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Storia in Rete n. 68 – giugno 2011 (pdf da scaricare subito)
€ 3,99Paul McCartney è morto? Cosa c’è dietro la più appassionante leggenda metropolitana del XX secolo? Con un’anticipazione da “Il Codice McCartney” di Fabio Andriola e Alessandra Gigante Storia in Rete vi racconta alcuni dei retroscena di un caso in bilico fra complottismo ed evidenze suffragate da prove. Storia in Rete vi porta quindi fra le oscure vicende degli attentati al papa: dalle bombe angloamericane durante la Seconda guerra mondiale al caso Orlandi. E da questioni di sangue e crimine a quelle di letto e di penna di Veronica Franco, la celebre cortigiana e poetessa del ‘500 veneziano, che ispirò pittori e scrittori e lottò per la dignità delle donne che facevano il suo mestiere. A 70 anni quindi dall’inizio della Campagna di Russia, Storia in Rete va ad analizzare alcune delle inquietanti tesi su come scoppiò il conflitto fra i due dittatori totalitari Hitler e Stalin. Dalle nevi della Russia al fango dell’editoria nostrana: i “Diari del Duce” sono veri o falsi? Una domanda mal posta, secondo Paolo Simoncelli. E’ più lecito chiedersi se si tratti di un immenso scherzo editoriale. Un balzo indietro al Risorgimento, con il ritratto di Petruccelli della Gattina, la penna più caustica del suo tempo, e alle vicende dell’Impero Ottomano, con tre “turquerie” dal misterioso mondo a cavallo fra Europa e Islam. Storia in Rete di questo mese si chiude quindi con il secondo ritratto dei Grandi Illuminati, dedicato a Krishnamurti, il messia che si smentì, e il crepuscolo della Teosofia.
Tutto questo e molto altro su Storia in Rete di giugno 2011 !!!
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Talianski Karashoi – La Campagna di Russia tra Mito e rimozione
€ 15,00di Pierluigi Romeo di Colloredo
Il volume affronta il mito della campagna di Russia come s’è andato stratificando nella memoria collettiva italiana, vedendo quanto, se, e come questo “mito” corrisponda alla realtà dei fatti. Questa analisi sarà talvolta, per forza di cose, polemica; saremo costretti a citare più volte autori come il romanziere Nuto Revelli, poiché il contenuto dei suoi libri e degli scritti da lui curati ne fa il capostipite di quello che definiremo il dogma della partecipazione italiana alla campagna di Russia: in breve, questa vulgata riduce alla sola ritirata dal Don nel 1943 l’intero ciclo di operazioni dello C.S.I.R. e dell’ARM.I.R., e i soldati italiani sono peraltro presentati come una massa mal addestrata ed equipaggiata, e per nulla motivata. Dimostreremo in questo studio come tale interpretazione sia tanto faziosa quanto inattendibile storicamente. La tesi da noi sostenuta è che gli italiani in Russia condussero una guerra ideologica, ben consapevoli di ciò e moralmente motivati, come dimostra l’esame diretto delle fonti, dai rapporti mensili sul morale della truppa delle varie Divisioni alla corrispondenza privata, e che combatterono bene, uscendo vittoriosi da tutti gli scontri con l’Armata Rossa dall’estate del 1941 all’inverno del 1942, quando i sovietici sfondarono il fronte italiano sul Don. Abbiamo ritenuto poi opportuno dedicare una parte del testo alla trattazione della presunta strage tedesca di una Divisione italiana a Leopoli. Si tratta di una menzogna creata dal KGB alla fine degli anni ‘50 del XX secolo, durante la Guerra Fredda, e che è periodicamente ricomparsa sotto forme diverse, ricevendo spazio sulla stampa al punto che, nel 1987, venne formata una commissione parlamentare d’inchiesta, che ne dimostrò – per l’ennesima volta – la falsità.
Edizione: Italia Storica | pp. 122