Il grande viaggiatore e giornalista Mario Appelius racconta com’era, e in gran parte com’è ancora, almeno per quanto riguarda la mentalità delle popolazioni, l’Estremo Oriente, ovvero le terre dove si sta preparando la prossima guerra mondiale. Nazioni divise come la Corea, isole contese come Sakhalin e le Kurili, nuove potenze mondiali come la Cina furono visitate e descritte minuziosamente negli anni Trenta da uno scrittore dotato di sensibilità politica, che ci mette in guardia dalle potenzialità di stati colossali, pazienti e secolari come quelli che sembrano subire la prepotenza occidentale, ma aspettano solo il momento giusto per riprendere il loro posto sul palcoscenico della Storia.
Attraverso una somma di ipotesi di lavoro aperte e volutamente frammentarie, l’esplorazione di alcuni passaggi centrali del passato prossimo italiano. In primis, le radici della fragilità strutturale della Nazione italiana e i motivi del suo continuo oscillare tra velleità generose e subalternità imbarazzanti, tra spinte modernizzatrici e resistenze passatiste. In quest’ambito il libro presenta alcuni ritratti di italiani eccellenti: Verdi, Luigi Rizzo (l’ “Affondatore” della Grande Guerra), Enrico Mattei, Broglio (il padre dello Spazio italiano), Missoni… Secondo passaggio: i tragici abbagli generati dal Comunismo. Un miraggio cattivo, un cupo gioco di luci e ombre con tanti quesiti ancora irrisolti, con troppi segreti ancora celati. Terzo passaggio: il disastroso processo di decolonizzazione dal sud est asiatico all’Africa. Un disastro preparato dalle elites politiche ed economiche inglesi e francesi in primis già all’indomani della fine della Grande Guerra. La catastrofe umanitaria che oggi oscura il Mediterraneo è frutto e risultato di quelle scelte errate, di quelle miopie, di quel cinismo.