di Bruno Gatta
Che sia stato un grande giornalista non lo nega nessuno, neanche i suoi avversari più tenaci e intransigenti. E quella di Bruno Gatta è una biografia particolare fatta attraverso la lunga carriera di Mussolini nei giornali, soprattutto il suo “Il Popolo d’Italia” fondato nel novembre 1914 subito dopo l’uscita dal Partito socialista e pochi mesi prima dell’ingresso dell’Italia nella Prima guerra mondiale. Sull’interventismo si era giocata la partita politica di Mussolini con i suoi ex compagni socialisti e da quel momento “Il Popolo d’Italia” fu più che un giornale per colui che non aveva ancora fondato il Fascismo e conquistato il Potere. Anche negli anni a seguire, una volta diventato primo ministro, il giornalista Mussolini amava il suo mestiere di Duce ma ancora di più quel suo figlio prediletto che era il giornale, “quel piccolo foglio di carta nel quale confluisce la storia del mondo in una giornata”. Quell’amore durò fino al 25 luglio 1943. Poi lo stesso Mussolini non volle più che il suo giornale uscisse per non esporlo alla censura tedesca. Ma anche negli ultimi mesi si comportò da giornalista firmando le “anonime”, ficcanti “Corrispondenze repubblicane”
Edizioni Settimo Sigillo | pp. 376
€ 31,00
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