Da Comune rampante a Signoria e poi Ducato nel giro di quattro generazioni. Con l’aspirazione a trasformare il loro dominio lombardo in un vero e proprio regno in Italia e – forse – di Italia. I Visconti, la dinastia del Biscione, in poco più di cento anni trasformarono Milano nel centro di un potente Stato, in grado di strappare concessioni all’Impero, sfidare il Papato e le altre potenze italiane e aspirare perfino a una federazione degli Stati della penisola. Storia in Rete li racconta con una lunga intervista a Daniela Pizzagalli, autrice di un nuovo saggio incentrato su una delle figure più sanguigne e determinate del Medioevo italiano: Bernabò Visconti.
Abbandoniamo il XIV secolo per ritrovarci nel XX, dove alcuni documenti inediti lanciano nuovi indizi sulle ultime mosse del Duce al crepuscolo della Repubblica Sociale. Chi incontrò Mussolini a Milano prima della fatale ritirata sul Lago di Como? E perché? Dove progettava di andare?
Dal Fascismo al Comunismo, con le terribili testimonianze degli oltre settanta dissidenti che in tutto il blocco sovietico – emulando Jan Palach – si sono immolati dandosi fuoco e trovando una morte orrenda e lenta per testimoniare il loro desiderio di libertà dall’oppressione.
E quindi il Risorgimento, con l’ennesimo anniversario sprecato – il 160 dalla morte del Grande Tessitore Cavour – e le vicissitudini dell’inquieta salma di uno dei più celebri patrioti italiani: quel Goffredo Mameli, morto giovanissimo nella difesa di Roma del 1849, la cui firma sigla il nostro Inno Nazionale.
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