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Fascismo

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  • Storia in Rete n. 104 – giugno 2014 (pdf da scaricare subito)

    € 3,99
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    Novant’anni dopo il Delitto Matteotti cosa resta da scoprire su quell’oscura vicenda? Praticamente tutto: trame, retroscena, veri mandanti e perfino alcuni degli esecutori materiali restano nell’ombra. Storia in Rete di giugno prova a fare il punto sul primo delitto di Stato del XX secolo in Italia.
    Da Matteotti alla Grande Guerra, nel suo centenario: un conflitto che vide due Pontefici al Soglio e molti dei futuri papi impegnati al fronte o nella diplomazia. E ancora, i nuovi studi sulle cause profonde della guerra, che escludono la tradizione del singolo motivo (l’imperialismo tedesco) e ipotizzano modelli più complessi e sfaccettati. Quindi un balzo indietro di 19 secoli, nell’Impero Romano: Apollonio di Tiana, il Gesù pagano. Storia in Rete ne parla con Miska Ruggeri, autore di un saggio filologico sul grande sapiente greco. Dall’Ellenismo al Rinascimento, con una mostra su Baccio Bandinelli, il rivale di Michelangelo, dimenticato per motivi politici. E ancora: Vlad III l’Impalatore e la sua guerra contro Maometto II, una crociata condotta con spietata ferocia da parte di entrambi. E il “Grande Gioco”, la rivalità fra Londra, San Pietroburgo (e l’intromissione di Berlino) nell’heartland del Vecchio Mondo: l’imprendibile Afghanistan. E infine Giuseppe Solaro, l’irriducibile federale di Torino durante la RSI che sognava un impossibile accordo fra Fascismo e Comunismo per combattere il capitale.
    Tutto questo e molto altro su Storia in Rete di giugno 2014 !!!

    LEGGI IL SOMMARIO DEL NUMERO 104

     

     

     

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  • Storia in Rete n. 75 – gennaio 2012 (pdf da scaricare subito)

    € 3,99
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    Storia in Rete numero 75 di gennaio 2012 apre l’anno con un numero denso e intrigante. Si parte con una lunga intervista al direttore del Museo Centrale del Risorgimento di Roma, Marco Pizzo, sulla possibilità che l’Italia possa finalmente chiudere un capitolo del passato mettendo il Fascismo in un museo. Siamo abbastanza maturi per compiere questo passo? Dal Fascismo al Medioevo: Storia in Rete mostra ai suoi lettori in esclusiva la lettera di Innocenzo III con cui furono scomunicati i crociati che avevano espugnato Zara, nel 1203: un privilegio per i nostri affezionati, in attesa che questo documento storico dell’Archivio Segreto Vaticano venga mostrato al pubblico per la prima e unica volta in una mostra ai Musei Capitolini a febbraio.

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  • Storia in Rete n. 54 – aprile 2010 (pdf da scaricare subito)

    € 3,99
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    Storia in Rete numero 54 di aprile 2010 dedica un ampia sezione ad alcuni degli aspetti oscuri della politica estera di Mussolini, dalla scoperta di un servizio segreto creato dal Duce a Salò per contrastare il tentativo tedesco di annettere il Trentino-Alto Adige alla poco nota – ma molto istruttiva – vicenda della “Linea Non-mi-fido”, la fortificazione del confine al Brennero portata avanti dal 1940 al 1942 in piena alleanza italo-tedesca. E ancora l’ultimo Mussolini, oscillante fra pensieri di morte e disfatta e fisso agli “assi” che ancora gli restavano nella manica e la vicenda dei documenti che forse erano quegli “assi” e che finirono in mano inglese. E – infine – la storia di De Agazio, uno dei primi giornalisti ad indagare sulla sorte di quei documenti, assassinato nel 1947 perchè giunto troppo vicino a verità scottanti. Chiuso il lungo “dossier Mussolini”, Storia in Rete torna ad occuparsi di Risorgimento, con un ritratto di Luigi Luzzatti e quindi con la 14^ puntata della storia dell’astronautica italiana si avvicina al momento clou della nascita dell’Agenzia Spaziale tricolore. Storia in Rete quindi getta uno sguardo sul lato oscuro di Salvator Allende, quando – nella sua giovinezza – il futuro campione della democrazia cilena (e mondiale) sosteneva tesi eugenetiche. Dal Cile a Vienna, dove si celebra il più grande condottiero italiano del Settecento, il Principe Eugenio di Savoia, e ancora il secondo dei ritratti dei fratelli di Napoleone, Luciano Bonaparte, testardo e nobile oppositore dell’Imperatore dei Francesi. Infine una sconsolata panoramica del massacro della storia di Elisabetta di Baviera – conosciuta come “Sissi” – compiuto dalla recente fiction RAI.

    Tutto questo e molto altro su Storia in Rete numero 54 !!!

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  • Si firmava Mussolini

    € 31,00
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    di Bruno Gatta

    Che sia stato un grande giornalista non lo nega nessuno, neanche i suoi avversari più tenaci e intransigenti. E quella di Bruno Gatta è una biografia particolare fatta attraverso la lunga carriera di Mussolini nei giornali, soprattutto il suo “Il Popolo d’Italia” fondato nel novembre 1914 subito dopo l’uscita dal Partito socialista e pochi mesi prima dell’ingresso dell’Italia nella Prima guerra mondiale. Sull’interventismo si era giocata la partita politica di Mussolini con i suoi ex compagni socialisti e da quel momento “Il Popolo d’Italia” fu più che un giornale per colui che non aveva ancora fondato il Fascismo e conquistato il Potere. Anche negli anni a seguire, una volta diventato primo ministro, il giornalista Mussolini amava il suo mestiere di Duce ma ancora di più quel suo figlio prediletto che era il giornale, “quel piccolo foglio di carta nel quale confluisce la storia del mondo in una giornata”. Quell’amore durò fino al 25 luglio 1943. Poi lo stesso Mussolini non volle più che il suo giornale uscisse per non esporlo alla censura tedesca. Ma anche negli ultimi mesi si comportò da giornalista firmando le “anonime”, ficcanti “Corrispondenze repubblicane”

    Edizioni Settimo Sigillo | pp. 376

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  • Il tesoro dei vinti

    € 17,00
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    di Gianni Oliva

    Dongo, 27 aprile 1945: la colonna italo-tedesca su cui viaggia Mussolini con buona parte del governo della Rsi , viene fermata alle porte del paesino sulla sponda sinistra del lago di Como. La colonna è diretta nella vicina Valtellina ma non ci arriverà mai anche grazie all’ambiguo comportamento ambiguo dei tedeschi che, di fatto, consegnano i fascisti che sono con loro ai partigiani della 52ª brigata Garibaldi. Nella lunga autocolonna viene trovata un’ingente quantità di beni preziosi, banconote di ogni taglio, oro, gioielli, titoli di Stato, valuta straniera, in gran parte provenienti dai fondi segreti dei ministeri della Repubblica sociale. Un ricco bottino che da quel giorno tutti conosceranno come il «tesoro di Dongo». Chi si è impossessato di quell’oro, destinato alle autorità del nuovo Stato italiano? Chi lo ha trasferito alla federazione comunista di Como? Chi se n’è impadronito in seguito? E chi ha fatto scomparire il «capitano Neri» e la partigiana «Gianna», combattenti garibaldini che ne avevano compilato l’inventario? Nella primavera del 1957 ha finalmente inizio, presso la Corte d’assise di Padova, il processo che dovrebbe fare luce su questi interrogativi. Un procedimento che suscita tante attese, ma che viene rinviato dopo quarantatré udienze per il suicidio di un giudice popolare e che non verrà mai più ripreso, perché «scomodo». Dalle carte disponibili emergono infatti con chiarezza le responsabilità politiche degli eventi che si sono consumati in quei lontani giorni del 1945. Secondo tutte le testimonianze, il tesoro finisce nelle casse del Partito comunista, in un momento in cui gli equilibri della nuova Italia sono ancora da determinare e l’ala più oltranzista del partito persegue una prospettiva rivoluzionaria da sostenere con adeguate risorse finanziarie. Gianni Oliva, utilizzando le decine di deposizioni del processo, ricostruisce con ritmo incalzante i frangenti drammatici di fine conflitto, quando il Lario diventa il lago dei destini incrociati: il crepuscolo tragico di Mussolini e dei gerarchi si intreccia con il recupero del tesoro, con le accese divergenze sulla sua destinazione, con le tensioni di una guerra non ancora conclusa che già si prolunga nella pace. Sullo sfondo, si respira l’atmosfera della resa dei conti, un clima in cui si eliminano con troppa facilità i nemici di ieri e quelli di oggi.

     

     

     

     

    astorale.

    Edizioni Mondadori | pp. 232

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  • L’autopsia inutile dei diari di Mussolini

    € 15,90
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    di Bruno Tomasich

    Tomasich propone un’analisi critica del libro di Mimmo Franzinelli “Autopsia di un falso”. Partendo dai diari di Mussolini editi da Bompiani e dal libro di Franzinelli che li descrive come un “disegno di rivalutazione di despoti” e di legittimizazione di posizioni liberticide”, l’autore rivisita la questione attingendo anche a documentazione archivistica e giornalistica. Secondo Tomasich Così l’autopsia ci presenta dei diari definiti infidi, aventi la funzione di svolgere un ‘disegno politico-culturale di rivalutazione di despoti dei quali si legittimano la posizioni liberticide, con la conseguente svalutazione degli avversari dell’antisemitismo, del nazismo e del fascismo’. Quanto sia strumentale e non obiettiva la presunta autopsia, il lettore lo può desumere dal fatto che, per rendere autentici i diari, Mussolini non avrebbe dovuto legittimare la svalutazione degli avversari del fascismo ma avrebbe dovuto svalutare direttamente il fascismo. È questa la tesi dell’autore dell’opera che avrebbe così voluto dimostrare la falsità dei diari.”

    Europa Edizioni | pp. 230

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  • Gli ultimi giorni di Mussolini – Speciale (edizione in pdf da scaricare subito)

    € 5,90
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    A 70 anni dalla fine della guerra civile cosa sappiamo davvero sulla morte di Benito Mussolini e sui drammatici eventi che la precedettero e la seguirono? Molte cose anche se molto spesso decisamente diverse da quelle che comunemente si dicono e scrivono. Per capire davvero quei fatti, finalmente è pronto e disponibile online il nuovo speciale di “Storia In Rete” dedicato agli ultimi giorni di Mussolini e della RSI. Per la prima volta un giornale di Storia esce con una versione “premium” (200 pagine a solo € 5,90) solo in versione pdf per i lettori digitali: 20 pagine in più rispetto alla versione cartacea che sarà in edicola tra una decina di giorni al prezzo di € 9,50.

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  • I neri e i rossi

    € 22,00
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    di Stefano Fabei

    La storia dei tentativi di conciliazione tra fascisti e socialista nei tragici mesi della Repubblica Sociale Italiana. Tentativi culminati nella proposta che Mussolini, il 22 aprile 1945, compiendo la sua ultima manovra politica, consegna al giornalista antifascista Carlo Silvestri, convocato in prefettura a Milano, perché la recapiti all’esecutivo del PSIUP. È l’invito del dittatore al Partito socialista, con l’accordo del Partito d’azione e il tacito consenso del PCI, a prendere in consegna la città di Milano e a mantenere l’ordine pubblico, per cui mette addirittura a disposizione reparti della RSI. Deve essere questo lo sbocco dell’operazione “ponte” che Mussolini ha messo in atto da alcuni mesi con la collaborazione di Silvestri, di Edmondo Cione e in cui coinvolge il comandante delle formazioni partigiane socialiste “Matteotti” Corrado Bonfantini. Ma l’intransigenza di Lelio Basso e, soprattutto, di Sandro Pertini fanno fallire questo progetto a cui molti, da entrambe le parti, hanno guardato con opportunismo ma anche con sincera buona fede.

    Edizione: Mursia | pp. 464

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  • I ragazzi di Quai de Bacalan

    € 24,00
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    di Andrea Vezzà

    Dopo l’8 settembre 1943, sparita ogni rappresentanza ufficiale italiana in Francia, alcuni giovani italiani cercarono di raggiungere l’Italia e arruolarsi nel nuovo esercito repubblicano. Qualcuno si accorse del gesto e intervenne: fu preparato il loro trasferimento a Betasom, la base dei sommergibili italiani di Bordeaux che non aveva accettato la resa. Trecento volontari prontamente inquadrati nel reggimento San Marco di stanza della base di quai de Bacalan. Qui ricevettero un primo addestramento militare e andarono a formare la 1° Compagnia “Volontari di Francia” del Battaglione Longobardo. Combattenti sotto una bandiera ritenuta sbagliata, questi giovani sono stati dimenticati dalla storia ufficiale e le loro gesta sono cadute nell’oblio. Questo libro, attraverso testimonianze dirette, rievoca nella sua integrità la stupefacente avventura di quei “Volontari di Francia”.

    Edizione: Ritter | pp. 193

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  • Eja Eja Alalà – Controstoria del Fascismo

    € 19,90
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    di Giampaolo Pansa

    Nell’Italia del Duemila può presentarsi l’avventura autoritaria di un nuovo Benito Mussolini? Anche oggi siamo un paese strozzato da una crisi pesante, con una casta di partiti imbelli e un possibile conflitto tra ceti diversi. Sono queste assonanze con gli anni Venti del Novecento che hanno spinto Giampaolo Pansa a scrivere “Eia eia alalà”, un antico grido di vittoria riesumato dallo squadrismo fascista. Il racconto inizia con la lotta di classe esplosa tra il 1919 e il 1922, guidata dai socialisti e sconfitta dall’inevitabile reazione della borghesia. Il nero nacque dal rosso: l’estremismo violento delle sinistre non poteva che sfociare nella marcia su Roma di Mussolini, il primo passo di una dittatura ventennale. La ricostruzione di Pansa ruota attorno a un personaggio esemplare anche se immaginario: Edoardo Magni, un agrario padrone di una tenuta tra il Monferrato e la Lomellina. Coraggioso ufficiale nella Prima guerra mondiale, finanziatore delle squadre in camicia nera, all’inizio convinto della necessità di una rivoluzione fascista ma via via sempre più disincantato. Sino a diventare un sostenitore del leader squadrista dissidente Cesare Forni, ritenuto da Mussolini un nemico da sopprimere. Magni è il protagonista di un dramma a metà tra il romanzo e la rievocazione storica, gremito delle tante figure che attorniano il Duce, una nomenclatura potente descritta con realismo…

    Edizioni: Rizzoli | pp. 375

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  • A difendere i cieli d’Italia

    € 12,00
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    di Marco Petrelli

    “Li avevano mandati in guerra nel 1940 contro gli Alleati. Hanno continuato a farlo per coerenza”, spiega Marco Petrelli, autore di “A difendere i cieli d’Italia” (Ed. Ciclostile, 2014) in merito ai “protagonisti” del suo libro dedicato ai “cacciatori” dell’Aeronautica Nazionale Repubblicana, forza aerea della Repubblica Sociale Italiana. Ternano, trentuno anni, Petrelli è un giornalista che collabora anche con Libero e che al suo primo volume ha voluto dare un taglio, appunto, molto giornalistico: in esso sono infatti contenute le interviste agli ultimi piloti dell’ANR. “E’ stata proprio la discrezione degli intervistati il maggiore ostacolo a raccontare alcune vicende – continua Petrelli – Nessuno di loro si sentiva pentito della propria scelta. In fondo, perché pentirsi? “Cacciavano” i B17 e i B25, non ebrei e partigiani. Con la Guerra civile del ’43-’45 non c’entravano. Eppure parlare di medaglie, meriti e abbattimenti creava loro imbarazzo: non era quello il motivo per il quale parlavano con me”.

    Edizioni: Ciclostile | pp. 122

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  • D’Annunzio, l’amante guerriero

    € 15,00
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    di Giordano Bruno Guerri

    “Amante guerriero” nella seduzione come in letteratura e in politica, Gabriele d’Annunzio fu un uomo che seppe imporre i propri sogni. Discendente di tanti avventurieri italiani, da Casanova a Cagliostro, rivoluzionò la figura dell’intellettuale facendo della sua vita un’opera d’arte e influenzando più generazioni nel gusto e nella visione del mondo. L’Italia del secondo dopoguerra ha cercato in tutti i modi di sbarazzarsi di lui, alternando l’indifferenza alla condanna; e allora riscoprire d’Annunzio significa rivisitare la cultura di un’Italia appena nata, con i suoi fermenti, le sue aspirazioni, le sue contraddizioni, un’Italia di cui fu un campione smisurato. In questo saggio dai ritmi narrativi, Giordano Bruno Guerri svela un personaggio restituito al suo pensiero e alla sua arte, oltre che al suo tempo. Racconta nel dettaglio anche l’amante instancabile, rendendo omaggio a quelle donne, ispiratrici e compagne più o meno folli e coraggiose, che lo amarono sacrificandogli tutto, alle quali la letteratura italiana resta debitrice.

    Edizioni: Oscar Mondadori | pp. 328

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