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Le spie naziste degli Stati Uniti

di Simone Barcelli

La vita di Reinhard Gehlen, il generale della Wehrmacht responsabile durante la Seconda guerra mondiale del Fremde
Heere Ost (FHO), una branca specializzata di intelligence dello Stato Maggiore dell’esercito tedesco operante sul fronte orientale, somiglia a un’intrigante spy-story. Nel dopoguerra fu scelto e finanziato dagli Stati Uniti per contenere e contrastare la minaccia sovietica. La rete spionistica clandestina dell’Organizzazione Gehlen, che agiva in nome e per conto del Counter Intelligence Corps (CIC) e poi della Central Intelligence Agency (CIA), divenne nel 1956 il Bundesnachrichtendienst (BND), il servizio informazioni della Repubblica Federale Tedesca. Gehlen, per assolvere la sua missione anticomunista, arruolò fin dal 1946 migliaia di ferventi nazisti, compresi molti criminali di guerra, che avevano prestato servizio nel Sicherheitsdienst (SD), la sezione estera d’intelligence della Reichssicherheitshauptamt (RSHA), il dipartimento delle SS che si occupava della sicurezza del Reich e che includeva anche la Gestapo, la polizia politica. L’autore, grazie all’ausilio di migliaia di documenti governativi desecretati, ricostruisce le dinamiche che permisero tutto ciò, discutendo anche dei limiti della “denazificazione” e della costruzione del mito di una Wehrmacht “pulita” necessario per la ricostruzione dell’esercito tedesco (Bundeswehr) e per l’ingresso della Germania Ovest nella NATO.

pp. 240 – Idrovolante Edizioni

 17,00

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