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Home|Storia In Rete|Storia in Rete n. 51 – gennaio 2010 (pdf da scaricare subito)
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Storia in Rete n. 51 – gennaio 2010 (pdf da scaricare subito)

€ 3,99

Storia in Rete di gennaio 2010 ha moltissima Russia dentro: dal revival di Stalin alle riflessioni sulla storia russa che Storia in Rete fa assieme al viceministro della cultura Pavel Khoroshilov. Ma anche l’accordo fra Italia e Russia del 1909, che aprì all’Italia la strada per Tripoli e la consacrò a potenza europea. E ancora la guerra russo-finlandese vista da un reporter d’eccezione: Indro Montanelli. Il quale “colorì” le sue corrispondenze in modo perlomeno fantasioso… Continua poi il racconto dell’esplorazione spaziale tricolore con la fase di crisi degli anni Settanta. Ci spostiamo quindi alla Seconda guerra mondiale, con la controversa relazione fra la Chiesa e il Nazismo e col racconto del tentato assalto inglese a Tobruk del 1942, quando i superbi commandos inglesi furono sconfitti da un pugno di italiani addetti ai servizi e alla seconda linea. E ancora, il Saturno film festival di Alatri e Anagni – con la sua retrospettiva su terrorismo ed eredità sovietica nell’est europeo, un Machiavelli a luci rosse nella Firenze del Quattrocento – fra prostitute, guardoni e “buoncostume” – e la storia vera, triste e tragica di suor Virginia, la Monaca di Monza, in mostra a Milano. Tutto questo e molto altro su Storia in Rete di gennaio!

 

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Category: Storia In Rete Tags: Comunismo, Machiavelli, Monaca di Monza, Stalin, Tobruk 1942, Unione Sovietica, Urss
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    di Andrei Znamenski

    Molti conoscono Shambhala come la leggendaria terra di felicità spirituale che è situata o in India secondo il Kalacakra Tantra nel buddhismo tibetano o nella catena montuosa dell’Himalaya sotto il nome di Shangri-La grazie al film “Lost Horizon” (Orizzonte perduto) del 1937 di Frank Capra, ma pochi sanno del ruolo che il mito di Shambhala ha svolto nella geopolitica russa all’inizio del XX secolo. Shambhala rossa è il primo libro che racconta la storia di cercatori politici e religiosi provenienti da Oriente e da Occidente che si servirono delle profezie buddhiste per promuovere i loro programmi spirituali, sociali e geopolitici. C’erano persone di diverse convinzioni ed ambienti come Ja-lama e Agvan Dorzhiev, ma tra costoro si annoverava anche un pittore teosofo come Nicholas Roerich, un crittografo della polizia segreta bolscevica come Gleb Bokii, uno scrittore di occultismo con tendenze a sinistra qual era Alexander Barchenko, rivoluzionari e diplomatici bolscevichi come Georgy Chicherin e Boris Shumatsky insieme ai loro compagni di viaggio indigeni Elbek-Dorjik Rinchino, Sergei Borisov e Choibalsan, e infine Roman von Ungern-Sternberg, il sanguinario barone bianco, nemico giurato dei bolscevichi. Il libro di Znamenski è una sfida per tutti coloro che rifiutano di accettare le connessioni tra leggenda e politica. “Shambhala rossa” offre un incontestabile elemento di prova che l’ideologia comunista atea del XX secolo non ha disdegnato di usare un mito buddista tibetano come una sorta di instrumentum regni, cioè uno strumento politico di propaganda: sinistra russa e intellettuali di destra, come pure ricercatori spirituali, si trovarono tutti uniti in un’antica idea di rinascita, sognando una terra egualitaria, una Shambhala rossa, dove un’umanità trasformata potesse vivere in una Nuova Era di pace. L’autore fornisce un’indagine innovativa attraverso la quale siamo fatti consapevoli che il Sacro e Profano possono condividere lo stesso milieu mitico: una lettura obbligata per le persone interessate a quella zona indefinita tra mistica, esoterismo e politica.

     

    Edizioni Settimo Sigillo| pp. 302

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    Come e dove nasce il concetto di “nuovo ordine mondiale”? E’ nell’Inghilterra dei Tudor che vengono gettati i semi di un’idea concreta e drammaticamente efficiente anche ai giorni nostri, la cui analisi non può essere liquidata come “complottismo”. Così come non fu “complottismo” il lavoro della Commissione Nye, che nel Senato USA degli anni Trenta dimostrò la congiura di banche, industriali e lobby per coinvolgere gli Stati Uniti nella Grande Guerra. E che per questo venne insabbiata bruscamente. Storia in Rete fa quindi un balzo indietro di quasi 2000 anni, alla crocefissione del Nazareno. Chi fu davvero il legionario che trafisse il costato del Cristo con la sua lancia? E qual è stato il destino quest’arma mistica? Medioevo, quindi, con Dante e la sua affiliazione all’arte dei Medici e degli Speziali, testimoniata da abbigliamento, scritti e una barbetta che compare in alcuni ritratti poco noti del Sommo Poeta. L’Italia contemporanea e la sua politica sono invece il tema di due articoli sul difficile rapporto fra sinistre e urne, fra tatticismi e sincera adesione alle regole democratiche, e sul tramonto dell’età giolittiana nel 1914, quando le dimissioni dello statista piemontese, coincidendo con lo scoppio della Grande Guerra divennero da manovra di palazzo la fine di un’epoca politica. E sempre la Grande Guerra è protagonista, nel centenario che s’avvicina, di una iniziativa di conservazione della memoria sul fronte alpino, “Ta-pum”. Infine, la Seconda guerra mondiale, con la nuova puntata dell’inchiesta esclusiva di Storia in Rete sui veri motivi, mandanti e scopi dell’attentato di via Rasella e con l’anticipazione dall’ultimo libro di Luciano Garibaldi, scritto a quattro mani con Simonetta Garibaldi, sugli ultimi giorni di Hitler e del Terzo Reich.

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