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Riservato da Vichy – Diario segreto della Francia (1939-1944)
€ 25,00di Alfred Fabre-Luce
La storia di Vichy vista dal suo interno, un intellettuale e giornalista vicino al regime del Maresciallo Pétain ma non disposto ad occultare difficoltà e miserie di uno strano stato sorto dalla cocente sconfitta francese da parte dei tedeschi nel maggio-giugno 1940. Uno stato che proclamava – in una Francia occupata in parte e completamente condizionata da Berlino – una “Rivoluzione nazionale” e che ebbe grandi consensi prima di diventare, per la Francia del dopoguerra, un nodo psicologico e storico ancora non risolto. Fabre-Luce, con una scrittura avvincente, racconta in diretta – il libro nacque, capitolo dopo capitolo, durante gli agitati anni di Vichy – scenari grandi e piccoli, complotti, dubbi, retroscena, scontri, speranze e delusione di una generazione di francesi messi di fronte ad un momento storico troppo più grande di loro.
Oaks editrice | pp. 478
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I giusti del 25 aprile
€ 14,00di Luciano Garibaldi
Il libro, pubblicato in occasione del sessantesimo anniversario della Liberazione, è l’avvincente racconto dell’eroica vita e della tragica e misteriosa morte di Aldo Gastaldi «Bisagno», comandante della leggendaria Divisione Cichero che combatté contro fascisti e tedeschi sull’Appennino ligure-emiliano, di Ugo Ricci «il capitano», l’eroe della Resistenza in Val d’Intelvi, e di Edoardo Alessi «Marcello», comandante della Prima Divisione Alpina Valtellina. Tutti e tre ufficiali del Regio Esercito, erano uniti da una comune e intensa fede religiosa e ispirati a un progetto di pronta riconciliazione con il nemico sconfitto. Se fossero vissuti dopo la Liberazione, avrebbero sicuramente impedito che fosse sparso il «sangue dei vinti». Ma due di essi furono uccisi nel momento culminante della loro battaglia. Da chi? Dai fascisti o dai comunisti? E il terzo, la medaglia d’oro Aldo Gastaldi, ruzzolò o fu fatto ruzzolare sotto le ruote di un camion, che ne stritolò il corpo, mentre riportava a casa i ragazzi che avevano combattuto al suo fianco sulle montagne? Su questi autentici «gialli» della recente storia d’Italia, rapidamente archiviati dalla storiografia ufficiale, indaga il libro di Luciano Garibaldi, che si avvale delle testimonianze raccolte da Riccardo Caniato, Luigi Confalonieri e Alessandro Rivali.
Edizioni: Ares| pp. 162
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Compagno Mitra
€ 25,00di Gianfranco Stella
Una dura e controversa requisitoria storica sugli eccessi commessi dai partigiani (soprattutto quelli appartenenti a formazioni vicine al Partito comunista) durante e dopo la fine della Guerra civile. I nomi dei responsabili degli eccidi si mescolano con quelli delle vittime, spesso intere famiglie. Stella – attivo da anni nella ricerca sulle violenze avvenute tra il 1943 e il 1945 – con puntiglio ricostruisce i vari eccidi avvenuti soprattutto in Emilia Romagna, basandosi su una imponente documentazione giudiziaria e fotografica.
Edizioni: Gianfranco Stella | pp. 606
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I grandi killers della Liberazione
€ 25,00di Gianfranco Stella
Una dura e controversa requisitoria storica sugli eccessi commessi dai partigiani durante e dopo la fine della Guerra civile. Dal Lazio al Friuli, passando da Toscana, Emilia Romagna, Liguria, Piemonte, Lombardia e Venero, Stella – attivo da anni nella ricerca sulle violenze avvenute tra il 1943 e il 1945 – con puntiglio ricostruisce i vari eccidi avvenuti, molto spesso ai danni di civili, basandosi su una imponente documentazione giudiziaria e fotografica.
Edizioni: Gianfranco Stella | pp. 592
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La Resistenza cancellata
€ 21,00di Ugo Finetti
La nota dominante del libro di Ugo Finetti, scrittore e giornalista della Rai, è che ricostruisce e puntualizza quasi tre quarti di secolo di vita nazionale – con specifico riferimento ai passaggi chiave dell’antifascismo e della Resistenza – sulla scorta dei risultati critici maturati dalla storiografia revisionista, che va liberando la cultura italiana da decenni di chiusure ideologiche e strumentalizzazioni politiche. Tra i meriti del volume è da segnalare l’impressionante documentazione delle distorsioni e falsità che, in ordine alla vita dei partiti antifascisti e al loro impegno nella lotta resistenziale, sono rinvenibili nei manuali scolastici di storia, ancora egemonizzata da autori eredi delle vecchie parole d’ordine del comunismo internazionale e indigeno. Prefazione di Sandro Fontana, già vicepresidente del Parlamento europeo.
Edizioni: Ares | pp. 384
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Uomini e scelte della RSI
€ 14,50di AA.VV. (a cura di Fabio Andriola)
Nessun fenomeno storico è un monolite: sfaccettature, contraddizioni, antagonismi e casualità caratterizzano, in fondo, ogni manifestazione umana. La vicenda della Repubblica Sociale Italiana non fa certo eccezione: nella Repubblica di Mussolini confluirono infatti, per ragioni e spinte diverse, personaggi lontanissimi tra loro e, in qualche caso, lontani anche dal fascismo. Per storia personale, cultura e indole è difficile immaginare un Giovanni Gentile e un Giovanni Preziosi, un Nicola Bombacci o un Guido Buffarini Guidi accomunati dalla stessa scelta di campo. Eppure è così: la decisione di aderire alla RSI, decisione spesso disperata e non di rado causa di una morte violenta, operata da uomini tanto diversi, è una chiave di lettura inedita che questo libro offre agli studiosi e agli appassionati di storia. Presentare la Repubblica di Salò come il frutto dell’unione di uomini diversi ma uniti da alcuni valori e da alcune suggestioni comuni, fa di quell’esperienza un soggetto di straordinaria importanza per capire cos’erano l’Italia e gli italiani dei terribili mesi della Guerra Civile. Un periodo breve e drammatico da studiare lontano dagli schematismi finora imposti sia dalle ideologie che dalla pigrizia intellettuale di buona parte della storiografia italiana e straniera. Il libro riporta gli atti – completamente rivisti e ampliati – dell’omonimo convegno tenuto nel novembre 1998 a Milano. I personaggi del volume sono: Gentile, Anfuso, Graziani, Pavolini, Valletta,, Silvestri, Tarchi, Buffarini-Guidi, Preziosi, Evola, Biggini, Marinetti, Bombacci, Rolandi Ricci, Borghese, Mussolini.
Bastogi | pp. 278
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La Repubblica dei vinti – Storie di italiani a Salò
€ 18,00di Sergio Tau
«Le voci dei vinti» porta all’attenzione del grande pubblico le testimonianze di chi si unì alla Repubblica Sociale Italiana. L’altra faccia della guerra civile viene raccontata direttamente da uomini e donne che, per fedeltà al Fascismo o per paura di essere giustiziati, si ritrovarono a combattere contro i loro stessi connazionali. Le storie raccontate seguivano parabole simili: dal senso di tradimento dopo l’armistizio, alla fuga precipitosa al nord per unirsi alla «Decima» o alle Brigate Nere, alle vicende dimenticate del Servizio Ausiliario Femminile, fino ai campi di addestramento in una Germania crepuscolare, alla resa finale, alle foibe e alle vendette verso i «traditori». Sergio Tau ha raccolto i racconti degli ultimi reduci della Repubblica di Salò, consapevole della necessità di preservare le testimonianze di tutte le voci di quella che ancora oggi è una delle pagine più controverse nella storia italiana. Grazie al ricco testo introduttivo di Pietrangelo Buttafuoco, il libro di Tau è un documento unico per comprendere come le storie personali di uomini e donne si siano intrecciate alla vicenda più tragica dell’Italia fascista, fuori da ogni retorica celebrativa o ideologicamente riduttiva dell’esperienza repubblichina.
Marsilio | pp. 352
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Arditi contro
€ 18,00di Andrea Augello
I primi anni di piombo a Roma 1919-1923: «Un saggio prezioso perché ci immerge nel crogiolo di ideologie che ribolliva tra gli arditi. Nascono negli scontri di piazza capitolini di quegli anni molti degli elementi che poi caratterizzeranno le battaglie metropolitane di mezzo secolo dopo.»
Dalla Prefazione di Gianluca Di Feo
Roma 1919: intorno a Mario Carli, giornalista e poeta futurista, si raccoglie un gruppo di giovanissimi ex combattenti provenienti dal corpo degli arditi, per dar vita a un sodalizio politico e rivoluzionario da cui nasceranno due esperienze diversissime e antagoniste tra loro, il Fascio di combattimento romano e gli Arditi del Popolo. Sono «soldati politici» che, sopravvissuti alla Prima guerra mondiale, hanno giurato di cambiare l’Italia, per poi invece dividersi tra fascisti e antifascisti. In queste pagine, attraverso verbali inediti dei Carabinieri sul complotto di Pietralata, rivivono gli esordi del fascismo a Roma e i primi anni di piombo della Capitale che segnano la data di nascita dei partiti armati, degli attentati alle sedi nemiche, degli agguati e della guerriglia metropolitana, del terrorismo e della violenza nelle università e nelle scuole. Una storia tragica la cui scia di sangue ha attraversato il Novecento segnando la vita di tre generazioni.
Mursia | pp. 332
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Storia in Rete 145 – 146 – Novembre / Dicembre 2017 (pdf da scaricare subito)
€ 3,99Un’intervista a Pirandello “riscoperta” dopo 80 anni getta media e intellettuali nello sconcerto: com’era possibile che un premio Nobel, uno dei più amati autori della letteratura e del teatro del Novecento manifestasse così apertamente la sua entusiastica adesione al Fascismo? Questo caso assieme a tanti altri è lo spunto per un viaggio nell’intellighentzia che aderì ai regimi fascisti prima della Seconda guerra mondiale (e che spesso e volentieri non cambiò idea nemmeno dopo). Centinaia e centinaia delle menti più brillanti del XX secolo che prestarono la loro intelligenza al “Male Assoluto”, un’adesione che oggi il “politicamente corretto” non riesce più a spiegare, dimostrando ancora una volta l’inadeguatezza del suo modello interpretativo della realtà. “Storia in Rete” prova invece ad analizzare senza pregiudizi come e perché artisti, letterati, scienziati, giornalisti, musicisti abbracciarono le ideologie fasciste fra le due guerre mondiali.
Questo numero poi racconta due trecentenari: quello di papa Pio VI, il pontefice che alla fine del Settecento si trovò a doversi scontrare prima con i dispotismi illuminati, quindi coi giacobini della Rivoluzione francese, infine con Napoleone, che lo fece deportare in Francia, dove – vecchio e malato – morì in esilio. Poi i trecento anni della Massoneria, nata ufficialmente nel 1717. Il nuovo libro di Aldo Mola analizza le vicende travagliate delle Logge in Italia.
Ancora Massoneria, quindi, nell’anticipazione da una delle più ficcanti inchieste degli ultimi mesi: quella di Roberto Gremmo sui retroscena dell’attentato di Anteo Zamboni. Chi c’era veramente dietro il folle gesto del quindicenne bolognese che nel 1926 cercò invano di assassinare Mussolini, finendo massacrato dalla folla dopo aver sparato un solo colpo? Gli intrecci fra massoni, anarchici e fuoriscitismo antifascista che emergono dai documenti raccontano una realtà molto differente da quella che la propaganda salveminiana diffuse all’indomani dell’attentato e che ancora oggi è alla base della vulgata…
Nel centenario della battaglia di Caporetto, “Storia in Rete” si è voluta invece soffermare sui suoi immediati sviluppi: la ritirata dall’Isonzo al Piave, resa possibile grazie al sacrificio di tanti reparti che permisero il ripiegamento ordinato di tre armate con una tenace azione di retroguardia. E fra questi, si distinsero gli Arditi. Ce ne parla Roberto Roseano, vincitore del Premio Acqui Storia 2017 con un libro proprio sull’esperienza di ardito di suo nonno.
Continua poi il dibattito su Risorgimento e identità nazionale: Pino Aprile lamenta il continuo drenaggio di risorse dal Mezzogiorno iniziato con l’unificazione d’Italia, mentre Emanuele Mastrangelo e Nico Perrone rispondono alla provocazione di Aprile lanciata sullo scorso numero: anziché abbattere i monumenti ai Savoia e a Garibaldi, l’unica soluzione per ricostruire un’Italia veramente unita è quella di innalzare nuovi monumenti, anche agli sconfitti del Risorgimento.
E ancora, l’inchiesta – insabbiata da molti anni – della “foiba” piemontese, la “fiaira” di Moncucco Torinese, dove i partigiani fecero sparire decine e decine di fascisti o presunti tali alla fine della Seconda guerra mondiale. Una cava di gesso dalla quale sono stati estratti i resti umani di un numero non precisabile di individui fin quando non si scoprì che le grotte erano state riempite negli anni anche con rifiuti tossici e forse radioattivi. Una scoperta che portò all’improvviso arresto di ogni ulteriore scavo. E da allora nessuna ulteriore indagine è andata avanti, nonostante le dichiarazioni d’intenti degli inquirenti…
Quindi la seconda parte della storia di Mustafà Kemal Ataturk e la sua rivoluzione interrotta. L’opera di modernizzazione con cui il grande leader turco cercò di portare il paese fuori dall’arretratezza, per trasformarlo in una nazione europea, poi la sua improvvisa morte e la “normalizzazione” del dopoguerra con il lento affermarsi di un regime reazionario, filo-capitalista e filo-americano.
Infine, il mistero dietro uno dei più famosi romanzi del Novecento: “Picnic a Hanging Rock”. Fu pura immaginazione? C’era davvero una base reale dietro le vicende delle ragazzine scomparse in Australia? Oppure l’autrice costruì un racconto simbologico dietro cui si nascondeva altro?
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Storia in Rete 143 – 144 – Settembre / Ottobre 2017 (pdf da scaricare subito)
€ 3,99L’assalto globale alla Storia è il tema della lunga inchiesta di Storia in Rete in edicola. Dagli Stati Uniti, dove si abbattono le statue dei sudisti e si punta ora a Cristoforo Colombo (oltre che a Giovanna d’Arco, san Junipero, Washington e… Italo Balbo!), alla Spagna, dove è tabula rasa della memoria franchista, compresi i monumenti ai soldati italiani caduti durante la guerra civile spagnola. E poi c’è l’Europa orientale, dove a 30 anni dalla fine del Comunismo monta una nuova marea iconoclasta, la cui origine sembra più legata alle contingenze della politica estera che non alle esigenze della memoria storica… E in Italia? Anche qui tira una brutta aria, anche se i mezzi con cui si vorrebbe fare a pezzi la nostra storia sembrano diversi, e più subdolamente adatti allo spirito del nostro paese.
Ma chi era l’uomo le cui statue sembrano rappresentare il principale obbiettivo della protesta “politicamente corretta” negli USA? Storia in Rete prosegue con un ritratto del generale Robert Lee, il comandante sudista che fu forse il soldato più rispettato e amato, anche dai suoi nemici, nella storia americana.
E quindi, la provocazione. Pino Aprile riflette sulla situazione italiana, e lancia un sasso nello stagno: e se anche nel nostro paese cominciassimo a rivedere toponomastica e monumenti del periodo risorgimentale?
Storia in Rete prosegue poi con il settantesimo della morte in esilio di Vittorio Emanuele III, un re la cui storia è ancora in attesa di un giudizio approfondito – ed equilibrato – da parte degli storici. Poi, storie dalle guerre civili del Novecento: quella in Italia fra “rossi” e “neri” dopo la fine della Grande Guerra, che anticipò per molti aspetti gli Anni di Piombo di mezzo secolo dopo, e quella in Spagna, coi massacri anti-cristiani commessi dalle forze repubblicane, forse la peggiore persecuzione religiosa nell’Occidente da secoli.
E ancora, l’ascesa di Atatürk nella Turchia disfatta e invasa del 1919: un modernizzatore che seppe inventare per il proprio paese una via di sviluppo; Caravaggio e il vizio di attaccar briga, un vizio che lo perse, costringendolo a una fuga da Roma in contumacia, con le mani macchiate di sangue e una condanna a morte sulla testa; Knut Hamsun, il premio nobel norvegese che divenne uno scrittore maledetto per aver dichiarato la propria ammirazione per Adolf Hitler.
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Storia in Rete 136 – Febbraio 2017 (pdf da scaricare subito)
€ 3,99Il Giorno del Ricordo delle stragi delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata è sotto attacco. L’ultimo colpo di coda di una narrazione politicamente distorta e incapace di fare i conti col passato è in una lettera aperta a “Internazionale” a cui “Storia in Rete” ha deciso di rispondere con gli strumenti della storiografia scientifica esposti da Lorenzo Salimbeni.
Ma questo numero ha una “doppia” copertina, dedicata alla sconsolata riflessione di Marco Cimmino su come l’Italia stia malamente sprecando anche il centenario della Grande Guerra, non solo nel suo immenso patrimonio spirituale e morale – così tanto importante in una patria senza timone com’è l’Italia di oggi – ma perfino nei suoi aspetti più pratici, ovvero lo sfruttamento del “turismo storico” che invece va alla grande in tutto il resto d’Europa.
Poi, dalla Prima alla Seconda guerra mondiale: il tentativo di “spostamento verso il rosso” del Nazionalsocialismo a cavallo dell’attentato a Hitler del 20 luglio 1944. Una tesi che emerge dai rapporti dell’ambasciatore della RSI a Berlino, Anfuso analizzati da Paolo Simoncelli. E ancora, un ritratto di Rolandi Ricci, giornalista e avvocato, inascoltato consigliere di Mussolini durante i 20 mesi della guerra civile.
Dall’Europa all’estremo oriente, la parabola di Rodzaevskij, il fondatore del Partito fascista russo in Manciuria, velleitario emulo di Mussolini divenuto in extremis ammiratore di Stalin; la genesi dell’idea del “complotto ultramassonico” dietro la Rivoluzione Francese a partire dagli scritti di un gesuita, ricostruita da Aldo A. Mola; Shivaji, il re dei Maratti che verrà eternato in una colossale statua di bronzo a Mumbay e che qualcuno vuole vedere come un condottiero “anti-islam”.
Tre anticipazioni da altrettante nuove uscite in libreria ci portano quindi nell’Antica Roma, con gli eccessi della tavola dei Quiriti e la maniera migliore per rievocarla oggi; alla scoperta della… scoperta del clitoride, perché fino al 1500 la scienza medica occidentale aveva pressoché ignorato questo piccolo e prezioso organo del corpo femminile; nel fondo più nero della repubblica di Weimar, dove si consumarono i delitti a sfondo omoerotico di Fritz Haarmann, il “macellaio di Hannover” che seduceva “ragazzi di vita” per poi assassinarli e rivenderne le carni al mercato…
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Storia in Rete 129 / 130 – Luglio – Agosto 2016 (pdf da scaricare subito)
€ 3,99Dalle carte dell’OSS sbuca fuori una fotografia che può sconvolgere tutte le ricostruzioni della fine di Mussolini: e se il numero due dei servizi segreti americani, Valerian Lada-Mocarski, si fosse trovato a Dongo alla fine di aprile? Una presenza sempre negata, tanto da censurare l’unica foto in cui compariva in compagnia dei partigiani “Bill” e “Pedro”. E ora che l’originale sembra essere tornato alla luce, se le analisi sulla fotografia lo confermeranno, si può aprire una pista finora solo sussurrata: che sulle ultime ore di Mussolini si era allungata l’ombra dello Zio Sam… Un’indagine solo agli inizi di cui “Storia in Rete” in esclusiva dà i primi risultati ai suoi lettori.
Ma prima di questa nuova, avvincente indagine su uno dei più intricati gialli della Storia, “Storia in Rete” dedica un ricordo a tutti gli eroi che esattamente cento anni fa, nell’estate del 1916, testimoniarono il loro patriottismo cadendo per l’Italia: Fabio Filzi, Cesare Battisti, Nazario Sauro e gli altri volontari venuti dalle Terre Irredente a combattere perché l’Unità d’Italia fosse completa.
Quindi “Storia in Rete” torna sul dibattito attorno al “sangue del Sud”. Pino Aprile replica all’articolo di copertina del numero 128 e “Storia in Rete” gli risponde: genocidio o non? La storia dell’Unità d’Italia va riscritta mettendo alla sbarra i protagonisti oppure solo rendendo agli Stati pre-unitari giustizia?
E poi, novità dagli archivi: da quelli ex sovietici uno storico ucraino ha fatto uscire una documentazione che sembra mettere in discussione il mito monolitico della Grande Guerra Patriottica fra Hitler e Stalin. E se il dittatore sovietico nell’estate del 1941 fosse stato disposto a cedere Paesi Baltici e Ucraina alla Germania in cambio di una pace immediata? Dalle carte degli sfollati durante la Grande Guerra invece emerge la verità sulla vicenda di Ida Dalser, amante di Mussolini: la donna era davvero una folle mitomane e persecutrice, e non la vittima del cinismo del futuro Duce, come raccontato in un famoso – e tendenzioso – film.
E ancora: il ruolo di Vittorio Emanuele III nella svolta del 1922, la realtà dietro il mito (ancestrale e cinematografico) dell’uomo-lupo, l’attrito fra i Medici e gli intellettuali e gli artisti fiorentini dopo la restaurazione del Ducato nel 1528 e infine l’ultima illusione di Napoleone: che gli inglesi avrebbero mantenuto un fair play nei suoi confronti.
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