Obbiettivo Biscari
€ 17,00
di Domenico Anfora e Stefano Pepi
9-14 luglio 1943: sei giorni di guerra infuocarono il territorio siciliano da Gela a Vittoria durante l’Operazione Husky. Protagonisti sono i paracadutisti All American, i fanti americani della Big Red One e della Thunderbird, i granatieri corazzati tedeschi della “Goering”, i costieri italiani della XVIII brigata. Grazie a documenti e testimonianze dirette di sopravvissuti, sono narrate le stragi dell’aeroporto di Biscari e di Comiso, la strage di Vittoria in cui persero la vita il podestà di Acate e i suoi congiunti, la battaglia dell’altura Biazzo in cui un gruppo di paracadutisti americani ricacciò indietro un’intera colonna della divisione “Goering”, la battaglia per l’aeroporto di Biscari in cui si consumò la tristemente nota strage di prigionieri italo-tedeschi. Per molto tempo la storiografia ufficiale ha rappresentato lo sbarco in Sicilia come una sorta di passeggiata degli Alleati attraverso ali di popolazione festante che accoglieva i liberatori. Ma fu davvero una festante liberazione? E, soprattutto, fu davvero una passeggiata?
Edizioni: Mursia | pp. 304
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Uccidi gli italiani
€ 16,00di Andrea Augello
Il 14 luglio 1943 a Biscari, oggi Acate, soldati italiani e tedeschi presi prigionieri dopo la battaglia per il controllo dell’aeroporto di Santo Pietro vennero fucilati dai militari della 45ª Divisione di Fanteria dell’esercito americano. Le vittime di questi crimini di guerra sono state per decenni dei fantasmi: ignoti i loro nomi, sconosciuto il luogo della sepoltura. Ora per la prima volta, grazie a un lungo e minuzioso lavoro di ricerca, i nomi di quei soldati, 70 italiani e 4 tedeschi, vengono riconsegnati alla memoria collettiva. I più giovani avevano poco più di vent’anni, il più anziano quarantotto; non c’erano tra loro ufficiali, erano quasi tutti soldati di truppa. L’elenco delle vittime degli eccidi di Biscari è la fase finale del lavoro che Andrea Augello ha condotto per sollevare il velo di omissioni e falsità sullo sbarco americano in Sicilia. Nel dopoguerra fu accreditata l’immagine di un’occupazione quasi pacifica della Sicilia, una marcia trionfale dei liberatori acclamati dalla popolazione. Le cose andarono diversamente, e queste pagine raccontano, ora per ora, la battaglia di Gela: l’accanita e determinate resistenza dei reparti italiani impegnati contro le forze da sbarco statunitensi, le incertezze e gli errori dei tedeschi, la violenza, spesso cieca e brutale, delle truppe del generale Patton. Nella notte tra il 9 e il 10 luglio 1943 i paracadutisti britannici, durante l’operazione Husky, diedero inizio all’assalto della Fortezza Europa. Un assalto la cui parola d’ordine era: «Uccidi gli italiani».
Edizioni: Mursia | pp. 246
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Controstoria della Liberazione
€ 19,00di Gigi Di Fiore
Di Fiore racconta la liberazione del Sud Italia tra l’estate 1943 e il 1944, mostrandone il volto meno glorioso e più truce, dimenticato nei resoconti oleografici, non solo ufficiali, degli Alleati salvatori. Pensiamo ai paesi della Ciociaria, prima vessati dai tedeschi, poi bombardati dagli americani e infine liberati dai soldati marocchini del contingente francese: proprio per il coraggio dimostrato nello sfondare la linea Gustav, i marocchini ebbero in premio tre giorni di impunità, usati per saccheggiare le case e stuprare donne, uomini e ragazzi. A questa terra e ai suoi abitanti Gigi Di Fiore dedica il suo libro: una contro storia della risalita degli Alleati dopo lo sbarco in Sicilia nel luglio 1943 che ha segnato l’intera storia dell’Italia meridionale.
Edizioni: Rizzoli | pp. 355
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La gioia violata
€ 18,00di Federica Saini Fasanotti
Avvenimenti a lungo tenuti nascosti per le tensioni politico-ideologiche che connotarono il continente europeo (e l’Italia) dopo la fine della coalizione antifascista: si tratta dei crimini di guerra sui militari e le popolazioni civili del nostro Paese perpetrati – tra il 1940 e il 1946 – dalle truppe delle potenze liberal-democratiche vincitrici del secondo conflitto mondiale, atti non episodici compiuti in manifesta violazione del diritto internazionale bellico allora vigente. Se i crimini di guerra tedeschi sono noti e continuamente evocati, non adeguato rilievo pubblicistico hanno generalmente ricevuto eccidi, bombardamenti, stupri, saccheggi e altro ancora degli Alleati anglo-franco-americani (in particolare all’indomani dell’armistizio nel settembre 1943), oggetto preminente del lavoro di Federica Saini Fasanotti. Completa il drammatico scenario la raccapricciante documentazione sulle barbariche pratiche di guerra dei miliziani iugoslavi e greci. Segnalando l’importanza del volume Sandro Fontana, ordinario di Storia contemporanea nell’Università di Brescia e già vicepresidente del Parlamento europeo, scrive nella Prefazione: «Attraverso una ricerca rigorosa, condotta in tutte le direzioni, Federica Saini Fasanotti è riuscita a sottrarre al limbo della storia tutte quelle vicende dolorose che hanno investito la nostra esperienza nazionale durante l’ultimo conflitto mondiale».
Edizioni: Edizioni Ares | pp. 328
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Storia in rete n. 93-94 – luglio-agosto 2013 (pdf da scaricare subito)
€ 3,99Storia in Rete di luglio-agosto è interamente dedicata all’estate del 1943, il punto di svolta della Seconda guerra mondiale. I mesi più convulsi del conflitto, fra contatti diplomatici segreti, trame, sforzi militari all’ultimo sangue, armi segrete e – su tutto – l’uscita dell’Italia dal conflitto come potenza attiva, per trasformarsi nel campo di battaglia fra Alleati e Asse.
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I campi dei vinti
€ 16,00di Paolo Leone
Più di cinquantamila civili e militari sottoposti per mesi (alcuni per due interi anni) a una brutale limitazione della libertà, concentrati in campi di internamento insufficienti nelle strutture sanitarie, nell’alimentazione, nella tutela della dignità umana. Questa la realtà dei “campi dei vinti”, quei campi di concentramento realizzati in Italia fra l’estate del 1943 e la primavera del 1946 nei quali furono rinchiusi dagli Alleati e senza processo decine di migliaia di fascisti o presunti tali. Per la prima volta di questo tema si parla a livello scientifico, sulla base di documentazione archivistica italiana e britannica che consente di mappare oltre 100 campi di detenzione: da Padula, in provincia di Salerno, a Collescipoli (Terni), da Coltano (Pisa) – che arrivò ad accogliere oltre 32 mila prigionieri – a Laterina (Arezzo), da Miramare (Rimini) a Taranto (dove il campo di Sant’ Andrea, in funzione fino al 1946, vide la reclusione di oltre 10 mila persone in condizioni pessime che sconfinavano nella vera e propria tortura: la “zona di punizione” era ricavata in un campo interamente ricoperto di sassi aguzzi dove i prigionieri venivano relegati senza scarpe per giorni interi). Paolo Leone ha tracciato una sorta di geografia del reticolato, senza dimenticare le decine di campi di transito dove venivano ammassati centinaia di prigionieri destinati, nel migliore dei casi, ad altri campi definitivi, ovvero agli improvvisati tribunali del popolo, che provvedevano a esecuzioni sommarie. Un saggio ampio e originale che fa luce sulle normative giuridiche e sulla vita quotidiana nei campi di internamento, sulle violenze cui furono sottoposti tanti italiani rei di avere combattuto dalla parte dei “vinti”, che divennero così la base di consenso del neofascismo italiano.
Edizioni: Cantagalli | pp. 200
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Storia in Rete n. 69 / 70 – luglio – agosto 2011 (pdf da scaricare subito)
€ 3,991943: mentre il mondo si avvia verso il culmine della guerra totale, c’è chi pensa alla pace. E la notizia sorprendente è che si tratta dei dittatori totalitari degli Stati belligeranti: Mussolini, Stalin ed anche Hitler. Una rete di contatti favorita dai giapponesi e dagli altri satelliti dell’Asse e finora negata o lasciata in ombra da una visione della Seconda guerra mondiale che somiglia più alla propaganda dell’epoca che non ad un’analisi storica seria. Ma i nuovi documenti diplomatici stanno consentendo di riscrivere in tre dimensioni le vicende dell’anno della svolta nel conflitto mondiale, come ci racconta un estratto da un approfondito saggio di Eugenio Di Rienzo ed Emilio Gin, preceduto da una lunga prefazione di Fabio Andriola.
E ancora, il bluff della Marcia su Roma, un mito creato dai fascisti e dagli antifascisti per motivi opposti di opposte propagande. Poi un altro un passo indietro negli anni con un ampio servizio su Luigi Cadorna, il Generalissimo: il comune di Udine decide di togliere la piazza che gli era stata dedicata.Storia in Rete ha chiesto ad uno dei maggiori biografi del Generalissimo perchè questa decisione è antistorica. E sbagliata. Dalla Grande Guerra agli orrori della Guerra Fredda, quando le Superpotenze sperimentavano le atomiche in casa propria e sui propri cittadini e soldati, come gli USA in Nevada. Storia in Rete fa quindi un salto nel Rinascimento, con la vicenda di Isabella de’ Medici, che finora si credeva uccisa dal marito per gelosia, e con le teorie militari di Machiavelli, inascoltate in Italia ma applicate dagli eserciti spagnoli che dominarono i decenni a cavallo fra Cinque e Seicento. E proprio dal Secolo di Ferro parte una mostra a Villa D’Este sui “Battaglisti”, i pittori specializzati in scene di battaglia che fornivano all’Italia dei secoli della decadenza delle guerre da appendere al muro mentre le potenze europee si sfidavano in quelle vere.
Tutto questo e molto altro su Storia in Rete di luglio e agosto!!
GUARDA IL SOMMARIO DEL NUMERO 69-70 di STORIA IN RETE
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I Giorni dell’Odio
€ 30,00€ 27,00di AA.VV.
Un’opera “pioneristica” che, da destra, ha cercato già negli anni Ottanta di fissare alcuni punti fermi nella ricostruzione delle drammatiche giornate dell’aprile 1945 quando la fine della Guerra Civile portò con sé il crollo dell Repubblica sociale italiana e la morte di migliaia e migliaia di persone. Tra i vari saggi quelli a firma di Alberto Giovannini, Duilio Susmel, Vittorio Mussolini e quello, per l’epoca, decisamente rivoluzionario di Luigi Imperatore sui fatti di Dongo e la morte di Mussolini.
Edizioni: Ciarrapico | pp. 358
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