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Home|Rinascimento|Lepanto, la battaglia dei tre imperi.

Lepanto, la battaglia dei tre imperi.

€ 24,00

di Alessandro Barbero

Quando Papa Pio V, forte dell’insistente notizia relativa all’uscita della flotta turca decise di formare una Lega con i principi cattolici per affrontare gli infedeli, gli sforzi costosissimi per armare le flotte vennero ampiamente sottovalutati. Errore che rese col passare del tempo la resistenza ancora più ardua. Dal 1568 al 1571 “La battaglia dei tre imperi” ci consente di riscoprire le più remote isole del Mediterraneo per il cui controllo le potenze si battevano. Una lotta durissima, combattuta per lo più sul mare e che ebbe come epilogo decisivo la famosa battaglia di Lepanto (domenica 7 ottobre 1571) nelle acque della Grecia occidentale, battaglia che si concluse con una schiacciante vittoria delle forze cristiane, guidate da Don Giovanni d’Austria su quelle ottomane di Müezzinzade Alì Pascià, che perse la vita nello scontro che costò agli islamici la perdita di quasi 250 navi, 30 mila tra morti e feriti, 15 mila prigionieri e la liberazione di ben 15 mila schiavi cristiani

Edizioni: Laterza | pp. 757

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Category: Rinascimento
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    Edizioni: Minerva edizioni | pp. 246

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    Non c’erano solo i capitani di ventura a guidare le milizie di questo o quello stato italiano durante le mille guerre del Medioevo e Rinascimento. C’erano anche degli ammiragli un po’ particolari perché invece che solcare i mari guidavano vere e proprie flotte lungo i fiumi e nei laghi della Pianura Padana. Ovviamente non dobbiamo pensare ai letti dei nostri fiumi, contenuti da argini e dalla “civiltà”. E’ un pezzo di storia dimenticato ma non secondario quello che ha deciso di affrontare Carlo Alberto Brignoli col puntiglio dell’appassionato super specialista che non teme di affrontare  dettagli che magari al lettore comune non possono interessare più di tanto. Al centro delle ricerche di questo meticoloso storico soprattutto della storia del Ticino, la lunga rivalità che separò soprattutto nella prima metà del ‘400, La Repubblica di Venezia e il Ducato di Milano dei Visconti che, con l’ultimo duca della Dinastia, Filippo Maria (1392-1447), daranno prove sopraffine di machiavellismo politico ante litteram e spregiudicatezza diplomatica. Alla fine, sarà il “terragno” Ducato di Milanese ad avere la meglio sulle mire espansionistiche di Venezia che verrà “contenuta” nei suoi territori a destra del Garda. E questo successo milanese arriverà anche grazie all’audacia dei suoi marinai fluviali. Giustamente, Brignoli dedica un intero capitolo a una delle tante figure che andrebbero strappate dall’oblio della Storia e fatte conoscere meglio: è il caso del pavese Pasino degli Eustachi (1360 – 1445 ), una specie di Andrea Doria d’acqua dolce dove “acqua dolce” non va inteso in senso spregiativo. Pasino non fu solo un abile stratega – come impararono a più riprese e a proprie spese i veneziani – ma un ingegnere navale, un manager, un abile politico e, in qualche modo, un antesignano delle teorie sul “potere navale”. Negli ultimi due secoli applicate ovviamente agli Oceani ma che hanno avuto un senso anche in fiumi e laghi durante il Rinascimento. (F.An.) Recensione da “Storia In Rete” n. 111 – gennaio 2015

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