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Gli Affondatori
€ 15,00di Carlo De Risio
I mezzi d’assalto della Marina italiana durante la Seconda guerra mondiale sono stati definiti “le armi segrete” impiegate nella guerra sul mare tra il 1940 e il 1943. Mentre la flotta si muoveva con grande – eccessiva – prudenza, i mezzi d’assalto (i siluri chiamati “maiali”), i barchini esplosivi, i Mas e i sommergibili divennero un vero e proprio incubo per la marina inglese che si vide non solo affondare varie navi ma subì anche l’onta di vedere gli incursori italiani penetrare le sue basi di Suda, Gibilterra, Alessandria, Alessandretta, Algeri, Mersina…
IBN editore | pp. 132
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Così affondammo la Valiant
€ 13,50di Luciano Garibaldi e Gaspare Di Sclafani
La seconda guerra mondiale ha portato all’Italia sconfitte e umiliazioni. Il Paese non era preparato al conflitto, gli italiani non lo volevano. I vertici militari, spesso incompetenti, erano divisi da rivalità e gelosie. Una cosa però è certa: moltissime volte i nostri soldati si sono comportati con coraggio, valore e grande dignità, tanto da meritare il rispetto e anche l’ammirazione dei nemici. È il caso degli uomini della Decima MAS, guidati da un ufficiale d’eccezione, il principe romano Junio Valerio Borghese. Fra le tante imprese di questa piccola unità nel Mediterraneo, la più notevole fu l’attacco al porto di Alessandria d’Egitto, il 18 dicembre 1941. L’azione fu portata a termine da sei intrepidi che, letteralmente “cavalcando” tre siluri, affondarono due corazzate inglesi, la Valiant e la Queen Elizabeth. Quegli uomini erano il tenente di Vascello Luigi Durand de la Penne, il capitano del Genio Navale Antonio Marceglia, il capitano delle Armi Navali Vincenzo Martellotta, e i sottufficiali Emilio Bianchi, Spartaco Schergat e Mario Marino. Ma come si svolse esattamente l’operazione? Come fu progettata? Quali rischi corsero i nostri soldati? E, ancora, cosa voleva dire far parte della Decima MAS e operare agli ordini del comandante Junio Valerio Borghese?
Edizione: Lindau | pp. 128
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ULTRA: LA FINE DI UN MITO
€ 16,00di Enrico Cernuschi
Dopo oltre mezzo secolo di polemiche, le leggende nere della guerra nel Mediterraneo tra il 1940 e il 1945 sono fatte a pezzi, a partire dal cosiddetto «segreto ULTRA». Sulla base dei documenti originali inglesi dell’epoca (e non delle lacunose e interessate relazioni postbelliche dell’Intelligence) questo studio mette per la prima volta a confronto sia le decrittazioni navali britanniche sia quelle, insospettabili, messe a segno dalla Regia Marina e dalla Marina Repubblicana fra il 1934 e il 1945. Da questa lotta segreta combattuta giorno per giorno, senza esclusione di colpi, sul mare e nel chiuso delle cosiddette «camere rosse», emerge, oltre a una massa di episodi e di successi fino ad oggi ignorati, un radicale cambiamento di prospettiva storica. Scritto da uno studioso annoverato dal Naval Institute della Marina degli Stati Uniti tra i maggiori storici navali contemporanei, questo libro è destinato a far discutere proprio perché, d’ora in poi, sarà la stessa storia ufficiale britannica a essere rimessa in discussione, sulla solida e spietata evidenza degli archivi riservati della Royal Navy e della Marina Militare.
Edizioni: Mursia | pp. 288