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Home|'600 / '700|Invincibile Russia. Come Pietro il Grande, Alessandro I e Stalin hanno sconfitto gli invasori
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Invincibile Russia. Come Pietro il Grande, Alessandro I e Stalin hanno sconfitto gli invasori

€ 22,00

di Andrea Santangelo

Un paese che si estende in longitudine per 9.200 chilometri e in latitudine per 4.500, attraversato da ben 11 fusi orari e con confini non difesi da invalicabili barriere naturali, non poteva che scatenare la cupidigia degli invasori. Questo il destino militare della Russia, che sin dagli albori della sua formazione come Stato ha subito invasioni sia da Oriente sia da Occidente. Ma la Russia non ha nel suo destino di essere conquistata. Chi ha tentato di farlo, infatti, è andato incontro alla sconfitta e al disastro militare, come dimostrano le tre più famose invasioni della sua storia: quella svedese guidata dall’ambizioso re Carlo XII (1708), quella francese comandata dal genio di Napoleone Bonaparte (1812) e quella tedesca ordinata da Adolf Hitler nel giugno 1941.

Carocci | pp. 288

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Categories: '600 / '700, Biografie, Comunismo, Età Napoleonica, Novecento, Proposte del Mese, Seconda guerra mondiale, Varie Tags: Carlo XII di Svezia, Cremlino, Hitler, Mosca, Napoleone Bonaparte, Russia, Stalin, Ucraina, Urss, Vladimir Putin
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  • Le rose di Stalin

    € 14,50
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    di Armando Torno

    Stalin andava quasi ogni sera al Bolscioi, percorrendo un corridoio sotterraneo segreto. Spesso gli artisti ricambiavano la cortesia e si recavano al Cremlino. Tra essi, una donna ebbe un rapporto privilegiato con il dittatore: Olga Lepeshinskaya, prima ballerina a Mosca dal 1933 al 1963. Stalin le portava delle rose in camerino, poi cenava con lei e le chiedeva di danzare. Dopo la fine della guerra fredda e la dissoluzione dell’Unione Sovietica, dagli archivi, dalle biblioteche, ma soprattutto dalle confidenze personali di molti protagonisti della storia russa emergono racconti sorprendenti. Le rose di Stalin come ci dice lo stesso Torno è un viaggio nella cultura russa per capire soprattutto cosa sta accadendo in quel paese dopo il crollo del Comunismo. E, insieme a Stalin, popolano queste pagine scritte con maestria, altri giganti della storia russa: Tolstoj, Pasternak, Cechov, Dostoevskij, Lenin, Kruschev…

    Marietti 1820 | pp. 168

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  • I Boia. Agli ordini di Stalin

    € 18,00
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    di Nikita Petrov

    Ma dietro ogni ordine di Stalin c’erano vari esecutori, i co-protagonisti di questo libro. Quella proposta da Petrov è così soprattutto una galleria di tipi umani decisamente tragica nella sua varietà: c’è il macellaio puro e semplice ma c’è anche lo scienziato esperto in veleni; con loro il burocrate in carriera, l’intellettuale e il giudice con la passione delle esecuzioni da sentenziare e da eseguire personalmente; ci sono le donne, accanite e sadiche esattamente come gli uomini, e c’è il recordman, lo Stakanov delle fucilazioni: Vasilij Blochin; ci sono il politico, il cortigiano pronto a tutto pur di compiacere il Capo e il sadico che ha trovato una divisa, una protezione e delle vittime su cui accanirsi. Ma ogni differenza si annulla alla fine nel comun denominatore che unisce tutti grazie al diabolico mix di carrierismo, di ferocia, di cieca obbedienza e cinismo. 

    Mauro Pagliai Editore | pp. 330

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  • Lenin!

    € 25,00
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    di F.A. Ossendowski

    Una biografia-romanzo scritta alla fine degli anni Venti, pochissimi anni dopo la morte del leader comunista. Il libro alla sua pubblicazione fu un successo mondiale anche perché raccontava molto bene la parabola dell’anima e del motore della Rivoluzione bolscevica in Russia: Vladimir Il’ic Ul’janov (1870-1924). Metteva nero su bianco le caratteristiche del carattere di un leader, che per quanto avesse venduto al mondo il mito della rivoluzione di popolo, aveva, in realtà, nel suo profondo le caratteristiche di un borghese dalla moralità smodata e incline a perseguitare chi gli apparisse come «indegno». Ossendorski, bielorusso di nascita, è autore noto anche per opere di carattere esoterico- Morì nel 1945 e negli ultimi anni di vita (trascorsi da esule in Francia) ebbe qualche problema con i servizi segreti sovietici che lo consideravano un “nemico del popolo” soprattutto per questo suo libro su Lenin.

    Oaks Editrice | pp. 442

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  • Leningrado

    € 18,50
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    di Alexander Werth

    Pubblicato nel 1944, Leningrado doveva essere un capitolo all’interno di un più vasto volume dedicato alla guerra in Russia, ma le straordinarie vicende militari e umane dell’assedio, della difesa e della liberazione della città hanno infine convinto Alexander Werth a realizzare un’opera autonoma da pubblicare il prima possibile. Nato a San Pietroburgo, corrispondente per il «London Sunday Times», Werth è stato l’unico reporter inglese al seguito delle truppe sovietiche in città nel 1943. L’autore riporta dettagliatamente tutto ciò che ha visto e sentito in quei giorni terribili, evitando di trarre troppe conclusioni per permettere ai particolari di parlare da sé nel loro effetto d’insieme. Leningrado è il racconto emozionante di una popolazione unita nella lotta comune contro l’aggressione nazista.

    Edizione: Castelvecchi | pp. 185

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  • Come sopravvivere all’occupazione sovietica – Una guida per gli sprovveduti

    € 24,00
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    di Alexandra Orme

    La vera storia dell’avanzata delle truppe sovietiche in Ungheria vista da una polacca sposata a un ungherese. Sperava ardentemente di essersi liberata della violenza e dei soprusi che avevano caratterizzato l’occupazione tedesca, finalmente terminata. Si sbagliava… Ma da questo sbaglio è nato un diario lungo poco più di tre mesi (da fine dicembre 1944 a fine marzo 1945) dove con ironia la Orme descrive personaggi e situazioni con grazia, umorismo e una acuta capacità di osservazione che non risparmia né il singolo fante né l’alto ufficiale. Assassini, predoni, cantanti e poeti, arroganti e timidi, ladri e sognatori, generosi e distratti, sporchi e fanfaroni. E’un’interminabile galleria umana quella che offre l’Armata rossa che sta conquistando mezza Europa e che nei giorni del diario è impegnata nella dura battaglia per Budapest (il secondo scontro cittadino più lungo e sanguinoso della Seconda guerra mondiale dopo Stalingrado). Una lettura drammatica e divertente assolutamente consigliata.

    Pseudonimo di Litka de Barcza (1910-1975) Alexandra Orme nasce a Varsavia, cresce in Polonia, Svizzera, Germania e Inghilterra, si sposa nel 1944 con un ungherese che entra nel mirino della Gestapo. Nel dopo-guerra, questo suo libro, noto soprattutto nell’edizione inglese Comes the Comrade, è stato un best seller internazionale.

    Oaks | pp. 264

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  • Storia in Rete n. 51 – gennaio 2010 (pdf da scaricare subito)

    € 3,99
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    Storia in Rete di gennaio 2010 ha moltissima Russia dentro: dal revival di Stalin alle riflessioni sulla storia russa che Storia in Rete fa assieme al viceministro della cultura Pavel Khoroshilov. Ma anche l’accordo fra Italia e Russia del 1909, che aprì all’Italia la strada per Tripoli e la consacrò a potenza europea. E ancora la guerra russo-finlandese vista da un reporter d’eccezione: Indro Montanelli. Il quale “colorì” le sue corrispondenze in modo perlomeno fantasioso… Continua poi il racconto dell’esplorazione spaziale tricolore con la fase di crisi degli anni Settanta. Ci spostiamo quindi alla Seconda guerra mondiale, con la controversa relazione fra la Chiesa e il Nazismo e col racconto del tentato assalto inglese a Tobruk del 1942, quando i superbi commandos inglesi furono sconfitti da un pugno di italiani addetti ai servizi e alla seconda linea. E ancora, il Saturno film festival di Alatri e Anagni – con la sua retrospettiva su terrorismo ed eredità sovietica nell’est europeo, un Machiavelli a luci rosse nella Firenze del Quattrocento – fra prostitute, guardoni e “buoncostume” – e la storia vera, triste e tragica di suor Virginia, la Monaca di Monza, in mostra a Milano. Tutto questo e molto altro su Storia in Rete di gennaio!

     

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  • STALIN

    € 28,00
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    di Essad Bey

    La biografia di Stalin scritta da Essad Bey (compagno di gioventù del dittatore comunista) è stato un best-seller internazionale, in cima alle classifiche di vendita del “New York Times”, ricco di informazioni preziose sul dittatore sovietico e di notizie sui massacri da lui perpetrati, che Essad Bey per primo raccontò in Occidente, tra l’incredulità dei molti intellettuali e giornalisti europei e americani che simpatizzavano per l’URSS. Una biografia critica, ma appassionata, dallo stile avvincente che non trascura vivide informazioni sulla storia aggrovigliata del Caucaso.

    Oaks Editrice | pp. 442

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  • I vinti della liberazione

    € 28,00
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    di Paul Sérant

    Cosa accadde in Europa Occidentale al termine della Seconda Guerra Mondiale? Lo scrittore Paul Sérant riapre una pagina di storia dimenticata, allo scopo di riportare l’attenzione sull’epurazione avvenuta in Europa Occidentale e sulla repressione politica che fu messa in atto in diverse nazioni al termine del conflitto più sanguinoso che l’umanità abbia mai conosciuto. Attraverso una precisa ricostruzione dei fatti, Sérant ricorda che la fine di una guerra non coincide mai con la firma di trattato o con una data stampata su libro di storia.

    Paul Sérant (Parigi 1922 – Avranches 2002), durante l’occupazione tedesca partecipa alla Resistenza, e dopo la guerra collabora al servizio estero la BBC. Giornalista e scrittore, è un apprezzato studioso di esoterismo, argomento sul quale scriverà importanti saggi dedicati a Guénon e al pensiero tradizionalista.

    Orientale.

    Oaks editrice | pp. 408

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  • La seconda guerra fredda

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    di Federico Rampini

    Il mondo è cambiato molto più di quanto gli occidentali si rendano conto. Il tramonto del secolo americano e la possibile transizione al secolo cinese bruciano le tappe: tutto accade sono i nostri occhi distratti ormai da oltre 10/15 anni. Ci siamo distratti mentre la Cina subiva una metamorfosi sconvolgente: ci ha sorpassati nelle tecnologie più avanzate, punta alla supremazia nell’intelligenza artificiale e nelle innovazioni digitali. È all’avanguardia nella modernità ma rimane un regime autoritario, ancora più duro e nazionalista sotto Xi Jinping. Unendo Confucio e la meritocrazia, il regime di Pechino teorizza la superiorità del suo modello politico, e la crisi delle liberaldemocrazie sembra darle ragione. L’Italia è terreno di conquista per le Nuove Vie della Seta. In Africa è in corso un’invasione cinese di portata storica. Due imperi, uno declinante e l’altro in ascesa, scivolano verso lo scontro. L’America infatti si è convinta che, «ora o mai più», la Cina va fermata. Chi sta in mezzo, come gli europei, rimarrà stritolato? Nessuno è attrezzato ad affrontare la tempesta in arrivo. Neppure i leader delle due superpotenze hanno un’idea chiara sulle prossime puntate di questa storia, sul punto di arrivo finale. Mettono in moto forze che loro stessi non sapranno dominare fino in fondo. Pochi anni fa le due superpotenze sembravano diventate quasi una cosa sola, tanta era la simbiosi tra la fabbrica del mondo (cinese) e il suo mercato di sbocco (americano). Quell’epoca si è chiusa e non tornerà. Sta succedendo ciò che molti esperti consideravano impossibile. I dazi sono stati solo l’acceleratore di un divorzio che cambierà le mappe del nostro futuro. La resa dei conti precipita a tutti i livelli. Questo libro è una guida e un manuale di sopravvivenza nel mondo nuovo che si sta formando a grande velocità.

    Mondadori | pp. 228

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  • La rivoluzione sovranista

    € 14,00
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    di Marco Gervasoni

    La crisi del 2007-2008 è spartiacque fondamentale per comprendere il nostro presente, quello del continente europeo e naturalmente quello italiano, a partire da un cambio di paradigma mondiale, che investe gli Usa, la Cina, la Russia e così via. In questo breve saggio Marco Gervasoni prende in considerazione alcuni fenomeni ingigantiti dalla più devastante crisi vissuta dal sistema economico mondiale dopo quella del 1929 e che, come tale, non è stata solo economica ma anche di identità dell’Occidente. Dal declino della classe media al fallimento di una élite liberale e globalista, dal cambio di missione degli old media (giornali, tv), diventati sempre più la voce autoreferenziale di questa élite in decadenza, all’affermarsi di una politica digitale profondamente legata ai movimenti cosiddetti populisti e sovranisti. Gervasoni in realtà, più che di populismo e di sovranismo, concetti che pure sono dotati di un loro senso, preferisce parlare di nazionalismo, e traccia qui il profilo di movimenti che sono al tempo stesso rivoluzionari e nazional-conservatori

     

    Giubilei Regnani | pp. 204

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