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Home|Seconda guerra mondiale|STUPRI DI GUERRA

STUPRI DI GUERRA

€ 16,00

di J. Robert Lilly

Come altri soldati di altri eserciti, anche gli americani si sono resi responsabili di stupri durante la Seconda guerra mondiale. Le donne inglesi e francesi erano alleate, quelle tedesche nemiche, ma tutte sono rimaste vittime, a migliaia, di quella esasperata violenza sessuale che è lo stupro. Il volto oscuro e sconosciuto dei «liberatori» rivelato da documenti e testimonianze drammatiche conservati negli archivi dei tribunali militari americani. Tra il 1942 e il 1945 circa 17 mila donne di tutte le età, inglesi, francesi e tedesche, furono stuprate da soldati americani. Cause, modalità e conseguenze di questo agghiacciante fenomeno sono analizzate con rigore storico e descritte con un linguaggio contenuto e privo di sensazionalismi. La rilettura attenta degli atti dei processi e la voce dei testimoni permettono di ricostruire la verità storica dello «stupro di guerra», vietato dalla Convenzione di Ginevra nel 1949 e riconosciuto come crimine di guerra solo nel 1996.

Edizioni: Mursia | pp. 364

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Category: Seconda guerra mondiale Tags: americani, Francia, Germania, GI, Gran Bretagna, stupri, violenza, violenza sulla donne
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  • IL PIANO MORGENTHAU

    € 32,00
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    di David Irving

    Storia di un genocidio mancato perché attuato solo in parte, tra il 1944-1945. Il libro – scritto da uno storico controverso per alcune sue dichiarazioni sull’Olocausto ma mai smentito su questo come su altri temi sempre relativi alla Seconda guerra mondiale – illustra come, per vendetta, per lucro e per facilitare l’espansione comunista in Europa si pensò di sterminare il popolo tedesco alla fine della Seconda guerra mondiale. In un piano ideato dal Ministro del Tesoro statunitense, Henry C. Morgenthau, gli Alleati immaginarono di ridurre allo stato “pastorizio” la Germania, riducendone drasticamente la popolazione e deindustrializzando il paese. Gli anglo-americani tagliarono la produzione di carburante, di trattori, di acciaio e di altri prodotti che erano stati essenziali per lo sforzo bellico. Tagliarono anche la produzione dei fertilizzanti dell’82%. Deprezzarono le esportazioni tedesche (che controllavano), e privarono i tedeschi del contante necessario per comprare il cibo. E una larga percentuale di giovani lavoratori di sesso maschile vennero tenuti per anni ai lavori forzati. Durante i sei mesi successivi alla fine della guerra, la produzione industriale tedesca crollò così del 75%. In Occidente, il piano per smantellare la capacità industriale della Germania iniziò nel quartier generale inglese del Generale Dwight Eisenhower nell’agosto del 1944. Incontratosi con Morgenthau, il Generale Eisenhower prescrisse per la Germania un trattamento che sarebbe stato “giusto e duro”, fornendo come spiegazione il fatto che “l’intera popolazione tedesca è un paranoide sintetico”. Morgenthau inviò una versione scritta del loro colloquio al presidente degli Stati Uniti Franklin Roosevelt e al primo ministro inglese Winston Churchill, quando i due si incontrarono a Quebec City nel Settembre del 1944. Il ministro degli esteri inglese Anthony Eden, il ministro degli esteri degli Stati Uniti Cordell Hull e il ministro della guerra degli Stati Uniti Henry L. Stimson protestarono tutti con vigore contro il Piano Morgenthau perché una Germania pastoralizzata non poteva nutrire sé stessa. Hull e Stimson dissero a Roosevelt che se il piano fosse stato attuato sarebbero morti 20 milioni di tedeschi. La maggior parte degli storici dice che il Piano Morgentau venne abbandonato dopo le proteste, ma lo stesso Morgenthau disse che venne in parte attuato come questo libro dimostra.

    Edizioni: Settimo Sigillo | pp. 312 (copertina rigida e sovracopertina plastificata)

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  • I campi dei vinti

    € 16,00
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    di Paolo Leone

    Più di cinquantamila civili e militari sottoposti per mesi (alcuni per due interi anni) a una brutale limitazione della libertà, concentrati in campi di internamento insufficienti nelle strutture sanitarie, nell’alimentazione, nella tutela della dignità umana. Questa la realtà dei “campi dei vinti”, quei campi di concentramento realizzati in Italia fra l’estate del 1943 e la primavera del 1946 nei quali furono rinchiusi dagli Alleati e senza processo decine di migliaia di fascisti o presunti tali. Per la prima volta di questo tema si parla a livello scientifico, sulla base di documentazione archivistica italiana e britannica che consente di mappare oltre 100 campi di detenzione: da Padula, in provincia di Salerno, a Collescipoli (Terni), da Coltano (Pisa) – che arrivò ad accogliere oltre 32 mila prigionieri – a Laterina (Arezzo), da Miramare (Rimini) a Taranto (dove il campo di Sant’ Andrea, in funzione fino al 1946, vide la reclusione di oltre 10 mila persone in condizioni pessime che sconfinavano nella vera e propria tortura: la “zona di punizione” era ricavata in un campo interamente ricoperto di sassi aguzzi dove i prigionieri venivano relegati senza scarpe per giorni interi). Paolo Leone ha tracciato una sorta di geografia del reticolato, senza dimenticare le decine di campi di transito dove venivano ammassati centinaia di prigionieri destinati, nel migliore dei casi, ad altri campi definitivi, ovvero agli improvvisati tribunali del popolo, che provvedevano a esecuzioni sommarie. Un saggio ampio e originale che fa luce sulle normative giuridiche e sulla vita quotidiana nei campi di internamento, sulle violenze cui furono sottoposti tanti italiani rei di avere combattuto dalla parte dei “vinti”, che divennero così la base di consenso del neofascismo italiano.

    Edizioni: Cantagalli | pp. 200

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  • Controstoria della Liberazione

    € 19,00
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    di Gigi Di Fiore

    Di Fiore racconta la liberazione del Sud Italia tra l’estate 1943 e il 1944, mostrandone il volto meno glorioso e più truce, dimenticato nei resoconti oleografici, non solo ufficiali, degli Alleati salvatori. Pensiamo ai paesi della Ciociaria, prima vessati dai tedeschi, poi bombardati dagli americani e infine liberati dai soldati marocchini del contingente francese: proprio per il coraggio dimostrato nello sfondare la linea Gustav, i marocchini ebbero in premio tre giorni di impunità, usati per saccheggiare le case e stuprare donne, uomini e ragazzi. A questa terra e ai suoi abitanti Gigi Di Fiore dedica il suo libro: una contro storia della risalita degli Alleati dopo lo sbarco in Sicilia nel luglio 1943 che ha segnato l’intera storia dell’Italia meridionale.

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    di Federica Saini Fasanotti

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    Edizioni: Edizioni Ares | pp. 328

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  • Uccidi gli italiani

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    Edizioni: Mursia | pp. 246

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  • Italia sovrana?

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    Il termine “sovranismo” è divenuto predominante a seguito del ruolo passivo che l’Italia subisce nell’Unione Europea e quello che manifesta nei confronti con le altre Potenze, mediterranee e extraeuropee. Con quest’opera l’autore ripercorre sinteticamente la storia d’Italia − dal primo Regno con tal nome costituito da Napoleone fino all’epoca contemporanea − evidenziando come spesso le aspirazioni e i legittimi riconoscimenti dell’Italia siano stati negati od ostacolati dalle altre Potenze. Nel libro sono esaminate anche le ostilità verso le politiche d’indipendenza economica ed energetica nazionale, svolte a suo tempo dall’Eni di Mattei e dalle Partecipazioni Statali, da parte delle altre Potenze. Un’attenzione particolare viene poi riservata alle ricorrenti eliminazioni − fisiche o politiche – di quelle personalità italiane che hanno agito per difendere l’interesse nazionale. L’argomento trattato dal libro appare quindi di attualità e può essere di supporto all’analisi politica nel momento in cui sono in atto o si auspicano cambiamenti radicali in Europa e in Patria.

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  • Euro – Una tragedia in nove atti

    € 50,00
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    di Ashoka Mody

    L’euro è il più grande esperimento di politica monetaria di tutti i tempi. Nonostante gli avvertimenti di molti importanti economisti che fin dall’inizio ne avevano denunciato le criticità, i leader europei hanno portato avanti il progetto animati dall’ ideologia dell’integrazione, convinti che le economie dei diversi paesi avrebbero presto iniziato a convergere. Al contrario, gli eventi degli ultimi anni hanno rivelato che l’adozione della moneta unica ha finito per acuire le differenze all’interno dell’Eurozona, con un centro sempre più ricco e una periferia lasciata indietro. Ashoka Mody è un  importante economista di origine indiana e sa quindi di cosa parla: ha ricostruito la storia dell’Euro e rivela che fin dall’inizio si capiva che non avrebbe mai funzionato, che alcune nazioni ne avrebbero tratto vantaggio a scapito di altre e che l’unità europea avrebbe fatto meglio a seguire altre strade. Mody  racconta la storia dell’euro tramite le parole e le decisioni dei protagonisti, da Pompidou a Mitterrand, da Kohl a Merkel, da Trichet a Draghi. Attraverso una rigorosa analisi economica, unita a uno stile personale e ironico, ci rende spettatori di una tragedia che va in scena da oltre mezzo secolo: dai primi dibattiti degli anni Sessanta fino alla crisi del Coronavirus, a cui l’autore dedica la Prefazione dell’edizione italiana. Scopriamo, così, come l’architettura di un progetto incompleto e disfunzionale si sia mostrata nel tempo sempre più fragile. Difficile allora non dubitare dell’utilità della moneta unica, soprattutto per l’Italia, «anello debole» dell’Eurozona. Mody dimostra, carte e date alla mano, come in pochi decenni il progetto della moneta unica europea da sogno si sia tramutata in un incubo. Ma un pugno di politici, economisti e intellettuali, insensibili alla volontà popolare, hanno deciso di andare avanti lo stesso. In nome di un’ideologia sempre più elitaria e lontana dalla realtà. Un libro importante, lucido, documentato che racconta una storia molto triste, anzi disperata

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  • I vinti della liberazione

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    di Paul Sérant

    Cosa accadde in Europa Occidentale al termine della Seconda Guerra Mondiale? Lo scrittore Paul Sérant riapre una pagina di storia dimenticata, allo scopo di riportare l’attenzione sull’epurazione avvenuta in Europa Occidentale e sulla repressione politica che fu messa in atto in diverse nazioni al termine del conflitto più sanguinoso che l’umanità abbia mai conosciuto. Attraverso una precisa ricostruzione dei fatti, Sérant ricorda che la fine di una guerra non coincide mai con la firma di trattato o con una data stampata su libro di storia.

    Paul Sérant (Parigi 1922 – Avranches 2002), durante l’occupazione tedesca partecipa alla Resistenza, e dopo la guerra collabora al servizio estero la BBC. Giornalista e scrittore, è un apprezzato studioso di esoterismo, argomento sul quale scriverà importanti saggi dedicati a Guénon e al pensiero tradizionalista.

    Orientale.

    Oaks editrice | pp. 408

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