittimano la posizioni liberticide, con la conseguente svalutazione degli avversari dell’antisemitismo, del nazismo e del fascismo’. Quanto sia strumentale e non obiettiva la presunta autopsia, il lettore lo può desumere dal fatto che, per rendere autentici i diari, Mussolini non avrebbe dovuto legittimare la svalutazione degli avversari del fascismo ma avrebbe dovuto svalutare direttamente il fascismo. È questa la tesi dell’autore dell’opera che avrebbe così voluto dimostrare la falsità dei diari.”

    Europa Edizioni | pp. 230

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  • On sale!

    Papus. La Belle Epoque dell’occultismo

    € 34,50 € 31,05
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    di Marie-Sophie André / Christophe Beaufils

    Gérard Encausse (1865-1916), che già da quando era molto giovane conobbe la notorietà con il nome di Papus, fissò, con la sua vasta impresa di sintesi e di volgarizzazione, un’immagine dell’occultismo che ha ancora corso oggi. Le sue principali opere sono sempre disponibili in libreria ed è necessario, per comprendere meglio la loro importanza storica, rimetterle nel contesto storico della loro epoca. La vita agitata di Papus, la cui conoscenza permette di comprendere meglio la sua opera, è testimone di un momento in cui alla laicizzazione dello Stato si rispose con l’emergere di correnti spirituali in margine alle religioni ufficiali: colui che la stampa dell’epoca chiamava “il mago Papus” tentò di federare queste correnti in nome di un sincretismo religioso segnato da messianismo. Questa biografia, che è al contempo uno studio delle ambizioni politiche e dei turbinii religiosi che segnarono la Belle Époque attraverso le sue “società segrete”, rivela un’infinità di personaggi che sognavano tutti, all’alba del XX secolo, una trasfigurazione del mondo. Esisteva già un profilo biografico di Papus, quello scritto da suo figlio Philippe Encausse, ma quest’ultimo sembra aver fatto una cernita tra ciò che giudicava “divulgabile” e quello che non lo sarebbe stato: così, questi diede come lascito una parte degli archivi di Papus alla Biblioteca di Lione e ne conservò il resto. Alla sua morte, il contenuto della sua cantina fu scaricato davanti al suo domicilio, destinato ad essere distrutto, ma, per un caso straordinario, uno degli autori della presente opera, Marie-Sophie André, incuriosita da una pattumiera traboccante di manoscritti, di edizioni originali e di lettere, poté fortunatamente salvare la seconda parte del fondo Papus. Questi documenti, equivalenti sia dal punto di vista della quantità che dal loro contenuto a quelli conservati a Lione, hanno permesso di ricostruire alla fine in modo imparziale la vita del “Balzac dell’occultismo”.

    Edizioni Settimo Sigillo | pp. 414

     

     

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  • Gli Antipapi

    € 9,90
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    di Elena Percivaldi

    La storia della Chiesa è sempre stata complessa, difficile, contraddittoria. Il suo grande protagonista – da san Pietro a papa Francesco – solitamente è il pontefice, somma autorità religiosa e per molti secoli anche politica e temporale. In realtà molte altre figure hanno determinato, nel corso di duemila anni, le intricate vicende del papato: cardinali, vescovi, santi, eretici, imperatori, chierici e laici. E tra questi anche gli “antipapi”, uomini che – individualmente o supportati da fazioni – non hanno accettato il pontefice eletto in via ufficiale e hanno dato vita a veri e propri scismi. Dai primi nebulosi inizi – quando il santo padre era solo vescovo di Roma e non aveva ancora l’universalità che avrebbe poi detenuto nei secoli a venire – fino al grande scisma, il volume racconta la storia dei quarantatré antipapi scelti secondo procedure non canoniche. Considerati degli usurpatori, per questo furono catturati, scomunicati, processati, imprigionati, uccisi. Alcuni fuggirono, altri si ritirarono in convento, altri ancora scomparvero semplicemente nel nulla. Fieri oppositori al papato ufficiale per motivi dottrinali e ideologici, oppure mere pedine mosse dal potere delle famiglie aristocratiche romane e degli imperatori, gli antipapi rivivono in queste pagine non più come comprimari, ma come veri protagonisti.

    Edizione: Newton Compton Editori | pp. 432

     

     

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  • Gli ultimi giorni di Mussolini – Speciale (edizione in pdf da scaricare subito)

    € 5,90
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    A 70 anni dalla fine della guerra civile cosa sappiamo davvero sulla morte di Benito Mussolini e sui drammatici eventi che la precedettero e la seguirono? Molte cose anche se molto spesso decisamente diverse da quelle che comunemente si dicono e scrivono. Per capire davvero quei fatti, finalmente è pronto e disponibile online il nuovo speciale di “Storia In Rete” dedicato agli ultimi giorni di Mussolini e della RSI. Per la prima volta un giornale di Storia esce con una versione “premium” (200 pagine a solo € 5,90) solo in versione pdf per i lettori digitali: 20 pagine in più rispetto alla versione cartacea che sarà in edicola tra una decina di giorni al prezzo di € 9,50.

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STORIA IN RETE

  • Storia in Rete 147 – Gennaio 2018 (pdf da scaricare subito)

    € 3,49
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    La doppia faccia del tradimento: infami per qualcuno, eroi per qualcun altro, spesso nella storia coloro che furono additati come voltagabbana lo sono stati per essere capitati “dalla parte sbagliata” o per aver dovuto fare scelte inevitabili. Altri invece hanno scelto consapevolmente di pugnalare alla schiena amici, alleati, compatrioti. Un panorama complesso, come anche spiega Aldo G. Ricci nel secondo articolo di questo numero di “Storia in Rete”, che si arricchisce nel dibattito storiografico a partire da un nuovo saggio – “Sul tradimento” di Margalit Avishai – che rivaluta il collaborazionismo durante la Seconda guerra mondiale. Dimenticando però la RSI. Una dimenticanza a cui rimedia “Storia in Rete”, presentando anche documenti inediti sulla situazione degli ebrei durante gli ultimi mesi della guerra nell’Italia settentrionale.

    E ancora sul “tradimento”, variamente declinato: da uno scandalo nell’Italia della belle epoque, l’arresto di un capitano dell’Esercito per aver venduto segreti militari ai francesi, al dibattito su Vittorio Emanuele III, re accusato (a sproposito) d’aver “tradito”, per finire con le proteste dei giovani del FUAN negli anni Cinquanta contro l’assegnazione di una cattedra alla Sapienza a un “articolo 16”, ovvero uno di quegli italiani che durante la guerra avevano cooperato con gli Alleati per favorire la sconfitta dell’Italia e che l’articolo 16, appunto, del trattato di pace proteggeva da ogni conseguenza legale…

    Continua poi il dibattito con Pino Aprile sull’unificazione italiana: si parla questa volta del terremoto di Messina e Reggio, dei ritardi nei soccorsi e dei guasti della ricostruzione, delle fucilazioni degli sciacalli (o presunti tali) e di una inquietante idea: bombardare le macerie per evitare epidemie. Ma il bombardamento ci fu davvero?

    Si apre quindi il capitolo del centenario della Guerra civile russa: i primi fuochi del conflitto che insanguinò l’oriente accesi in Ucraina, ieri come oggi prigioniera della sua posizione geopolitica, e un ritratto del barone Roman Nicolaus von Ungern-Sternberg uscito dalla penna magistrale di Mario Appelius.

    Infine, “Storia in Rete” anticipa alcune tavole da un nuovo fumetto di prossima uscita che racconta la tragica storia di Norma Cossetto, la martire dell’Istria e la sua orribile fine nelle foibe.

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  • Storia in Rete 145 – 146 – Novembre / Dicembre 2017 (pdf da scaricare subito)

    € 3,99
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    Un’intervista a Pirandello “riscoperta” dopo 80 anni getta media e intellettuali nello sconcerto: com’era possibile che un premio Nobel, uno dei più amati autori della letteratura e del teatro del Novecento manifestasse così apertamente la sua entusiastica adesione al Fascismo? Questo caso assieme a tanti altri è lo spunto per un viaggio nell’intellighentzia che aderì ai regimi fascisti prima della Seconda guerra mondiale (e che spesso e volentieri non cambiò idea nemmeno dopo). Centinaia e centinaia delle menti più brillanti del XX secolo che prestarono la loro intelligenza al “Male Assoluto”, un’adesione che oggi il “politicamente corretto” non riesce più a spiegare, dimostrando ancora una volta l’inadeguatezza del suo modello interpretativo della realtà. “Storia in Rete” prova invece ad analizzare senza pregiudizi come e perché artisti, letterati, scienziati, giornalisti, musicisti abbracciarono le ideologie fasciste fra le due guerre mondiali.

    Questo numero poi racconta due trecentenari: quello di papa Pio VI, il pontefice che alla fine del Settecento si trovò a doversi scontrare prima con i dispotismi illuminati, quindi coi giacobini della Rivoluzione francese, infine con Napoleone, che lo fece deportare in Francia, dove – vecchio e malato – morì in esilio. Poi i trecento anni della Massoneria, nata ufficialmente nel 1717. Il nuovo libro di Aldo Mola analizza le vicende travagliate delle Logge in Italia.

    Ancora Massoneria, quindi, nell’anticipazione da una delle più ficcanti inchieste degli ultimi mesi: quella di Roberto Gremmo sui retroscena dell’attentato di Anteo Zamboni. Chi c’era veramente dietro il folle gesto del quindicenne bolognese che nel 1926 cercò invano di assassinare Mussolini, finendo massacrato dalla folla dopo aver sparato un solo colpo? Gli intrecci fra massoni, anarchici e fuoriscitismo antifascista che emergono dai documenti raccontano una realtà molto differente da quella che la propaganda salveminiana diffuse all’indomani dell’attentato e che ancora oggi è alla base della vulgata…

    Nel centenario della battaglia di Caporetto, “Storia in Rete” si è voluta invece soffermare sui suoi immediati sviluppi: la ritirata dall’Isonzo al Piave, resa possibile grazie al sacrificio di tanti reparti che permisero il ripiegamento ordinato di tre armate con una tenace azione di retroguardia. E fra questi, si distinsero gli Arditi. Ce ne parla Roberto Roseano, vincitore del Premio Acqui Storia 2017 con un libro proprio sull’esperienza di ardito di suo nonno.

    Continua poi il dibattito su Risorgimento e identità nazionale: Pino Aprile lamenta il continuo drenaggio di risorse dal Mezzogiorno iniziato con l’unificazione d’Italia, mentre Emanuele Mastrangelo e Nico Perrone rispondono alla provocazione di Aprile lanciata sullo scorso numero: anziché abbattere i monumenti ai Savoia e a Garibaldi, l’unica soluzione per ricostruire un’Italia veramente unita è quella di innalzare nuovi monumenti, anche agli sconfitti del Risorgimento.

    E ancora, l’inchiesta – insabbiata da molti anni – della “foiba” piemontese, la “fiaira” di Moncucco Torinese, dove i partigiani fecero sparire decine e decine di fascisti o presunti tali alla fine della Seconda guerra mondiale. Una cava di gesso dalla quale sono stati estratti i resti umani di un numero non precisabile di individui fin quando non si scoprì che le grotte erano state riempite negli anni anche con rifiuti tossici e forse radioattivi. Una scoperta che portò all’improvviso arresto di ogni ulteriore scavo. E da allora nessuna ulteriore indagine è andata avanti, nonostante le dichiarazioni d’intenti degli inquirenti…

    Quindi la seconda parte della storia di Mustafà Kemal Ataturk e la sua rivoluzione interrotta. L’opera di modernizzazione con cui il grande leader turco cercò di portare il paese fuori dall’arretratezza, per trasformarlo in una nazione europea, poi la sua improvvisa morte e la “normalizzazione” del dopoguerra con il lento affermarsi di un regime reazionario, filo-capitalista e filo-americano.

    Infine, il mistero dietro uno dei più famosi romanzi del Novecento: “Picnic a Hanging Rock”. Fu pura immaginazione? C’era davvero una base reale dietro le vicende delle ragazzine scomparse in Australia? Oppure l’autrice costruì un racconto simbologico dietro cui si nascondeva altro?

    Tutto questo e molto altro su Storia in Rete in edicola!!

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  • Storia in Rete 143 – 144 – Settembre / Ottobre 2017 (pdf da scaricare subito)

    € 3,99
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    L’assalto globale alla Storia è il tema della lunga inchiesta di Storia in Rete in edicola. Dagli Stati Uniti, dove si abbattono le statue dei sudisti e si punta ora a Cristoforo Colombo (oltre che a Giovanna d’Arco, san Junipero, Washington e… Italo Balbo!), alla Spagna, dove è tabula rasa della memoria franchista, compresi i monumenti ai soldati italiani caduti durante la guerra civile spagnola. E poi c’è l’Europa orientale, dove a 30 anni dalla fine del Comunismo monta una nuova marea iconoclasta, la cui origine sembra più legata alle contingenze della politica estera che non alle esigenze della memoria storica… E in Italia? Anche qui tira una brutta aria, anche se i mezzi con cui si vorrebbe fare a pezzi la nostra storia sembrano diversi, e più subdolamente adatti allo spirito del nostro paese.

    Ma chi era l’uomo le cui statue sembrano rappresentare il principale obbiettivo della protesta “politicamente corretta” negli USA? Storia in Rete prosegue con un ritratto del generale Robert Lee, il comandante sudista che fu forse il soldato più rispettato e amato, anche dai suoi nemici, nella storia americana.

    E quindi, la provocazione. Pino Aprile riflette sulla situazione italiana, e lancia un sasso nello stagno: e se anche nel nostro paese cominciassimo a rivedere toponomastica e monumenti del periodo risorgimentale?

    Storia in Rete prosegue poi con il settantesimo della morte in esilio di Vittorio Emanuele III, un re la cui storia è ancora in attesa di un giudizio approfondito – ed equilibrato – da parte degli storici. Poi, storie dalle guerre civili del Novecento: quella in Italia fra “rossi” e “neri” dopo la fine della Grande Guerra, che anticipò per molti aspetti gli Anni di Piombo di mezzo secolo dopo, e quella in Spagna, coi massacri anti-cristiani commessi dalle forze repubblicane, forse la peggiore persecuzione religiosa nell’Occidente da secoli.

    E ancora, l’ascesa di Atatür