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Vivere pericolosamente

€ 39,00

di Otto Skorzeny

Il 25 Luglio 1943, Otto Skorzeny è convocato al Quartier Generale del Führer. È Hitler in persona che lo riceve e gli ordina: “Ho una importantissima missione per Lei. Mussolini, mio amico e nostro fedele collaboratore, è stato tradito dal suo stesso sovrano e posto agli arresti. Non voglio né posso lasciare nei guai l’uomo più importante d’Italia”. Con queste parole incomincia l’operazione che porterà Skorzeny sul Gran Sasso dove, a capo di un gruppo di arditi, libererà Mussolini prigioniero. È certamente l’impresa più sensazionale che abbia compiuto Skorzeny nella sua vita avventurosa. Ma non è la sola. Fedele al motto “vivere pericolosamente”, questo compatriota di Hitler, si è trovato coinvolto in quasi tutti gli avvenimenti straordinari che hanno caratterizzato la storia del Terzo Reich: dall’ Anschluss alle campagne militari della Seconda Guerra mondiale.Questa sua autobiografia si chiude con gli avvenimenti post-bellici, la consegna agli americani il 15 Maggio 1945 fino al 1948, quando, il 27 Luglio, dopo l’ennesimo trasferimento riesce a fuggire perché ha deciso di “scegliere la libertà”.

Settimo Sigillo | pp. 432

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Categories: Biografie, Nazismo, Novecento, Proposte del Mese, Seconda guerra mondiale Tags: Commando, Germania, memorie, nazismo, seconda guerra mondiale, Skorzeny, storia militare
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    Orientale.

    Oaks editrice | pp. 408

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  • Storia in Rete n. 47 – settembre 2009 (pdf da scaricare subito)

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    Storia in Rete di settembre 2009 apre, sulla scia dell’uscita del film di Quentin Tarantino “Bastardi senza gloria”, con la prima parte di un articolo sui crimini commessi dagli Alleati – e rimasti largamente impuniti – durante la Seconda guerra mondiale. Seguono due interviste: con Fabio Isman Storia in Rete parlerà di mercanti d’arte rubata e con Alessandro Barbero di romanzo storico e di figure cardine della storia europea ed italiana. Il reportage da Lipsia, al Wave Gothic Treffen, è l’occasione per riflettere sulle sinergie che è possibile creare in Italia fra storia, musica alternativa e mercato. Continua quindi la vicenda di Montanelli e delle molte mezze verità (o bugie intere) con cui ha costruito la sua autobiografia: sotto esame – stavolta – il suo non eccelso stato di servizio da militare e il grado di capitano completamente inventato. E ancora, la seconda puntata dell’intricata vicenda sentimentale (ma non solo) fra Mussolini e Alice Pallottelli. Storia in Rete getta quindi uno sguardo al “dietro le quinte” della Marcia su Roma, con il raffreddore che impedì a Giolitti di bloccare l’ascesa di Mussolini, e con un balzo indietro nel tempo, all’età dell’Inquisizione, dove – sorpresa! – il Sant’Uffizio sembra proprio essere stato un argine di garantismo nell’epoca dei roghi facili. Infine la vicenda della Maschera di Ferro: invenzione di Voltaire romanzata da Dumas o un vero mistero della Francia secentesca?

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    LEGGI IL SOMMARIO DEL NUMERO 47

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  • Lui è tornato

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    Ricordate “Le memorie di Schmeed” di Woody Allen?: “Nella primavera del 1940, una grossa Mercedes venne a fermarsi davanti al mio negozio di barbiere al 127 di Königsstrasse ed entrò Hitler. ‘Voglio una spuntatina leggera’ disse e non tagliatemi molto sopra.'” Schmeed, il barbiere del Reich, depositario dei segreti del Führer. Ecco: il romanzo di Timur Vermes sembra rimandare alla comicità di Allen. È l’estate del 2011. Adolf Hitler si sveglia in uno di quei campi incolti e quasi abbandonati che ancora si possono incontrare nel centro di Berlino. Egli non può fare a meno di notare che la guerra sembra cessata; che intorno a lui non ci sono i suoi fedelissimi commilitoni; che non c’è traccia di Eva. Non può non sentire un forte odore di benzina esalare dalla sua divisa sudicia e logora; e non riesce a spiegarsi l’intorpidimento delle sue articolazioni e la difficoltà che prova nel muovere i primi passi in una città piuttosto diversa da come la ricordava. Regna infatti la pace; ci sono molti stranieri; e una donna (sì, proprio una donna, per giunta goffa), tale Angela Merkel, è alla guida del Reich. 66 anni dopo la sua fine nel Bunker, contro ogni previsione, Adolf inizia una nuova carriera, stavolta a partire dalla televisione. Questo nuovo Hitler non è, tuttavia, né un imitatore, né una controfigura. È proprio lui, e non fa né dice nulla per nasconderlo, anzi, è tremendamente reale. Eppure nessuno gli crede: tutti lo prendono per uno straordinario comico, tutti lo cercano, tutti lo vogliono, tutti lo imitano.

    Edizioni: Bompiani | pp. 443

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