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La morte a grinta dura – Squadristi 1919-1923
€ 18,00di Pierluigi Romeo di Colloredo
Squadrismo è un termine che nell’immaginario collettivo odierno richiama ad un atteggiamento violento, quello che caratterizzò l’operato delle squadre sparse lungo lo Stivale, contro il cosiddetto sovversivismo rispondendo alla violenza dei rossi con altrettanta violenza, dapprima per reazione, poi attaccando per primi, e anche contro le autorità. Oggi la storiografia dominante tende ad incolpare per le violenze esclusivamente gli squadristi: ma la realtà italiana dei primi anni Venti fu quella di una guerra civile a bassa intensità, con centinaia di vittime da entrambe le parti. In questo libro non vogliamo fare antistoriche esaltazioni ed apologie od altrettanto antistoriche demonizzazioni, né stabilire linee di demarcazione tra buoni e cattivi, ma raccontare un fenomeno fondamentale della storia italiana così come si svolse veramente, a cent’anni dalla fondazione dei Fasci, un fenomeno che insieme a pagine di violenza e sopraffazione ne vide anche di luminose, grazie all’idealismo di reduci e di giovanissimi, che imposero l’Italia di Vittorio Veneto contro quella di Caporetto, l’Italia degli Arditi, dei ragazzi del ’99 contro l’internazionalismo della sovversione rossa.
Ciclostile/Eclettica | pp. 214
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Passo Uarieu – Le Termopili delle Camicie Nere in Etiopia
€ 27,00di Pierluigi Romeo di Colloredo
Nuova edizione completamente rivista del primo saggio che ha ricostruito nel dettaglio la battaglia combattuta a passo Uarieu tra le Camicie Nere della 2° Divisione 28 Ottobre e del VI Gruppo CC.NN. d’Eritrea e le truppe etiopiche di Ras Cassa nel gennaio 1936, oggi dimenticata, fu una delle battaglie decisive del conflitto etiopico. Dopo esser ste sorprese in campo aperto sul Mai Beles, le Camicie Nere ripiegarono nel fortino improvvisato di passo Uarieu, assediate per giorni da forze abissine venti volte superiori, senz’acqua e con poche munizioni, in attesa dei promessi rinforzi.
Se passo Uarieu avesse ceduto, l’intero schieramento italiano avrebbe corso il rischio di essere aggirato, ripetendo il disastro di Adua del 1896, tanto che Badoglio era pronto ad ordinare il ripiegamento oltre il confine eritreo: e una sconfitta dei Legionari avrebbe significato un colpo gravissimo, forse fatale, per lo stesso Regime fascista. Ma le Camicie Nere resistettero e vinsero, contro ogni aspettativa. e la temuta sconfitta divenne il punto di svolta della guerra. La battaglia è ricostruita ora per ora, sulla base delle testimonianze e dei documenti coevi, analizzando la struttura degli eserciti in lotta, le operazioni precedenti, l’uso dei gas.
Soldiers Shop Puplishing / Italia Storica | pp. 134
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Talianski Karashoi – La Campagna di Russia tra Mito e rimozione
€ 15,00di Pierluigi Romeo di Colloredo
Il volume affronta il mito della campagna di Russia come s’è andato stratificando nella memoria collettiva italiana, vedendo quanto, se, e come questo “mito” corrisponda alla realtà dei fatti. Questa analisi sarà talvolta, per forza di cose, polemica; saremo costretti a citare più volte autori come il romanziere Nuto Revelli, poiché il contenuto dei suoi libri e degli scritti da lui curati ne fa il capostipite di quello che definiremo il dogma della partecipazione italiana alla campagna di Russia: in breve, questa vulgata riduce alla sola ritirata dal Don nel 1943 l’intero ciclo di operazioni dello C.S.I.R. e dell’ARM.I.R., e i soldati italiani sono peraltro presentati come una massa mal addestrata ed equipaggiata, e per nulla motivata. Dimostreremo in questo studio come tale interpretazione sia tanto faziosa quanto inattendibile storicamente. La tesi da noi sostenuta è che gli italiani in Russia condussero una guerra ideologica, ben consapevoli di ciò e moralmente motivati, come dimostra l’esame diretto delle fonti, dai rapporti mensili sul morale della truppa delle varie Divisioni alla corrispondenza privata, e che combatterono bene, uscendo vittoriosi da tutti gli scontri con l’Armata Rossa dall’estate del 1941 all’inverno del 1942, quando i sovietici sfondarono il fronte italiano sul Don. Abbiamo ritenuto poi opportuno dedicare una parte del testo alla trattazione della presunta strage tedesca di una Divisione italiana a Leopoli. Si tratta di una menzogna creata dal KGB alla fine degli anni ‘50 del XX secolo, durante la Guerra Fredda, e che è periodicamente ricomparsa sotto forme diverse, ricevendo spazio sulla stampa al punto che, nel 1987, venne formata una commissione parlamentare d’inchiesta, che ne dimostrò – per l’ennesima volta – la falsità.
Edizione: Italia Storica | pp. 122
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Luigi Cadorna. Una biografia militare
€ 29,00di Pierluigi Romeo di Colloredo
Uno studio obiettivo della conduzione della guerra da parte di Cadorna porta alla smentita di tanti luoghi comuni spacciati per verità storiche: si scoprirà che l’esercito italiano, unico esercito alleato costantemente all’offensiva dall’inizio della guerra, fu quello che fece le maggiori conquiste territoriali, che le perdite italiane furono inferiori a quelle francesi ed inglesi, che le fucilazioni e gli atti d’indisciplina nell’esercito italiano furono molti meno di quelli avvenuti in Francia, che gli italiani nel 1917 avevano superato tecnicamente l’avversario, cui erano inferiori nel 1915, che Cadorna fu l’unico generale alleato a ragionare in termini di guerra di coalizione e non di guerra parallela. Sotto Cadorna l’esercito italiano inquadrò circa tre milioni di uomini, quanti mai né prima né dopo, e combatté le più grandi e sanguinose battaglie della propria storia arrivando ad essere una macchina militare mastodontica, lenta e possente, capace di rialzarsi senza l’aiuto alleato e vincere una guerra, dopo aver subito una catastrofica disfatta.Viene analizzata approfonditamente la battaglia di Caporetto ed la ritirata al Piave, e sono integralmente riportati gli ordini del 18 settembre e del 10 ottobre 1917 dati ai Comandanti d’Armata alla vigilia di Caporetto, che smentiscono definitivamente la leggenda di un Cadorna sorpreso dagli avvenimenti e incredulo circa l’offensiva nemica: ordini che, se eseguiti, avrebbero cambiato le sorti della battaglia; è poi riportato anche lo studio fatto preparare da Cadorna già nel giugno 1917 sul’eventuale ripiegamento al Piave, che il Generalissimo applicò dopo Caporetto, salvando l’esercito e vincendo la battaglia d’arresto. Anche la figura dello spietato macellaio, del fautore di una disciplina crudele ed ottusa tanto cara alla storiografia progressista viene ridimensionata sulla base della corrispondenza con il governo, riportata in appendice. In questo lavoro la figura di Cadorna è vista come appare dai documenti d’archivio, dalla corrispondenza privata, dai giudizi di amici ed avversari, per restituirne un ritratto imparziale basato su una documentazione spesso inedita, che cerca di ristabilire la verità al di là di apologie e denigrazioni.
Edizione: Soldiershop – Italia storica | pp. 252