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Home|Grande Guerra|Storia in Rete n. 24- ottobre 2007 (pdf da scaricare subito)

Storia in Rete n. 24- ottobre 2007 (pdf da scaricare subito)

€ 3,99

A novant’anni dalla grave disfatta di Caporetto, “Storia In Rete” si interroga sul senso più profondo di una sconfitta che troppo spesso viene letta come definitiva e inappellabile e che invece, solo 12 mesi dopo, vedrà un completo e definitivo riscatto del Regio Esercito nella battaglia di Vittorio Veneto e il conseguente trionfo sul nemico storico dell’Italia: l’Impero austro-ungarico. Quindi nel disastro di Caporetto c’erano i semi della vittoria e del riscatto. Un veloce riscatto che invece i soliti denigratori seriali tendono a dimenticare, preferendo enfatizzare una sconfitta che per quanto dura non fu decisiva e che vide brillare molti atti di eroismo e di coraggio. Non ultimi quello del Re Vittorio Emanuele III, capace di tener testa agli alleati preoccupati e prevenuti nel vertice di Peschiera. Un vertice di cui riproponiamo una ricostruzione fatta da un testimone d’eccezione: il grande giornalista Ugo Ojetti.

Tutto questo e molto altro su Storia in Rete di ottobre 2007 !!!

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Categories: Grande Guerra, Storia In Rete Tags: 1917, battaglia di Vittorio Veneto, Cadorna, Caporetto, Grande Guerra, Prima guerra mondiale, Regio Esercito
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  • Storia in Rete 131 – Settembre 2016 (pdf da scaricare subito)

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    Nell’estate 1916 l’Italia dichiarava guerra alla Germania. Una mossa motivata da lunghi anni di ingerenza tedesca nell’economia e nella politica del Bel Paese ma anche dalla necessità di mettere Roma su un piede di parità con le altre potenze dell’Intesa. Una situazione geopolitica che ha inquietanti paralleli col nostro presente…

    Storia in Rete di settembre trabocca d’argomenti diversi: apre con la traduzione di un articolo dello storico e polemista americano Victor Davis Hanson sull’importanza storica dei confini e i danni che fanno coloro che vogliono abbatterli, torna sulla questione fra Roma e la Germania… duemila anni fa, quando le tribù coalizzate da Arminio annientarono a Teutoburgo l’esercito di Varo.

    Si passa quindi alle vicende dei filosofi italiani del Novecento: Benedetto Croce e il tentativo di Togliatti di “ammazzarlo” (politicamente, non si poteva fare un nuovo “caso Gentile”…) sfruttando le informative di un’ex spia dell’OVRA reclutata dal PCI; Julius Evola e il suo incontro con Mussolini a Rastenburg dopo la liberazione del Duce dalla prigionia al Gran Sasso, con il tentativo del Barone di salvare l’istituto monarchico nella creazione dello Stato neofascista al nord.

    Continua poi il dibattito su uno dei misteri più fitti della storia del Novecento italiano: la morte di Mussolini. Luciano Garibaldi ribadisce la “pista inglese” mentre Roberto Festorazzi racconta della “consegna del silenzio” imposta a Michele Moretti, il quale si “gloriava” di essere stato lui il boia di Mussolini e della Petacci, ma solo sottovoce…

    E ancora, la storia della “russofobia”, un odio millenario per la Russia raccontata in un nuovo saggio e i duecento anni dalla nascita di Frankenstein e della sua creatura dalla penna di Mary Shelley.

    E per finire due mostre grandiose: gli ukiyo-e esposti a Milano, le stampe giapponesi che anticiparono (e poi ispirarono) di quasi un secolo l’arte e il gusto borghese in Europa e la reggia di Fontainebleau e Luigi XV, il re Beneamato ma maltrattato (a torto, come si vede nell’esposizione) dall’opinione dei sudditi e della Storia…

    Tutto questo e molto altro su Storia in Rete di settembre!!

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  • Il senso della patria nella Grande Guerra

    € 9,00
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    di Paolo Gaspari

    La Grande Guerra è forse l’unico fatto storico del quale si possa andare come italiani veramente fieri, l’unico evento al quale far risalire l’amor di patria e la presa di coscienza legata al momento basilare del cammino della cittadinanza politica. Il momento dell’amalgama della Nazione italiana non sono quindi tanto il Risorgimento o la Resistenza – in quanto compiuti da poche migliaia di italiani e sfociati comunque in guerre civili – ma come chiarisce l’autore di questo breve saggio, il senso di patria e di fierezza possono basarsi a pieno titolo sul sacrificio collettivo pagato da tutti durante la Prima guerra mondiale.

    Edizione: Gaspari Editore| pp. 62

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  • Speciale La Grande Guerra (edizione in pdf da scaricare subito)

    € 4,90
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    Uno speciale di 164 pagine tutto dedicato a come l’Italia è entrata nella Grande Guerra, giusto 100 anni fa. In un contesto storico-culturale che sembra voler far prevalere un’interpretazione “minimalista” della partecipazione italiana alla Prima guerra mondiale, ponendo l’accento esclusivamente sulle indiscutibili sofferenze che la vita in trincea comportava, lo sforzo di «Storia In Rete» è quello di offrire, ancora una volta, uno sguardo meno banale e convenzionale su quegli anni e quegli uomini. Lo farà raccontando retroscena ed evidenziando le azioni e le scelte che fecero dell’Italia una protagonista vittoriosa: la più giovane tra le nazioni in lotta, capace di confrontarsi con nemici molto più potenti e organizzati ma anche con alleati supponenti ed egoisti. Una Nazione in grado di passare, in soli 12 mesi, dalla tragedia di Caporetto al trionfo di Vittorio Veneto passando per l’epopea del Piave.

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  • La Germania alla conquista dell’Italia

    € 35,00
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    di Giovanni Preziosi

    Ristampa anastatica della seconda edizione apparsa nel 1916 per i tipi della “Libreria della Voce”. Un duro attacco all’invadenza finanziaria tedesca nel pieno della Grande Guerra. L’Italia non dichiarò subito guerra alla Germania: il 24 maggio decidemmo di attaccare la sola Austria-Ungheria, il nostro nemico storico. Nell’estate del 1915 fu la volta della dichiarazione di guerra all’Impero Ottomano, altro nemico storico dell’Italia. Ma, nonostante il “Patto di Londra” e gli accordi tra i membri dell’Intesa prevedessero guerra totale a tutti gli avversari, l’Italia nicchiava a schierarsi contro il Secondo Reich. Il libro di Preziosi si inquadra nella lotta politica che spinse il governo di Roma a scendere in campo anche contro la Germania, cosa che avvenne il 27 agosto 1916. In realtà non è che non ci fossero state, specie in campo economico, numerose azioni ostili della Germania verso l’Italia come documenta Preziosi che mette l’accento sul diffuso e invadente pangermanesimo, dissimulato ad esempio nei progetti della Banca Commerciale Italiana. Preziosi volle difendere gli interessi italiani, anteponendoli a quelli di una finanza errante. Attraverso le partecipazioni alle principali società operanti nei settori strategici dell’industria, i capitali tedeschi controllavano l’economia italiana. Poteva ancora sussistere una sovranità nazionale se l’economia era indirettamente in mano straniera? Quello di Preziosi si rivela, con straordinaria capacità predittiva, uno dei quesiti centrali anche per comprendere la natura e l’origine dei poteri attuali. (con un ritratto di Giovanni Preziosi a cura di Roberto Andreoli)

    Edizioni di Ar | pp. 328

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  • On sale!

    Luigi Cadorna. Una biografia militare

    € 29,00
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    di Pierluigi Romeo di Colloredo

    Uno studio obiettivo della conduzione della guerra da parte di Cadorna porta alla smentita di tanti luoghi comuni spacciati per verità storiche: si scoprirà che l’esercito italiano, unico esercito alleato costantemente all’offensiva dall’inizio della guerra, fu quello che fece le maggiori conquiste territoriali, che le perdite italiane furono inferiori a quelle francesi ed inglesi, che le fucilazioni e gli atti d’indisciplina nell’esercito italiano furono molti meno di quelli avvenuti in Francia, che gli italiani nel 1917 avevano superato tecnicamente l’avversario, cui erano inferiori nel 1915, che Cadorna fu l’unico generale alleato a ragionare in termini di guerra di coalizione e non di guerra parallela. Sotto Cadorna l’esercito italiano inquadrò circa tre milioni di uomini, quanti mai né prima né dopo, e combatté le più grandi e sanguinose battaglie della propria storia arrivando ad essere una macchina militare mastodontica, lenta e possente, capace di rialzarsi senza l’aiuto alleato e vincere una guerra, dopo aver subito una catastrofica disfatta.Viene analizzata approfonditamente la battaglia di Caporetto ed la ritirata al Piave, e sono integralmente riportati gli ordini del 18 settembre e del 10 ottobre 1917 dati ai Comandanti d’Armata alla vigilia di Caporetto, che smentiscono definitivamente la leggenda di un Cadorna sorpreso dagli avvenimenti e incredulo circa l’offensiva nemica: ordini che, se eseguiti, avrebbero cambiato le sorti della battaglia; è poi riportato anche lo studio fatto preparare da Cadorna già nel giugno 1917 sul’eventuale ripiegamento al Piave, che il Generalissimo applicò dopo Caporetto, salvando l’esercito e vincendo la battaglia d’arresto. Anche la figura dello spietato macellaio, del fautore di una disciplina crudele ed ottusa tanto cara alla storiografia progressista viene ridimensionata sulla base della corrispondenza con il governo, riportata in appendice. In questo lavoro la figura di Cadorna è vista come appare dai documenti d’archivio, dalla corrispondenza privata, dai giudizi di amici ed avversari, per restituirne un ritratto imparziale basato su una documentazione spesso inedita, che cerca di ristabilire la verità al di là di apologie e denigrazioni.

    Edizione: Soldiershop – Italia storica | pp. 252

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  • Storia in Rete n° 99 – gennaio 2014 (pdf da scaricare subito)

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    Storia in Rete n. 99 presenta ai suoi lettori un dossier sull’altra metà della vergogna dello schiavismo, quello mussulmano. Un fenomeno storico durato oltre mille anni e che provocò danni all’Africa non inferiori di quelli della tratta atlantica. Ma soprattutto che si abbatté anche sull’Europa, che dall’Islanda alle pianure della Russia meridionale divenne un enorme territorio di caccia per gli schiavisti islamici, con oltre un milione di persone in catene solo fra 1500 e 1600… E ancora, la storia in rete. Quando Wikipedia rischia di finire sotto scacco: il tentativo di distorcere a fini politici la voce su Norma Cossetto, la martire delle Foibe. Dai Gendarmi della Memoria alla necessità di rivedere la memoria: Mussolini e Matteotti, vite parallele di due rivoluzionari divisi dal caso, non dall’ideologia. E quindi le memorie di Massimiliano Majnoni, il banchiere testimone della convulsa stagione politica nella Roma fra 1944 e 1945. Storia in Rete fa quindi un passo indietro, nel Settecento francese. Dai salotti del Grand Siecle alla misteriosa fuga del Delfino, una lunga inchiesta, che pubblichiamo in esclusiva, giunta alla sua quarta puntata. E – last but not least – l’intervista che un gigante del giornalismo, Giovanni Ansaldo, riuscì a ottenere da Maria Sofia di Borbone-Napoli, l’ex Regina delle Due Sicilie detronizzata, in esilio a Parigi nel 1924 e le tracce letterarie della Roma di fine Ottocento nell’opera di un giovane di belle speranze da poco emigrato nella nuova capitale: Gabriele D’Annunzio.

    LEGGI IL SOMMARIO DEL N. 99

     

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  • Storia in Rete n° 89 – marzo 2013 (pdf da scaricare subito)

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    Storia in Rete di marzo 2013 compie un lungo viaggio nei negazionismi: da quello dell’Olocausto a quello delle Foibe e della Guerra Civile, dal negazionismo del Genocidio Armeno quelli di Stato giapponese e turco. Un fenomeno che a volte è anche una “reazione” agli “affermazionismi”, due modi diversi di usare quando la Storia in un verso o nell’altro viene usata per attaccare. Sempre sulla stessa traccia si fa il punto sullo stato della storiografia sulle Foibe, dopo 60 anni di rimozione. Dalla storia come scienza alla storia della scienza: gli equivoci attorno alla teoria di Darwin, causati proprio da quei sodali, amici e colleghi del grande biologo che contribuirono a diffondere una vulgata distorta dell’Evoluzionismo. E mentre Darwin studiava la natura, in Italia Garibaldi si pronunciava contro la presenza turca in Europa, manifestando un inedito anti-islamismo di carattere laico e anticlericale a sostegno della liberazione dei popoli balcanici. E inoltre, da un padre della Patria italiana a quello della nazione tedesca: cosa ha rappresentato Bismarck e la sua pesante eredità per la Germania. E ancora: Storia in Rete di marzo 2013 racconta la tragica vicenda dell’omicidio passionale che nel 1911 sconvolse l’Italia, quello di Giulia Tasca di Cutò, dama di compagnia della Regina e coinvolta in una scandalosa relazione adulterina. Si parla poi del sogno del “paradiso del Socialismo” che per molti americani emigrati nell’URSS di Stalin si rivelò un incubo, come un incubo erano i bagni penali francesi, resi famosi dal film “Papillon” e ora riscoperti in una mostra a Tolone. E per concludere, Salgari e i suoi eroi rivivono in una nuova raccolta di racconti di autori moderni.

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  • Storia in rete n. 92 – giugno 2013 (pdf da scaricare subito)

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    Storia in Rete di giugno 2013 racconta la fine di Rasputin, il pope russo che influenzò la famiglia dell’ultimo Zar. Un nuovo saggio riscrive le ultime ore del santone e identifica l’uomo che avrebbe inferto il colpo di grazia. Ma quali interessi internazionali muovevano i fili della congiura contro Rasputin? E ancora Russia, con i 400 anni della famiglia imperiale, i Romanov.

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