Iconoclastia
€ 16,00
di Emanuele Mastrangelo / Enrico Petrucci
Una grande inchiesta tra attualità e Storia. Un’ondata di iconoclastia sta travolgendo la civiltà occidentale. Alle sue radici la cancel culture nata negli ambienti colti dei radical chic e nei campus universitari USA. Così al grido delle parole d’ordine del «marxismo culturale» migliaia di monumenti finiscono nella polvere: quelli alla Confederazione, quelli a Colombo
e perfino ai Padri Fondatori degli Stati Uniti. L’infezione è arrivata anche in Europa, declinandosi in varie forme per ciascun paese: dall’antifranchismo della venticinquesima ora in Spagna all’attacco contro le chiese in Francia. E in Italia iniziano le prime avvisaglie di una pazzia collettiva che rischia di distruggere
nel nome del politicamente corretto l’intero patrimonio culturale. Un’emergenza alla quale è necessario far fronte subito, prima che sia troppo tardi.
Eclettica | pp. 400
You may also like…
-
Wikipedia. L’enciclopedia libera e l’egemonia dell’informazione
€ 16,00di Emanuele Mastrangelo & Enrico Petrucci
Cosa avrebbe pensato George Orwell di Wikipedia? Il più grande progetto culturale collettivo di tutti i tempi è oramai una presenza costante nella vita di tutti noi. E ha potenzialità immense sulle quali, tuttavia, incombe l’ombra del Grande Fratello di «1984». La cricca del SocIng prenderà il potere all’interno di Wikipedia? Wikipedia diventerà il Ministero della Verità? Oppure, grazie a Wikipedia, il mondo – e l’Italia – saranno più liberi?
Lo studio in questione, il cui sottotitolo L’enciclopedia libera e l’egemonia dell’informazione già contiene le linee direttrici che ne animano le riflessioni, espone la storia del progetto Wiki, dagli esordi fino agli ultimi sviluppi, ma anche la sua fenomenologia, i piani in cui è articolato e le regole a cui la stesura delle “voci” è sottoposta. È insomma un manualetto piuttosto utile, che svela ai “profani” i retroscena di una tra le fonti di informazione più utilizzate – anche se molti di quelli che vi attingono a piene mani negano a tutti i costi di esserci capitati, anche per sbaglio – e influenti.Edizioni: Bietti | pp. 390
-
Storia in Rete 143 – 144 – Settembre / Ottobre 2017 (pdf da scaricare subito)
€ 3,99L’assalto globale alla Storia è il tema della lunga inchiesta di Storia in Rete in edicola. Dagli Stati Uniti, dove si abbattono le statue dei sudisti e si punta ora a Cristoforo Colombo (oltre che a Giovanna d’Arco, san Junipero, Washington e… Italo Balbo!), alla Spagna, dove è tabula rasa della memoria franchista, compresi i monumenti ai soldati italiani caduti durante la guerra civile spagnola. E poi c’è l’Europa orientale, dove a 30 anni dalla fine del Comunismo monta una nuova marea iconoclasta, la cui origine sembra più legata alle contingenze della politica estera che non alle esigenze della memoria storica… E in Italia? Anche qui tira una brutta aria, anche se i mezzi con cui si vorrebbe fare a pezzi la nostra storia sembrano diversi, e più subdolamente adatti allo spirito del nostro paese.
Ma chi era l’uomo le cui statue sembrano rappresentare il principale obbiettivo della protesta “politicamente corretta” negli USA? Storia in Rete prosegue con un ritratto del generale Robert Lee, il comandante sudista che fu forse il soldato più rispettato e amato, anche dai suoi nemici, nella storia americana.
E quindi, la provocazione. Pino Aprile riflette sulla situazione italiana, e lancia un sasso nello stagno: e se anche nel nostro paese cominciassimo a rivedere toponomastica e monumenti del periodo risorgimentale?
Storia in Rete prosegue poi con il settantesimo della morte in esilio di Vittorio Emanuele III, un re la cui storia è ancora in attesa di un giudizio approfondito – ed equilibrato – da parte degli storici. Poi, storie dalle guerre civili del Novecento: quella in Italia fra “rossi” e “neri” dopo la fine della Grande Guerra, che anticipò per molti aspetti gli Anni di Piombo di mezzo secolo dopo, e quella in Spagna, coi massacri anti-cristiani commessi dalle forze repubblicane, forse la peggiore persecuzione religiosa nell’Occidente da secoli.
E ancora, l’ascesa di Atatürk nella Turchia disfatta e invasa del 1919: un modernizzatore che seppe inventare per il proprio paese una via di sviluppo; Caravaggio e il vizio di attaccar briga, un vizio che lo perse, costringendolo a una fuga da Roma in contumacia, con le mani macchiate di sangue e una condanna a morte sulla testa; Knut Hamsun, il premio nobel norvegese che divenne uno scrittore maledetto per aver dichiarato la propria ammirazione per Adolf Hitler.
Tutto questo e molto altro su Storia in Rete n. 143-144
-
I Canti del Littorio. Storia del Fascismo attraverso le canzoni.
€ 22,00di Emanuele Mastrangelo
Il Fascismo forse più d’ogni altro fenomeno politico si è espresso attraverso il canto: dalle canzoni intonate fra le trincee della Grande Guerra a quelle gridate a squarciagola durante le “spedizioni punitive” della fase rivoluzionaria; dall’innodia delle iniziative di massa del Regime al vortice entusiastico di canzoni per l’impresa africana, per finire con il canto rabbioso e sentimentale del crepuscolo di Salò. Quello del Fascismo fu un canzoniere di popolo, di regime, colto: attraverso di esso si è espressa quasi un’intera nazione. Studiare i canzonieri del Fascismo vuol dire cercare di comprendere la mentalità, le idee, l’atteggiamento del popolo e delle elite nell’Italia del Ventennio. “Giovinezza” – “All’armi, siam fascisti!” – “Faccetta Nera” – “Le donne non ci vogliono più bene”… canti scritti da soldati per altri soldati, da squadristi per altri squadristi, da “fedeli” del Regime per altri “fedeli”, ma anche da italiani per altri italiani, in un periodo storico nel quale si era giunti quasi a far collimare la parola “italiano” con “fascista”.
Edizione Lo Scarabeo | pp. 264
Related Products
-
La seconda guerra fredda
€ 19,00di Federico Rampini
Il mondo è cambiato molto più di quanto gli occidentali si rendano conto. Il tramonto del secolo americano e la possibile transizione al secolo cinese bruciano le tappe: tutto accade sono i nostri occhi distratti ormai da oltre 10/15 anni. Ci siamo distratti mentre la Cina subiva una metamorfosi sconvolgente: ci ha sorpassati nelle tecnologie più avanzate, punta alla supremazia nell’intelligenza artificiale e nelle innovazioni digitali. È all’avanguardia nella modernità ma rimane un regime autoritario, ancora più duro e nazionalista sotto Xi Jinping. Unendo Confucio e la meritocrazia, il regime di Pechino teorizza la superiorità del suo modello politico, e la crisi delle liberaldemocrazie sembra darle ragione. L’Italia è terreno di conquista per le Nuove Vie della Seta. In Africa è in corso un’invasione cinese di portata storica. Due imperi, uno declinante e l’altro in ascesa, scivolano verso lo scontro. L’America infatti si è convinta che, «ora o mai più», la Cina va fermata. Chi sta in mezzo, come gli europei, rimarrà stritolato? Nessuno è attrezzato ad affrontare la tempesta in arrivo. Neppure i leader delle due superpotenze hanno un’idea chiara sulle prossime puntate di questa storia, sul punto di arrivo finale. Mettono in moto forze che loro stessi non sapranno dominare fino in fondo. Pochi anni fa le due superpotenze sembravano diventate quasi una cosa sola, tanta era la simbiosi tra la fabbrica del mondo (cinese) e il suo mercato di sbocco (americano). Quell’epoca si è chiusa e non tornerà. Sta succedendo ciò che molti esperti consideravano impossibile. I dazi sono stati solo l’acceleratore di un divorzio che cambierà le mappe del nostro futuro. La resa dei conti precipita a tutti i livelli. Questo libro è una guida e un manuale di sopravvivenza nel mondo nuovo che si sta formando a grande velocità.
Mondadori | pp. 228
-
Confine Orientale
€ 16,00di Pierluigi Romeo di Colloredo
Il libro affronta la questione delle relazioni tra italiani e slavi sul confine orientale dal periodo risorgimentale sino all’Esodo giuliano-dalmata, passando per i punti cruciali del periodo tra le due guerre e l’occupazione e la repressione in Balcania. Quanto avvenuto tra guerra e dopoguerra fu solo il punto di arrivo di secoli di difficile convivenza e di scontri tra la cultura latina e quella slava, esasperato dal sorgere dell’irredentismo e del panslavismo prima, del fascismo e del comunismo poi.
Eclettica | pp. 212 -
Euro – Una tragedia in nove atti
€ 50,00di Ashoka Mody
L’euro è il più grande esperimento di politica monetaria di tutti i tempi. Nonostante gli avvertimenti di molti importanti economisti che fin dall’inizio ne avevano denunciato le criticità, i leader europei hanno portato avanti il progetto animati dall’ ideologia dell’integrazione, convinti che le economie dei diversi paesi avrebbero presto iniziato a convergere. Al contrario, gli eventi degli ultimi anni hanno rivelato che l’adozione della moneta unica ha finito per acuire le differenze all’interno dell’Eurozona, con un centro sempre più ricco e una periferia lasciata indietro. Ashoka Mody è un importante economista di origine indiana e sa quindi di cosa parla: ha ricostruito la storia dell’Euro e rivela che fin dall’inizio si capiva che non avrebbe mai funzionato, che alcune nazioni ne avrebbero tratto vantaggio a scapito di altre e che l’unità europea avrebbe fatto meglio a seguire altre strade. Mody racconta la storia dell’euro tramite le parole e le decisioni dei protagonisti, da Pompidou a Mitterrand, da Kohl a Merkel, da Trichet a Draghi. Attraverso una rigorosa analisi economica, unita a uno stile personale e ironico, ci rende spettatori di una tragedia che va in scena da oltre mezzo secolo: dai primi dibattiti degli anni Sessanta fino alla crisi del Coronavirus, a cui l’autore dedica la Prefazione dell’edizione italiana. Scopriamo, così, come l’architettura di un progetto incompleto e disfunzionale si sia mostrata nel tempo sempre più fragile. Difficile allora non dubitare dell’utilità della moneta unica, soprattutto per l’Italia, «anello debole» dell’Eurozona. Mody dimostra, carte e date alla mano, come in pochi decenni il progetto della moneta unica europea da sogno si sia tramutata in un incubo. Ma un pugno di politici, economisti e intellettuali, insensibili alla volontà popolare, hanno deciso di andare avanti lo stesso. In nome di un’ideologia sempre più elitaria e lontana dalla realtà. Un libro importante, lucido, documentato che racconta una storia molto triste, anzi disperata
Castelvecchi | pp. 672
Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.