-
La resa dei conti con Hitler
€ 22,00di Hjalmar Schacht
Hjalmar Schacht è stato un personaggio tutto sommato ambiguo e nelle sue memorie ha tentato di ribaltare questa ambiguità rivendicando una forte opposizione al Nazismo ma dall’interno. In effetti, Schacht non fu mai un nazista anche se è stato a lungo ministro delle Finanze tedesco e ancor di più presidente della Banca centrale, la Reichsbank. Ma fu – e lui rivendica questo ruolo – soprattutto un “tecnico” in quanto economista e banchiere di livello internazionale. Certo, ebbe la sua parte nella ascesa economica della Germania dal 1933, contribuendo così di fatti al tanto famigerato “riarmo” tedesco, ma in questo libro pieno di risvolti poco noti e di aneddoti interessanti, Schacht sostiene di aver sostanzialmente “frenato” il Nazismo finché fu al suo posto, cioé fino all’inizio del 1939. Poi fu emarginato e, ad un certo punto, anche arrestato. La sua ambiguità è ben rappresentata dal suo destino nell’immediato dopoguerra: da una parte finì a Norimberga, imputato con i massimi dirigenti del nazionalsocialismo. Ma fu anche uno dei pochissimi che venne assolto da ogni imputazione. Un libro da leggere per le mille notizie che dà nonostante il fastidioso ed enorme “senso di sé” che l’autore mette in ogni pagina…
Res Gestae | pp. 306
-
La Germania alla conquista dell’Italia
€ 35,00di Giovanni Preziosi
Ristampa anastatica della seconda edizione apparsa nel 1916 per i tipi della “Libreria della Voce”. Un duro attacco all’invadenza finanziaria tedesca nel pieno della Grande Guerra. L’Italia non dichiarò subito guerra alla Germania: il 24 maggio decidemmo di attaccare la sola Austria-Ungheria, il nostro nemico storico. Nell’estate del 1915 fu la volta della dichiarazione di guerra all’Impero Ottomano, altro nemico storico dell’Italia. Ma, nonostante il “Patto di Londra” e gli accordi tra i membri dell’Intesa prevedessero guerra totale a tutti gli avversari, l’Italia nicchiava a schierarsi contro il Secondo Reich. Il libro di Preziosi si inquadra nella lotta politica che spinse il governo di Roma a scendere in campo anche contro la Germania, cosa che avvenne il 27 agosto 1916. In realtà non è che non ci fossero state, specie in campo economico, numerose azioni ostili della Germania verso l’Italia come documenta Preziosi che mette l’accento sul diffuso e invadente pangermanesimo, dissimulato ad esempio nei progetti della Banca Commerciale Italiana. Preziosi volle difendere gli interessi italiani, anteponendoli a quelli di una finanza errante. Attraverso le partecipazioni alle principali società operanti nei settori strategici dell’industria, i capitali tedeschi controllavano l’economia italiana. Poteva ancora sussistere una sovranità nazionale se l’economia era indirettamente in mano straniera? Quello di Preziosi si rivela, con straordinaria capacità predittiva, uno dei quesiti centrali anche per comprendere la natura e l’origine dei poteri attuali. (con un ritratto di Giovanni Preziosi a cura di Roberto Andreoli)
Edizioni di Ar | pp. 328