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Home|'600 / '700|Invincibile Russia. Come Pietro il Grande, Alessandro I e Stalin hanno sconfitto gli invasori

Invincibile Russia. Come Pietro il Grande, Alessandro I e Stalin hanno sconfitto gli invasori

€ 22,00

di Andrea Santangelo

Un paese che si estende in longitudine per 9.200 chilometri e in latitudine per 4.500, attraversato da ben 11 fusi orari e con confini non difesi da invalicabili barriere naturali, non poteva che scatenare la cupidigia degli invasori. Questo il destino militare della Russia, che sin dagli albori della sua formazione come Stato ha subito invasioni sia da Oriente sia da Occidente. Ma la Russia non ha nel suo destino di essere conquistata. Chi ha tentato di farlo, infatti, è andato incontro alla sconfitta e al disastro militare, come dimostrano le tre più famose invasioni della sua storia: quella svedese guidata dall’ambizioso re Carlo XII (1708), quella francese comandata dal genio di Napoleone Bonaparte (1812) e quella tedesca ordinata da Adolf Hitler nel giugno 1941.

Carocci | pp. 288

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Categories: '600 / '700, Biografie, Comunismo, Età Napoleonica, Novecento, Proposte del Mese, Seconda guerra mondiale, Varie Tags: Carlo XII di Svezia, Cremlino, Hitler, Mosca, Napoleone Bonaparte, Russia, Stalin, Ucraina, Urss, Vladimir Putin
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  • Storia in Rete n. 51 – gennaio 2010 (pdf da scaricare subito)

    € 3,99
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    Storia in Rete di gennaio 2010 ha moltissima Russia dentro: dal revival di Stalin alle riflessioni sulla storia russa che Storia in Rete fa assieme al viceministro della cultura Pavel Khoroshilov. Ma anche l’accordo fra Italia e Russia del 1909, che aprì all’Italia la strada per Tripoli e la consacrò a potenza europea. E ancora la guerra russo-finlandese vista da un reporter d’eccezione: Indro Montanelli. Il quale “colorì” le sue corrispondenze in modo perlomeno fantasioso… Continua poi il racconto dell’esplorazione spaziale tricolore con la fase di crisi degli anni Settanta. Ci spostiamo quindi alla Seconda guerra mondiale, con la controversa relazione fra la Chiesa e il Nazismo e col racconto del tentato assalto inglese a Tobruk del 1942, quando i superbi commandos inglesi furono sconfitti da un pugno di italiani addetti ai servizi e alla seconda linea. E ancora, il Saturno film festival di Alatri e Anagni – con la sua retrospettiva su terrorismo ed eredità sovietica nell’est europeo, un Machiavelli a luci rosse nella Firenze del Quattrocento – fra prostitute, guardoni e “buoncostume” – e la storia vera, triste e tragica di suor Virginia, la Monaca di Monza, in mostra a Milano. Tutto questo e molto altro su Storia in Rete di gennaio!

     

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  • I Boia. Agli ordini di Stalin

    € 18,00
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    di Nikita Petrov

    Ma dietro ogni ordine di Stalin c’erano vari esecutori, i co-protagonisti di questo libro. Quella proposta da Petrov è così soprattutto una galleria di tipi umani decisamente tragica nella sua varietà: c’è il macellaio puro e semplice ma c’è anche lo scienziato esperto in veleni; con loro il burocrate in carriera, l’intellettuale e il giudice con la passione delle esecuzioni da sentenziare e da eseguire personalmente; ci sono le donne, accanite e sadiche esattamente come gli uomini, e c’è il recordman, lo Stakanov delle fucilazioni: Vasilij Blochin; ci sono il politico, il cortigiano pronto a tutto pur di compiacere il Capo e il sadico che ha trovato una divisa, una protezione e delle vittime su cui accanirsi. Ma ogni differenza si annulla alla fine nel comun denominatore che unisce tutti grazie al diabolico mix di carrierismo, di ferocia, di cieca obbedienza e cinismo. 

    Mauro Pagliai Editore | pp. 330

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  • Lenin!

    € 25,00
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    di F.A. Ossendowski

    Una biografia-romanzo scritta alla fine degli anni Venti, pochissimi anni dopo la morte del leader comunista. Il libro alla sua pubblicazione fu un successo mondiale anche perché raccontava molto bene la parabola dell’anima e del motore della Rivoluzione bolscevica in Russia: Vladimir Il’ic Ul’janov (1870-1924). Metteva nero su bianco le caratteristiche del carattere di un leader, che per quanto avesse venduto al mondo il mito della rivoluzione di popolo, aveva, in realtà, nel suo profondo le caratteristiche di un borghese dalla moralità smodata e incline a perseguitare chi gli apparisse come «indegno». Ossendorski, bielorusso di nascita, è autore noto anche per opere di carattere esoterico- Morì nel 1945 e negli ultimi anni di vita (trascorsi da esule in Francia) ebbe qualche problema con i servizi segreti sovietici che lo consideravano un “nemico del popolo” soprattutto per questo suo libro su Lenin.

    Oaks Editrice | pp. 442

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  • Come sopravvivere all’occupazione sovietica – Una guida per gli sprovveduti

    € 24,00
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    di Alexandra Orme

    La vera storia dell’avanzata delle truppe sovietiche in Ungheria vista da una polacca sposata a un ungherese. Sperava ardentemente di essersi liberata della violenza e dei soprusi che avevano caratterizzato l’occupazione tedesca, finalmente terminata. Si sbagliava… Ma da questo sbaglio è nato un diario lungo poco più di tre mesi (da fine dicembre 1944 a fine marzo 1945) dove con ironia la Orme descrive personaggi e situazioni con grazia, umorismo e una acuta capacità di osservazione che non risparmia né il singolo fante né l’alto ufficiale. Assassini, predoni, cantanti e poeti, arroganti e timidi, ladri e sognatori, generosi e distratti, sporchi e fanfaroni. E’un’interminabile galleria umana quella che offre l’Armata rossa che sta conquistando mezza Europa e che nei giorni del diario è impegnata nella dura battaglia per Budapest (il secondo scontro cittadino più lungo e sanguinoso della Seconda guerra mondiale dopo Stalingrado). Una lettura drammatica e divertente assolutamente consigliata.

    Pseudonimo di Litka de Barcza (1910-1975) Alexandra Orme nasce a Varsavia, cresce in Polonia, Svizzera, Germania e Inghilterra, si sposa nel 1944 con un ungherese che entra nel mirino della Gestapo. Nel dopo-guerra, questo suo libro, noto soprattutto nell’edizione inglese Comes the Comrade, è stato un best seller internazionale.

    Oaks | pp. 264

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    di Alexander Werth

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    Edizione: Castelvecchi | pp. 185

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  • Le rose di Stalin

    € 14,50
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    di Armando Torno

    Stalin andava quasi ogni sera al Bolscioi, percorrendo un corridoio sotterraneo segreto. Spesso gli artisti ricambiavano la cortesia e si recavano al Cremlino. Tra essi, una donna ebbe un rapporto privilegiato con il dittatore: Olga Lepeshinskaya, prima ballerina a Mosca dal 1933 al 1963. Stalin le portava delle rose in camerino, poi cenava con lei e le chiedeva di danzare. Dopo la fine della guerra fredda e la dissoluzione dell’Unione Sovietica, dagli archivi, dalle biblioteche, ma soprattutto dalle confidenze personali di molti protagonisti della storia russa emergono racconti sorprendenti. Le rose di Stalin come ci dice lo stesso Torno è un viaggio nella cultura russa per capire soprattutto cosa sta accadendo in quel paese dopo il crollo del Comunismo. E, insieme a Stalin, popolano queste pagine scritte con maestria, altri giganti della storia russa: Tolstoj, Pasternak, Cechov, Dostoevskij, Lenin, Kruschev…

    Marietti 1820 | pp. 168

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  • STALIN

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    La biografia di Stalin scritta da Essad Bey (compagno di gioventù del dittatore comunista) è stato un best-seller internazionale, in cima alle classifiche di vendita del “New York Times”, ricco di informazioni preziose sul dittatore sovietico e di notizie sui massacri da lui perpetrati, che Essad Bey per primo raccontò in Occidente, tra l’incredulità dei molti intellettuali e giornalisti europei e americani che simpatizzavano per l’URSS. Una biografia critica, ma appassionata, dallo stile avvincente che non trascura vivide informazioni sulla storia aggrovigliata del Caucaso.

    Oaks Editrice | pp. 442

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  • Storia in Rete n. 69 / 70 – luglio – agosto 2011 (pdf da scaricare subito)

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    1943: mentre il mondo si avvia verso il culmine della guerra totale, c’è chi pensa alla pace. E la notizia sorprendente è che si tratta dei dittatori totalitari degli Stati belligeranti: Mussolini, Stalin ed anche Hitler. Una rete di contatti favorita dai giapponesi e dagli altri satelliti dell’Asse e finora negata o lasciata in ombra da una visione della Seconda guerra mondiale che somiglia più alla propaganda dell’epoca che non ad un’analisi storica seria. Ma i nuovi documenti diplomatici stanno consentendo di riscrivere in tre dimensioni le vicende dell’anno della svolta nel conflitto mondiale, come ci racconta un estratto da un approfondito saggio di Eugenio Di Rienzo ed Emilio Gin, preceduto da una lunga prefazione di Fabio Andriola.

    E ancora, il bluff della Marcia su Roma, un mito creato dai fascisti e dagli antifascisti per motivi opposti di opposte propagande. Poi un altro un passo indietro negli anni con un ampio servizio su Luigi Cadorna, il Generalissimo: il comune di Udine decide di togliere la piazza che gli era stata dedicata.Storia in Rete ha chiesto ad uno dei maggiori biografi del Generalissimo perchè questa decisione è antistorica. E sbagliata. Dalla Grande Guerra agli orrori della Guerra Fredda, quando le Superpotenze sperimentavano le atomiche in casa propria e sui propri cittadini e soldati, come gli USA in Nevada. Storia in Rete fa quindi un salto nel Rinascimento, con la vicenda di Isabella de’ Medici, che finora si credeva uccisa dal marito per gelosia, e con le teorie militari di Machiavelli, inascoltate in Italia ma applicate dagli eserciti spagnoli che dominarono i decenni a cavallo fra Cinque e Seicento. E proprio dal Secolo di Ferro parte una mostra a Villa D’Este sui “Battaglisti”, i pittori specializzati in scene di battaglia che fornivano all’Italia dei secoli della decadenza delle guerre da appendere al muro mentre le potenze europee si sfidavano in quelle vere.

    Tutto questo e molto altro su Storia in Rete di luglio e agosto!!

    GUARDA IL SOMMARIO DEL NUMERO 69-70 di STORIA IN RETE

     

     

     

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  • I dieci errori di Napoleone

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    Sconfitte, cadute e illusioni dell’uomo che voleva cambiare la storia
    di Sergio Valzania

    «La storia ha una sua natura sfuggente ed elusiva, tende a non dichiarare le proprie leggi. Individuare i momenti nei quali Napoleone avrebbe potuto indirizzare in modo diverso la sua avventura, incanalandola verso un esito migliore, rischia di risultare arbitrario. Ma il tentativo non è inutile in vista della comprensione politica e umana di una delle vicende più affascinanti della storia moderna». Sergio Valzania ci invita a questo “azzardo storico” isolando dieci errori (ma il numero è evidentemente arbitrario e pretestuoso) commessi da Napoleone a partire dalla ripresa della guerra contro l’Inghilterra nel 1804, iniziale e rovinoso sbaglio della carriera politica e diplomatica dell’imperatore, fino alla battaglia di Waterloo, che mette la parola fine all’avventura bonapartista con una disfatta senza eguali. Napoleone fu sempre innanzitutto un militare: l’aver appreso alla perfezione il proprio mestiere, essere un valoroso soldato, gli procurò le maggiori soddisfazioni, ma lo portò anche a scegliere sempre le vie della guerra a scapito di una più promettente politica diplomatica. Le sue capacità di tattico sono fuori discussione: a determinare la sua sconfitta fu piuttosto l’incapacità di comprendere i fenomeni della geopolitica e della grande strategia, i rapporti di forza sottostanti ai conflitti maggiori, le tensioni prodotte “dalle impalpabili volontà dei popoli” che non la forza militare di un avversario più capace di lui sul suo terreno d’elezione.

    Edizioni: Rizzoli | pp. 232

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  • Gli Antipapi

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    di Elena Percivaldi

    La storia della Chiesa è sempre stata complessa, difficile, contraddittoria. Il suo grande protagonista – da san Pietro a papa Francesco – solitamente è il pontefice, somma autorità religiosa e per molti secoli anche politica e temporale. In realtà molte altre figure hanno determinato, nel corso di duemila anni, le intricate vicende del papato: cardinali, vescovi, santi, eretici, imperatori, chierici e laici. E tra questi anche gli “antipapi”, uomini che – individualmente o supportati da fazioni – non hanno accettato il pontefice eletto in via ufficiale e hanno dato vita a veri e propri scismi. Dai primi nebulosi inizi – quando il santo padre era solo vescovo di Roma e non aveva ancora l’universalità che avrebbe poi detenuto nei secoli a venire – fino al grande scisma, il volume racconta la storia dei quarantatré antipapi scelti secondo procedure non canoniche. Considerati degli usurpatori, per questo furono catturati, scomunicati, processati, imprigionati, uccisi. Alcuni fuggirono, altri si ritirarono in convento, altri ancora scomparvero semplicemente nel nulla. Fieri oppositori al papato ufficiale per motivi dottrinali e ideologici, oppure mere pedine mosse dal potere delle famiglie aristocratiche romane e degli imperatori, gli antipapi rivivono in queste pagine non più come comprimari, ma come veri protagonisti.

    Edizione: Newton Compton Editori | pp. 432

     

     

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