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Home Page | Products tagged “nazismo”

nazismo

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  • Rommel. Ambiguità di un condottiero

    € 16,00
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    di Carlo De Risio

    Il cippo c’è ancora, piantato dagli Italiani, ai margini della strada litoranea: ”Mancò la fortuna non il valore – 111 chilometri da Alessandria”. Testimonianze attendibili assicurano che nostri motociclisti percorsero quei chilometri, il 30 giugno 1942, e raggiunsero la periferia della città egiziana affacciata sul Mediterraneo, mentre nell’interno si combatteva. Questo accadeva con i reparti della Ottava Armata britannica che rifluivano in disordine verso Oriente. Un mistero avvolge quelle ore cruciali del conflitto in Africa Settentrionale, a quasi ottant’anni dagli avvenimenti. Il generale Claude Auchinleck non seppe mai spiegarsi perché Rommel si fosse fermato, consentendo a rinforzi giunti dal lontano Iraq di imbastire una affrettata difesa. Sta di fatto che, dal mattino del 30 giugno e per intere ventiquattro ore, il cannone tacque davanti a El Alamein. Perché Rommel venne meno alla sua perentoria direttiva “In nessun caso deve essere lasciato al nemico di organizzarsi”? Che cosa passò per la mente della “volpe del deserto”? Da parte italiana, una motivazione di ordine morale e politico, non soltanto militare, aveva nel frattempo indotto Mussolini a precipitarsi in Libia, dopo che una parola d’ordine convenuta aveva annunciato che l’avanzata dell’Armata italo-tedesca era inarrestabile e che la conquista di Alessandria era imminente. Fino a quel momento, il vittorioso ciclo di operazioni era avvenuto col nome di Rommel sulla bocca di tutti: occorreva rimediare a questa univocità. Mussolini giunse a Derna nel tardo pomeriggio del 29 giugno, e Rommel ne fu ovviamente subito informato. All’ombroso neo Maresciallo, questa novità risultò poco gradita, interpretata nel senso che gli si volesse “rubare la scena” nell’entrata ad Alessandria data per scontata. Poco convincente, nelle sue annotazioni successive, perché rinunciò a “darci dentro”, sul fronte, senza por tempo in mezzo. Il Duce si fermò sulla “quarta sponda” fino al 20 luglio e varcò timidamente la frontiera con l’Egitto, a Sollum, senza spingersi a ridosso della prima linea. Per tutto questo tempo Rommel non prese in considerazione un incontro con Mussolini tra la sorpresa generale e con imbarazzo degl stessi Tedeschi. “Nessuno, – scrisse in seguito Auchinleck – e io meno degli altri, era in grado di dire se si poteva radunare e riorganizzare l’Armata in tempo per fermare Rommel e salvare l’Egitto. La cosa rimase in dubbio per almeno due settimane”. Il 30 agosto 1942, in quella che è passata alla storia come “la corsa dei sei giorni”, avvenne l’ultimo tentativo di aprirsi il passo in direzione di Alessandria, Il Cairo e il Canale di Suez. Ne risultò la meno convinta e meno decisa offensiva di tutta la campagna d’Africa, iniziata da Rommel, sospesa, ripresa, con disorientamento delle truppe dell’Armata corazzata, costrette alla fine a retrocedere sulla linea di partenza. Il Maresciallo, politicamente, era già “dall’altra parte”? Sospettato di aver preso parte, in qualche modo, al complotto e all’attentato contro Hitler (20 luglio 1944), quindi arrestato in convalescenza a Herrlingen (Ulma), venne costretto a scegliere fra un processo e il suicidio: scelse la seconda alternativa.

     

    IBN Editore | pp. 132

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  • L’angelo di Monaco

    € 18,00
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    di Fabiano Massimi

    Monaco, settembre 1931.  Mancano ancora 16 mesi alla presa del potere di Hitler in Germania ma il Partito Nazionalsocialista è già un protagonista, ingombrante, della scena politica della Repubblica di Weimar. Il cuore del Nazismo che si sta facendo strada nella società tedesca è a Monaco ed è in questa città della baviera che si svolge la storia. Il commissario Sigfried Sauer è chiamato con urgenza in un appartamento signorile di Prinzregentenplatz, dove la ventiduenne Angela Raubal, detta Geli, è stata ritrovata senza vita nella sua stanza chiusa a chiave. Accanto al suo corpo esanime c’è una rivoltella: tutto fa pensare che si tratti di un suicidio. Geli, però, non è una ragazza qualunque, e l’appartamento in cui viveva ed è morta, così come la rivoltella che ha sparato il colpo fatale, non appartengono a un uomo qualunque: il suo tutore legale è «zio Alf», noto al resto della Germania come Adolf Hitler, il politico più chiacchierato del momento, in parte anche proprio per quello strano rapporto con la nipote, fonte di indignazione e scandalo sia tra le file dei suoi nemici, sia tra i collaboratori più stretti. Sempre insieme, sempre beati e sorridenti in un’intimità a tratti adolescenziale, le dicerie sul loro conto erano persino aumentate dopo che la bella nipote si era trasferita nell’appartamento del tutore. Sauer si trova da subito a indagare, stretto tra chi gli ordina di chiudere l’istruttoria entro poche ore e chi invece gli intima di andare a fondo del caso e scoprire la verità, qualsiasi essa sia. Hitler, accorso da Norimberga appena saputa la notizia, conferma di avere un alibi inattaccabile. Anche le deposizioni dei membri della servitù sono tutte perfettamente concordi. Eppure è proprio questa apparente incontrovertibilità dei fatti a far dubitare Sauer, il quale decide di approfondire. Le verità che scoprirà, così oscure da far vacillare ogni sua certezza professionale e personale, lo spingeranno a decisioni dal cui esito potrebbe dipendere il futuro stesso della democrazia in Germania…
    L’angelo di Monaco è un thriller in miracoloso equilibrio tra inoppugnabile realtà storica e avvincente finzione, un viaggio all’inseguimento di uno scampolo di verità in grado, forse, di restituire dignità alla prima, vera vittima della propaganda nazista: la giovane e innocente Geli Raubal.

    Longanesi | pp. 496

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  • Hitler e l’esoterismo

    € 18,00
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    di Giorgio Galli

    L’accademia continua a trascurare la relazione tra il Nazismo, i suoi uomini di punta a cominciare ovviamente dallo stesso Hitler con la cultura esoterica. Un ritardo che riguarda anche altri regimi e sistemi politici e altre epoche. In questo libro, Galli – uno dei pionieri dello studio dei legami tra esoterismo e politica e in particolare tra esoterismo e Nazismo – analizza in particolare: la specifica natura dell’esoterismo nazionalsocialista e, personalmente, di Hitler.

    Oaks editrice | pp. 238

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  • Naziste. Le mogli ai vertici del Terzo Reich

    € 22,00
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    di James Wyllie

    Nonostante la storiografia le abbia per lo più ignorate, le donne raccontate in questo libro, mogli, compagne, amanti dei più importanti gerarchi nazisti, sono state letteralmente in primo piano sulla scena della storia. Difficilmente inquadrabili nel cliché della donna docile e sottomessa, queste Naziste hanno avuto un ruolo decisivo nella costruzione e nel consolidamento del Terzo Reich, determinando svolte, conversioni, rotture, alleanze, e conservando tenacemente la memoria dei mariti ben oltre la fine della seconda guerra mondiale. Non rimasero insomma “dietro” gli uomini ingombranti che avevano sposato, come vorrebbe l’abusato modo di dire, inermi custodi della loro vita privata; ma accanto, fianco a fianco nella costruzione quotidiana del più tragico progetto politico di tutti i tempi. Ripercorrendo diari, lettere, libri di memorie, documenti d’archivio, James Wyllie fa emergere un versante sconosciuto della storia del nazismo, e rende più comprensibile la vita interiore, apparentemente inspiegabile e mostruosa, degli uomini che hanno avverato l’incubo hitleriano. E mentre ordisce un fitto intreccio di notazioni psicologiche e trame politiche, faccende personali e questioni diplomatiche, problemi sentimentali e sogni di dominio, Wyllie ci costringe a riconsiderare la tradizionale distinzione tra pubblico e privato, tra fatti storici e gossip.

    UTET | pp. 346

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  • Vivere pericolosamente

    € 39,00
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    di Otto Skorzeny

    Il 25 Luglio 1943, Otto Skorzeny è convocato al Quartier Generale del Führer. È Hitler in persona che lo riceve e gli ordina: “Ho una importantissima missione per Lei. Mussolini, mio amico e nostro fedele collaboratore, è stato tradito dal suo stesso sovrano e posto agli arresti. Non voglio né posso lasciare nei guai l’uomo più importante d’Italia”. Con queste parole incomincia l’operazione che porterà Skorzeny sul Gran Sasso dove, a capo di un gruppo di arditi, libererà Mussolini prigioniero. È certamente l’impresa più sensazionale che abbia compiuto Skorzeny nella sua vita avventurosa. Ma non è la sola. Fedele al motto “vivere pericolosamente”, questo compatriota di Hitler, si è trovato coinvolto in quasi tutti gli avvenimenti straordinari che hanno caratterizzato la storia del Terzo Reich: dall’ Anschluss alle campagne militari della Seconda Guerra mondiale.Questa sua autobiografia si chiude con gli avvenimenti post-bellici, la consegna agli americani il 15 Maggio 1945 fino al 1948, quando, il 27 Luglio, dopo l’ennesimo trasferimento riesce a fuggire perché ha deciso di “scegliere la libertà”.

    Settimo Sigillo | pp. 432

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  • Riservato da Vichy – Diario segreto della Francia (1939-1944)

    € 25,00
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    di Alfred Fabre-Luce

    La storia di Vichy vista dal suo interno, un intellettuale e giornalista vicino al regime del Maresciallo Pétain ma non disposto ad occultare difficoltà e miserie di uno strano stato sorto dalla cocente sconfitta francese da parte dei tedeschi nel maggio-giugno 1940. Uno stato che proclamava – in una Francia occupata in parte e completamente condizionata da Berlino – una “Rivoluzione nazionale” e che ebbe grandi consensi prima di diventare, per la Francia del dopoguerra, un nodo psicologico e storico ancora non risolto. Fabre-Luce, con una scrittura avvincente, racconta in diretta – il libro nacque, capitolo dopo capitolo, durante gli agitati anni di Vichy – scenari grandi e piccoli, complotti, dubbi, retroscena, scontri, speranze e delusione di una generazione di francesi messi di fronte ad un momento storico troppo più grande di loro.

    Oaks editrice | pp. 478

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  • Processo a Norimberga

    € 20,00
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    di Hans Fritzsche

    I ricordi, l’autodifesa e il memoriale di uno dei più importanti funzionari nazionalsocialisti – funzionario non gerarca o dirigente – dagli anni trenta fino al drammatico epilogo dell’aprile-maggio 1945. Fritzsche è stato la “voce” del Nazismo con la sua trasmissione settimanale alla radio, ha controllato per anni la stampa interna e tenuto i rapporti con quella estera: tuttavia era “solo” uno dei collaboratori di Joseph Goebbels e, tanto per dirne una, incontrò personalmente Hitler pochissime volte. Questo non lo esentò dal finire a Norimberga dove però fu assolto. Forse anche alle argomentazioni che svolse e che questo libro raccoglie insieme ad una incredibile e avvincente serie di ricordi e aneddoti che aprono varchi poco noti nella storia del nazismo, delle sue dinamiche interne e del suo drammatico e confuso epilogo. Prefazione di Marco Cimmino.

    Oaks editrice | pp. 306

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  • La resa dei conti con Hitler

    € 22,00
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    di Hjalmar Schacht

    Hjalmar Schacht è stato un personaggio tutto sommato ambiguo e nelle sue memorie ha tentato di ribaltare questa ambiguità rivendicando una forte opposizione al Nazismo ma dall’interno. In effetti, Schacht non fu mai un nazista anche se è stato a lungo ministro delle Finanze tedesco e ancor di più presidente della Banca centrale, la Reichsbank. Ma fu – e lui rivendica questo ruolo – soprattutto un “tecnico” in quanto economista e banchiere di livello internazionale. Certo, ebbe la sua parte nella ascesa economica della Germania dal 1933, contribuendo così di fatti al tanto famigerato “riarmo” tedesco, ma in questo libro pieno di risvolti poco noti e di aneddoti interessanti, Schacht sostiene di aver sostanzialmente “frenato” il Nazismo finché fu al suo posto, cioé fino all’inizio del 1939. Poi fu emarginato e, ad un certo punto, anche arrestato. La sua ambiguità è ben rappresentata dal suo destino nell’immediato dopoguerra: da una parte finì a Norimberga, imputato con i massimi dirigenti del nazionalsocialismo. Ma fu anche uno dei pochissimi che venne assolto da ogni imputazione. Un libro da leggere per le mille notizie che dà nonostante il fastidioso ed enorme “senso di sé” che l’autore mette in ogni pagina…

     

    Res Gestae | pp. 306

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  • Guerra!

    € 20,00
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    di Emilio Canevari

    Un importante generale italiano della prima metà del Novecento, analizza uomini, idee e strategie degli alti comandi tedeschi dal ‘700 al Nazismo. Quale ruolo ha avuto l’esercito tedesco nelle crisi che la Germania ha attraversato nelle sue rivoluzioni, da Federico II all’ascesa di Hitler, e come si è creato il mito, rivelatosi fallace, della sua superiorità.

    Oaks | pp. 234

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  • Hitler, il primo soldato

    € 26,00
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    di Stephen G. Fritz

    Dopo l’umiliante sconfitta della seconda guerra mondiale, molti generali tedeschi pubblicarono biografie e memorie in cui incolpavano il Führer e le sue decisioni impulsive per la crisi della leadership militare tedesca, in passato brillante. L’autore decostruisce la caricatura di un Hitler impreparato militarmente e sottolinea i tratti più coerenti ed efficaci della sua visione strategica dalla salita al potere alla fine della guerra.

    LEG | pp. 560

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  • Mussolini e Hitler – Storia di una relazione pericolosa

    € 28,00
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    di Christian Goeschel

    Cosa rende interessante il libro di Goeschel? Il fatto che semplicemente contesta – senza tema di essere sospettato di flirtare con chissà chi o di essere un nostalgico di chissà cosa – un dogma dei nostri tempi: quello del collante eminentemente ideologico dell’alleanza tra Italia fascista e Germania nazista tra la seconda metà degli anni Trenta e la fine della guerra mondiale. Insomma, la categoria del nazi-fascismo. Ovviamente affermazioni che, al di là di tutto, sembrano dettate dal buon senso e dalla semplice analisi dei fatti, senza l’assillo di aggiornare ad ogni pagina l’elenco dei “Buoni e dei Cattivi”. Un esempio? Scrive Goeschel che «si capisce meglio la storia del rapporto fra Mussolini e Hitler se lo si vede come un’unione strumentale e una relazione costruita in chiave politica piuttosto che come un patto segnato ideologicamente, e quindi inevitabile, o come una vera amicizia». Un altro esempio? «Io sostengo che la storia dell’alleanza tra l’Italia fascista e la Germania nazista fu molto più complessa di quanto sia stato suggerito in opere recenti, secondo le quali l’alleanza fu motivata sostanzialmente dalla condivisione di una ideologia e da una riuscita cooperazione». E poi ancora, scrive Goeschel, ostinarsi a perseguire – come han fatto alcuni storici senza grandi risultati – un progetto teoretico (…) sul “minimo comun denominatore del fascismo” rischia di «travisare le complessità, le ambiguità e le tensioni all’interno dell’archetipico legame fascista fra Mussolini e Hitler». Del resto, come ammette sempre lo storico inglese, negli anni Trenta, già divise da indole delle popolazioni, interessi geopolitici e da storici pregiudizi, «l’Italia e la Germania avevano forti collegamenti con altri Stati, e un’alleanza italo-tedesca non era affatto ineluttabile». A determinarla non furono infatti le assonanze ideologiche – che anche Goeschel definisce “abbastanza superficiali” – ma alcune contingenze politico-diplomatiche.

    Laterza | pp. 465

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  • I vinti della liberazione

    € 28,00
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    di Paul Sérant

    Cosa accadde in Europa Occidentale al termine della Seconda Guerra Mondiale? Lo scrittore Paul Sérant riapre una pagina di storia dimenticata, allo scopo di riportare l’attenzione sull’epurazione avvenuta in Europa Occidentale e sulla repressione politica che fu messa in atto in diverse nazioni al termine del conflitto più sanguinoso che l’umanità abbia mai conosciuto. Attraverso una precisa ricostruzione dei fatti, Sérant ricorda che la fine di una guerra non coincide mai con la firma di trattato o con una data stampata su libro di storia.

    Paul Sérant (Parigi 1922 – Avranches 2002), durante l’occupazione tedesca partecipa alla Resistenza, e dopo la guerra collabora al servizio estero la BBC. Giornalista e scrittore, è un apprezzato studioso di esoterismo, argomento sul quale scriverà importanti saggi dedicati a Guénon e al pensiero tradizionalista.

    Orientale.

    Oaks editrice | pp. 408

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