Patria senza Mare

di Marco Valle

Malgrado tre mari e quasi ottomila chilometri di coste gli italiani non sono più – se lo sono mai stati davvero – un “popolo di navigatori”. Eppure proprio sul mare, dai tempi di Roma e poi col sorgere, nell’alto Medioevo, delle Repubbliche marinare, l’Italia ha scritto i capitoli più importanti e luminosi della sua lunga storia. Capitoli troppo spesso trascurati, ignorati, dimenticati. Ecco allora “Patria senza Mare” di Marco Valle, un’opera innovativa che affronta, con accuratezze e stile brillante, i successi e i travagli dell’Italia marittima. Una storia lunga oltre 1500 anni e più di 500 pagine con mille protagonisti: marinai, mercanti, armatori, scienziati, sognatori, visionari…

Un’opera che attraversa i secoli, rintracciando il lunghissimo filo rosso (o meglio blu…) che avvolge e lega la Penisola al suo destino marittimo navigatori e mercanti, armatori e naufragi, porti e navi, scoperte e battaglie, ascese, sconfitte e rinascite… Un grande affresco in chiaro scuro che raccoglie e spiega lo splendore di Amalfi, Pisa, Venezia e Genova, capitali mondiali della globalizzazione medioevale, la vittoria di Lepanto, l’imporsi — tra il Seicento e l’Ottocento — di Livorno, Trieste e Napoli. E ancora, le visioni marittime di Camillo Benso di Cavour e il navalismo letterario di Salgari e d’Annunzio, la luminosa stagione dei transatlantici, i due grandi conflitti del Novecento e le prove durissime della nostra Marina, la ricostruzione postbellica e le parabole parallele dei Costa e di Achille Lauro. Infine, le luci, poche ma importanti, che iniziano a rischiarare la notte terragna in cui siamo ancora immersi.

Signs Publishing | pp. 544

 25,00

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