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Home|Biografie|Bismarck

Bismarck

€ 23,00

di Jean-Paul Bled

Tra gli uomini illustri Bismarck merita senz’altro una menzione speciale. La sua figura domina tutto il XIX secolo e la sua ombra si estende anche su quello successivo. Padre dell’unificazione tedesca e fondatore del Secondo Reich, fu un personaggio controverso e dicotomico: intere generazioni di storici ancora discutono sui mezzi da lui messi in campo per arrivare all’unità e sulle conseguenze da essa prodotte. Bismarck fu reazionario e rivoluzionario allo stesso tempo, legato al potere monarchico e a un’impostazione feudale della società, seppe tuttavia cogliere la potenza dei cambiamenti che le nuove istanze liberali portavano con sé. La sua politica non si lascia racchiudere in uno schema rigido e riduttivo: il suo talento a comporre e conciliare gli opposti aveva colpito i suoi contemporanei al punto che Federico Guglielmo IV lo chiamava il «reazionario rosso». Altri, dando una lettura diversa del suo dualismo, credono di ravvisare dei tratti bonapartisti nei suoi metodi e nella sua vicenda politica.

Edizioni: Salerno editrice | pp. 256

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Categories: Biografie, Ottocento Tags: Germania, Prussia
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    di Stefano Tabacchi

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    Edizioni: Salerno Editrice | pp. 472

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    € 25,00
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    di Luigi Mascilli Migliorini

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    Edizioni: Salerno editrice | pp. 430

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    di Adriano Viarengo

    Per ricostruire non solo la carriera pubblica – i successi politici, gli intrighi finanziari, le cospirazioni -, ma la complessa psicologia dello statista torinese Adriano Viarengo attinge ai giornali, agli epistolari e ai diari di Cavour, a quelli dei suoi amici e dei suoi avversari: ne emerge un affresco completo e aggiornato del nobile piemontese, che non tralascia di presentare le tensioni familiari e il temperamento autoritario, la tenace aspirazione al cambiamento, le fragilità, le incertezze del personaggio. Come ha osservato Sergio Romano sul “Corriere della Sera”: «Non basta descrivere il processo di formazione dello Stato, dalla promulgazione dello Statuto alla morte di Cavour, e spiegare come il Regno di Sardegna sia diventato il Regno d’ Italia. Occorre anche spiegare come Cavour sia diventato italiano. Una delle chiavi più interessanti della storia nazionale è nell’ intreccio fra questi due percorsi paralleli».

    Edizioni: Salerno Editore | pp. 564

    STORIA DOC – GUARDA IL DOCUMENTARIO “Il Conte di Cavour”

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  • Carlo III

    € 24,00
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    di Giuseppe Caridi

    Le vicende biografiche del Sovrano borbonico che regnò prima sul ducato di Parma e Piacenza (era figlio dell’ultima dei Farnese), poi sul Regno di Napoli e infine sulla Spagna. Carlo di Borbone (1716-1788) acquisì la necessaria esperienza di governo durante la venticinquennale permanenza sul trono di Napoli. Nella penisola iberica il Sovrano – mantenendo sempre stretti rapporti con il toscano Bernardo Tanucci, grande personalità culturale e politica, suo principale consigliere nel governo napoletano – seppe anche in Spagna circondarsi di collaboratori fedeli e capaci, sia stranieri che nazionali, da Wall a Squillace e Grimaldi, da Campomanes ad Aranda e Floridablanca. Durante il governo di quest’ultimo, le cui iniziative Carlo III assecondò con convinzione, si intensificò nella politica interna spagnola l’attività riformatrice nel quadro di un assolutismo monarchico sempre più ispirato a princìpi illuministici, comunque compatibili con il paternalismo che distinse sempre l’operato del Sovrano.

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    La storia del Risorgimento italiano vista in chiave revisionista. Un saggio che fin dalla sua sua uscita ha fatto discutere per l’attacco radicale al Risorgimento e ai suoi protagonisti. Uno studio che, comunque la si pensi, val la pena di conoscere anche per capire i motivi e gli argomenti di certa propaganda anti-risorgimentale. Il tema centrale del libro della Pellicciari è che l’unità d’Italia è stata fatta a spese della Chiesa. Il processo storico di unificazione dal 1848 al ’61 si sarebbe svolto contestualmente a una vera e propria guerra di religione condotta nel Parlamento di Torino – dove tra i liberali abbondavano i massoni – contro la Chiesa cattolica. I liberali abolirono tutti gli ordini religiosi della Chiesa di Stato, spogliarono di ogni avere le 57.492 persone che li componevano, soppressero le 24.166 opere pie, lasciarono più di 100 diocesi senza vescovo, imposero al clero l’obbligo di cantare il Te Deum per l’ordine morale raggiunto, vietarono la pubblicazione delle encicliche pontificie, pretesero la somministrazione dei sacramenti a chi era stato colpito da scomunica, e, nonostante tutto, si proclamarono cattolici. Perché? Perché proprio lo Stato sabaudo, che si diceva costituzionale e liberale, che volle mettersi alla guida del moto risorgimentale, dedicò accanite sessioni parlamentari alla soppressione degli ordini religiosi? Con quali motivazioni ideologiche, morali, politiche e giuridiche? Sulla base di fonti originali, Angela Pellicciari teorizza che, colpendo il potere temporale della Chiesa, s’intendeva in realtà annientarne la portata spirituale. Dell’iconografia tradizionale resta un Ottocento tormentato, certo spregiudicato, molto meno romantico, che apre a una più piena comprensione delle difficoltà riscontrate fino a oggi nell’evoluzione dell’ identità nazionale italiana.

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    Edizioni Mondadori | pp. 245

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    Il primo aprile 1934 Pio XI proclama solennemente santo il prete piemontese fondatore dei salesiani. È il momento in cui Don Bosco diviene “il più italiano dei santi”, colui che nella Torino ottocentesca, pur nei difficili rapporti tra Stato e Chiesa aveva preparato migliaia di giovani al nuovo lavoro industriale. Don Bosco infatti vide ciò che uomini di stato e istituzioni tardarono a vedere, cioè l’insorgere di un mondo adolescenziale e giovanile che per i suoi tratti e aspirazioni rappresenterà uno dei grandi elementi di novità dell’epoca contemporanea. Mentre la drastica diminuzione della mortalità infantile faceva crescere le schiere dei giovani, l’inurbamento, l’industrializzazione, l’emigrazione portavano ad un allentamento delle strutture familiari e a una loro progressiva inadeguatezza a svolgere un ruolo educativo. Gli oratori, i collegi, le scuole, in particolare quelle professionali, fondati da Don Bosco, valsero a integrare in una società travagliata dalla modernità la gioventù meno abbiente, offrendole quelle opportunità che i sistemi scolastici per molto tempo non erano stati in grado di garantire.

    Edizioni: Il Mulino | pp. 154

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