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Home|Varie|Iconoclastia

Iconoclastia

€ 16,00

di Emanuele Mastrangelo / Enrico Petrucci

Una grande inchiesta tra attualità e Storia. Un’ondata di iconoclastia sta travolgendo la civiltà occidentale. Alle sue radici la cancel culture nata negli ambienti colti dei radical chic e nei campus universitari USA. Così al grido delle parole d’ordine del «marxismo culturale» migliaia di monumenti finiscono nella polvere: quelli alla Confederazione, quelli a Colombo
e perfino ai Padri Fondatori degli Stati Uniti. L’infezione è arrivata anche in Europa, declinandosi in varie forme per ciascun paese: dall’antifranchismo della venticinquesima ora in Spagna all’attacco contro le chiese in Francia. E in Italia iniziano le prime avvisaglie di una pazzia collettiva che rischia di distruggere
nel nome del politicamente corretto l’intero patrimonio culturale. Un’emergenza alla quale è necessario far fronte subito, prima che sia troppo tardi.

Eclettica | pp. 400

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Categories: Varie, Proposte del Mese Tags: Cancel culture, Memoria storica, revisionismo storico, Stati Uniti, statue
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  • Storia in Rete 143 – 144 – Settembre / Ottobre 2017 (pdf da scaricare subito)

    € 3,99
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    L’assalto globale alla Storia è il tema della lunga inchiesta di Storia in Rete in edicola. Dagli Stati Uniti, dove si abbattono le statue dei sudisti e si punta ora a Cristoforo Colombo (oltre che a Giovanna d’Arco, san Junipero, Washington e… Italo Balbo!), alla Spagna, dove è tabula rasa della memoria franchista, compresi i monumenti ai soldati italiani caduti durante la guerra civile spagnola. E poi c’è l’Europa orientale, dove a 30 anni dalla fine del Comunismo monta una nuova marea iconoclasta, la cui origine sembra più legata alle contingenze della politica estera che non alle esigenze della memoria storica… E in Italia? Anche qui tira una brutta aria, anche se i mezzi con cui si vorrebbe fare a pezzi la nostra storia sembrano diversi, e più subdolamente adatti allo spirito del nostro paese.

    Ma chi era l’uomo le cui statue sembrano rappresentare il principale obbiettivo della protesta “politicamente corretta” negli USA? Storia in Rete prosegue con un ritratto del generale Robert Lee, il comandante sudista che fu forse il soldato più rispettato e amato, anche dai suoi nemici, nella storia americana.

    E quindi, la provocazione. Pino Aprile riflette sulla situazione italiana, e lancia un sasso nello stagno: e se anche nel nostro paese cominciassimo a rivedere toponomastica e monumenti del periodo risorgimentale?

    Storia in Rete prosegue poi con il settantesimo della morte in esilio di Vittorio Emanuele III, un re la cui storia è ancora in attesa di un giudizio approfondito – ed equilibrato – da parte degli storici. Poi, storie dalle guerre civili del Novecento: quella in Italia fra “rossi” e “neri” dopo la fine della Grande Guerra, che anticipò per molti aspetti gli Anni di Piombo di mezzo secolo dopo, e quella in Spagna, coi massacri anti-cristiani commessi dalle forze repubblicane, forse la peggiore persecuzione religiosa nell’Occidente da secoli.

    E ancora, l’ascesa di Atatürk nella Turchia disfatta e invasa del 1919: un modernizzatore che seppe inventare per il proprio paese una via di sviluppo; Caravaggio e il vizio di attaccar briga, un vizio che lo perse, costringendolo a una fuga da Roma in contumacia, con le mani macchiate di sangue e una condanna a morte sulla testa; Knut Hamsun, il premio nobel norvegese che divenne uno scrittore maledetto per aver dichiarato la propria ammirazione per Adolf Hitler.

    Tutto questo e molto altro su Storia in Rete n. 143-144

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  • On sale!

    I Canti del Littorio. Storia del Fascismo attraverso le canzoni.

    € 22,00
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    di Emanuele Mastrangelo

    Il Fascismo forse più d’ogni altro fenomeno politico si è espresso attraverso il canto: dalle canzoni intonate fra le trincee della Grande Guerra a quelle gridate a squarciagola durante le “spedizioni punitive” della fase rivoluzionaria; dall’innodia delle iniziative di massa del Regime al vortice entusiastico di canzoni per l’impresa africana, per finire con il canto rabbioso e sentimentale del crepuscolo di Salò. Quello del Fascismo fu un canzoniere di popolo, di regime, colto: attraverso di esso si è espressa quasi un’intera nazione. Studiare i canzonieri del Fascismo vuol dire cercare di comprendere la mentalità, le idee, l’atteggiamento del popolo e delle elite nell’Italia del Ventennio. “Giovinezza” – “All’armi, siam fascisti!” – “Faccetta Nera” – “Le donne non ci vogliono più bene”… canti scritti da soldati per altri soldati, da squadristi per altri squadristi, da “fedeli” del Regime per altri “fedeli”, ma anche da italiani per altri italiani, in un periodo storico nel quale si era giunti quasi a far collimare la parola “italiano” con “fascista”.

    Edizione Lo Scarabeo  | pp. 264

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  • Wikipedia. L’enciclopedia libera e l’egemonia dell’informazione

    € 16,00
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    di Emanuele Mastrangelo & Enrico Petrucci

    Cosa avrebbe pensato George Orwell di Wikipedia? Il più grande progetto culturale collettivo di tutti i tempi è oramai una presenza costante nella vita di tutti noi. E ha potenzialità immense sulle quali, tuttavia, incombe l’ombra del Grande Fratello di «1984». La cricca del SocIng prenderà il potere all’interno di Wikipedia? Wikipedia diventerà il Ministero della Verità? Oppure, grazie a Wikipedia, il mondo – e l’Italia – saranno più liberi?
    Lo studio in questione, il cui sottotitolo L’enciclopedia libera e l’egemonia dell’informazione già contiene le linee direttrici che ne animano le riflessioni, espone la storia del progetto Wiki, dagli esordi fino agli ultimi sviluppi, ma anche la sua fenomenologia, i piani in cui è articolato e le regole a cui la stesura delle “voci” è sottoposta. È insomma un manualetto piuttosto utile, che svela ai “profani” i retroscena di una tra le fonti di informazione più utilizzate – anche se molti di quelli che vi attingono a piene mani negano a tutti i costi di esserci capitati, anche per sbaglio – e influenti.

    Edizioni: Bietti | pp. 390

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  • Mare Monstrum – Immigrazione: bugie e tabù

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    di Alessio Mannino

    Capire cos’è realmente l’immigrazione di massa in Italia negli ultimi anni significa sbugiardare la falsificazione politicamente corretta del migrante idealizzato o demonizzato a priori, cioè dipinto alternativamente come un nemico invasore o confratello universale, quando invece è, al tempo stesso, vittima e strumento di uno scempio umano. Un fenomeno certamente epocale viene rappresentato come destino ineluttabile e giusto in sé, mentre ha un’origine storica ben precisa: la globalizzazione finanziaria e dei mercati che attraverso l’ideologia della crescita infinita e del progresso illimitato ha colonizzato a scopi economici l’immaginario planetario, attirando in Occidente e nei Paesi globalizzati le bestie da soma dello sradicamento sociale e culturale incarnato dal Consumatore Unico Mondiale. Ricostruendo le motivazioni di fondo delle transumanze umane, il libro tratta gli aspetti principali del fenomeno migratorio sulla base dei dati e dei fatti di cronaca emersi nell’ultimo periodo. Una critica al falso mito dell’immigrazione come necessità irreversibile e gioiosa, sbandierata dai missionari laici del cieco buonismo e sostenuta dal calcolo utilitaristico del sistema industriale che non distingue popoli, storie e culture ma conosce soltanto le esigenze del mercato fine a se stesso. Un’illusione strumentale, la “migrazione felice”, che nasconde il lato oscuro della desertificazione di differenze. A danno sia di chi arriva sia di chi ospita.

     

    Arianna Editrice | pp. 96

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  • Riservato da Vichy – Diario segreto della Francia (1939-1944)

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    di Alfred Fabre-Luce

    La storia di Vichy vista dal suo interno, un intellettuale e giornalista vicino al regime del Maresciallo Pétain ma non disposto ad occultare difficoltà e miserie di uno strano stato sorto dalla cocente sconfitta francese da parte dei tedeschi nel maggio-giugno 1940. Uno stato che proclamava – in una Francia occupata in parte e completamente condizionata da Berlino – una “Rivoluzione nazionale” e che ebbe grandi consensi prima di diventare, per la Francia del dopoguerra, un nodo psicologico e storico ancora non risolto. Fabre-Luce, con una scrittura avvincente, racconta in diretta – il libro nacque, capitolo dopo capitolo, durante gli agitati anni di Vichy – scenari grandi e piccoli, complotti, dubbi, retroscena, scontri, speranze e delusione di una generazione di francesi messi di fronte ad un momento storico troppo più grande di loro.

    Oaks editrice | pp. 478

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  • Lettera agli italiani

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    di Marcello Veneziani

    Un racconto ironico e passionale, storico e metafisico sull’Italia presente e assente. Un viaggio tra storia e politica, costume e carattere, bellezza e brutture, alla ricerca di una visione dell’Italia e di un’identità smarrita.

    Comizio d’amore. Voglio bene all’Italia anche se mi fa male vederla così. Voglio bene all’Italia anche se è davvero malata, ma questo è un motivo per amarla di più. La vedo tutt’altro che eterna e possente, la vedo fragile e assente, molto invecchiata; la vedo stanca e spaventata, la maledico, ma è una ragione di più per darle il mio fi ato. Perché l’Italia non è solo una Repubblica. L’Italia è mia madre. L’Italia è mio padre. L’Italia è il racconto in cui sono nato. L’Italia è la lingua che parlo, il paesaggio che mi nutre, dove sono i miei morti. L’Italia sono le sue piazze, le sue chiese, le sue opere d’arte, chi la onorò. L’Italia è la sua storia, fi glia di due civiltà, romana e cristiana. L’Italia è il mio popolo e non riesco a fare eccezioni, quelli del Nord, quelli del Sud, quelli di destra o di sinistra, i cattolici o i laici. Ho preferenze anch’io, ma non riesco a escludere per partito preso. Non escludo chi parte e nemmeno chi arriva. L’Italia è il ragazzo che va all’estero, l’Italia è l’immigrato che si sente italiano. Ho gerarchie d’amore; amo prima e di più chi mi è più caro e più vicino, come è naturale. Vorrei che l’Italia fossero pure i fi gli dei miei fi gli. Vorrei poi che l’Italia premiasse i migliori e punisse i peggiori, ma voglio che resti Italia. Con l’Europa o senza. Repubblica vuol dire che l’Italia è di tutti e lo spirito pubblico prevale sull’interesse privato. Ma dire Repubblica è troppo poco, c’è una parola più adatta: Patria. L’Italia è la mia casa, è il ritorno, è l’infanzia, il cielo e la terra che mi coprirà.

    Marcello Veneziani

    Edizioni Marsilio | pp. 160

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