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Home|Grande Guerra|LA NASCITA DELL’IMPERO AMERICANO
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LA NASCITA DELL’IMPERO AMERICANO

€ 25,00

di Gianfranco Peroncini

Sulla scorta dei documenti e delle testimonianze prodotte dalla Commissione d’inchiesta Nye, promossa dal Senato degli Stati Uniti tra il 1934 e il 1936, l’opinione pubblica venne informata del fatto che banchieri, finanzieri e produttori avevano stretto un accordo – illecito sulla base della neutralità che era la politica ufficiale dell’amministrazione Wilson – in forza del quale tra il 1915 e il 1917 – al momento cioè dell’entrata del Paese nel conflitto – gli istituti di credito degli Stati Uniti avevano raggiunto un’esposizione nei confronti della Gran Bretagna e dei suoi alleati pari alla vertiginosa somma di 2,3 miliardi di dollari. La vittoria della Gran Bretagna diventava quindi un must per tutelare il valore patrimoniale del rischio assunto. La guerra fu così un formidabile affare per quello che decenni dopo il presidente Eisenhower nel suo discorso di commiato dalla Casa Bianca definì il military-industrial complex. Attraverso gli atti della Commissione Nye, con uno stile scorrevole e avvincente, Gianfranco Peroncini analizza le dinamiche profonde della politica estera americana e le origini lontane del blocco di potere che l’ha determinata e la condiziona ancora oggi. «Una delle questioni più controverse sollevate dall’indagine del Nye Committee fu la lacerazione del velo del tempio bancario statunitense, dietro il quale si cominciarono a scorgere inquietanti verità e imbarazzanti retroscena relativi all’intervento degli Stati Uniti nella Grande Guerra».

Edizioni: Mursia | pp. 704

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Categories: Grande Guerra, Novecento, Stati Uniti Tags: Commissione Nye, Woodrow Wilson
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  • On sale!

    L’antiamericanismo in Italia

    € 20,00 € 18,00
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    di Romano Vulpitta

    L’ideologia americana è cosmopolita per natura e per necessità e tende all’uniformità sopprimendo le diversità. Ed è proprio per questo che l’antiamericanismo è un problema di identità nazionale. Partendo da questo assunto l’autore analizza l’antiamericanismo in Italia a partire dal 1893 fino ad oggi prendendo in esame le tre correnti principali di esso: l’antiamericanismo di destra, quello di sinistra e quello di matrice cattolica; soffermandosi approfonditamente sul periodo relativo al ventennio fascista.

    Edizioni Settimo Sigillo | pp. 196

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  • Storia in Rete 137-138 – Marzo-Aprile 2017 (pdf da scaricare subito)

    € 3,99
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    Cento anni fa gli Stati Uniti entravano in guerra contro la Germania. Era il primo atto dell’intromissione degli States nella politica europea che nel tempo si sarebbe concretizzata nella trasformazione del Vecchio Continente in una dependance della superpotenza americana. Ma chi volle davvero l’ingresso degli USA in guerra? Il pretesto della guerra sottomarina tedesca era davvero fondato? Quali interessi economici spinsero la presidenza Wilson verso l’occulta violazione della neutralità ufficiale di Washington verso i belligeranti? Le trame del “complesso militar-industriale e bancario” USA vennero messe in luce dalla Commissione Nye del Senato USA, ma subito dimenticate. Per non infangare il presidente Wilson, artefice del primo grande balzo degli Stati Uniti verso la trasformazione in superpotenza imperialista globale. Le scoperte della Commissione Nye e le trame anglo-americane per costruire una “anglocrazia” mondiale sono al centro di due articoli di “Storia in Rete”. Poi, lo strano esilio di Trotsky a New York, dove fra 1916 e 1917 il padre dell’Armata Rossa trovò collaborazioni lucrose e una vita agiata. Oltre a finanziamenti per portare la rivoluzione a Pietrogrado… E ancora, sempre cento anni fa si svolgeva la vicenda di Robert Goldstein, “l’uomo più sfortunato di Hollywood”. Produttore di un film patriottico uscito al momento sbagliato, fu condannato a 10 anni di carcere sulla base di una legge che ricorda in maniera inquietante l’attuale DDL sulle “fake news” presentato nel Parlamento italiano…

    Questo il tema di copertina di Storia in Rete. Che questo numero apre una collaborazione fissa con Pino Aprile sui temi del Risorgimento e del revisionismo sulla riunificazione d’Italia. Prima puntata, per aprire il dibattito, la proposta di istituire una Giornata della Memoria per le vittime del processo risorgimentale.

    Ancora America nei due articoli dedicati al nuovo libro di Nico Perrone su De Gasperi: l’umiliante viaggio negli USA del presidente del consiglio nel 1947, a cavallo della firma del diktat di Parigi, e gli effetti del Piano Marshall sullo stile di vita degli italiani. Un cavallo di Troia con cui l’american way of living entrò nel nostro paese dopo la Seconda guerra mondiale.

    Con un balzo indietro, poi, Storia in Rete analizza la guerra in Iugoslavia del 1941-43: perché l’Italia e la Germania invasero il paese balcanico? Fu solo un’aggressione imperialista o c’erano gravi motivi a spingere i due dittatori, per una volta d’accordo sul da farsi? E dall’invasione all’occupazione: le atrocità commesse dal Regio Esercito in Iugoslavia viste in una prospettiva allargata, citando tutti i documenti e non solo facendo cherrypicking delle citazioni per corroborare narrazioni a tesi.

    Infine, l’analisi del Robinso Crusoe di De Foe, il romanzo dell’incontro fra uomo civilizzato e natura selvaggia.

    Tutto questo e molto altro su Storia in Rete in edicola!!

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  • On sale!

    La lunga notte dell’informazione

    € 20,00
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    di Fabio Andriola

    La prima guerra del Golfo e i mass media tra bugie e “spezzoni di verità”. Quante storie si possono raccontare sulla guerra del Golfo? Quante storie ci hanno raccontato sulla guerra del Golfo? Questo libro racconta una storia diversa di quei fatti, quella che ci hanno raccontato “sottovoce” i mass media alla fine delle ostilità. Ma la stampa internazionale, durante il conflitto, aveva raccontato cose ben diverse: e così, nel breve volgere di pochi mesi, gli stessi media, liberati dal condizionamento del Pentagono, hanno fatto trapelare quegli “spezzoni di verità” che rappresentano la forza di questo libro. Spezzoni nascosti: la verità non ha avuto quasi mai gli onori delle prime pagine, a differenza della “balle di guerra” che una ben organizzata propaganda planetaria, primo segno tangibile del Nuovo Ordine Mondiale, ha profuso a piene mani dopo l’invasione irachena del Kuwait. Ma qualcosa non ha funzionato e così ora possiamo vedere una guerra trasformarsi in una strage, una crociata contro il Male rivelarsi un’aggressione premeditata, i teorizzatori del nuovo ordine diventare degli arroganti questuanti e una montagna di morti mutarsi in un gigantesco affare..

    Edizioni: Settimo Sigillo | pp. 314

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  • IL PIANO MORGENTHAU

    € 32,00
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    di David Irving

    Storia di un genocidio mancato perché attuato solo in parte, tra il 1944-1945. Il libro – scritto da uno storico controverso per alcune sue dichiarazioni sull’Olocausto ma mai smentito su questo come su altri temi sempre relativi alla Seconda guerra mondiale – illustra come, per vendetta, per lucro e per facilitare l’espansione comunista in Europa si pensò di sterminare il popolo tedesco alla fine della Seconda guerra mondiale. In un piano ideato dal Ministro del Tesoro statunitense, Henry C. Morgenthau, gli Alleati immaginarono di ridurre allo stato “pastorizio” la Germania, riducendone drasticamente la popolazione e deindustrializzando il paese. Gli anglo-americani tagliarono la produzione di carburante, di trattori, di acciaio e di altri prodotti che erano stati essenziali per lo sforzo bellico. Tagliarono anche la produzione dei fertilizzanti dell’82%. Deprezzarono le esportazioni tedesche (che controllavano), e privarono i tedeschi del contante necessario per comprare il cibo. E una larga percentuale di giovani lavoratori di sesso maschile vennero tenuti per anni ai lavori forzati. Durante i sei mesi successivi alla fine della guerra, la produzione industriale tedesca crollò così del 75%. In Occidente, il piano per smantellare la capacità industriale della Germania iniziò nel quartier generale inglese del Generale Dwight Eisenhower nell’agosto del 1944. Incontratosi con Morgenthau, il Generale Eisenhower prescrisse per la Germania un trattamento che sarebbe stato “giusto e duro”, fornendo come spiegazione il fatto che “l’intera popolazione tedesca è un paranoide sintetico”. Morgenthau inviò una versione scritta del loro colloquio al presidente degli Stati Uniti Franklin Roosevelt e al primo ministro inglese Winston Churchill, quando i due si incontrarono a Quebec City nel Settembre del 1944. Il ministro degli esteri inglese Anthony Eden, il ministro degli esteri degli Stati Uniti Cordell Hull e il ministro della guerra degli Stati Uniti Henry L. Stimson protestarono tutti con vigore contro il Piano Morgenthau perché una Germania pastoralizzata non poteva nutrire sé stessa. Hull e Stimson dissero a Roosevelt che se il piano fosse stato attuato sarebbero morti 20 milioni di tedeschi. La maggior parte degli storici dice che il Piano Morgentau venne abbandonato dopo le proteste, ma lo stesso Morgenthau disse che venne in parte attuato come questo libro dimostra.

    Edizioni: Settimo Sigillo | pp. 312 (copertina rigida e sovracopertina plastificata)

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  • Al Dio degli Inglesi non Credere Mai

    € 28,00
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    di Gianfranco Peroncini – Marcella Colombo

    Una storia diversa del genocidio degli indiani d’America. Cosa collega il genocidio dei Pellerossa con la catastrofe ecologica descritta dallo Steinbeck di Furore ? Una concezione del mondo inteso come un bottino da rubare o una preda da abbattere, idee lontanissime dalla visione del mondo tradizionale dei nativi americani, prima combattuti, poi rinchiusi nelle Riserve e infine spogliati della loro anima, sacrificata sugli altari del gioco d’azzardo e dell’alcolismo.

    Oaks editrice | pp. 430

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  • On sale!

    I Canti del Littorio. Storia del Fascismo attraverso le canzoni.

    € 22,00
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    di Emanuele Mastrangelo

    Il Fascismo forse più d’ogni altro fenomeno politico si è espresso attraverso il canto: dalle canzoni intonate fra le trincee della Grande Guerra a quelle gridate a squarciagola durante le “spedizioni punitive” della fase rivoluzionaria; dall’innodia delle iniziative di massa del Regime al vortice entusiastico di canzoni per l’impresa africana, per finire con il canto rabbioso e sentimentale del crepuscolo di Salò. Quello del Fascismo fu un canzoniere di popolo, di regime, colto: attraverso di esso si è espressa quasi un’intera nazione. Studiare i canzonieri del Fascismo vuol dire cercare di comprendere la mentalità, le idee, l’atteggiamento del popolo e delle elite nell’Italia del Ventennio. “Giovinezza” – “All’armi, siam fascisti!” – “Faccetta Nera” – “Le donne non ci vogliono più bene”… canti scritti da soldati per altri soldati, da squadristi per altri squadristi, da “fedeli” del Regime per altri “fedeli”, ma anche da italiani per altri italiani, in un periodo storico nel quale si era giunti quasi a far collimare la parola “italiano” con “fascista”.

    Edizione Lo Scarabeo  | pp. 264

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  • Generali nella polvere

    € 20,00
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    di Piero Baroni

    Perché abbiamo perduto in Africa Settentrionale? Perché un esercito dell’Impero britannico formato da 36 mila uomini annientò e distrusse un’armata italiana di oltre 200 mila uomini nel deserto della Libia, la prima grande vittoria inglese che cambiò le sorti del conflitto in Mediterraneo. Il libro conduce il lettore nei meandri di una vicenda drammatica e imprevedibile nei suoi sviluppi e colpi di scena per trovare le cause del disastro che tra la fine del 1940 e i primi due mesi del 1941 vide la 10^ armata italiana barcollare sotto i colpi di un piccolo, ma ben organizzato esercito britannico. L’autore demolisce con prove documentali e un’analisi particolareggiata i falsi storici sull’inferiorità numerica e tecnica dei mezzi italiani, un’alibi che troppi storici hanno utilizzato per nascondere la sconfitta. Il libro si rivolge a chi intenda scoprire la verità e affrontarla con obiettività e rispetto dei fatti, senza nulla nascondere, portando alla luce gli errori, gli intrighi, le viltà, la meschinità di quanti anteposero le questioni personali e gli interessi di casta all’esigenza di compiere il proprio dovere.

    Edizioni: Settimo Sigillo | pp. 282

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  • Non solo Don Camillo

    € 10,00
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    di Marco Ferrazzoli

    Questa biografia dimostra come Giovannino Guareschi sia stato uno dei più importanti intellettuali civili italiani del ’900. Già nella prima metà del secolo l’autore di Don Camillo è un celebre giornalista del Bertoldo. Nel 1943 viene deportato nei lager nazisti, divenendo una figura di spicco della “resistenza bianca”. Al rientro fonda e dirige il Candido, il maggior settimanale politico-satirico del dopoguerra. Nel ’46 sostiene la monarchia al referendum istituzionale. Fornisce un contributo essenziale alla vittoria democristiana nelle elezioni del 1948, con i famosi manifesti «Nell’urna Dio ti vede, Stalin no» e «Mamma votagli contro anche per me». Diviene un importante opinion-leader, uno dei più feroci fustigatori del partitismo e il principale polemista anti-comunista, eppure, nel ’53, finisce in carcere per diffamazione di Einaudi e De Gasperi. Secondo Non solo Don Camillo – il nuovo libro di Marco Ferrazzoli, già autore di Guareschi l’eretico della risata e premiato di recente con il “Luciano Cirri” – al successo dei libri e dei film del ciclo Mondo piccolo si deve un paradossale fraintendimento: l’edulcorazione dell’importanza storica e culturale di Guareschi e la sottovalutazione della sua statura morale. Un rischio causato sia dai “nemici” ansiosi di minimizzarne l’importanza, sia da taluni “amici” che sembrano confermarne l’immagine debolista. Secondo Indro Montanelli, invece, la storia del XX secolo «la si può fare senza chiunque altro, ma non senza Guareschi». Non è un’esagerazione, anche solo ricordando gli episodi più importanti della vita e dell’opera di questo scrittore, un autore centrale della nostra letteratura, un giornalista politico fondamentale e un raro esempio di coerenza umana e intellettuale. (L.B.) – (da www.radicicristiane.it – marzo 2009) 

    Edizione: L’Uomo Libero | pp. 116

     

     

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