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Home|Risorgimento|Prigionieri dei Savoia

Prigionieri dei Savoia

€ 11,00

di Alessandro Barbero

Il libro che ha cercato di intaccare il “mito” di Fenestrelle: il terribile carcere piemontese in cui vennero rinchiusi a migliaia i prigionieri di guerra dell’esercito borbonico dopo l’annessione al Regno d’Italia nel 1861 e, successivamente, anche molti “briganti” catturati nel Meridione e spesso appartenenti a bande irregolari rimaste fedeli alla dinastia dei Borbone. Barbero – attingendo a fonti archivistiche – tende a ridimensionare la portata degli internamenti a Fenestrelle che, secondo la storiografia neo-borbonica, avrebbero comportato migliaia e migliaia di morti anche a seguito di condizioni carcerarie brutali. L’uscita del libro ha causato molte polemiche (Barbero è stato accusato anche di non aver consultato tutti gli archivi disponibili) e repliche che fanno considerare tutt’altro che esaurita la questione.

Edizioni: Laterza | pp. IX-369

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Categories: Risorgimento, Ottocento Tags: Borbone, brigantaggio, Due Sicilie, Regno d'Italia, Regno di Napoli, Risorgimento, Savoia
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    di Alessandra Necci

    Due celebri uomini politici, Charles-Maurice de Talleyrand-Périgord e Joseph Fouché, vissuti a cavallo fra il ‘700 e ‘800 in Francia. Cresciuti entrambi in seno alla Chiesa, che hanno poi rinnegato, Ministro degli Esteri del Direttorio, di Napoleone e della Restaurazione l’uno, Ministro della Polizia l’altro, nemici quindi complici a seconda delle convenienze, sono divenuti il paradigma stesso dell’opportunismo politico, tanto da essere soprannominati “banderuole”. In realtà, Talleyrand e Fouché sono molto più di questo. Protagonisti di un’epoca straordinaria, quella fra Ancien Régime e Restaurazione, nella quale si è costruita la Francia e anche l’Europa moderna, sono riusciti a sopravvivere al crollo della monarchia, alla Rivoluzione, al Terrore, al Direttorio, all’Impero, alla Restaurazione, rivestendo quasi sempre ruoli di primissimo grado. Dichiaratamente infedeli ai regimi e agli uomini, hanno cercato di essere, soprattutto nel caso di Talleyrand, fedeli alla Francia. Intorno a loro, dietro di loro, c’è tutto un mondo che si muove e cambia, in una fase tragica e travagliata, densa di genio e di grandezza ma anche di drammi e atrocità. Freddi e sofisticati tessitori di strategie e intrighi, sono stati determinanti per far cadere il loro signore, Napoleone Bonaparte, ma anche per restituire alla Francia un ruolo centrale nell’Europa della Restaurazione. Traditori? Certo; ma in questa storia, tutti tradiscono tutti, a volte con qualche giustificazione, altre senza: per il potere o il denaro, per sopravvivere, per salvarsi, per vendicarsi, per il gusto di farlo. Tanto da far pensare che l’umanità si divida in due categorie, i traditori e i traditi.

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    Edizioni: Ares | pp. 336

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