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Novecento

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  • Al di là della Grande Muraglia

    € 20,00
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    di Mario Appelius

    Il grande viaggiatore e giornalista Mario Appelius racconta com’era, e in gran parte com’è ancora, almeno per quanto riguarda la mentalità delle popolazioni, l’Estremo Oriente, ovvero le terre dove si sta preparando la prossima guerra mondiale. Nazioni divise come la Corea, isole contese come Sakhalin e le Kurili, nuove potenze mondiali come la Cina furono visitate e descritte minuziosamente negli anni Trenta da uno scrittore dotato di sensibilità politica, che ci mette in guardia dalle potenzialità di stati colossali, pazienti e secolari come quelli che sembrano subire la prepotenza occidentale, ma aspettano solo il momento giusto per riprendere il loro posto sul palcoscenico della Storia.

    Oaks editrice | pp. 350

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  • Storia in Rete 145 – 146 – Novembre / Dicembre 2017 (pdf da scaricare subito)

    € 3,99
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    Un’intervista a Pirandello “riscoperta” dopo 80 anni getta media e intellettuali nello sconcerto: com’era possibile che un premio Nobel, uno dei più amati autori della letteratura e del teatro del Novecento manifestasse così apertamente la sua entusiastica adesione al Fascismo? Questo caso assieme a tanti altri è lo spunto per un viaggio nell’intellighentzia che aderì ai regimi fascisti prima della Seconda guerra mondiale (e che spesso e volentieri non cambiò idea nemmeno dopo). Centinaia e centinaia delle menti più brillanti del XX secolo che prestarono la loro intelligenza al “Male Assoluto”, un’adesione che oggi il “politicamente corretto” non riesce più a spiegare, dimostrando ancora una volta l’inadeguatezza del suo modello interpretativo della realtà. “Storia in Rete” prova invece ad analizzare senza pregiudizi come e perché artisti, letterati, scienziati, giornalisti, musicisti abbracciarono le ideologie fasciste fra le due guerre mondiali.

    Questo numero poi racconta due trecentenari: quello di papa Pio VI, il pontefice che alla fine del Settecento si trovò a doversi scontrare prima con i dispotismi illuminati, quindi coi giacobini della Rivoluzione francese, infine con Napoleone, che lo fece deportare in Francia, dove – vecchio e malato – morì in esilio. Poi i trecento anni della Massoneria, nata ufficialmente nel 1717. Il nuovo libro di Aldo Mola analizza le vicende travagliate delle Logge in Italia.

    Ancora Massoneria, quindi, nell’anticipazione da una delle più ficcanti inchieste degli ultimi mesi: quella di Roberto Gremmo sui retroscena dell’attentato di Anteo Zamboni. Chi c’era veramente dietro il folle gesto del quindicenne bolognese che nel 1926 cercò invano di assassinare Mussolini, finendo massacrato dalla folla dopo aver sparato un solo colpo? Gli intrecci fra massoni, anarchici e fuoriscitismo antifascista che emergono dai documenti raccontano una realtà molto differente da quella che la propaganda salveminiana diffuse all’indomani dell’attentato e che ancora oggi è alla base della vulgata…

    Nel centenario della battaglia di Caporetto, “Storia in Rete” si è voluta invece soffermare sui suoi immediati sviluppi: la ritirata dall’Isonzo al Piave, resa possibile grazie al sacrificio di tanti reparti che permisero il ripiegamento ordinato di tre armate con una tenace azione di retroguardia. E fra questi, si distinsero gli Arditi. Ce ne parla Roberto Roseano, vincitore del Premio Acqui Storia 2017 con un libro proprio sull’esperienza di ardito di suo nonno.

    Continua poi il dibattito su Risorgimento e identità nazionale: Pino Aprile lamenta il continuo drenaggio di risorse dal Mezzogiorno iniziato con l’unificazione d’Italia, mentre Emanuele Mastrangelo e Nico Perrone rispondono alla provocazione di Aprile lanciata sullo scorso numero: anziché abbattere i monumenti ai Savoia e a Garibaldi, l’unica soluzione per ricostruire un’Italia veramente unita è quella di innalzare nuovi monumenti, anche agli sconfitti del Risorgimento.

    E ancora, l’inchiesta – insabbiata da molti anni – della “foiba” piemontese, la “fiaira” di Moncucco Torinese, dove i partigiani fecero sparire decine e decine di fascisti o presunti tali alla fine della Seconda guerra mondiale. Una cava di gesso dalla quale sono stati estratti i resti umani di un numero non precisabile di individui fin quando non si scoprì che le grotte erano state riempite negli anni anche con rifiuti tossici e forse radioattivi. Una scoperta che portò all’improvviso arresto di ogni ulteriore scavo. E da allora nessuna ulteriore indagine è andata avanti, nonostante le dichiarazioni d’intenti degli inquirenti…

    Quindi la seconda parte della storia di Mustafà Kemal Ataturk e la sua rivoluzione interrotta. L’opera di modernizzazione con cui il grande leader turco cercò di portare il paese fuori dall’arretratezza, per trasformarlo in una nazione europea, poi la sua improvvisa morte e la “normalizzazione” del dopoguerra con il lento affermarsi di un regime reazionario, filo-capitalista e filo-americano.

    Infine, il mistero dietro uno dei più famosi romanzi del Novecento: “Picnic a Hanging Rock”. Fu pura immaginazione? C’era davvero una base reale dietro le vicende delle ragazzine scomparse in Australia? Oppure l’autrice costruì un racconto simbologico dietro cui si nascondeva altro?

    Tutto questo e molto altro su Storia in Rete in edicola!!

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  • Storia in Rete 143 – 144 – Settembre / Ottobre 2017 (pdf da scaricare subito)

    € 3,99
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    L’assalto globale alla Storia è il tema della lunga inchiesta di Storia in Rete in edicola. Dagli Stati Uniti, dove si abbattono le statue dei sudisti e si punta ora a Cristoforo Colombo (oltre che a Giovanna d’Arco, san Junipero, Washington e… Italo Balbo!), alla Spagna, dove è tabula rasa della memoria franchista, compresi i monumenti ai soldati italiani caduti durante la guerra civile spagnola. E poi c’è l’Europa orientale, dove a 30 anni dalla fine del Comunismo monta una nuova marea iconoclasta, la cui origine sembra più legata alle contingenze della politica estera che non alle esigenze della memoria storica… E in Italia? Anche qui tira una brutta aria, anche se i mezzi con cui si vorrebbe fare a pezzi la nostra storia sembrano diversi, e più subdolamente adatti allo spirito del nostro paese.

    Ma chi era l’uomo le cui statue sembrano rappresentare il principale obbiettivo della protesta “politicamente corretta” negli USA? Storia in Rete prosegue con un ritratto del generale Robert Lee, il comandante sudista che fu forse il soldato più rispettato e amato, anche dai suoi nemici, nella storia americana.

    E quindi, la provocazione. Pino Aprile riflette sulla situazione italiana, e lancia un sasso nello stagno: e se anche nel nostro paese cominciassimo a rivedere toponomastica e monumenti del periodo risorgimentale?

    Storia in Rete prosegue poi con il settantesimo della morte in esilio di Vittorio Emanuele III, un re la cui storia è ancora in attesa di un giudizio approfondito – ed equilibrato – da parte degli storici. Poi, storie dalle guerre civili del Novecento: quella in Italia fra “rossi” e “neri” dopo la fine della Grande Guerra, che anticipò per molti aspetti gli Anni di Piombo di mezzo secolo dopo, e quella in Spagna, coi massacri anti-cristiani commessi dalle forze repubblicane, forse la peggiore persecuzione religiosa nell’Occidente da secoli.

    E ancora, l’ascesa di Atatürk nella Turchia disfatta e invasa del 1919: un modernizzatore che seppe inventare per il proprio paese una via di sviluppo; Caravaggio e il vizio di attaccar briga, un vizio che lo perse, costringendolo a una fuga da Roma in contumacia, con le mani macchiate di sangue e una condanna a morte sulla testa; Knut Hamsun, il premio nobel norvegese che divenne uno scrittore maledetto per aver dichiarato la propria ammirazione per Adolf Hitler.

    Tutto questo e molto altro su Storia in Rete n. 143-144

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  • Almirante – Biografia di un fascista

    € 18,00
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    di Giorgio Ballario

    Luglio 1976: una banda di scassinatori penetra nel caveau della principale banca di Nizza, forza le cassette di sicurezza e porta via denaro, oro e gioielli per un valore attuale di 30 milioni di euro. I ladri sono passati per le fogne cittadine e lavorando per più di un mese hanno scavato un cunicolo di otto metri. Sul muro, in segno di scherno, scrivono una frase che rimarrà famosa: “Senza odio, senza violenza, senza armi”. È la firma di Albert Spaggiari, il “cervello” della gang delle fogne che in Francia diverrà ineguagliabile esempio di ladro gentiluomo, avventuriero e “primula rossa” in sfida perenne con la giustizia. Paracadutista volontario in Indocina poi militante dell’OAS, Spaggiari verrà arrestato, riuscirà ad evadere in modo rocambolesco e rimarrà latitante per dodici anni fra Italia, Spagna e Sudamerica. È morto, libero, in Italia nel 1989, a fianco di Emilia, la donna che l’ha amato e accompagnato durante la lunga fuga.

     

    Idrovolante edizioni | pp. 308

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  • Fascisti dopo Mussolini – Speciale (pdf da scaricare subito)

    € 5,90
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    Settant’anni fa nasceva il Movimento sociale italiano. Un’esperienza durata poco meno di cinquant’anni e finita a Fiuggi nel 1995, mezzo secolo durante il quale questo partito ha attraversato la storia della Repubblica nel segno della nostalgia e alla ricerca di un avvenire e di un progetto politico
    Lasciato ai margini dall’ “Arco Costituzionale” il MSI è stato comunque una fucina di contraddizioni e di esperienze, di laboratori politici e culturali, di luci e ombre. Dal MSI e dalle sue organizzazioni giovanili sono uscite molte delle personalità dell’Italia degli ultimi decenni. Raccontare oggi la storia del MSI vuol dire – storicamente – ricostruire un pezzo importante della storia italiana del Novecento, la storia di tanti, molti più di quelli che poi effettivamente votavano e militavano per la Fiamma tricolore. “Storia in Rete” ha cercato di farlo senza retorica e senza partigianerie ma anche senza moralismi fuori tempo massimo: in 148 pagine coordinate da Marco Valle dove alle analisi degli studiosi si alternano le memorie dei protagonisti di quella vicenda. Dalla nascita in semiclandestinità al tentativo di entrare nelle istituzioni, dalle esperienze e intemperanze del mondo giovanile alla violenza degli Anni di Piombo, dalle tantissime scissioni consumate alla luce della Fiamma all’ultima metamorfosi in una destra completamente differente.

    Uno speciale tutto da leggere, anche e soprattutto per chi non ha vissuto – per motivi anagrafici o di inclinazione – la vicenda politica e umana del MSI.

     

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  • Il Corsaro Nero – Henry de Monfreid, l’ultimo avventuriero

    € 17,00
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    di Stenio Solinas

    Henry de Monfreid (1879-1974) è stato l’ultimo, e il più straordinario, scrittore-avventuriero del Novecento. Trafficante d’armi, di perle e di stupefacenti, fumatore d’oppio, pirata in rivolta contro l’arroganza coloniale francese, fece del Mar Rosso il suo terreno d’azione e di elezione. Convertitosi all’Islam, prese il nome di Abd el-Hay, “Schiavo del Vivente”, adottò gli usi e i costumi dei somali e negli anni Trenta recitò un ruolo di primo piano nella conquista italiana dell’Etiopia. Durante la Seconda guerra mondiale, fu arrestato e deportato dagli inglesi. Liberato, visse di caccia e di pesca sulle pendici del monte Kenya. Nel 1947, tornò in Francia, fu amico di Kessel, Cocteau, Montherlant, Teilhard de Chardin, rischiò di essere eletto alla Académie Française e di fare naufragio, a quasi ottant’anni, al largo del Madagascar, scrisse più di settanta libri. Avvalendosi di documenti d’archivio inediti e ripercorrendone le orme su e giù per il Corno d’Africa, Stenio Solinas traccia in questo libro il ritratto di una figura d’eccezione, un “anti-Rimbaud” che imparò a scrivere vivendo, e in controluce racconta gli splendori e le miserie della colonizzazione e dell’Africa contemporanea.

     

     

    Neri Pozza | pp. 254

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  • Vita spericolata di Albert Spaggiari

    € 15,00
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    di Giorgio Ballario

    Luglio 1976: una banda di scassinatori penetra nel caveau della principale banca di Nizza, forza le cassette di sicurezza e porta via denaro, oro e gioielli per un valore attuale di 30 milioni di euro. I ladri sono passati per le fogne cittadine e lavorando per più di un mese hanno scavato un cunicolo di otto metri. Sul muro, in segno di scherno, scrivono una frase che rimarrà famosa: “Senza odio, senza violenza, senza armi”. È la firma di Albert Spaggiari, il “cervello” della gang delle fogne che in Francia diverrà ineguagliabile esempio di ladro gentiluomo, avventuriero e “primula rossa” in sfida perenne con la giustizia. Paracadutista volontario in Indocina poi militante dell’OAS, Spaggiari verrà arrestato, riuscirà ad evadere in modo rocambolesco e rimarrà latitante per dodici anni fra Italia, Spagna e Sudamerica. È morto, libero, in Italia nel 1989, a fianco di Emilia, la donna che l’ha amato e accompagnato durante la lunga fuga.

     

    Idrovolante edizioni | pp. 308

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  • Le Fogne del Paradiso

    € 18,00
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    di Albert Spaggiari

    Racconto autobiografico della “rapina del secolo”, compiuta “senza armi, senza odio, senza violenza”: come fu lasciato scritto sui muri del caveau della Société Générale svuotato dalla banda di marsigliesi comandata da Albert Spaggiari, che, catturato, riuscì a evadere rocambolescamente per vivere libero fino alla fine dei suoi giorni. Dalle vicende narrate in questo libro sono stati tratti due film. Albert Spaggiari (1932-1989), legionario in Indocina, fotografo in Provenza, ladro in Costa azzurra, latitante in America del Sud e poi in Italia, ha incarnato il modello dell’avventuriero del ventesimo secolo.

    OAKS Editrice | pp. 224

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  • Matteotti senza aureola – vol. 1: il politico

    € 22,00
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    di Enrico Tiozzo

    L’esecrabile uccisione di Giacomo Matteotti da parte di un pugno di delinquenti fascisti ha creato il mito del grande uomo politico, finissimo esperto di economia e in grado da solo di mettere in ginocchio il Fascismo con la forza delle sue argomentazioni. Ma quale fu veramente l’azione politica di Matteotti nei suoi cinque anni alla Camera? In realtà il deputato socialista fu un modesto politico, sordo alle opinioni altrui, insufficientemente preparato, verbalmente aggressivo, fortemente ostile più ai governi a guida liberale che a quello a guida fascista. Le sue proposte di legge e i suoi interventi in aula, che spesso suscitavano l’ilarità dei deputati, erano per lo più sconcertanti. Matteotti, fra le altre cose, proponeva di tassare il vino a seconda delle intenzioni (voluttuarie o meno) del consumatore, di acquistare il pane esibendo il passaporto, di convincere la popolazione a fumare sempre di più, di trasferire le eredità direttamente allo Stato, di bloccare la creazione di nuove Università, di smobilitare l’esercito, di ridurre dell’80% la forza pubblica, di negare il voto alle donne, di risolvere i problemi economici con una patrimoniale secca pari al 25% del Pil italiano. Si “documentava” leggendo oscuri giornali di provincia e non esibì mai un vero documento nelle sue interrogazioni alla Camera. Provocava ed insultava tutti i presidenti del Consiglio, da Nitti a Giolitti, da Bonomi a Facta, definendoli incompetenti e criminali. Questo studio esamina per la prima volta tutta l’attività politica di Matteotti negli anni del suo impegno alla Camera (1919–1924) e il suo libro del 1923, Un anno di dominazione fascista, giungendo a conclusioni che illuminano anche il quadro del delitto, al quale sarà dedicato il secondo volume dell’opera.

     

    STORIA IN RETE HA PARLATO DI QUESTO LIBRO NEL n. 120/2015

    Edizione: Aracne | pp. 384

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  • On sale!

    Shambhala rossa

    € 32,50 € 24,50
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    di Andrei Znamenski

    Molti conoscono Shambhala come la leggendaria terra di felicità spirituale che è situata o in India secondo il Kalacakra Tantra nel buddhismo tibetano o nella catena montuosa dell’Himalaya sotto il nome di Shangri-La grazie al film “Lost Horizon” (Orizzonte perduto) del 1937 di Frank Capra, ma pochi sanno del ruolo che il mito di Shambhala ha svolto nella geopolitica russa all’inizio del XX secolo. Shambhala rossa è il primo libro che racconta la storia di cercatori politici e religiosi provenienti da Oriente e da Occidente che si servirono delle profezie buddhiste per promuovere i loro programmi spirituali, sociali e geopolitici. C’erano persone di diverse convinzioni ed ambienti come Ja-lama e Agvan Dorzhiev, ma tra costoro si annoverava anche un pittore teosofo come Nicholas Roerich, un crittografo della polizia segreta bolscevica come Gleb Bokii, uno scrittore di occultismo con tendenze a sinistra qual era Alexander Barchenko, rivoluzionari e diplomatici bolscevichi come Georgy Chicherin e Boris Shumatsky insieme ai loro compagni di viaggio indigeni Elbek-Dorjik Rinchino, Sergei Borisov e Choibalsan, e infine Roman von Ungern-Sternberg, il sanguinario barone bianco, nemico giurato dei bolscevichi. Il libro di Znamenski è una sfida per tutti coloro che rifiutano di accettare le connessioni tra leggenda e politica. “Shambhala rossa” offre un incontestabile elemento di prova che l’ideologia comunista atea del XX secolo non ha disdegnato di usare un mito buddista tibetano come una sorta di instrumentum regni, cioè uno strumento politico di propaganda: sinistra russa e intellettuali di destra, come pure ricercatori spirituali, si trovarono tutti uniti in un’antica idea di rinascita, sognando una terra egualitaria, una Shambhala rossa, dove un’umanità trasformata potesse vivere in una Nuova Era di pace. L’autore fornisce un’indagine innovativa attraverso la quale siamo fatti consapevoli che il Sacro e Profano possono condividere lo stesso milieu mitico: una lettura obbligata per le persone interessate a quella zona indefinita tra mistica, esoterismo e politica.

     

    Edizioni Settimo Sigillo| pp. 302

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  • Storia in Rete n. 71 – settembre 2011 (pdf da scaricare subito)

    € 3,99
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    A distanza di 10 anni dagli attentati dell’11 settembre, Storia in Rete dedica quasi l’intero numero 71 ai due fronti che si scontrano nella ricostruzione dei fatti e della cornice in cui si sono svolti. Complottisti e debunker (cacciatori di bufale) si affrontano su perizie, fotografie, filmati. Ma su tutto restano i dubbi per le troppe coincidenze e soprattutto lo sconcertante sfruttamento di quegli attentati nello scatenamento delle guerre in Medio Oriente.

    Sandro Provvisionato fa il punto della situazione, affiancato a interviste ai “complottisti” Maurizio Blondet e Giulietto Chiesa e agli scettici Enrico Manieri – cacciatore di bufale sull’11 settembre – e Danilo Coppe – esperto di demolizioni ed esplosivi.

    Ma Storia in Rete di settembre è anche altro: continua la querelle su Luigi Cadorna e la damnatio memoriae che da più parti si chiede sul Generalissimo, affinchè gli vengano tolte strade, piazze e monumenti. Poi ancora Paolo Simoncelli ci parla di Lorenzino – o “Lorenzaccio” – de’ Medici, il tirannicida di Firenze, figura mistificata fino ad una recentissima ed approfondita nuova biografia. Infine continua la saga dei Grandi Iniziati, con un lungo ritratto di Rasputin, il pope che amava lo Zar, il popolo russo (e le donne), e cercò invano d’evitare il coinvolgimento della Russia nella Grande guerra.

    Tutto questo e molto altro su Storia in Rete di settembre!

    GUARDA IL SOMMARIO DEL NUMERO 71

     

     

     

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  • Storia in Rete n. 42 – aprile 2009 (pdf da scaricare subito)

    € 3,99
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    In questo numero Storia in Rete spiega ai lettori i parallelismi inquietanti fra la crisi del 1929 e quella che stiamo vivendo in questi giorni. Due brevi articoli, quindi, danno conto del boicottaggio meditatico del film “Katyn” (di cui pure Storia in Rete si era occupato nel numero 41) e dello stato dell’arte su Via Rasella, alla luce delle ultime inchieste e rivelazioni del quotidiano “Avvenire” e della stessa Storia in Rete. Seguono due articoli che raccontano la gioventù idealista e generosa dell’Italia passata, quella che voleva la giustizia sociale agli ordini del tenente partigiano “Jak” e quella che si riversò a Fiume agli ordini di D’Annunzio nel 1919. Ancora eroismo d’italiani, ma anche le atrocità commesse dagli Alleati durante l’invasione della Sicilia, nell’anticipazione del volume di Andrea Augello, “Uccidi gli italiani”. Continua il racconto dell’avventura dell’Italia fra le stelle, a cura dell’Agenzia Spaziale Italiana e di Storia in Rete. Dal cielo stellato a quello più vicino, ecco l’incredibile racconto degli aeroplani a propulsione nucleare: un sogno degli anni Cinquanta mai realizzato. Due “ultime puntate”, quindi: la conclusione dell’inchiesta di Storia in Rete su come in Italia non riesca a decollare l’industria del documentario storico, a tutto vantaggio della concorrenza straniera, e la storia dei Servizi segreti militari italiani, dalle origini alla Seconda guerra mondiale. Ancora gioventù italiana, la “meglio gioventù” senz’altro, nel racconto di come nacquero i Cacciatori delle Alpi di Garibaldi, a 150 anni dalla fondazione del Corpo. Infine il rientro delle opere d’arte trafugate da Napoleone grazie all’opera di ambasciatore-imballatore di Antonio Canova e Giovannino Guareschi, la penna più tagliente d’Italia contro amici e nemici, senza compromessi.

    Tutto questo e molto altro su Storia in Rete di aprile 2009

    LEGGI IL SOMMARIO DEL NUMERO 42

     

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