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Home|Fascismo|Welcome signor Mussolini

Welcome signor Mussolini

€ 16,00

di Fabrizio Vincenti

Dicembre 1922, Benito Mussolini è salito al potere da poco. Il suo primo viaggio in una capitale estera è, a sorpresa, a Londra per i lavori della Conferenza interalleata. Proprio nel cuore dell’impero britannico, in quella “perfida Albione” che gli riserverà però un’accoglienza straordinaria. “Non ricordo entusiasmo pari a quello, nemmeno in Germania” ricorda Quinto Navarra, commesso di Mussolini per oltre 20 anni. Un’accoglienza da star, tanto incredibile quanto vera, sulla quale è calato l’oblio. Il suo arrivo sulle rive del Tamigi è ricco di episodi, curiosità e risvolti sinora in buona parte inediti, a partire dalla visita a Buckingham Palace da Re Giorgio V che l’anno successivo lo insignirà cavaliere. Fabrizio Vincenti ricostruisce ogni fase del viaggio e il clima dell’epoca con dovizia di particolari, grazie ad un accurato lavoro di archivio che ha permesso di fornire indicazioni, oltre che sull’incontro, anche sulla comunità italiana nell’isola, sui gruppi antifascisti presenti e sul fascio di Londra. Nel mare sconfinato delle pubblicazioni dedicate al Duce, nessuno aveva mai esplorato a dovere questo importante capitolo dei rapporti tra Mussolini e la Gran Bretagna. Un viaggio, quello in terra inglese, mai più ripetuto, che finalmente torna alla luce.

Eclettica | pp. 194

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Categories: Fascismo, Novecento, Proposte del Mese Tags: 1922, Benito Mussolini, Fabrizio Vincenti, Fasci di combattimento, Fascismo, Gran Bretagna, Italia, Mussolini, Partito Nazionale Fascista, Roma-Londra
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  • Fascisti prima di Mussolini

    € 22,00
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    di Rodolfo Sideri

    Tra le caleidoscopiche immagini del fascismo, si è spesso sottovalutata l’autobiografia che il movimento mussoliniano ha voluto offrire di sé. Attraverso l’analisi dei “precursori” è invece possibile leggere in controluce quello che il fascismo ha ritenuto di incarnare e di rappresentare nella costruzione non solo di un nuovo ordine sociale, ma anche di uno stile di vita ispirato ad una peculiare visione del mondo. Durante i vent’anni del regime, il dibattito si sviluppò nella contrapposizione tra coloro che ritenevano che in queste costruzioni il fascismo si ponesse in continuità con la storia nazionale e che solo in questa continuità le realizzazioni che si compivano avrebbero avuto la solidità necessaria per durare e coloro che invece ritenevano che il fascismo dovesse presentarsi con una rivoluzione radicale che costituiva una netta cesura con il pregresso storico della nazione. Se il fascismo non scelse chiaramente una delle due posizioni è perché era ancora alla ricerca di una propria definizione ideologica, ma le collane dedicate ai prefascisti e ai precursori, il dibattito parlamentare e persino alcune dichiarazioni dello stesso Mussolini, pur restio a riconoscere precursori per la sua creatura, lasciano propendere per la tesi della continuità. Propensione inevitabile in un movimento che considerava irrinunciabile la dimensione storica dell’individuo e dello Stato.

    Settimo Sigillo | pp. 272

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  • Squadrismo – Dal mio diario della Vigilia

    € 14,00
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    di Roberto Farinacci

    Simbolo dello squadrismo, cremonese ma non solo, Roberto Farinacci (1892-1945) in questo diario è soprattutto il testimone dell’impressionante bufera che squassò da cima a fondo l’Italia per due interi anni, il 1919 e il 1920 — il “biennio rosso” percorso drammaticamente da tumulti, scioperi, agitazioni e violenze d’ogni tipo, che portarono l’Italia sull’orlo di un’autentica guerra civile, arginata poi soltanto grazie alla travolgente discesa in campo del Fascismo. Le pagine di Farinacci sono il racconto, il diario giornaliero, di quegli anni convulsi, di quel periodo iniziato il 23 marzo 1919 e destinato a concludersi il 28 ottobre 1922, con la presa del potere da parte di Benito Mussolini.

    Edizioni La Testa di Ferro/AGA | pp. 160

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  • Arditi contro

    € 18,00
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    di Andrea Augello

    I primi anni di piombo a Roma 1919-1923: «Un saggio prezioso perché ci immerge nel crogiolo di ideologie che ribolliva tra gli arditi. Nascono negli scontri di piazza capitolini di quegli anni molti degli elementi che poi caratterizzeranno le battaglie metropolitane di mezzo secolo dopo.»

    Dalla Prefazione di Gianluca Di Feo

    Roma 1919: intorno a Mario Carli, giornalista e poeta futurista, si raccoglie un gruppo di giovanissimi ex combattenti provenienti dal corpo degli arditi, per dar vita a un sodalizio politico e rivoluzionario da cui nasceranno due esperienze diversissime e antagoniste tra loro, il Fascio di combattimento romano e gli Arditi del Popolo. Sono «soldati politici» che, sopravvissuti alla Prima guerra mondiale, hanno giurato di cambiare l’Italia, per poi invece dividersi tra fascisti e antifascisti. In queste pagine, attraverso verbali inediti dei Carabinieri sul complotto di Pietralata, rivivono gli esordi del  fascismo a Roma e i primi anni di piombo della Capitale che segnano la data di nascita dei partiti armati, degli attentati alle sedi nemiche, degli agguati e della guerriglia metropolitana, del terrorismo e della violenza nelle università e nelle scuole. Una storia tragica la cui scia di sangue ha attraversato il Novecento segnando la vita di tre generazioni.

    Mursia | pp. 332

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  • “Se non ci conoscete…”. Racconti squadristi

    € 15,00
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    di Giacinto Reale

    Romanzo storico imperniato su quattro campioni dello spirito squadrista: dagli “ante” Marcia su Roma Arpinati, Vecchi e Keller fino all’esperienza della Repubblica Sociale Italiana con Pavolini e Solaro. Sullo sfondo una temperie storica inimitabile che ha coinvolto e travolto migliaia di giovani con i loro sogni, i loro progetti e la loro energia che non possono essere certo ridotte al semplice binomio “manganello e olio di ricino”…

    Edizioni La Testa di Ferro/AGA | pp. 208

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  • Mussolini a pieni voti?

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    di Aldo A. Mola (con A. Zarcone e G. Ferraioli)

    Il 28 ottobre non vi fu affatto la marcia su Roma. Quel giorno il presidente del consiglio dei Ministri, Luigi Facta, si dimise; il 30 Vittorio Emanuele III affidò a Mussolini l’incarico di formare il governo che comprese fascisti, nazionalisti, liberali, popolari (cattolici), demosociali, democratici, nazionalisti: una coalizione nazionale. Il governo si insediò il 1° novembre, quando le “squadre fasciste”, entrate a Roma la mattina del 31 ottobre, ne erano partite su treni speciali dopo una sfilata rumorosa ma pacifica da piazza Venezia alla stazione Termini. Poi Mussolini si presentò al Parlamento. Con quale programma? Liberista, pragmatico, concludente. Il Parlamento lo approvò a pieni voti. Nessuno previde il seguito… Perché e come nacque il governo Mussolini? Quale ruolo vi ebbe Vittorio Emanuele III? Le Forze Armate fiancheggiarono i fascisti o difesero l’ordine pubblico? Quanto pesò la politica estera sulla svolta? La risposta è nei documenti: negli inediti verbali della Presidenza del Consiglio del 1922-23 e in altre carte qui pubblicate per la prima volta.

    Edizioni del Capricorno | pp. 376

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  • On sale!

    I Canti del Littorio. Storia del Fascismo attraverso le canzoni.

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    di Emanuele Mastrangelo

    Il Fascismo forse più d’ogni altro fenomeno politico si è espresso attraverso il canto: dalle canzoni intonate fra le trincee della Grande Guerra a quelle gridate a squarciagola durante le “spedizioni punitive” della fase rivoluzionaria; dall’innodia delle iniziative di massa del Regime al vortice entusiastico di canzoni per l’impresa africana, per finire con il canto rabbioso e sentimentale del crepuscolo di Salò. Quello del Fascismo fu un canzoniere di popolo, di regime, colto: attraverso di esso si è espressa quasi un’intera nazione. Studiare i canzonieri del Fascismo vuol dire cercare di comprendere la mentalità, le idee, l’atteggiamento del popolo e delle elite nell’Italia del Ventennio. “Giovinezza” – “All’armi, siam fascisti!” – “Faccetta Nera” – “Le donne non ci vogliono più bene”… canti scritti da soldati per altri soldati, da squadristi per altri squadristi, da “fedeli” del Regime per altri “fedeli”, ma anche da italiani per altri italiani, in un periodo storico nel quale si era giunti quasi a far collimare la parola “italiano” con “fascista”.

    Edizione Lo Scarabeo  | pp. 264

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  • Si firmava Mussolini

    € 31,00
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    di Bruno Gatta

    Che sia stato un grande giornalista non lo nega nessuno, neanche i suoi avversari più tenaci e intransigenti. E quella di Bruno Gatta è una biografia particolare fatta attraverso la lunga carriera di Mussolini nei giornali, soprattutto il suo “Il Popolo d’Italia” fondato nel novembre 1914 subito dopo l’uscita dal Partito socialista e pochi mesi prima dell’ingresso dell’Italia nella Prima guerra mondiale. Sull’interventismo si era giocata la partita politica di Mussolini con i suoi ex compagni socialisti e da quel momento “Il Popolo d’Italia” fu più che un giornale per colui che non aveva ancora fondato il Fascismo e conquistato il Potere. Anche negli anni a seguire, una volta diventato primo ministro, il giornalista Mussolini amava il suo mestiere di Duce ma ancora di più quel suo figlio prediletto che era il giornale, “quel piccolo foglio di carta nel quale confluisce la storia del mondo in una giornata”. Quell’amore durò fino al 25 luglio 1943. Poi lo stesso Mussolini non volle più che il suo giornale uscisse per non esporlo alla censura tedesca. Ma anche negli ultimi mesi si comportò da giornalista firmando le “anonime”, ficcanti “Corrispondenze repubblicane”

    Edizioni Settimo Sigillo | pp. 376

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Related Products

  • Claretta Petacci

    € 19,00
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    di Roberto Festorazzi

    Chi fu veramente Claretta Petacci? La storiografia ce l’ha descritta come una donna fanatica e isterica, possessiva e in fondo anche un po’ sciocca nel suo sentimento di amore sconfinato verso Mussolini. Altri l’hanno dipinta come una più smagata dominatrice degli eventi, capace delle più diaboliche astuzie e dei più raffinati intrighi. Ma né l’una né l’altra maschera corrispondono al vero volto di Claretta. La Petacci, per Mussolini, fu tutto: amante, amica, segretaria, confidente, complice, fedele discepola e incitatrice; più tardi, mentre il carisma del dittatore declinava, divenne capace di suscitare in lui lampi di orgoglio, sussulti di dignità, nella speranza di contribuire alla sua resurrezione politica, nel fortilizio di Salò. Ne divenne a quel punto la temeraria (e temuta) consigliera, nonché l’estremo baluardo: in pratica, l’alter ego. Il racconto dell’autore, avvincente come un romanzo, ci conduce alla scoperta di questo grande personaggio, che ebbe un ruolo politico segreto, sullo scenario degli eventi incalzanti che, nel breve volgere di un decennio, condussero il capo del fascismo dall’apogeo della glorificazione alla più amara delle sconfitte. Ne esce, per converso, una raffigurazione di Mussolini come non ci si attenderebbe di leggere: un uomo profondamente solo e ferito, orgoglioso dei suoi successi, ma in fondo prigioniero del suo mito. Certamente Claretta fu tra le pochissime persone che il Duce introdusse alla conoscenza dei più arcani misteri, come gli inconfessabili retroscena dell’entrata in guerra dell’Italia. Per questa ragione, la regia occulta che pianificò l’uccisione del dittatore vinto volle estendere anche a lei, testimone scomoda e pericolosa, la più feroce delle condanne. Festorazzi ricostruisce, in pagine dense di pietas, il “sacrificio espiatorio” che si compì davanti al fatale muretto di Villa Belmonte, a Giulino Mezzegra, il 28 aprile 1945, e svela i segreti di quell’atto finale nel quale, mentre i mitra dei partigiani crepitavano, facendosi scudo umano davanti al corpo di Benito Mussolini, divenuto improvvisamente vulnerabile, Claretta accompagnò Benito oltre la cronaca per consegnarlo alla storia.

    Edizioni: Minerva | pp. 296

    STORIA DOC – GUARDA IL DOCUMENTARIO “Una spia chiamata Claretta”

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  • Storia in Rete n. 115 – maggio 2015 (pdf da scaricare subito)

    € 3,99
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    Sesso e prostituzione nell’Antichità sono i temi di copertina di Storia in Rete di maggio. E poi sempre in relazione con l’attualità, il paragone fra legge Acerbo e Italicum, i 40 anni dalla fine della guerra del Vietnam, la svendita dell’Italia sul panfilo Britannia nel 1992. E ancora, il grande romanziere dimenticato Lucio d’Ambra, fra adesione e censura fascista, l’ultimo irredentista, il maltese Carmelo Borg Pisani, Talleyrand e Fouché, i “sempre a galla” del potere francese a cavallo fra XVIII e XIX secolo. Infine, il Carteggio Mussolini-Churchill: analisi di un maldestro tentativo di “debunking” operato da un libro appena uscito.
    Tutto questo e molto altro su Storia in Rete di maggio 2015.

    GUARDA LA COPERTINA DI STORIA IN RETE N. 115

    GUARDA IL SOMMARIO DEL NUMERO

     

     

     

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  • Ben

    € 19,00
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    di Angelo Paratico

    John Macbeth, giovane agente segreto al servizio di Sua Maestà, viene inviato in Italia per una missione impossibile: trovare e distruggere il carteggio segreto tra Winston Churchill e Benito Mussolini e con esso le prove di un patto segreto tra Londra e Roma per spingere il Duce a entrare in guerra a fianco dei nazisti. Carte che proverebbero un piano lucido e cinico: usare l’Italia fascista come elemento moderatore della furia nazista in cambio di concessioni alla fine del conflitto. Sull’enigma più inquietante del Novecento si dipana questo romanzo che con il ritmo mozzafiato di una spy story fa rivivere un intrigo internazionale dove, negli ultimi mesi della vita di Benito Mussolini e di Claretta Petacci, si scontrano agenti dell’intelligence inglese e sovietica, politici, partigiani. In un susseguirsi incalzante di colpi di scena questo romanzo trascina il lettore tra le pagine di una storia che gli studiosi non hanno ancora potuto scrivere.

    Edizioni: Mursia | pp. 434

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