Una biografia-romanzo scritta alla fine degli anni Venti, pochissimi anni dopo la morte del leader comunista. Il libro alla sua pubblicazione fu un successo mondiale anche perché raccontava molto bene la parabola dell’anima e del motore della Rivoluzione bolscevica in Russia: Vladimir Il’ic Ul’janov (1870-1924). Metteva nero su bianco le caratteristiche del carattere di un leader, che per quanto avesse venduto al mondo il mito della rivoluzione di popolo, aveva, in realtà, nel suo profondo le caratteristiche di un borghese dalla moralità smodata e incline a perseguitare chi gli apparisse come «indegno». Ossendorski, bielorusso di nascita, è autore noto anche per opere di carattere esoterico- Morì nel 1945 e negli ultimi anni di vita (trascorsi da esule in Francia) ebbe qualche problema con i servizi segreti sovietici che lo consideravano un “nemico del popolo” soprattutto per questo suo libro su Lenin.
Ma dietro ogni ordine di Stalin c’erano vari esecutori, i co-protagonisti di questo libro. Quella proposta da Petrov è così soprattutto una galleria di tipi umani decisamente tragica nella sua varietà: c’è il macellaio puro e semplice ma c’è anche lo scienziato esperto in veleni; con loro il burocrate in carriera, l’intellettuale e il giudice con la passione delle esecuzioni da sentenziare e da eseguire personalmente; ci sono le donne, accanite e sadiche esattamente come gli uomini, e c’è il recordman, lo Stakanov delle fucilazioni: Vasilij Blochin; ci sono il politico, il cortigiano pronto a tutto pur di compiacere il Capo e il sadico che ha trovato una divisa, una protezione e delle vittime su cui accanirsi. Ma ogni differenza si annulla alla fine nel comun denominatore che unisce tutti grazie al diabolico mix di carrierismo, di ferocia, di cieca obbedienza e cinismo.