Un sogno di pietra (dvd)
€ 14,90
Vespasiano Gonzaga, nella seconda metà del ‘500, dà vita ad un sogno: la sua città ideale. Come alcune altre cittadine italiane sorte o completamente ripensate nel Rinascimento, Sabbioneta (Mantova) è un inno all’armonia e alla perfezione architettonica ma è stata costruita da un uomo violento (era un militare di professione al servizio della Spagna) e vendicativo (la prima moglie forse avvelenata, un figlio ucciso in uno scatto d’ira) ma amante delle arti. Inseguito da debiti e sventure Vespasiano insegue con tenacia, a sua volta, il suo sogno. Che alla fine corona al punto di considerare Sabbioneta la sua vera e unica primogenita. Una storia che è un perfetto spaccato del Rinascimento: splendori artistici, sogni di perfezione e delitti e violenze.
lingua italiana | sottotitoli in inglese | adatto a qualunque pubblico
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Caccia alle streghe
€ 12,50di Marina Montesano
Alla fine dell’età medievale prende avvio la cosiddetta “caccia alle streghe”. Secondo la bolla Summis desiderantes, promulgata da Innocenzo VIII nel 1484, le streghe avrebbero dato vita a una vera e propria setta decisa a colpire la Cristianità come mai si era verificato prima. Ma che cos’è il fenomeno della stregoneria e la conseguente caccia alle streghe? È un’offensiva contro l’universo folklorico e le superstizioni popolari? È una reazione della società alla diversità? Alla luce di una attenta analisi delle fonti, degli scritti e delle azioni dei protagonisti di quelle vicende, è invece possibile tracciare un quadro generale dal quale la “caccia” emerge per larghi tratti, da una parte come un elemento costitutivo della modernità, dall’altra come una risposta a esigenze riaffioranti nella società in epoche diverse. Non solo e non tanto nel “barbaro medioevo”, quanto e soprattutto in epoche nelle quali ci piace pensare che il trionfo della ragione e del diritto abbiano il sopravvento. A tal fine si prenderanno anche in esame, in una postilla finale, alcuni casi contemporanei che presentano elementi tipologici assai simili alle persecuzioni antistregoniche.
Edizioni: Salerno editrice | pp. 188
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Guerre fluviali – Le lotte tra Milano e Venezia nel XV secolo
€ 18,00di Carlo Alberto Brignoli
Non c’erano solo i capitani di ventura a guidare le milizie di questo o quello stato italiano durante le mille guerre del Medioevo e Rinascimento. C’erano anche degli ammiragli un po’ particolari perché invece che solcare i mari guidavano vere e proprie flotte lungo i fiumi e nei laghi della Pianura Padana. Ovviamente non dobbiamo pensare ai letti dei nostri fiumi, contenuti da argini e dalla “civiltà”. E’ un pezzo di storia dimenticato ma non secondario quello che ha deciso di affrontare Carlo Alberto Brignoli col puntiglio dell’appassionato super specialista che non teme di affrontare dettagli che magari al lettore comune non possono interessare più di tanto. Al centro delle ricerche di questo meticoloso storico soprattutto della storia del Ticino, la lunga rivalità che separò soprattutto nella prima metà del ‘400, La Repubblica di Venezia e il Ducato di Milano dei Visconti che, con l’ultimo duca della Dinastia, Filippo Maria (1392-1447), daranno prove sopraffine di machiavellismo politico ante litteram e spregiudicatezza diplomatica. Alla fine, sarà il “terragno” Ducato di Milanese ad avere la meglio sulle mire espansionistiche di Venezia che verrà “contenuta” nei suoi territori a destra del Garda. E questo successo milanese arriverà anche grazie all’audacia dei suoi marinai fluviali. Giustamente, Brignoli dedica un intero capitolo a una delle tante figure che andrebbero strappate dall’oblio della Storia e fatte conoscere meglio: è il caso del pavese Pasino degli Eustachi (1360 – 1445 ), una specie di Andrea Doria d’acqua dolce dove “acqua dolce” non va inteso in senso spregiativo. Pasino non fu solo un abile stratega – come impararono a più riprese e a proprie spese i veneziani – ma un ingegnere navale, un manager, un abile politico e, in qualche modo, un antesignano delle teorie sul “potere navale”. Negli ultimi due secoli applicate ovviamente agli Oceani ma che hanno avuto un senso anche in fiumi e laghi durante il Rinascimento. (F.An.) Recensione da “Storia In Rete” n. 111 – gennaio 2015
Edizioni Mursia | pp. 234
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Storia in Rete 141 – 142 – Luglio / Agosto 2017 (pdf da scaricare subito)
€ 3,99A un anno dal fallito golpe di Ankara il potere di Erdogan in Turchia è sempre più forte. E si manifesta anche attraverso una rivalutazione della storia imperiale ottomana, con le grandiose celebrazioni che ogni anno si tengono “spontaneamente” per ricordare la conquista di Costantinopoli, il 29 maggio 1453. Una storia fatta di grandi vittorie ma anche di schiavismo, massacri, espansionismo imperialista ai danni dell’Europa, e che l’Europa farebbe bene a ricordare a sua volta. Storia in Rete dell’estate 2017 racconta le relazioni fra Occidente e Impero ottomano dal XIII secolo al tramonto ottocentesco del “malato d’Europa”. Una storia che dovrebbe far riflettere e soprattutto far riconsiderare tanti complessi di inferiorità che oggi minano l’autocoscienza e l’autostima dei popoli europei. E una di queste mine – spiega Antonello Carvigiani – è stata smascherata da un affilato saggio di Rodney Stark, un docente di storia protestante che difende il Cattolicesimo dalle “leggende nere” dure a morire con cui è stato infangato nei paesi della Riforma.
Continua poi anche questo numero di Storia in Rete il dibattito sul Risorgimento. Lo fa Pino Aprile, analizzando quelle elite meridionali che “tradirono e furono tradite”, lasciando il sud in uno stato semi-coloniale, e Pierluigi Romeo di Colloredo, che evidenzia come il regno delle Due Sicilie fosse minato al suo interno da discordie fra terraferma e Sicilia, rispondendo anche alle affermazioni di Aprile sul numero 140 di Storia in Rete a proposito del generale Cialdini.
Dal Risorgimento a uno dei più torbidi segreti dell’Italia contemporanea: quello della morte di Mussolini. Sandro Provvisionato rivela un inedito memoriale che raccoglie la confessione nientemeno che di Walter Audisio, il “colonnello Valerio”, sedicente “giustiziere” del Duce. Una confessione rilasciata in segreto a dei suoi compagni di partito negli anni Cinquanta che sotto certi aspetti lascia perplessi (avrà detto la verità?), ma dall’altro conferma una tesi che in pubblico i vertici partigiani hanno negato per decenni: quella della “doppia fucilazione”, con forza sostenuta da Pisanò e Bandini e confermata solo di recente dalle analisi forensi.
Poi Roberto Festorazzi getta una luce inedita sui contatti segreti di Leo Valiani con l’intelligence britannica. Contatti molto più profondi e vincolanti di quelli ufficialmente riconosciuti dall’esponente giellista, e che suggeriscono anche inquietanti spiegazioni alle modalità sbrigative e tutt’altro che chiare con cui si giunse all’esecuzione di Mussolini.
E ancora, una perizia di Storia in Rete su una delle foto pubblicate nel numero 129-130 dell’estate del 2016 dimostra che si trattava in realtà di un fotoritocco. Ma chi e perché ha avuto interesse a millantare la presenza di un agente dell’OSS sui luoghi dell’esecuzione di Mussolini proprio in quei giorni di fine aprile? Lo smascheramento di un falso non fa che spalancare nuovi campi d’indagine, tanto più visto che le foto ritoccate provenivano proprio da un ex agente segreto d’oltreoceano…
Infine, raccontato da Marcello De Angelis, il ritratto di uno dei grandi militari italiani del XX secolo: Federico Baistrocchi. Uno dei migliori organizzatori e riformatori del Regio Esercito, che dopo aver preparato le basi per la vittoria italiana in Abissinia nel 1935 venne messo da parte da Mussolini, anche per le invidie e i malumori che aveva suscitato fra i suoi meno capaci colleghi.
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