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Home Page | Products tagged “Mussolini”

Mussolini

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  • Cultura fascista e razza

    € 24,00
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    di Carlo Arrigo Pedretti

    Il saggio intende chiarire il rapporto fra la cultura fascista e gli atteggiamenti razzistici del regime, attraverso l’analisi della rivista “Geopolitica”, edita dal 1939 al 1942. Patrocinatore Giuseppe Bottai che, come ministro dell’Educazione Nazionale, si era posto il problema di potenziare la conoscenza di una geografia insegnata nelle scuole secondo la volontà pedagogico-nazionale. Non più sufficiente la geografia politica, troppo statica, sceglieva la formula della geopolitica, capace di contemperare ed esaltare entro una cornice epistemiologicamente nuova gli aspetti geografici, economici strategici e e politico-contemporanei. La rivista, sotto l’impulso di un intellettuale di grande caratura come Bottai, pur nella forzata acquiescenza alle leggi razziali volute da Mussolini, appare però priva degli aspetti beceri del razzismo biologico alla tedesca.

    Una recensione di L. Gallesi del volume sul sito di “Storia In Rete” – clicca qui

    Ritter | pp. 216

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  • Ciano

    € 34,00
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    di Eugenio Di Rienzo

    Galeazzo Ciano, ministro degli esteri italiano negli anni più tragici della storia italiana e la sua vita pubblica e privata in qualità di “genero di regime” durante il Fascismo. Questa ricostruzione biografica si basa su una ricca documentazione inedita proveniente dagli archivi italiani, vaticani, britannici, francesi, nipponici, tedeschi, statunitensi e dalle memorie delle maggiori personalità politiche entrate in rapporto con l’ultimo ministro degli Esteri dell’Italia fascista. Si tratta di un lavoro corale che non analizza solo la sua vita privata, ma anche la costruzione della sua straordinaria fortuna finanziaria, il complesso rapporto con il padre naturale e con il suocero, «padre padrone», Mussolini, la storia d’amore con Edda, intessuta di tradimenti reciproci ma basata su un’infrangibile, quasi fraterna, solidarietà, le tante avventure sessuali che gli guadagnarono la fama, del tutto meritata, di compulsivo seduttore seriale. Questo libro è anche una biografia dell’Italia del Ventennio nero, delle sue classi dirigenti fasciste o fascistizzate, degli intrighi e delle lotte di potere condotti all’interno del Partito Fascista, nei saloni del Quirinale, nelle segrete stanze della Santa Sede, nei circoli affaristici del regime e nei Palazzi della grande industria e dalla grande finanza. L’autore approfondisce poi, la strategia internazionale del nostro Paese che, per la prima volta, dal 1935 al 1943, s’illuse di potersi presentare sul palcoscenico della storia nelle vesti di Grande Potenza, per poi rimanere stritolata, dopo il giugno 1940, nella morsa stretta attorno a essa da un malfido alleato, la Germania hitleriana, e dai veri Major Powers: Inghilterra, Stati Uniti, Russia.

    Salerno editrice | pp.696

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  • La morte a grinta dura – Squadristi 1919-1923

    € 18,00
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    di Pierluigi Romeo di Colloredo

    Squadrismo è un termine che nell’immaginario collettivo odierno richiama ad un atteggiamento violento, quello che caratterizzò l’operato delle squadre sparse lungo lo Stivale, contro il cosiddetto sovversivismo rispondendo alla violenza dei rossi con altrettanta violenza, dapprima per reazione, poi attaccando per primi, e anche contro le autorità. Oggi la storiografia dominante tende ad incolpare per le violenze esclusivamente gli squadristi: ma la realtà italiana dei primi anni Venti fu quella di una guerra civile a bassa intensità, con centinaia di vittime da entrambe le parti. In questo libro non vogliamo fare antistoriche esaltazioni ed apologie od altrettanto antistoriche demonizzazioni, né stabilire linee di demarcazione tra buoni e cattivi, ma raccontare un fenomeno fondamentale della storia italiana così come si svolse veramente, a cent’anni dalla fondazione dei Fasci, un fenomeno che insieme a pagine di violenza e sopraffazione ne vide anche di luminose, grazie all’idealismo di reduci e di giovanissimi, che imposero l’Italia di Vittorio Veneto contro quella di Caporetto, l’Italia degli Arditi, dei ragazzi del ’99 contro l’internazionalismo della sovversione rossa.

    Ciclostile/Eclettica | pp. 214

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  • Mussolini e Hitler – Storia di una relazione pericolosa

    € 28,00
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    di Christian Goeschel

    Cosa rende interessante il libro di Goeschel? Il fatto che semplicemente contesta – senza tema di essere sospettato di flirtare con chissà chi o di essere un nostalgico di chissà cosa – un dogma dei nostri tempi: quello del collante eminentemente ideologico dell’alleanza tra Italia fascista e Germania nazista tra la seconda metà degli anni Trenta e la fine della guerra mondiale. Insomma, la categoria del nazi-fascismo. Ovviamente affermazioni che, al di là di tutto, sembrano dettate dal buon senso e dalla semplice analisi dei fatti, senza l’assillo di aggiornare ad ogni pagina l’elenco dei “Buoni e dei Cattivi”. Un esempio? Scrive Goeschel che «si capisce meglio la storia del rapporto fra Mussolini e Hitler se lo si vede come un’unione strumentale e una relazione costruita in chiave politica piuttosto che come un patto segnato ideologicamente, e quindi inevitabile, o come una vera amicizia». Un altro esempio? «Io sostengo che la storia dell’alleanza tra l’Italia fascista e la Germania nazista fu molto più complessa di quanto sia stato suggerito in opere recenti, secondo le quali l’alleanza fu motivata sostanzialmente dalla condivisione di una ideologia e da una riuscita cooperazione». E poi ancora, scrive Goeschel, ostinarsi a perseguire – come han fatto alcuni storici senza grandi risultati – un progetto teoretico (…) sul “minimo comun denominatore del fascismo” rischia di «travisare le complessità, le ambiguità e le tensioni all’interno dell’archetipico legame fascista fra Mussolini e Hitler». Del resto, come ammette sempre lo storico inglese, negli anni Trenta, già divise da indole delle popolazioni, interessi geopolitici e da storici pregiudizi, «l’Italia e la Germania avevano forti collegamenti con altri Stati, e un’alleanza italo-tedesca non era affatto ineluttabile». A determinarla non furono infatti le assonanze ideologiche – che anche Goeschel definisce “abbastanza superficiali” – ma alcune contingenze politico-diplomatiche.

    Laterza | pp. 465

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  • On sale!

    L’ora più buia

    € 19,50
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    di Anthony McCarten

    Eroe di guerra. Patriota. Ubriacone. Imperialista. Politico. Depresso. Scrittore. Visionario. Aristocratico. Voltagabbana. Pittore. Nel maggio del 1940 queste erano solo alcune delle «credenziali» con cui Winston Spencer Churchill si presentava alla Camera dei Comuni per assumere l’incarico di primo ministro del Regno Unito. La nazione era in guerra da otto mesi e le cose non stavano andando affatto bene. Più che un nuovo capo del governo, il paese invocava un condottiero, e pochi, in quei giorni cupi, avrebbero scommesso sull’ormai sessantacinquenne primo lord dell’Ammiragliato. Bastarono invece quattro settimane perché i sudditi di Sua Maestà scoprissero in lui il grande leader, l’uomo capace di commuovere e spronare, il comandante in grado di salvare l’esercito britannico dalla catastrofe di Dunkerque e di decidere così le sorti del conflitto. Eppure, nei giorni drammatici in cui le inarrestabili armate tedesche si impossessavano dell’Europa occidentale e sembravano pronte a sferrare il colpo finale contro la Gran Bretagna, nella sala del Gabinetto di guerra Churchill meditava seriamente sulla possibilità di avviare trattative di pace con Hitler e con l’Italia. Ma fino a che punto il leader britannico si spinse sulla via di un accordo con le potenze dell’Asse? Fino a un punto pericoloso, come sembrano rivelare i verbali delle riunioni del Gabinetto di guerra conservati presso i National Archives di Londra e rimasti per decenni secretati. In quelle ore fatali di incertezza ed esitazione, Churchill – in contraddizione con la sua immagine pubblica – parve davvero a un passo dal prendere una decisione che avrebbe cambiato i destini del mondo. Perché non lo fece?

    Edizioni: Mondadori | pp. 264

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  • La Resistenza cancellata

    € 21,00
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    di Ugo Finetti

    La nota dominante del libro di Ugo Finetti, scrittore e giornalista della Rai, è che ricostruisce e puntualizza quasi tre quarti di secolo di vita nazionale – con specifico riferimento ai passaggi chiave dell’antifascismo e della Resistenza – sulla scorta dei risultati critici maturati dalla storiografia revisionista, che va liberando la cultura italiana da decenni di chiusure ideologiche e strumentalizzazioni politiche. Tra i meriti del volume è da segnalare l’impressionante documentazione delle distorsioni e falsità che, in ordine alla vita dei partiti antifascisti e al loro impegno nella lotta resistenziale, sono rinvenibili nei manuali scolastici di storia, ancora egemonizzata da autori eredi delle vecchie parole d’ordine del comunismo internazionale e indigeno. Prefazione di Sandro Fontana, già vicepresidente del Parlamento europeo.

    Edizioni: Ares | pp. 384

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  • Welcome signor Mussolini

    € 16,00
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    di Fabrizio Vincenti

    Dicembre 1922, Benito Mussolini è salito al potere da poco. Il suo primo viaggio in una capitale estera è, a sorpresa, a Londra per i lavori della Conferenza interalleata. Proprio nel cuore dell’impero britannico, in quella “perfida Albione” che gli riserverà però un’accoglienza straordinaria. “Non ricordo entusiasmo pari a quello, nemmeno in Germania” ricorda Quinto Navarra, commesso di Mussolini per oltre 20 anni. Un’accoglienza da star, tanto incredibile quanto vera, sulla quale è calato l’oblio. Il suo arrivo sulle rive del Tamigi è ricco di episodi, curiosità e risvolti sinora in buona parte inediti, a partire dalla visita a Buckingham Palace da Re Giorgio V che l’anno successivo lo insignirà cavaliere. Fabrizio Vincenti ricostruisce ogni fase del viaggio e il clima dell’epoca con dovizia di particolari, grazie ad un accurato lavoro di archivio che ha permesso di fornire indicazioni, oltre che sull’incontro, anche sulla comunità italiana nell’isola, sui gruppi antifascisti presenti e sul fascio di Londra. Nel mare sconfinato delle pubblicazioni dedicate al Duce, nessuno aveva mai esplorato a dovere questo importante capitolo dei rapporti tra Mussolini e la Gran Bretagna. Un viaggio, quello in terra inglese, mai più ripetuto, che finalmente torna alla luce.

    Eclettica | pp. 194

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  • Fascismo rivoluzionario

    € 20,00
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    di Leonello Luca Rimbotti

    Il fascismo rivoluzionario – o “di sinistra” – è quella componente progressista del movimento mussoliniano che intende sovvertire l’ordine borghese, il capitalismo, la finanza internazionale e lo sfruttamento operato dagli usurai ai danni del popolo, al fine di edificare – sulle macerie del vecchio mondo liberaldemocratico – la giovane civiltà del lavoro, liberamente organizzata nell’ordine corporativo. Contrario anche al brutale collettivismo comunista – limitato ad una visione materialista che nega ogni riferimento all’identità storico-etnica delle stirpi – il fascismo rivoluzionario intende costruire una comunità di popolo nella quale vengano fusi – in una sintesi totalitaria – la modernità e la tradizione, il socialismo e il nazionalismo, le aristocrazie eroiche e le masse popolari. La mistica della lotta, la fede nel capo carismatico, la fiducia nel destino di gloria, l’eroismo guerriero e la fanatica fedeltà all’idea sono alcuni degli elementi che fanno del fascismo un fenomeno non solo politico, sociale o economico, ma anche spirituale, culturale e addirittura religioso.

    Passaggio al Bosco | pp. 504

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  • Fascisti prima di Mussolini

    € 22,00
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    di Rodolfo Sideri

    Tra le caleidoscopiche immagini del fascismo, si è spesso sottovalutata l’autobiografia che il movimento mussoliniano ha voluto offrire di sé. Attraverso l’analisi dei “precursori” è invece possibile leggere in controluce quello che il fascismo ha ritenuto di incarnare e di rappresentare nella costruzione non solo di un nuovo ordine sociale, ma anche di uno stile di vita ispirato ad una peculiare visione del mondo. Durante i vent’anni del regime, il dibattito si sviluppò nella contrapposizione tra coloro che ritenevano che in queste costruzioni il fascismo si ponesse in continuità con la storia nazionale e che solo in questa continuità le realizzazioni che si compivano avrebbero avuto la solidità necessaria per durare e coloro che invece ritenevano che il fascismo dovesse presentarsi con una rivoluzione radicale che costituiva una netta cesura con il pregresso storico della nazione. Se il fascismo non scelse chiaramente una delle due posizioni è perché era ancora alla ricerca di una propria definizione ideologica, ma le collane dedicate ai prefascisti e ai precursori, il dibattito parlamentare e persino alcune dichiarazioni dello stesso Mussolini, pur restio a riconoscere precursori per la sua creatura, lasciano propendere per la tesi della continuità. Propensione inevitabile in un movimento che considerava irrinunciabile la dimensione storica dell’individuo e dello Stato.

    Settimo Sigillo | pp. 272

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  • Mussolini a pieni voti?

    € 25,00
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    di Aldo A. Mola (con A. Zarcone e G. Ferraioli)

    Il 28 ottobre non vi fu affatto la marcia su Roma. Quel giorno il presidente del consiglio dei Ministri, Luigi Facta, si dimise; il 30 Vittorio Emanuele III affidò a Mussolini l’incarico di formare il governo che comprese fascisti, nazionalisti, liberali, popolari (cattolici), demosociali, democratici, nazionalisti: una coalizione nazionale. Il governo si insediò il 1° novembre, quando le “squadre fasciste”, entrate a Roma la mattina del 31 ottobre, ne erano partite su treni speciali dopo una sfilata rumorosa ma pacifica da piazza Venezia alla stazione Termini. Poi Mussolini si presentò al Parlamento. Con quale programma? Liberista, pragmatico, concludente. Il Parlamento lo approvò a pieni voti. Nessuno previde il seguito… Perché e come nacque il governo Mussolini? Quale ruolo vi ebbe Vittorio Emanuele III? Le Forze Armate fiancheggiarono i fascisti o difesero l’ordine pubblico? Quanto pesò la politica estera sulla svolta? La risposta è nei documenti: negli inediti verbali della Presidenza del Consiglio del 1922-23 e in altre carte qui pubblicate per la prima volta.

    Edizioni del Capricorno | pp. 376

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  • L’Italia tra le due guerre

    € 20,00
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    di Gioacchino Volpe

    Gli scritti dimenticati di uno tra i maggiori storici italiani, che fu anche protagonista degli eventi qui descritti. Le conseguenze della Prima guerra mondiale, l’ascesa del Fascismo e il suo trionfo, le lotte sociali e politiche di una nazione giovane, ma temprata dalla Grande Guerra, che vuole prendere il suo posto sul palcoscenico del mondo sono qui descritte in una serie di contributi avvincenti e anticonformisti. (antologia a cura di Gennaro Malgieri)

    OAKS | pp. 304

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  • La Repubblica dei vinti – Storie di italiani a Salò

    € 18,00
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    di Sergio Tau

    «Le voci dei vinti» porta all’attenzione del grande pubblico le testimonianze di chi si unì alla Repubblica Sociale Italiana. L’altra faccia della guerra civile viene raccontata direttamente da uomini e donne che, per fedeltà al Fascismo o per paura di essere giustiziati, si ritrovarono a combattere contro i loro stessi connazionali. Le storie raccontate seguivano parabole simili: dal senso di tradimento dopo l’armistizio, alla fuga precipitosa al nord per unirsi alla «Decima» o alle Brigate Nere, alle vicende dimenticate del Servizio Ausiliario Femminile, fino ai campi di addestramento in una Germania crepuscolare, alla resa finale, alle foibe e alle vendette verso i «traditori». Sergio Tau ha raccolto i racconti degli ultimi reduci della Repubblica di Salò, consapevole della necessità di preservare le testimonianze di tutte le voci di quella che ancora oggi è una delle pagine più controverse nella storia italiana. Grazie al ricco testo introduttivo di Pietrangelo Buttafuoco, il libro di Tau è un documento unico per comprendere come le storie personali di uomini e donne si siano intrecciate alla vicenda più tragica dell’Italia fascista, fuori da ogni retorica celebrativa o ideologicamente riduttiva dell’esperienza repubblichina.

    Marsilio | pp. 352

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