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Cavour

€ 28,00

di Adriano Viarengo

Per ricostruire non solo la carriera pubblica – i successi politici, gli intrighi finanziari, le cospirazioni -, ma la complessa psicologia dello statista torinese Adriano Viarengo attinge ai giornali, agli epistolari e ai diari di Cavour, a quelli dei suoi amici e dei suoi avversari: ne emerge un affresco completo e aggiornato del nobile piemontese, che non tralascia di presentare le tensioni familiari e il temperamento autoritario, la tenace aspirazione al cambiamento, le fragilità, le incertezze del personaggio. Come ha osservato Sergio Romano sul “Corriere della Sera”: «Non basta descrivere il processo di formazione dello Stato, dalla promulgazione dello Statuto alla morte di Cavour, e spiegare come il Regno di Sardegna sia diventato il Regno d’ Italia. Occorre anche spiegare come Cavour sia diventato italiano. Una delle chiavi più interessanti della storia nazionale è nell’ intreccio fra questi due percorsi paralleli».

Edizioni: Salerno Editore | pp. 564

STORIA DOC – GUARDA IL DOCUMENTARIO “Il Conte di Cavour”

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Categories: Ottocento, Risorgimento Tags: Adriano Viarengo, Asburgo, Cavour, Garibaldi, Impero austriaco, Italia, Regno di Napoli, Regno di Sardegna, Savoia, Torino, Unità d'Italia, Vaticano
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    Edizioni: Oscar Mondadori | pp. 256

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    di Luigi Mascilli Migliorini

    Conosciuto per quella formula dura, sprezzante, che definisce l’Italia “una espressione geografica”, il principe di Metternich viene ricordato non solo come un accanito avversario del nostro Risorgimento, ma anche come il tenace paladino della conservazione in un’Europa che prova a ricostruire se stessa nella prima metà dell’Ottocento, dopo le grandi avventure della Rivoluzione e dell’Impero napoleonico. In realtà la sua vita è meno schematica di quanto la tradizione riporti. Nato in uno dei luoghi più sereni nel cuore dell’Europa – la valle del Reno –, egli conserva per tutta la sua esistenza l’esperienza di quel mondo in precario ma pacifico equilibrio. La perdita dei beni di famiglia lo obbliga a trasferirsi a Vienna dove comincia una carriera di diplomatico che sarà sempre segnata da quella iniziale rottura. Giunto, infatti, ai vertici della politica asburgica, Metternich dedicherà tutti i suoi sforzi alla costruzione e alla conservazione di un equilibrio tra le grandi potenze che tenga lontana l’Europa dalle devastazioni provocate dalla Rivoluzione francese con il suo prolungarsi nelle guerre napoleoniche. Il suo capolavoro sarà il Congresso di Vienna, nel quale il faticoso raggiungimento di un punto di intesa tra vincitori e vinti consentirà di assicurare all’Europa un lungo secolo di pace. Il bicentenario di quel Congresso (1814-2014) aggiunge, dunque, attualità a questa biografia, attraverso la quale non è difficile cogliere alcune grandi questioni: il ruolo della Germania come potenza egemone, la fragilità dell’unità italiana, la difficoltà di una unione dei popoli europei, che sono ancora al centro della discussione di oggi.

    Edizioni: Salerno editrice | pp. 430

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