-
Una vittoria mutilata?
€ 14,00di Paolo Soave
La Conferenza di Pace di Parigi del 1919 doveva culminare il ciclo storico italiano avviatosi con il Risorgimento. Nel disegno degli uomini che avevano condotto il Paese alla guerra, in base al Patto di Londra il Regno d’Italia avrebbe dovuto ottenere lo status di Grande Potenza e rafforzarsi sul piano interno scongiurando ipotesi rivoluzionarie. Tuttavia, già dall’ottobre 1918 Gabriele D’Annunzio aveva iniziato a parlare di “vittoria mutilata” trovando crescente seguito nell’opinione pubblica sino all’impresa di Fiume. Se in guerra i rapporti con gli alleati erano stati ambigui, cessate le ostilità la dipendenza economica del Regno d’Italia dalle maggiori potenze risultò accentuata. Fra gli errori della delegazione guidata da Orlando e Sonnino, e l’ostilità degli altri vincitori, la “vittoria mutilata” distorse la percezione dei risultati di guerra, contribuì alla definitiva delegittimazione dell’élite liberale e alla debolezza generale della pace.
Rubettino | pp. 158
-
Guerra!
€ 20,00di Emilio Canevari
Un importante generale italiano della prima metà del Novecento, analizza uomini, idee e strategie degli alti comandi tedeschi dal ‘700 al Nazismo. Quale ruolo ha avuto l’esercito tedesco nelle crisi che la Germania ha attraversato nelle sue rivoluzioni, da Federico II all’ascesa di Hitler, e come si è creato il mito, rivelatosi fallace, della sua superiorità.
Oaks | pp. 234
-
La Grande Guerra
€ 18,00di Mario Bruno.
Una accurata storia dell’impegno italiano nella Prima guerra mondiale (1915-1918). Lontano da ogni retorica l’autore racconta le difficoltà, le contraddizioni, gli errori ma anche il grande slancio che porterà alla Vittoria del Regio Esercito di Vittorio Veneto.
IBN Editore | pp. 222
-
L’Italia tra le due guerre
€ 20,00di Gioacchino Volpe
Gli scritti dimenticati di uno tra i maggiori storici italiani, che fu anche protagonista degli eventi qui descritti. Le conseguenze della Prima guerra mondiale, l’ascesa del Fascismo e il suo trionfo, le lotte sociali e politiche di una nazione giovane, ma temprata dalla Grande Guerra, che vuole prendere il suo posto sul palcoscenico del mondo sono qui descritte in una serie di contributi avvincenti e anticonformisti. (antologia a cura di Gennaro Malgieri)
OAKS | pp. 304
-
Eroi – 22 storie dalla Grande Guerra
€ 20,00di AA. VV.
22 storie di eroi della Prima guerra mondiale. Un eroe per ognuna delle venti regioni d’Italia, uno per le terre irredente – irredente allora e poi perdute – uno infine per gli italiani dell’emigrazione. Già, perché nell’Italia d’oggi può sembrare assurdo sapere che migliaia d’italiani tornarono da tutto il mondo per combattere e morire. Memoria di gesta. Gesta da ricordare. Eppure se pensiamo ai martiri di allora e alla pubblicistica che ha accompagnato il racconto delle loro vicende scopriamo che certamente erano considerati eroi – come meritavano – ma il loro sacrificio non sembrava così assurdo a un popolo che non si era ancora abbrutito nell’individualismo. Ancora sopravviveva questa idea latina che Dulce et decorum est pro patria mori, «è dolce e decoroso morire per la Patria».
I ventidue racconti del libro sono frutto del lavoro di professionisti della narrativa (come Roberto Roseano, vincitore al premio Acqui Storia proprio con un romanzo-diario sugli Arditi e Carlomanno Adinolfi), storici e ricercatori (Marco Cimmino, Lorenzo Salimbeni, Pierluigi Romeo di Colloredo-Mels, Michele Pigliucci), artisti (Federico Goglio, Andrea Moi, Emanuele Merlino), divulgatori e giornalisti (Emanuele Mastrangelo, Daniele dell’Orco, Alessandro Voglino, Andrea Benzi, Enrico Petrucci), professori (Fabio Massimo Frattale Mascioli, Davide Rossi), amministratori locali (Alberto Antonio Capraro), indagatori dell’anima (Irene Tommasi), piloti (Raoul Padroni), maestri (Chiara Stellati). Alcuni autori si prestano alla narrativa per la prima volta. Alcuni dei racconti narrano le vicende che hanno coinvolto il protagonista, semplicemente. Altri indulgono su vicende più ampie, fantastiche in certi casi. Uno in particolare non racconta fatti d’arme ma semplicemente che in Italia l’arte senza azione non può essere considerata arte così come l’azione senza arte non sarà mai figlia della nostra nazione. Tutti però si caratterizzano per un filo conduttore: la volontà di raccontare personaggi veri. Nessun dettaglio sostanziale è stato inventato al di fuori degli espedienti narrativi per introdurre le vicende dei personaggi raccontati.
E queste non sono che ventidue storie, delle migliaia e migliaia che hanno illuminato la storia d’Italia durante la Grande Guerra, e che se gli italiani ricordassero di nuovo cesserebbero d’essere meschini, rancorosi, autolesionisti e disfattisti. Raccontare quindi di eroi ardimentosi ed eroi riluttanti, di eroi per caso e di eroi desiderosi di misurare il proprio coraggio nelle estreme conseguenze e farlo non attraverso la semplice memorialistica e saggistica (fortunatamente a livello locale storici e case editrici non mancano) ma con l’ambizione della narrazione, reinterpretando quei pochi cenni biografici e quelle scarne motivazioni di Medaglie al Valore per ricordare degli eroi e farli diventare a distanza di un secolo, esempio e mito.
Idrovolante | pp. 228
-
Arditi contro
€ 18,00di Andrea Augello
I primi anni di piombo a Roma 1919-1923: «Un saggio prezioso perché ci immerge nel crogiolo di ideologie che ribolliva tra gli arditi. Nascono negli scontri di piazza capitolini di quegli anni molti degli elementi che poi caratterizzeranno le battaglie metropolitane di mezzo secolo dopo.»
Dalla Prefazione di Gianluca Di Feo
Roma 1919: intorno a Mario Carli, giornalista e poeta futurista, si raccoglie un gruppo di giovanissimi ex combattenti provenienti dal corpo degli arditi, per dar vita a un sodalizio politico e rivoluzionario da cui nasceranno due esperienze diversissime e antagoniste tra loro, il Fascio di combattimento romano e gli Arditi del Popolo. Sono «soldati politici» che, sopravvissuti alla Prima guerra mondiale, hanno giurato di cambiare l’Italia, per poi invece dividersi tra fascisti e antifascisti. In queste pagine, attraverso verbali inediti dei Carabinieri sul complotto di Pietralata, rivivono gli esordi del fascismo a Roma e i primi anni di piombo della Capitale che segnano la data di nascita dei partiti armati, degli attentati alle sedi nemiche, degli agguati e della guerriglia metropolitana, del terrorismo e della violenza nelle università e nelle scuole. Una storia tragica la cui scia di sangue ha attraversato il Novecento segnando la vita di tre generazioni.
Mursia | pp. 332
-
Storia in Rete 137-138 – Marzo-Aprile 2017 (pdf da scaricare subito)
€ 3,99Cento anni fa gli Stati Uniti entravano in guerra contro la Germania. Era il primo atto dell’intromissione degli States nella politica europea che nel tempo si sarebbe concretizzata nella trasformazione del Vecchio Continente in una dependance della superpotenza americana. Ma chi volle davvero l’ingresso degli USA in guerra? Il pretesto della guerra sottomarina tedesca era davvero fondato? Quali interessi economici spinsero la presidenza Wilson verso l’occulta violazione della neutralità ufficiale di Washington verso i belligeranti? Le trame del “complesso militar-industriale e bancario” USA vennero messe in luce dalla Commissione Nye del Senato USA, ma subito dimenticate. Per non infangare il presidente Wilson, artefice del primo grande balzo degli Stati Uniti verso la trasformazione in superpotenza imperialista globale. Le scoperte della Commissione Nye e le trame anglo-americane per costruire una “anglocrazia” mondiale sono al centro di due articoli di “Storia in Rete”. Poi, lo strano esilio di Trotsky a New York, dove fra 1916 e 1917 il padre dell’Armata Rossa trovò collaborazioni lucrose e una vita agiata. Oltre a finanziamenti per portare la rivoluzione a Pietrogrado… E ancora, sempre cento anni fa si svolgeva la vicenda di Robert Goldstein, “l’uomo più sfortunato di Hollywood”. Produttore di un film patriottico uscito al momento sbagliato, fu condannato a 10 anni di carcere sulla base di una legge che ricorda in maniera inquietante l’attuale DDL sulle “fake news” presentato nel Parlamento italiano…
Questo il tema di copertina di Storia in Rete. Che questo numero apre una collaborazione fissa con Pino Aprile sui temi del Risorgimento e del revisionismo sulla riunificazione d’Italia. Prima puntata, per aprire il dibattito, la proposta di istituire una Giornata della Memoria per le vittime del processo risorgimentale.
Ancora America nei due articoli dedicati al nuovo libro di Nico Perrone su De Gasperi: l’umiliante viaggio negli USA del presidente del consiglio nel 1947, a cavallo della firma del diktat di Parigi, e gli effetti del Piano Marshall sullo stile di vita degli italiani. Un cavallo di Troia con cui l’american way of living entrò nel nostro paese dopo la Seconda guerra mondiale.
Con un balzo indietro, poi, Storia in Rete analizza la guerra in Iugoslavia del 1941-43: perché l’Italia e la Germania invasero il paese balcanico? Fu solo un’aggressione imperialista o c’erano gravi motivi a spingere i due dittatori, per una volta d’accordo sul da farsi? E dall’invasione all’occupazione: le atrocità commesse dal Regio Esercito in Iugoslavia viste in una prospettiva allargata, citando tutti i documenti e non solo facendo cherrypicking delle citazioni per corroborare narrazioni a tesi.
Infine, l’analisi del Robinso Crusoe di De Foe, il romanzo dell’incontro fra uomo civilizzato e natura selvaggia.
Tutto questo e molto altro su Storia in Rete in edicola!!
-
Storia in Rete 136 – Febbraio 2017 (pdf da scaricare subito)
€ 3,99Il Giorno del Ricordo delle stragi delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata è sotto attacco. L’ultimo colpo di coda di una narrazione politicamente distorta e incapace di fare i conti col passato è in una lettera aperta a “Internazionale” a cui “Storia in Rete” ha deciso di rispondere con gli strumenti della storiografia scientifica esposti da Lorenzo Salimbeni.
Ma questo numero ha una “doppia” copertina, dedicata alla sconsolata riflessione di Marco Cimmino su come l’Italia stia malamente sprecando anche il centenario della Grande Guerra, non solo nel suo immenso patrimonio spirituale e morale – così tanto importante in una patria senza timone com’è l’Italia di oggi – ma perfino nei suoi aspetti più pratici, ovvero lo sfruttamento del “turismo storico” che invece va alla grande in tutto il resto d’Europa.
Poi, dalla Prima alla Seconda guerra mondiale: il tentativo di “spostamento verso il rosso” del Nazionalsocialismo a cavallo dell’attentato a Hitler del 20 luglio 1944. Una tesi che emerge dai rapporti dell’ambasciatore della RSI a Berlino, Anfuso analizzati da Paolo Simoncelli. E ancora, un ritratto di Rolandi Ricci, giornalista e avvocato, inascoltato consigliere di Mussolini durante i 20 mesi della guerra civile.
Dall’Europa all’estremo oriente, la parabola di Rodzaevskij, il fondatore del Partito fascista russo in Manciuria, velleitario emulo di Mussolini divenuto in extremis ammiratore di Stalin; la genesi dell’idea del “complotto ultramassonico” dietro la Rivoluzione Francese a partire dagli scritti di un gesuita, ricostruita da Aldo A. Mola; Shivaji, il re dei Maratti che verrà eternato in una colossale statua di bronzo a Mumbay e che qualcuno vuole vedere come un condottiero “anti-islam”.
Tre anticipazioni da altrettante nuove uscite in libreria ci portano quindi nell’Antica Roma, con gli eccessi della tavola dei Quiriti e la maniera migliore per rievocarla oggi; alla scoperta della… scoperta del clitoride, perché fino al 1500 la scienza medica occidentale aveva pressoché ignorato questo piccolo e prezioso organo del corpo femminile; nel fondo più nero della repubblica di Weimar, dove si consumarono i delitti a sfondo omoerotico di Fritz Haarmann, il “macellaio di Hannover” che seduceva “ragazzi di vita” per poi assassinarli e rivenderne le carni al mercato…
Tutto questo e molto altro su Storia in Rete in edicola!!
-
Storia in Rete 131 – Settembre 2016 (pdf da scaricare subito)
€ 3,99Nell’estate 1916 l’Italia dichiarava guerra alla Germania. Una mossa motivata da lunghi anni di ingerenza tedesca nell’economia e nella politica del Bel Paese ma anche dalla necessità di mettere Roma su un piede di parità con le altre potenze dell’Intesa. Una situazione geopolitica che ha inquietanti paralleli col nostro presente…
Storia in Rete di settembre trabocca d’argomenti diversi: apre con la traduzione di un articolo dello storico e polemista americano Victor Davis Hanson sull’importanza storica dei confini e i danni che fanno coloro che vogliono abbatterli, torna sulla questione fra Roma e la Germania… duemila anni fa, quando le tribù coalizzate da Arminio annientarono a Teutoburgo l’esercito di Varo.
Si passa quindi alle vicende dei filosofi italiani del Novecento: Benedetto Croce e il tentativo di Togliatti di “ammazzarlo” (politicamente, non si poteva fare un nuovo “caso Gentile”…) sfruttando le informative di un’ex spia dell’OVRA reclutata dal PCI; Julius Evola e il suo incontro con Mussolini a Rastenburg dopo la liberazione del Duce dalla prigionia al Gran Sasso, con il tentativo del Barone di salvare l’istituto monarchico nella creazione dello Stato neofascista al nord.
Continua poi il dibattito su uno dei misteri più fitti della storia del Novecento italiano: la morte di Mussolini. Luciano Garibaldi ribadisce la “pista inglese” mentre Roberto Festorazzi racconta della “consegna del silenzio” imposta a Michele Moretti, il quale si “gloriava” di essere stato lui il boia di Mussolini e della Petacci, ma solo sottovoce…
E ancora, la storia della “russofobia”, un odio millenario per la Russia raccontata in un nuovo saggio e i duecento anni dalla nascita di Frankenstein e della sua creatura dalla penna di Mary Shelley.
E per finire due mostre grandiose: gli ukiyo-e esposti a Milano, le stampe giapponesi che anticiparono (e poi ispirarono) di quasi un secolo l’arte e il gusto borghese in Europa e la reggia di Fontainebleau e Luigi XV, il re Beneamato ma maltrattato (a torto, come si vede nell’esposizione) dall’opinione dei sudditi e della Storia…
Tutto questo e molto altro su Storia in Rete di settembre!!
-
Storia in Rete 129 / 130 – Luglio – Agosto 2016 (pdf da scaricare subito)
€ 3,99Dalle carte dell’OSS sbuca fuori una fotografia che può sconvolgere tutte le ricostruzioni della fine di Mussolini: e se il numero due dei servizi segreti americani, Valerian Lada-Mocarski, si fosse trovato a Dongo alla fine di aprile? Una presenza sempre negata, tanto da censurare l’unica foto in cui compariva in compagnia dei partigiani “Bill” e “Pedro”. E ora che l’originale sembra essere tornato alla luce, se le analisi sulla fotografia lo confermeranno, si può aprire una pista finora solo sussurrata: che sulle ultime ore di Mussolini si era allungata l’ombra dello Zio Sam… Un’indagine solo agli inizi di cui “Storia in Rete” in esclusiva dà i primi risultati ai suoi lettori.
Ma prima di questa nuova, avvincente indagine su uno dei più intricati gialli della Storia, “Storia in Rete” dedica un ricordo a tutti gli eroi che esattamente cento anni fa, nell’estate del 1916, testimoniarono il loro patriottismo cadendo per l’Italia: Fabio Filzi, Cesare Battisti, Nazario Sauro e gli altri volontari venuti dalle Terre Irredente a combattere perché l’Unità d’Italia fosse completa.
Quindi “Storia in Rete” torna sul dibattito attorno al “sangue del Sud”. Pino Aprile replica all’articolo di copertina del numero 128 e “Storia in Rete” gli risponde: genocidio o non? La storia dell’Unità d’Italia va riscritta mettendo alla sbarra i protagonisti oppure solo rendendo agli Stati pre-unitari giustizia?
E poi, novità dagli archivi: da quelli ex sovietici uno storico ucraino ha fatto uscire una documentazione che sembra mettere in discussione il mito monolitico della Grande Guerra Patriottica fra Hitler e Stalin. E se il dittatore sovietico nell’estate del 1941 fosse stato disposto a cedere Paesi Baltici e Ucraina alla Germania in cambio di una pace immediata? Dalle carte degli sfollati durante la Grande Guerra invece emerge la verità sulla vicenda di Ida Dalser, amante di Mussolini: la donna era davvero una folle mitomane e persecutrice, e non la vittima del cinismo del futuro Duce, come raccontato in un famoso – e tendenzioso – film.
E ancora: il ruolo di Vittorio Emanuele III nella svolta del 1922, la realtà dietro il mito (ancestrale e cinematografico) dell’uomo-lupo, l’attrito fra i Medici e gli intellettuali e gli artisti fiorentini dopo la restaurazione del Ducato nel 1528 e infine l’ultima illusione di Napoleone: che gli inglesi avrebbero mantenuto un fair play nei suoi confronti.
Tutto questo e molto altro su Storia in Rete di luglio-agosto 2016
-
Storia in Rete 123-124 – Gennaio / Febbraio 2016 (pdf da scaricare subito)
€ 3,99Dimenticata per 50 anni, poi mistificata, sfruttata e – oggi – sottoposta a un subdolo attacco fra la ridicolizzazione mediatica e il giustificazionismo storico (“gli italiani se la sono meritata perché erano fascisti”). La tragedia delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata è al centro di questo numero di «Storia In Rete». Un numero monografico che ripercorre la storia del confine orientale d’Italia dall’Ottocento al secondo dopoguerra, cercando di puntualizzare su quei temi che sono stati soggetti a distorsione nel dibattito storico e nella divulgazione. Così il lettore si accorge che a differenza di quanto propagandato negli ultimi anni, l’odio etnico in Venezia Giulia e Dalmazia non è stato provocato dalla snazionalizzazione degli slavi attuata dai governi italiani (e dal Fascismo in particolare) fra le due guerre mondiali. E’ un solco più profondo, che si è scavato in epoca asburgica per la nascita dei nazionalismi risorgimentali abilmente sfruttati da Vienna per mettere l’una contro l’altra le etnie dell’Impero austroungarico e in particolare per schiacciare quella più pericolosa e odiata: gli italiani. C’è poi un concetto fondamentale che spesso sfugge: non si può capire la tragedia delle foibe e dell’esodo senza considerarle nelle logiche balcaniche. Finché le categorie concettuali impiegate saranno quelle italiane, europee occidentali, noi non riusciremo a comprendere il perché di tanta violenza scatenata in quelle regioni. Aiuta in tal senso anche l’estratto dal saggio di Maria Teresa Giusti (Le Lettere, 2007) sull’occupazione della Iugoslavia durante la Seconda guerra mondiale, che evidenzia come le truppe italiane si siano trovate invischiate in un pantano di massacri e atrocità mai sperimentato prima nemmeno durante le guerre coloniali. Una allucinante guerra di tutti contro tutti, dove gli infoibamenti sono iniziati molto prima del 1943 da parte di iugoslavi su altri iugoslavi, come si vede anche da una terribile foto che Storia in Rete mostra. Un numero monografico densissimo, dove però paradossalmente sono proprio le foibe stesse a restare sullo sfondo, essendo necessario più spiegare il “perché” che non descrivere il “come”.
-
Storia in Rete n. 73-74 – novembre – dicembre 2011 (pdf da scaricare subito)
€ 3,99Storia in Rete numero 73/74 di novembre-dicembre 2011 apre con un nuovo dossier su un nostro “caro vicino”. Dopo la Francia (Storia In Rete n. 66, aprile 2011) questa volta è il turno della Gran Bretagna: due secoli di ingerenze e sgambetti della Perfida Albione verso l’Italia e gli italiani. Dal razzismo nemmeno troppo velato alla geopolitica, dalla lotta per il petrolio e per le rotte mediterranee ai misteri degli Anni di Piombo, dalla distruzione del Regno delle Due Sicilie all’assassinio Matteotti.
Storia in Rete passa quindi a parlare di brigantaggio, e in particolare dell’eccidio di Pontelandolfo. Un capitolo triste della storia del Risorgimento dimenticato o usato strumentalmente, ma che necessita approfondimento e uno sguardo in grado di spaziare a 360°. Dalle aggressioni degli insorgenti filo-borbonici a quelle dei rivoluzionari socialisti negli anni del Biennio Rosso contro gli uomini in uniforme. Una storia negata, spesso liquidata come “propaganda” che invece fu una tragica pagina di storia italiana che spianò la strada all’avvento del Fascismo.
Continua quindi la serie dei “Grandi Iniziati”, con il profilo di Aleister Crowley, il dandy che volle creare una nuova religione magica. Storia in Rete si conclude quindi con un articolo sulla vicenda delle apparizioni mariane di Ghiaie di Bonate, la cosiddetta “Fatima della RSI”: un episodio quasi sconosciuto su cui pesa una cappa di speculazioni politiche, silenzio e reticenze.
Tutto questo e molto altro su Storia in Rete di novembre-dicembre!