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Home Page | Products tagged “Guerra civile” - Page 3

Guerra civile

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  • Il mistero della Missione giapponese

    € 20,00
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    di Paolo Savegnago e Luca Valente

    Giugno 1944: un’auto con a bordo due civili giapponesi e una donna viene fermata dagli uomini di una formazione partigiana della Val Leongra, nell’alto vicentino. I tre verranno giustiziati pochi giorni dopo. La vicenda negli anni ha dato il La ad una serie di ipotesi che ricollegavano il terzetto – in realtà creatosi in modo casuale e senza grossi retroscena – a complicate storie di diplomazia segreta e spionaggio. Ma, riducendo alle sue pur tragiche dimensioni la vicenda, gli autori offrono uno spaccato crudo e brutale della Resistenza nell’estate 1944 in Veneto. Come ha scritto Maurizio Dal Lago sul “Giornale di Vicenza”: «La ricerca di Savegnago e di Valente è molto di più di una spy story, è un lavoro rigoroso che fa saltare luoghi comuni antichi e recenti, come l’invito a ritrovare una imprecisata memoria “condivisa” che dovrebbe sanare vecchie fratture della guerra e della lotta partigiana. Ma stendere un velo condiviso, cioè uniforme, buonista, significa espungere gli eventi che creano problema e imbarazzo, e incamminarsi per una strada assai scivolosa e fuorviante, cosa che Savegnago e Valente si guardano bene dal fare. Basta seguire la loro narrazione per comprendere come nessuna verità “scomoda” è occultata e questo per una elementare scelta critica e, insieme, etica: se si vuole fare storia, se si vogliono cioè evitare per quanto possibile parzialità ideologiche e silenzi tattici, bisogna guardare in faccia le contraddizioni di quel tempo, non passare oltre facendo finta di non vedere. Del resto nascondere, smussare, sopire, è una fatica inutile, oltre che stupida, dal momento che le linee di frattura sono dentro gli eventi prima che nelle parole che li narrano. Per questo gli autori hanno scelto di rimanere dentro quelle contraddizioni e di descrivere gli eventi non da fuori o dall’alto, da dove si trova sempre il modo di aggiustare le cose, ma da dentro gli eroismi, di Bruno Brandellero, per esempio, da dentro l’orrore, vedi la vicenda di Domenico Penzo, “Minco”, da dentro una storia d’amore assoluto come quella di Maria Clementi e di Giovanni Giusto, soldato, partigiano e vittima di partigiani. È questa scelta di restare dentro gli eventi la struttura portante del libro, un libro di terza generazione per quanto riguarda le vicende resistenziali, dopo quelli di prima generazione, scritti dai protagonisti, e dopo quelli di seconda generazione che hanno contestualizzato quelle memorie, uscendo però di rado dal perimetro della propria parte, dai limiti di una documentazione insufficiente perché ancora in larga parte non accessibile e dalla tentazione di utilizzare a fini immediatamente politici, “semplificandoli”, fatti complessi e controversi. (…) È noto come nella vulgata resistenziale sia diventato un dogma indiscutibile l’aiuto dei contadini alle formazioni partigiane. Il che non è falso in assoluto, ma non è nemmeno vero se appena si osservano le cose da vicino, da dentro le contrade dove, come rilevavano i parroci della Valle dell’Agno, gli abitanti erano “nel doloroso dilemma di subire la vendetta da una parte se parlano e dall’altra se tacciono senza ritenersi protetti a sufficienza né dall’una né dall’altra parte”. È facile verificare una situazione molto simile anche nelle contrade dell’alta Val Leogra a cui Savegnago e Valente aggiungono un elemento solitamente trascurato. Dalle testimonianze emerge un quadro per nulla bucolico della vita contadina. Al contrario traspare, insieme alle condizioni di estrema miseria in cui le famiglie della montagna vivevano, anche un robusto filo di aspra durezza che spiega, in parte, come tra quelle case e quegli anfratti potessero verificarsi atti di una crudeltà inusitata. Credo che la pattuglia di Albino Gaspari, “Scalabrin”, ne possa essere un esempio significativo, unitamente alla citata vicenda di “Minco”, dove è impossibile distinguere l’orrore dalla pietà». (da Il Giornale di Vicenza del 21 aprile 2005)

    Edizione:Cierre/Istrevi | pp. 462

     

     

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  • Bombardate Roma

    € 19,00
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    di Mimmo Franzinelli

    Uno dei più grandi scandali politico-giornalistici della storia d’Italia trova in questo libro una ricostruzione di parte. Nel gennaio 1954 il settimanale “Candido” diretto da Giovanni Guareschi pubblica delle lettere attribuite all’ex primo ministro Alcide De Gasperi che, nel 1944, mentre era in clandestinità nella Roma occupata dai nazisti, avrebbe chiesto agli anglo-americani di bombardare la periferia della Città Eterna per facilitare la sollevazione popolare contro l’occupante. Quelle lettere vennero dichiarate false dal tribunale di Milano che però non volle disporre le perizie per appurarne l’autenticità. Franzinelli concorda con le conclusioni del tribunale e “salva” sia De Gasperi che Guareschi che, secondo l’autore, sarebbe stato raggirato da uno strano gruppo di neofascisti decisi ad attaccare De Gasperi con documenti falsi. La questione investe così uno strano personaggio, ex ufficiale della Rsi, Enrico De Toma che ebbe per le mani numerose carte provenienti dagli archivi di Mussolini e che negli anni Cinquanta salì agli onori della cronaca a più riprese proprio per il materiale in suo possesso. La tesi di Franzinelli fa acqua da più parti ma per chi non conosce la storia il libro può comunque fornire un aiuto a capire quegli anni così complicati e, in apparenza, lontani.

    Edizione: Mondadori | pp. 239

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  • I ragazzi di Quai de Bacalan

    € 24,00
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    di Andrea Vezzà

    Dopo l’8 settembre 1943, sparita ogni rappresentanza ufficiale italiana in Francia, alcuni giovani italiani cercarono di raggiungere l’Italia e arruolarsi nel nuovo esercito repubblicano. Qualcuno si accorse del gesto e intervenne: fu preparato il loro trasferimento a Betasom, la base dei sommergibili italiani di Bordeaux che non aveva accettato la resa. Trecento volontari prontamente inquadrati nel reggimento San Marco di stanza della base di quai de Bacalan. Qui ricevettero un primo addestramento militare e andarono a formare la 1° Compagnia “Volontari di Francia” del Battaglione Longobardo. Combattenti sotto una bandiera ritenuta sbagliata, questi giovani sono stati dimenticati dalla storia ufficiale e le loro gesta sono cadute nell’oblio. Questo libro, attraverso testimonianze dirette, rievoca nella sua integrità la stupefacente avventura di quei “Volontari di Francia”.

    Edizione: Ritter | pp. 193

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  • Eja Eja Alalà – Controstoria del Fascismo

    € 19,90
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    di Giampaolo Pansa

    Nell’Italia del Duemila può presentarsi l’avventura autoritaria di un nuovo Benito Mussolini? Anche oggi siamo un paese strozzato da una crisi pesante, con una casta di partiti imbelli e un possibile conflitto tra ceti diversi. Sono queste assonanze con gli anni Venti del Novecento che hanno spinto Giampaolo Pansa a scrivere “Eia eia alalà”, un antico grido di vittoria riesumato dallo squadrismo fascista. Il racconto inizia con la lotta di classe esplosa tra il 1919 e il 1922, guidata dai socialisti e sconfitta dall’inevitabile reazione della borghesia. Il nero nacque dal rosso: l’estremismo violento delle sinistre non poteva che sfociare nella marcia su Roma di Mussolini, il primo passo di una dittatura ventennale. La ricostruzione di Pansa ruota attorno a un personaggio esemplare anche se immaginario: Edoardo Magni, un agrario padrone di una tenuta tra il Monferrato e la Lomellina. Coraggioso ufficiale nella Prima guerra mondiale, finanziatore delle squadre in camicia nera, all’inizio convinto della necessità di una rivoluzione fascista ma via via sempre più disincantato. Sino a diventare un sostenitore del leader squadrista dissidente Cesare Forni, ritenuto da Mussolini un nemico da sopprimere. Magni è il protagonista di un dramma a metà tra il romanzo e la rievocazione storica, gremito delle tante figure che attorniano il Duce, una nomenclatura potente descritta con realismo…

    Edizioni: Rizzoli | pp. 375

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  • A difendere i cieli d’Italia

    € 12,00
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    di Marco Petrelli

    “Li avevano mandati in guerra nel 1940 contro gli Alleati. Hanno continuato a farlo per coerenza”, spiega Marco Petrelli, autore di “A difendere i cieli d’Italia” (Ed. Ciclostile, 2014) in merito ai “protagonisti” del suo libro dedicato ai “cacciatori” dell’Aeronautica Nazionale Repubblicana, forza aerea della Repubblica Sociale Italiana. Ternano, trentuno anni, Petrelli è un giornalista che collabora anche con Libero e che al suo primo volume ha voluto dare un taglio, appunto, molto giornalistico: in esso sono infatti contenute le interviste agli ultimi piloti dell’ANR. “E’ stata proprio la discrezione degli intervistati il maggiore ostacolo a raccontare alcune vicende – continua Petrelli – Nessuno di loro si sentiva pentito della propria scelta. In fondo, perché pentirsi? “Cacciavano” i B17 e i B25, non ebrei e partigiani. Con la Guerra civile del ’43-’45 non c’entravano. Eppure parlare di medaglie, meriti e abbattimenti creava loro imbarazzo: non era quello il motivo per il quale parlavano con me”.

    Edizioni: Ciclostile | pp. 122

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  • On sale!

    Mussolini mi ha detto

    € 24,00 € 18,00
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    di Antonio Bonino

    Le memorie del vicesegretario del partito fascista repubblicano 1944-1945.La prima edizione di questo libro uscì negli anni cinquanta in Argentina. Protagonista del libro non è la RSI ma Benito Mussolini. L’intento non è tanto descrittivo, quanto – si direbbe – pedagogico. Ed è tanto più forte in quanto il libro era diretto alla comunità degli italiani all’estero, non intaccata nel profondo dalla guerra civile, una comunità ancora legata alla visione e al mito dell’Italia “imperiale”. (riedizione e introduzione di Marino Viganò)

    Edizioni: Settimo Sigillo | pp. 288

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  • IL CONGRESSO DI VERONA – 14 novembre 1943

    € 20,00
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    a cura di Marino Viganò

    Il 14 novembre 1943, a Verona, il Fascismo, crollato pochi mesi prima in occasione della destituzione di Mussolini il 25 luglio, si riorganizza su basi ideali che richiamano espressamente le origini del 1919. Sotto la direzione del nuovo segretario del nuovo Partito Fascista Repubblicano, Alessandro Pavolini, un'assemblea tumultuante discute e approva i famosi “18 punti” programmatici. Minuto per minuto il resoconto dello storico congresso. Il reale svolgimento con il resoconto stenografico, l'atmosfera e le tensioni che lo precedono e l'accompagnano, l'intensità e lo spirito delle idee, la direzione impressa ai documenti programmatici preparatori, gli interventi durante la seduta. Il Fascismo, rinasce, per poco, pronto a tuffarsi nella tragedia della Guerra civile.

    Edizioni: Settimo Sigillo | pp. 218

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  • La Caporetto del Fascismo – Sarzana 21 luglio 1921

    € 17,00
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    di Giuseppe Meneghini

    Il 21 luglio 1921 rappresenta una data buia nella storia dello squadrismo fascista: una spedizione di qualche centinaio di squadristi aggredì alle prime luci dell’alba Sarzana, la cittadina della Lunigiana retta da un’amministrazione socialista, unica a resistere alle infiltrazioni guidate dal ras carrarese Renato Ricci. Gli uomini di Amerigo Dumini, futuro assassino di Matteotti, vennero bloccati alla stazione da un drappello di carabinieri e soldati, comandati dal capitano dell’Arma Guido Jurgens. Nello scontro a fuoco morirono sei fascisti e un soldato, mentre gli squadristi fuggirono terrorizzati verso le campagne, dove contadini e arditi del popolo in armi ne uccisero altri sei. Il giorno precedente erano stati assassinati, dopo un processo sommario fra torture e atrocità, due giovani spezzini colpevoli solo di essere fascisti. Questi fatti, amplificati dalla stampa dell’epoca, ebbero un grande impatto sull’opinione pubblica e sulla politica nazionale, determinando una grave crisi all’interno del partito fascista e anche della Sinistra. Raccogliendo documenti e fotografie inediti e le testimonianze dei protagonisti, questo volume ricostruisce gli eventi di quei giorni e gli stati d’animo di chi li ha vissuti, raccontando come Sarzana il 21 luglio 1921 divenne una vera e propria “Caporetto del fascismo”.

    Edizioni: Mursia | pp. 304

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  • On sale!

    I Giorni dell’Odio

    € 30,00 € 27,00
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    di AA.VV.

    Un’opera “pioneristica” che, da destra, ha cercato già negli anni Ottanta di fissare alcuni punti fermi nella ricostruzione delle drammatiche giornate dell’aprile 1945 quando la fine della Guerra Civile portò con sé il crollo dell Repubblica sociale italiana e la morte di migliaia e migliaia di persone. Tra i vari saggi quelli a firma di Alberto Giovannini, Duilio Susmel, Vittorio Mussolini e quello, per l’epoca, decisamente rivoluzionario di Luigi Imperatore sui fatti di Dongo e la morte di Mussolini.

    Edizioni: Ciarrapico | pp. 358

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  • I campi dei vinti

    € 16,00
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    di Paolo Leone

    Più di cinquantamila civili e militari sottoposti per mesi (alcuni per due interi anni) a una brutale limitazione della libertà, concentrati in campi di internamento insufficienti nelle strutture sanitarie, nell’alimentazione, nella tutela della dignità umana. Questa la realtà dei “campi dei vinti”, quei campi di concentramento realizzati in Italia fra l’estate del 1943 e la primavera del 1946 nei quali furono rinchiusi dagli Alleati e senza processo decine di migliaia di fascisti o presunti tali. Per la prima volta di questo tema si parla a livello scientifico, sulla base di documentazione archivistica italiana e britannica che consente di mappare oltre 100 campi di detenzione: da Padula, in provincia di Salerno, a Collescipoli (Terni), da Coltano (Pisa) – che arrivò ad accogliere oltre 32 mila prigionieri – a Laterina (Arezzo), da Miramare (Rimini) a Taranto (dove il campo di Sant’ Andrea, in funzione fino al 1946, vide la reclusione di oltre 10 mila persone in condizioni pessime che sconfinavano nella vera e propria tortura: la “zona di punizione” era ricavata in un campo interamente ricoperto di sassi aguzzi dove i prigionieri venivano relegati senza scarpe per giorni interi). Paolo Leone ha tracciato una sorta di geografia del reticolato, senza dimenticare le decine di campi di transito dove venivano ammassati centinaia di prigionieri destinati, nel migliore dei casi, ad altri campi definitivi, ovvero agli improvvisati tribunali del popolo, che provvedevano a esecuzioni sommarie. Un saggio ampio e originale che fa luce sulle normative giuridiche e sulla vita quotidiana nei campi di internamento, sulle violenze cui furono sottoposti tanti italiani rei di avere combattuto dalla parte dei “vinti”, che divennero così la base di consenso del neofascismo italiano.

    Edizioni: Cantagalli | pp. 200

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  • I vinti non dimenticano

    € 12,00
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    di Giampaolo Pansa

    Nell’introduzione al suo libro, Pansa scrive: “Quando pubblicai Il sangue dei vinti nell’ottobre 2003, venni linciato dalle sinistre. Tre anni dopo, nel 2006, per l’uscita di un altro mio lavoro revisionista, La grande bugia, fui aggredito a Reggio Emilia da una squadra di postcomunisti violenti. Perché i nipoti dei trinariciuti dipinti da Giovanni Guareschi mi inseguivano? I motivi erano soprattutto due. Avevo dato voce ai fascisti, obbligati dai vincitori a un lungo silenzio. E avevo posto il problema del Pci e del suo obiettivo nella guerra civile: fare dell’Italia un paese satellite dell’Unione sovietica. Oggi l’Urss non esiste più, anche il Pci è scomparso. Eppure le sinistre continuano a non accettare che si parli delle pulsioni autoritarie dei comunisti italiani e del loro legame con Mosca. E per sfida che nei Vinti non dimenticano ho scritto le pagine che mi ero lasciato alle spalle. L’occupazione jugoslava di Trieste, Gorizia e Fiume, guidata dal servizio segreto di Tito, con migliaia di deportati scomparsi nel nulla. La sorte delle donne fasciste, stuprate e poi soppresse. Le uccisioni di comandanti partigiani e di politici socialisti e democristiani che si opponevano al predominio comunista. La verità è sempre una chimera. Ma non si può cercarla quando si è accecati dalla faziosità politica. Nei Vinti non dimenticano ho rifiutato ancora una volta la storia inquinata dall’ideologia. Questo mi fa sentire un uomo libero, come lo sono i miei lettori.”

    Edizioni: Rizzoli-Bur / pp. 465

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  • Bella Ciao. Controstoria della Resistenza

    € 12,00
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    di Giampaolo Pansa

    Il 25 aprile chi va in piazza a cantare “Bella ciao” è convinto che tutti i partigiani abbiano combattuto per la libertà dell’Italia. È un’immagine suggestiva della Resistenza, ma non corrisponde alla verità. I comunisti si battevano, e morivano, per un obiettivo inaccettabile da chi lottava per la democrazia. La guerra contro tedeschi e fascisti era soltanto il primo tempo di una rivoluzione destinata a fondare una dittatura popolare, agli ordini dell’Unione Sovietica. Giampaolo Pansa racconta come i capi delle Garibaldi abbiano tentato di realizzare questo disegno autoritario e in che modo si siano comportati nei confronti di chi non voleva sottomettersi alla loro egemonia. Quando si sparava, dire di no ai comunisti richiedeva molto coraggio. Il Pci era il protagonista assoluto della Resistenza. Più della metà delle formazioni rispondeva soltanto a comandanti e commissari politici rossi. “Bella ciao” ricostruisce il cammino delle bande guidate da Luigi Longo e da Pietro Secchia sin dall’agosto 1943, con la partenza dal confino di Ventotene. Poi le prime azioni terroristiche dei Gap, l’omicidio di capi partigiani ostili al Pci, il cinismo nel provocare le rappresaglie nemiche, ritenute il passaggio obbligato per allargare l’incendio della guerra civile. La controstoria di Pansa svela il lato oscuro della Resistenza e la spietatezza di uno scontro tutto interno al fronte antifascista. E riporta alla luce vicende, personaggi e delitti sempre ignorati.

    Edizioni: Rizzoli | pp. 430

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