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Home Page | Products tagged “Regio Esercito”

Regio Esercito

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  • Passo Uarieu – Le Termopili delle Camicie Nere in Etiopia

    € 27,00
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    di Pierluigi Romeo di Colloredo 

    Nuova edizione completamente rivista del primo saggio che ha ricostruito nel dettaglio la battaglia combattuta a passo Uarieu tra le Camicie Nere della 2° Divisione 28 Ottobre e del VI Gruppo CC.NN. d’Eritrea e le truppe etiopiche di Ras Cassa nel gennaio 1936, oggi dimenticata, fu una delle battaglie decisive del conflitto etiopico. Dopo esser ste sorprese in campo aperto sul Mai Beles, le Camicie Nere ripiegarono nel fortino improvvisato di passo Uarieu, assediate per giorni da forze abissine venti volte superiori, senz’acqua e con poche munizioni, in attesa dei promessi rinforzi.

    Se passo Uarieu avesse ceduto, l’intero schieramento italiano avrebbe corso il rischio di essere aggirato, ripetendo il disastro di Adua del 1896, tanto che Badoglio era pronto ad ordinare il ripiegamento oltre il confine eritreo: e una sconfitta dei Legionari avrebbe significato un colpo gravissimo, forse fatale, per lo stesso Regime fascista. Ma le Camicie Nere resistettero e vinsero, contro ogni aspettativa. e la temuta sconfitta divenne il punto di svolta della guerra. La battaglia è ricostruita ora per ora, sulla base delle testimonianze e dei documenti coevi, analizzando la struttura degli eserciti in lotta, le operazioni precedenti, l’uso dei gas.

    Soldiers Shop Puplishing / Italia Storica | pp. 134

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  • Confine Orientale

    € 16,00
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    di Pierluigi Romeo di Colloredo

    Il libro affronta la questione delle relazioni tra italiani e slavi sul confine orientale dal periodo risorgimentale sino all’Esodo giuliano-dalmata, passando per i punti cruciali del periodo tra le due guerre e l’occupazione e la repressione in Balcania. Quanto avvenuto tra guerra e dopoguerra fu solo il punto di arrivo di secoli di difficile convivenza e di scontri tra la cultura latina e quella slava, esasperato dal sorgere dell’irredentismo e del panslavismo prima, del fascismo e del comunismo poi.

    Eclettica | pp. 212
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  • Controguerriglia. La 2ª armata italiana e l’occupazione dei Balcani 1941-1943

    € 29,00
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    di Pierluigi Romeo di Colloredo

    E’ poco ricordato, ma l’occupazione e le operazioni di controguerriglia in Balcania, come erano ufficialmente designati i territori ex jugoslavi, costituirono indubbiamente il più importante sforzo bellico del Regio Esercito nella Seconda guerra mondiale: 24 divisioni e tre brigate costiere svolsero compiti di occupazione e di controinsorgenza: per confronto nel 1940, in Libia c’erano 14 divisioni, nella terza battaglia di El Alamein dell’ottobre 1942 otto divisioni, sul fronte greco-albanese erano schierate 14 divisioni; l’Armata Italiana in Russia inquadrava 10 divisioni. Il fronte balcanico fu quindi il più difficile, caratterizzato da una guerra asimmetrica fatta di continue imboscate, rastrellamenti, stragi, massacri da una parte e dall’altra, fucilazioni, internamenti nei campi per civili come Arbe e Gonars, nel quadro più vasto di una feroce guerra civile di tutti contro tutti: comunisti di Tito, ustasha di Ante Pavelich, cetnici serbi, domobrançi sloveni, lotta caratterizzata da massacri come quello dell’intero III battaglione del 259° Reggimento Murge a Prozor, atrocità anche verso le popolazioni civili in vere e proprie pulizie etniche culminate nel dramma delle Foibe e poi di un regime tirannico e una dittatura comuniste crollate solo a inizio anni Novanta.

    Soldiershop | pp. 290
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  • La Grande Guerra

    € 18,00
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    di Mario Bruno.

    Una accurata storia dell’impegno italiano nella Prima guerra mondiale (1915-1918). Lontano da ogni retorica l’autore racconta le difficoltà, le contraddizioni, gli errori ma anche il grande slancio che porterà alla Vittoria del Regio Esercito di Vittorio Veneto.

     

    IBN Editore | pp. 222

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  • Eroi – 22 storie dalla Grande Guerra

    € 20,00
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    di AA. VV.

    22 storie di eroi della Prima guerra mondiale. Un eroe per ognuna delle venti regioni d’Italia, uno per le terre irredente – irredente allora e poi perdute – uno infine per gli italiani dell’emigrazione. Già, perché nell’Italia d’oggi può sembrare assurdo sapere che migliaia d’italiani tornarono da tutto il mondo per combattere e morire. Memoria di gesta. Gesta da ricordare. Eppure se pensiamo ai martiri di allora e alla pubblicistica che ha accompagnato il racconto delle loro vicende scopriamo che certamente erano considerati eroi – come meritavano – ma il loro sacrificio non sembrava così assurdo a un popolo che non si era ancora abbrutito nell’individualismo. Ancora sopravviveva questa idea latina che Dulce et decorum est pro patria mori, «è dolce e decoroso morire per la Patria».

    I ventidue racconti del libro sono frutto del lavoro di professionisti della narrativa (come Roberto Roseano, vincitore al premio Acqui Storia proprio con un romanzo-diario sugli Arditi e Carlomanno Adinolfi), storici e ricercatori (Marco Cimmino, Lorenzo Salimbeni, Pierluigi Romeo di Colloredo-Mels, Michele Pigliucci), artisti (Federico Goglio, Andrea Moi, Emanuele Merlino), divulgatori e giornalisti (Emanuele Mastrangelo, Daniele dell’Orco, Alessandro Voglino, Andrea Benzi, Enrico Petrucci), professori (Fabio Massimo Frattale Mascioli, Davide Rossi), amministratori locali (Alberto Antonio Capraro), indagatori dell’anima (Irene Tommasi), piloti (Raoul Padroni), maestri (Chiara Stellati). Alcuni autori si prestano alla narrativa per la prima volta. Alcuni dei racconti narrano le vicende che hanno coinvolto il protagonista, semplicemente. Altri indulgono su vicende più ampie, fantastiche in certi casi. Uno in particolare non racconta fatti d’arme ma semplicemente che in Italia l’arte senza azione non può essere considerata arte così come l’azione senza arte non sarà mai figlia della nostra nazione. Tutti però si caratterizzano per un filo conduttore: la volontà di raccontare personaggi veri. Nessun dettaglio sostanziale è stato inventato al di fuori degli espedienti narrativi per introdurre le vicende dei personaggi raccontati.

    E queste non sono che ventidue storie, delle migliaia e migliaia che hanno illuminato la storia d’Italia durante la Grande Guerra, e che se gli italiani ricordassero di nuovo cesserebbero d’essere meschini, rancorosi, autolesionisti e disfattisti. Raccontare quindi di eroi ardimentosi ed eroi riluttanti, di eroi per caso e di eroi desiderosi di misurare il proprio coraggio nelle estreme conseguenze e farlo non attraverso la semplice memorialistica e saggistica (fortunatamente a livello locale storici e case editrici non mancano) ma con l’ambizione della narrazione, reinterpretando quei pochi cenni biografici e quelle scarne motivazioni di Medaglie al Valore per ricordare degli eroi e farli diventare a distanza di un secolo, esempio e mito.

    Idrovolante | pp. 228

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  • Storia in Rete 145 – 146 – Novembre / Dicembre 2017 (pdf da scaricare subito)

    € 3,99
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    Un’intervista a Pirandello “riscoperta” dopo 80 anni getta media e intellettuali nello sconcerto: com’era possibile che un premio Nobel, uno dei più amati autori della letteratura e del teatro del Novecento manifestasse così apertamente la sua entusiastica adesione al Fascismo? Questo caso assieme a tanti altri è lo spunto per un viaggio nell’intellighentzia che aderì ai regimi fascisti prima della Seconda guerra mondiale (e che spesso e volentieri non cambiò idea nemmeno dopo). Centinaia e centinaia delle menti più brillanti del XX secolo che prestarono la loro intelligenza al “Male Assoluto”, un’adesione che oggi il “politicamente corretto” non riesce più a spiegare, dimostrando ancora una volta l’inadeguatezza del suo modello interpretativo della realtà. “Storia in Rete” prova invece ad analizzare senza pregiudizi come e perché artisti, letterati, scienziati, giornalisti, musicisti abbracciarono le ideologie fasciste fra le due guerre mondiali.

    Questo numero poi racconta due trecentenari: quello di papa Pio VI, il pontefice che alla fine del Settecento si trovò a doversi scontrare prima con i dispotismi illuminati, quindi coi giacobini della Rivoluzione francese, infine con Napoleone, che lo fece deportare in Francia, dove – vecchio e malato – morì in esilio. Poi i trecento anni della Massoneria, nata ufficialmente nel 1717. Il nuovo libro di Aldo Mola analizza le vicende travagliate delle Logge in Italia.

    Ancora Massoneria, quindi, nell’anticipazione da una delle più ficcanti inchieste degli ultimi mesi: quella di Roberto Gremmo sui retroscena dell’attentato di Anteo Zamboni. Chi c’era veramente dietro il folle gesto del quindicenne bolognese che nel 1926 cercò invano di assassinare Mussolini, finendo massacrato dalla folla dopo aver sparato un solo colpo? Gli intrecci fra massoni, anarchici e fuoriscitismo antifascista che emergono dai documenti raccontano una realtà molto differente da quella che la propaganda salveminiana diffuse all’indomani dell’attentato e che ancora oggi è alla base della vulgata…

    Nel centenario della battaglia di Caporetto, “Storia in Rete” si è voluta invece soffermare sui suoi immediati sviluppi: la ritirata dall’Isonzo al Piave, resa possibile grazie al sacrificio di tanti reparti che permisero il ripiegamento ordinato di tre armate con una tenace azione di retroguardia. E fra questi, si distinsero gli Arditi. Ce ne parla Roberto Roseano, vincitore del Premio Acqui Storia 2017 con un libro proprio sull’esperienza di ardito di suo nonno.

    Continua poi il dibattito su Risorgimento e identità nazionale: Pino Aprile lamenta il continuo drenaggio di risorse dal Mezzogiorno iniziato con l’unificazione d’Italia, mentre Emanuele Mastrangelo e Nico Perrone rispondono alla provocazione di Aprile lanciata sullo scorso numero: anziché abbattere i monumenti ai Savoia e a Garibaldi, l’unica soluzione per ricostruire un’Italia veramente unita è quella di innalzare nuovi monumenti, anche agli sconfitti del Risorgimento.

    E ancora, l’inchiesta – insabbiata da molti anni – della “foiba” piemontese, la “fiaira” di Moncucco Torinese, dove i partigiani fecero sparire decine e decine di fascisti o presunti tali alla fine della Seconda guerra mondiale. Una cava di gesso dalla quale sono stati estratti i resti umani di un numero non precisabile di individui fin quando non si scoprì che le grotte erano state riempite negli anni anche con rifiuti tossici e forse radioattivi. Una scoperta che portò all’improvviso arresto di ogni ulteriore scavo. E da allora nessuna ulteriore indagine è andata avanti, nonostante le dichiarazioni d’intenti degli inquirenti…

    Quindi la seconda parte della storia di Mustafà Kemal Ataturk e la sua rivoluzione interrotta. L’opera di modernizzazione con cui il grande leader turco cercò di portare il paese fuori dall’arretratezza, per trasformarlo in una nazione europea, poi la sua improvvisa morte e la “normalizzazione” del dopoguerra con il lento affermarsi di un regime reazionario, filo-capitalista e filo-americano.

    Infine, il mistero dietro uno dei più famosi romanzi del Novecento: “Picnic a Hanging Rock”. Fu pura immaginazione? C’era davvero una base reale dietro le vicende delle ragazzine scomparse in Australia? Oppure l’autrice costruì un racconto simbologico dietro cui si nascondeva altro?

    Tutto questo e molto altro su Storia in Rete in edicola!!

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  • Storia in Rete 137-138 – Marzo-Aprile 2017 (pdf da scaricare subito)

    € 3,99
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    Cento anni fa gli Stati Uniti entravano in guerra contro la Germania. Era il primo atto dell’intromissione degli States nella politica europea che nel tempo si sarebbe concretizzata nella trasformazione del Vecchio Continente in una dependance della superpotenza americana. Ma chi volle davvero l’ingresso degli USA in guerra? Il pretesto della guerra sottomarina tedesca era davvero fondato? Quali interessi economici spinsero la presidenza Wilson verso l’occulta violazione della neutralità ufficiale di Washington verso i belligeranti? Le trame del “complesso militar-industriale e bancario” USA vennero messe in luce dalla Commissione Nye del Senato USA, ma subito dimenticate. Per non infangare il presidente Wilson, artefice del primo grande balzo degli Stati Uniti verso la trasformazione in superpotenza imperialista globale. Le scoperte della Commissione Nye e le trame anglo-americane per costruire una “anglocrazia” mondiale sono al centro di due articoli di “Storia in Rete”. Poi, lo strano esilio di Trotsky a New York, dove fra 1916 e 1917 il padre dell’Armata Rossa trovò collaborazioni lucrose e una vita agiata. Oltre a finanziamenti per portare la rivoluzione a Pietrogrado… E ancora, sempre cento anni fa si svolgeva la vicenda di Robert Goldstein, “l’uomo più sfortunato di Hollywood”. Produttore di un film patriottico uscito al momento sbagliato, fu condannato a 10 anni di carcere sulla base di una legge che ricorda in maniera inquietante l’attuale DDL sulle “fake news” presentato nel Parlamento italiano…

    Questo il tema di copertina di Storia in Rete. Che questo numero apre una collaborazione fissa con Pino Aprile sui temi del Risorgimento e del revisionismo sulla riunificazione d’Italia. Prima puntata, per aprire il dibattito, la proposta di istituire una Giornata della Memoria per le vittime del processo risorgimentale.

    Ancora America nei due articoli dedicati al nuovo libro di Nico Perrone su De Gasperi: l’umiliante viaggio negli USA del presidente del consiglio nel 1947, a cavallo della firma del diktat di Parigi, e gli effetti del Piano Marshall sullo stile di vita degli italiani. Un cavallo di Troia con cui l’american way of living entrò nel nostro paese dopo la Seconda guerra mondiale.

    Con un balzo indietro, poi, Storia in Rete analizza la guerra in Iugoslavia del 1941-43: perché l’Italia e la Germania invasero il paese balcanico? Fu solo un’aggressione imperialista o c’erano gravi motivi a spingere i due dittatori, per una volta d’accordo sul da farsi? E dall’invasione all’occupazione: le atrocità commesse dal Regio Esercito in Iugoslavia viste in una prospettiva allargata, citando tutti i documenti e non solo facendo cherrypicking delle citazioni per corroborare narrazioni a tesi.

    Infine, l’analisi del Robinso Crusoe di De Foe, il romanzo dell’incontro fra uomo civilizzato e natura selvaggia.

    Tutto questo e molto altro su Storia in Rete in edicola!!

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  • Storia in Rete 135 – Gennaio 2017 (pdf da scaricare subito)

    € 3,99
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    Sospesa fra storia e tradizione, la figura della Vergine è molto meno conosciuta di quanto si pensi. Nel centesimo anniversario dell’apparizione di Fatima, Storia in Rete fa il punto su quanto si sa a partire dalle fonti storiche sulla Madre del Cristo. E ne emerge un ritratto con molte sorprese.

    Con un balzo di 19 secoli poi si passa a un’inchiesta esclusiva di Roberto Festorazzi sulla guerra segreta fra servizi britannici del SOE e italiani del SIM e dell’OVRA durante la Seconda guerra mondiale, dove i secondi risultarono molto più efficienti dei pur blasonati 007 al servizio di Sua Maestà. E ancora sul conflitto, l’analisi dell’ultimo saggio di Mimmo Franzinelli dedicato ai disertori, fra apologia dei traditori, svarioni, pressappochismo e luoghi comuni.

    Poi, un altro anniversario: i cento anni dalla morte di Francesco Giuseppe d’Asburgo, l’imperatore che odiava gli italiani e che oggi qualcuno – dimenticando troppe cose – vorrebbe fosse esaltato anche al di qua del Brennero.

    E ancora: Albert Spaggiari, il Lupin III francese che nel 1974 fu la mente della rapina del secolo a Nizza. Lo raccontano due libri appena dati alle stampe: una biografia – finalista al premio Acqui Storia – di Giorgio Ballario e la traduzione italiana delle memorie del grande avventuriero.

    Per finire, tre approfondimenti: lord Nelson e la spietata repressione dei giacobini a Napoli nel 1799; Giovanni Raineri, il ministro della Ricostruzione nel primo dopoguerra, un esempio per i nostri giorni; la nascita della Società delle Nazioni, una creatura non del presidente USA Wilson, ma della massoneria francese (che approfittò per fare “il cappotto” a quella italiana – alleata – e a quella tedesca – nemica).

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  • Storia in Rete 131 – Settembre 2016 (pdf da scaricare subito)

    € 3,99
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    Nell’estate 1916 l’Italia dichiarava guerra alla Germania. Una mossa motivata da lunghi anni di ingerenza tedesca nell’economia e nella politica del Bel Paese ma anche dalla necessità di mettere Roma su un piede di parità con le altre potenze dell’Intesa. Una situazione geopolitica che ha inquietanti paralleli col nostro presente…

    Storia in Rete di settembre trabocca d’argomenti diversi: apre con la traduzione di un articolo dello storico e polemista americano Victor Davis Hanson sull’importanza storica dei confini e i danni che fanno coloro che vogliono abbatterli, torna sulla questione fra Roma e la Germania… duemila anni fa, quando le tribù coalizzate da Arminio annientarono a Teutoburgo l’esercito di Varo.

    Si passa quindi alle vicende dei filosofi italiani del Novecento: Benedetto Croce e il tentativo di Togliatti di “ammazzarlo” (politicamente, non si poteva fare un nuovo “caso Gentile”…) sfruttando le informative di un’ex spia dell’OVRA reclutata dal PCI; Julius Evola e il suo incontro con Mussolini a Rastenburg dopo la liberazione del Duce dalla prigionia al Gran Sasso, con il tentativo del Barone di salvare l’istituto monarchico nella creazione dello Stato neofascista al nord.

    Continua poi il dibattito su uno dei misteri più fitti della storia del Novecento italiano: la morte di Mussolini. Luciano Garibaldi ribadisce la “pista inglese” mentre Roberto Festorazzi racconta della “consegna del silenzio” imposta a Michele Moretti, il quale si “gloriava” di essere stato lui il boia di Mussolini e della Petacci, ma solo sottovoce…

    E ancora, la storia della “russofobia”, un odio millenario per la Russia raccontata in un nuovo saggio e i duecento anni dalla nascita di Frankenstein e della sua creatura dalla penna di Mary Shelley.

    E per finire due mostre grandiose: gli ukiyo-e esposti a Milano, le stampe giapponesi che anticiparono (e poi ispirarono) di quasi un secolo l’arte e il gusto borghese in Europa e la reggia di Fontainebleau e Luigi XV, il re Beneamato ma maltrattato (a torto, come si vede nell’esposizione) dall’opinione dei sudditi e della Storia…

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  • Storia in Rete 128 – Giugno 2016 (pdf da scaricare subito)

    € 3,99
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    Il Mezzogiorno e l’Unità d’Italia. Nel 1860-61 ci fu veramente un genocidio, come sostiene Pino Aprile – intervistato da Storia in Rete – sul suo ultimo libro “Carnefici”? Oppure la statistica e la demografia raccontano un passaggio dagli Stati preunitari a quello unitario differente? In ogni caso, come racconta un nuovo saggio anticipato sulle pagine di Storia in Rete, i contadini del Sud pagarono un alto prezzo perché con l’arrivo del liberismo il loro “stato sociale” formato dalle terre comuni venne privatizzato. Allora come oggi, era il “libero mercato” che lo chiedeva…

    Dalla nascita del Regno d’Italia alla sua fine: il settantesimo anniversario del referendum istituzionale del 2 giugno 1946 è l’occasione per rileggere dubbi, irregolarità ed esiti – per nulla scontati – della consultazione che vide nascere fra le polemiche e il rischio di una nuova guerra civile la Repubblica italiana. Un dossier racconta quei giorni del giugno ’46.

    Quindi due documenti inediti aprono degli spiragli interessanti sulle vicende di due protagonisti del novecento italiano: Giacomo Matteotti ed Enrico Mattei.
    Chi era Otto Thierschädl, il doppiogiochista che cercò di salvare Matteotti? Socialista e squadrista, traditore di guerra e informatore per conto della Ceka di Dumini… una vita miserabile con un unico guizzo di dignità: aver cercato di mettere in guardia Matteotti dall’aggressione che la squadraccia di Dumini gli stava preparando.
    Poi Enrico Mattei e gli inizi della sua carriera, durante il Ventennio. Un periodo di successi economici che venne contestato al patron dell’ENI subito dopo la caduta del Regime, con l’accusa infamante di “arricchimento illecito” ai danni degli ebrei e sostenendo il riarmo della Germania… accuse alle quali rispose lo stesso Mattei in un memoriale inedito.

    E ancora l’ottantesimo anniversario della proclamazione dell’Impero in Africa Orientale e i suoi risvolti sulla politica internazionale e l’improbabile matrimonio d’interessi fra il Comunismo stalinista e il Sionismo che condusse alla nascita dello Stato di Israele. Un connubio durato lo spazio di poche settimane, durante le quali Tel Aviv incassò l’appoggio di Mosca all’indipendenza israeliana per poi gettarsi subito nelle braccia degli Stati Uniti, lasciando Stalin deluso e furibondo…

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  • Storia in Rete n° 97/98 – Nov. Dic. 2013 (pdf da scaricare subito)

    € 3,99
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    Storia in Rete n. 97-98 apre con una lunga anticipazione da “Tecnica della Sconfitta” di Franco Bandini, recentemente ripubblicato: una dura accusa alle classi dirigenti italiane e ai loro spesso immotivati complessi di inferiorità. Storia in Rete intervista quindi Dario Fertilio, autore del romanzo storico “L’ultima notte dei fratelli Cervi” e vincitore del Premio Acqui Storia 2013, oggetto di durissimi attacchi da parte dell’ANPI. E ancora, grandi italiani: Rodolfo Siviero, lo 007 italiano che dopo la Seconda guerra mondiale recuperò le opere d’arte trafugate dai nazisti. Poi, in questo numero è l’esordio sulle pagine di Storia in Rete di una nuova rubrica: in attesa del centenario della Grande Guerra, Marco Pizzo, direttore del Museo centrale del Risorgimento di Roma ci accompagnerà alla scoperta del primo conflitto mondiale attraverso straordinarie immagini e punti di vista inediti. Quindi il professor Carmelo Occhipinti spiega ai lettori di Storia in Rete come e perché gli studiosi della Storia non possono evitare il confronto con internet, mentre Aldo A. Mola ci racconta l’esordio in Italia nel 1913 del suffragio universale maschile, una svolta del governo giolittiano che fu coronata da successo. Una svolta che contemporaneamente vedeva nascere un quindicinale, l’«Utopia», diretto da un giovane giornalista dal sangue bollente: Benito Mussolini. Nel 1913 il futuro Duce dava alle stampe una rivista social-rivoluzionaria che avrebbe dovuto accendere la miccia del massimalismo socialista. Poi, un lungo balzo indietro, con l’erotismo sulle rive del Nilo, quando le piene stagionali favorivano la vita sessuale degli antichi Egizi. E dall’Egitto alle sponde del Bosforo, con le Crociate bizantine contro Persiani e Arabi: quando Bisanzio lanciò le sue «guerre sante». Poi di nuovo avanti, al Rinascimento: Vespasiano Gonzaga, l’uomo che volle una città ideale sulle rive del Po. E infine la terza puntata della saga del mistero della sorte di Luigi XVII, delfino di Francia.

    LEGGI IL SOMMARIO DEL N. 98

     

     

     

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  • Storia in Rete n. 73-74 – novembre – dicembre 2011 (pdf da scaricare subito)

    € 3,99
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    Storia in Rete numero 73/74 di novembre-dicembre 2011 apre con un nuovo dossier su un nostro “caro vicino”. Dopo la Francia (Storia In Rete n. 66, aprile 2011) questa volta è il turno della Gran Bretagna: due secoli di ingerenze e sgambetti della Perfida Albione verso l’Italia e gli italiani. Dal razzismo nemmeno troppo velato alla geopolitica, dalla lotta per il petrolio e per le rotte mediterranee ai misteri degli Anni di Piombo, dalla distruzione del Regno delle Due Sicilie all’assassinio Matteotti.

    Storia in Rete passa quindi a parlare di brigantaggio, e in particolare dell’eccidio di Pontelandolfo. Un capitolo triste della storia del Risorgimento dimenticato o usato strumentalmente, ma che necessita approfondimento e uno sguardo in grado di spaziare a 360°. Dalle aggressioni degli insorgenti filo-borbonici a quelle dei rivoluzionari socialisti negli anni del Biennio Rosso contro gli uomini in uniforme. Una storia negata, spesso liquidata come “propaganda” che invece fu una tragica pagina di storia italiana che spianò la strada all’avvento del Fascismo.

    Continua quindi la serie dei “Grandi Iniziati”, con il profilo di Aleister Crowley, il dandy che volle creare una nuova religione magica. Storia in Rete si conclude quindi con un articolo sulla vicenda delle apparizioni mariane di Ghiaie di Bonate, la cosiddetta “Fatima della RSI”: un episodio quasi sconosciuto su cui pesa una cappa di speculazioni politiche, silenzio e reticenze.

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