Angeli Sterminatori

di Gian Piero Milanetti

Avere tra le mani il volume di Milanetti e pensare ad una famosa frase di Oscar Wilde è stato un tutt’uno: «Date alle donne occasioni adeguate ed esse saranno capaci di tutto». Nina, Roza, Aleksandra, Lyda, Yulia, Lyudmila, Elizaveta… l’elenco potrebbe continuare a lungo. Sono state moltissime infatti le ragazze (alcune anche graziose, altre con i classici tratti da contadinotta robusta che ricordano le signore dei burocrati del Cremlino) protagoniste di questo libro davvero sorprendente che ci ricorda come, sempre, la Storia sia la somma di tante storie spesso poco note. E Milanetti racconta vicende curiose, sconosciute ai più: gli “Angeli sterminatori” del titolo, si è capito, sono proprio queste donne comunque straordinarie anche nella loro spietatezza. Una spietatezza che sembra difficile da accettare guardando le loro foto: sorrisi imbarazzati e orgogliosi, accompagnati da medaglie e fucili. Sorrisi giovani perché queste donne (furono qualche migliaio) non dovevano avere più di 25 anni oltre ad aver fatto almeno sette anni di scuola, avere una robusta costituzione e, ovviamente, una vista eccellente. Sorridevano anche per altre ragioni: lo scampato pericolo ad esempio, perché se i tedeschi le catturavano avevano l’ordine di fucilarle subito, possibilmente dopo averle violentate e torturate. E sorridevano perché comunque sapevano vendicarsi e/o difendersi: in coda al volume viene riportata la classifica finale delle più micidiali tra loro: in testa a tutte c’era Lyudmila Mikhailovna Pavlichenko con 309 tedeschi uccisi, seguita a distanza da Olga Aleksandrovna Vasilieva con 185 e da Ekaterina Zuranova con 155. Leggendo il libro torna subito alle mente al famoso film “Il Nemico alle Porte” con Jude Law cechino russo che duella con Ed Harris, cecchino tedesco, tra le macerie di Stalingrado. Ma gli “angeli sterminatori” si muovevano soprattutto in campo aperto o nelle boscaglie, eredi di una tradizione tutta russa/sovietica: infatti, ricorda Milanetti, quella di mandare donne al fronte e non solo con compiti di supporto e logistica ma per combattere, è un’usanza ricorrente nella storia russa che, fin dal 1919, l’Armata Rossa aveva fatto sua: non a caso sempre Milanetti è autore anche di un saggio sulle donne aviatrici che hanno combattuto durante la Grande guerra patriottica contro il nazismo. Un altro esempio di cosa voleva dire “guerra totale” e, anche, di come veniva intesa la parità uomo/donna sotto il Comunismo (F. An.)

da “Storia In Rete” n. 147, gennaio 2018,

Ibn | pp. 184

 18,00

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