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  • Il Corsaro Nero – Henry de Monfreid, l’ultimo avventuriero

    € 17,00
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    di Stenio Solinas

    Henry de Monfreid (1879-1974) è stato l’ultimo, e il più straordinario, scrittore-avventuriero del Novecento. Trafficante d’armi, di perle e di stupefacenti, fumatore d’oppio, pirata in rivolta contro l’arroganza coloniale francese, fece del Mar Rosso il suo terreno d’azione e di elezione. Convertitosi all’Islam, prese il nome di Abd el-Hay, “Schiavo del Vivente”, adottò gli usi e i costumi dei somali e negli anni Trenta recitò un ruolo di primo piano nella conquista italiana dell’Etiopia. Durante la Seconda guerra mondiale, fu arrestato e deportato dagli inglesi. Liberato, visse di caccia e di pesca sulle pendici del monte Kenya. Nel 1947, tornò in Francia, fu amico di Kessel, Cocteau, Montherlant, Teilhard de Chardin, rischiò di essere eletto alla Académie Française e di fare naufragio, a quasi ottant’anni, al largo del Madagascar, scrisse più di settanta libri. Avvalendosi di documenti d’archivio inediti e ripercorrendone le orme su e giù per il Corno d’Africa, Stenio Solinas traccia in questo libro il ritratto di una figura d’eccezione, un “anti-Rimbaud” che imparò a scrivere vivendo, e in controluce racconta gli splendori e le miserie della colonizzazione e dell’Africa contemporanea.

     

     

    Neri Pozza | pp. 254

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  • Vita spericolata di Albert Spaggiari

    € 15,00
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    di Giorgio Ballario

    Luglio 1976: una banda di scassinatori penetra nel caveau della principale banca di Nizza, forza le cassette di sicurezza e porta via denaro, oro e gioielli per un valore attuale di 30 milioni di euro. I ladri sono passati per le fogne cittadine e lavorando per più di un mese hanno scavato un cunicolo di otto metri. Sul muro, in segno di scherno, scrivono una frase che rimarrà famosa: “Senza odio, senza violenza, senza armi”. È la firma di Albert Spaggiari, il “cervello” della gang delle fogne che in Francia diverrà ineguagliabile esempio di ladro gentiluomo, avventuriero e “primula rossa” in sfida perenne con la giustizia. Paracadutista volontario in Indocina poi militante dell’OAS, Spaggiari verrà arrestato, riuscirà ad evadere in modo rocambolesco e rimarrà latitante per dodici anni fra Italia, Spagna e Sudamerica. È morto, libero, in Italia nel 1989, a fianco di Emilia, la donna che l’ha amato e accompagnato durante la lunga fuga.

     

    Idrovolante edizioni | pp. 308

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  • La Tratta degli Schiavi – Chi governa l’immigrazione e perché

    € 9,80
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    di Jeffrey Kaye

    Il mondo sta sperimentando un esodo globale di dimensioni mai viste finora, ma motivato dalle stesse antiche ragioni di sempre: la ricerca di nuove opportunità e risorse. Il mondo degli affari e della finanza sfruttano in modo interessato i flussi migratori, che di conseguenza continuano, sanguinosi e incessanti. È un sistema globale che possiamo definire “capitalismo predatore”, perché basato sul traffico di esseri umani. Questo libro intende riempire il vuoto esistente nel dibattito sul tema prendendo in considerazione gli aspetti economici della vicenda – spesso volutamente trascurati – esaminando le relazioni tra migrazione e globalizzazione e le varie attività che incoraggiano, facilitano e traggono profitto dalle migrazioni, sia quelle legali che quelle illegali.

     

    Arianna Editrice | pp. 352

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  • Mare Monstrum – Immigrazione: bugie e tabù

    € 9,80
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    di Alessio Mannino

    Capire cos’è realmente l’immigrazione di massa in Italia negli ultimi anni significa sbugiardare la falsificazione politicamente corretta del migrante idealizzato o demonizzato a priori, cioè dipinto alternativamente come un nemico invasore o confratello universale, quando invece è, al tempo stesso, vittima e strumento di uno scempio umano. Un fenomeno certamente epocale viene rappresentato come destino ineluttabile e giusto in sé, mentre ha un’origine storica ben precisa: la globalizzazione finanziaria e dei mercati che attraverso l’ideologia della crescita infinita e del progresso illimitato ha colonizzato a scopi economici l’immaginario planetario, attirando in Occidente e nei Paesi globalizzati le bestie da soma dello sradicamento sociale e culturale incarnato dal Consumatore Unico Mondiale. Ricostruendo le motivazioni di fondo delle transumanze umane, il libro tratta gli aspetti principali del fenomeno migratorio sulla base dei dati e dei fatti di cronaca emersi nell’ultimo periodo. Una critica al falso mito dell’immigrazione come necessità irreversibile e gioiosa, sbandierata dai missionari laici del cieco buonismo e sostenuta dal calcolo utilitaristico del sistema industriale che non distingue popoli, storie e culture ma conosce soltanto le esigenze del mercato fine a se stesso. Un’illusione strumentale, la “migrazione felice”, che nasconde il lato oscuro della desertificazione di differenze. A danno sia di chi arriva sia di chi ospita.

     

    Arianna Editrice | pp. 96

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  • Lettera agli italiani

    € 16,00
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    di Marcello Veneziani

    Un racconto ironico e passionale, storico e metafisico sull’Italia presente e assente. Un viaggio tra storia e politica, costume e carattere, bellezza e brutture, alla ricerca di una visione dell’Italia e di un’identità smarrita.

    Comizio d’amore. Voglio bene all’Italia anche se mi fa male vederla così. Voglio bene all’Italia anche se è davvero malata, ma questo è un motivo per amarla di più. La vedo tutt’altro che eterna e possente, la vedo fragile e assente, molto invecchiata; la vedo stanca e spaventata, la maledico, ma è una ragione di più per darle il mio fi ato. Perché l’Italia non è solo una Repubblica. L’Italia è mia madre. L’Italia è mio padre. L’Italia è il racconto in cui sono nato. L’Italia è la lingua che parlo, il paesaggio che mi nutre, dove sono i miei morti. L’Italia sono le sue piazze, le sue chiese, le sue opere d’arte, chi la onorò. L’Italia è la sua storia, fi glia di due civiltà, romana e cristiana. L’Italia è il mio popolo e non riesco a fare eccezioni, quelli del Nord, quelli del Sud, quelli di destra o di sinistra, i cattolici o i laici. Ho preferenze anch’io, ma non riesco a escludere per partito preso. Non escludo chi parte e nemmeno chi arriva. L’Italia è il ragazzo che va all’estero, l’Italia è l’immigrato che si sente italiano. Ho gerarchie d’amore; amo prima e di più chi mi è più caro e più vicino, come è naturale. Vorrei che l’Italia fossero pure i fi gli dei miei fi gli. Vorrei poi che l’Italia premiasse i migliori e punisse i peggiori, ma voglio che resti Italia. Con l’Europa o senza. Repubblica vuol dire che l’Italia è di tutti e lo spirito pubblico prevale sull’interesse privato. Ma dire Repubblica è troppo poco, c’è una parola più adatta: Patria. L’Italia è la mia casa, è il ritorno, è l’infanzia, il cielo e la terra che mi coprirà.

    Marcello Veneziani

    Edizioni Marsilio | pp. 160

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  • Comprendere Eurabia

    € 24,00
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    di Bat Ye’or

    Attentati, raid terroristici, rapimenti, decapitazioni, assalti mirati contro cristiani e bersagli occidentali, ecco il bollettino di guerra che echeggia dai media e dal web negli ultimi tempi. Non c’è nulla di veramente nuovo, salvo il fatto che l’attacco alla pace e alla stabilità del mondo è ormai quotidiano e non riguarda più soprattutto paesi lontani. Questa guerra che semina terrore e sangue si combatte ora nelle strade delle nostre città, con minacce dirette contro obiettivi e personalità, come ad esempio il Papa, che ci sono prossimi. Quanto accade ha radici lontane. Da decenni, attraverso la creazione di organismi e commissioni di varia natura, incontri ad alto livello, summit, conferenze internazionali fra paesi islamici e l’Europa, si è venuta tessendo una gigantesca ragnatela che influenza la politica, condiziona l’opinione pubblica e orienta la formazione, mettendo l’Occidente in balia dell’islam. Sono i filoni e le diramazioni di questa realtà nascosta e tuttavia potente quelli che Bat Ye’or indaga da molti anni e ha svelato nei suoi libri e con un’instancabile attività di conferenziera che l’ha portata a parlare al Senato italiano, a quello francese, a quello danese, in molte università americane e canadesi, all’ONU. All’epoca dei suoi primi libri, la lettura che faceva dei documenti e della trama dei fatti sembrava fantascientifica o quasi, anche se personalità politiche e intellettuali come Oriana Fallaci ne avevano riconosciuto la fondatezza. Oggi le vicende che funestano i nostri giorni le danno completamente ragione e fanno temere il peggio per il futuro del nostro continente.

    Edizione: Lindau| pp. 234

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  • La Germania alla conquista dell’Italia

    € 35,00
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    di Giovanni Preziosi

    Ristampa anastatica della seconda edizione apparsa nel 1916 per i tipi della “Libreria della Voce”. Un duro attacco all’invadenza finanziaria tedesca nel pieno della Grande Guerra. L’Italia non dichiarò subito guerra alla Germania: il 24 maggio decidemmo di attaccare la sola Austria-Ungheria, il nostro nemico storico. Nell’estate del 1915 fu la volta della dichiarazione di guerra all’Impero Ottomano, altro nemico storico dell’Italia. Ma, nonostante il “Patto di Londra” e gli accordi tra i membri dell’Intesa prevedessero guerra totale a tutti gli avversari, l’Italia nicchiava a schierarsi contro il Secondo Reich. Il libro di Preziosi si inquadra nella lotta politica che spinse il governo di Roma a scendere in campo anche contro la Germania, cosa che avvenne il 27 agosto 1916. In realtà non è che non ci fossero state, specie in campo economico, numerose azioni ostili della Germania verso l’Italia come documenta Preziosi che mette l’accento sul diffuso e invadente pangermanesimo, dissimulato ad esempio nei progetti della Banca Commerciale Italiana. Preziosi volle difendere gli interessi italiani, anteponendoli a quelli di una finanza errante. Attraverso le partecipazioni alle principali società operanti nei settori strategici dell’industria, i capitali tedeschi controllavano l’economia italiana. Poteva ancora sussistere una sovranità nazionale se l’economia era indirettamente in mano straniera? Quello di Preziosi si rivela, con straordinaria capacità predittiva, uno dei quesiti centrali anche per comprendere la natura e l’origine dei poteri attuali. (con un ritratto di Giovanni Preziosi a cura di Roberto Andreoli)

    Edizioni di Ar | pp. 328

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  • Storia della Prostituzione

    € 20,00
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    di Vern Leroy Bullough

    Ancora oggi una questione sociale complessa quanto quella della prostituzione viene spesso affrontata con leggerezza, se non addirittura ignorata da chi ritiene le prostitute donne perdute, irrimediabilmene votate per interesse, o per vizio, al loro sordido mestiere. Il libro di Bullough, storico americano specializzatosi in tematiche di medicina sociale, ha il grande merito di affrontare l’argomento su basi originali, ponendo l’accento sui motivi storico-sociali che hanno portato migliaia di donne verso il mestiere più antico del mondo. Attraverso un’analisi brillante e approfondita che va dalle società primitive fino agli anni Sessanta del XX secolo, Vern Leroy Bullough (1928-2006), storico e sessuologo statunitense, l’autore analizza l’atteggiamento delle varie comunità e religioni e dei poteri statali di fronte al problema, nonché il percorso della donna nelle diverse epoche. Vita familiare, educazione, indigenza, ignoranza sessuale, disinibizione… Se questi sono i motivi di fondo che, in ogni epoca, hanno concorso a determinare la scelta di molte giovani donne, altre considerazioni e condanne morali hanno spesso reso impossibile il loro reinserimento in una società che, pur servendosi del loro corpo, si è quasi sempre rifiutata di agevolarle nella dura ricerca di una nuova esistenza. In appendice un saggio di Elizabeth Bernstein sulla prostituzione nella San Francisco dall’Ottocento a oggi, che getta una luce nuova sul ruolo e la dimensione delle sex workers nella società odierna.

    Edizioni Odoya | pp. 320

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  • On sale!

    L’altro italiano – Vita di Edgardo Sogno

    € 18,00 € 16,20
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    di Luciano Garibaldi

    Edgardo Sogno: sessant’anni di antifascismo e di anticomunismo. La biografia di un personaggio discusso. Attraverso la vita di un italiano scomodo, eroe della Resistenza, brillante diplomatico e poi oggetto del più impressionante linciaggio giornalistico del dopoguerra, tutti i nomi, tutte le colpe, tutte le menzogne di 60 anni di storia italiana.

    Edizione: Edizioni Ares | pp. 396

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  • Se Venezia muore

    € 11,00
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    di Salvatore Settis

    In tre modi muoiono le città: quando le distrugge un nemico spietato, quando un popolo straniero vi si insedia con la forza, o quando perdono la memoria di sé. Venezia può morire se perde la memoria, se non sapremo intenderne lo spirito e ricostruirne il destino. Fragile, antica, unica per il suo rapporto con l’ambiente, Venezia si svuota di abitanti, e intanto è bersaglio di innumerevoli progetti, che per “salvarla dall’isolamento” ne uccidono la diversità e la appiattiscono sulla monocultura di una “modernità” standardizzata, riducendola a merce, a una funzione turistico-alberghiera. Il caso di Venezia, emblematico, permette a Salvatore Settis un ragionamento universale: dall’Aquila a Chongqing – città della Cina che è passata dai 600 000 abitanti del 1930 ai 32 milioni di oggi – mutamenti frenetici imposti da ragioni produttive e di mercato violano il contesto naturale e lo spazio sociale, mortificano il diritto alla città e la democrazia. Recensendo questo libro, Mario Pirani ha aggiunto: “Dominante ormai è una monocultura del turismo che lega la sopravvivenza di chi resta solo alla volontà di servire: i residui cittadini di null’altro sembrano più capaci che di generare migliaia di bed and breakfast, ristoranti, alberghi, agenzie immobiliari, vendite di prodotti tipici, cosa che peraltro sta prendendo piede in tutti i meravigliosi centri storici delle città d’arte del nostro Paese“.

    Edizione: Einaudi | pp. 154

     

     

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  • Non solo Don Camillo

    € 10,00
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    di Marco Ferrazzoli

    Questa biografia dimostra come Giovannino Guareschi sia stato uno dei più importanti intellettuali civili italiani del ’900. Già nella prima metà del secolo l’autore di Don Camillo è un celebre giornalista del Bertoldo. Nel 1943 viene deportato nei lager nazisti, divenendo una figura di spicco della “resistenza bianca”. Al rientro fonda e dirige il Candido, il maggior settimanale politico-satirico del dopoguerra. Nel ’46 sostiene la monarchia al referendum istituzionale. Fornisce un contributo essenziale alla vittoria democristiana nelle elezioni del 1948, con i famosi manifesti «Nell’urna Dio ti vede, Stalin no» e «Mamma votagli contro anche per me». Diviene un importante opinion-leader, uno dei più feroci fustigatori del partitismo e il principale polemista anti-comunista, eppure, nel ’53, finisce in carcere per diffamazione di Einaudi e De Gasperi. Secondo Non solo Don Camillo – il nuovo libro di Marco Ferrazzoli, già autore di Guareschi l’eretico della risata e premiato di recente con il “Luciano Cirri” – al successo dei libri e dei film del ciclo Mondo piccolo si deve un paradossale fraintendimento: l’edulcorazione dell’importanza storica e culturale di Guareschi e la sottovalutazione della sua statura morale. Un rischio causato sia dai “nemici” ansiosi di minimizzarne l’importanza, sia da taluni “amici” che sembrano confermarne l’immagine debolista. Secondo Indro Montanelli, invece, la storia del XX secolo «la si può fare senza chiunque altro, ma non senza Guareschi». Non è un’esagerazione, anche solo ricordando gli episodi più importanti della vita e dell’opera di questo scrittore, un autore centrale della nostra letteratura, un giornalista politico fondamentale e un raro esempio di coerenza umana e intellettuale. (L.B.) – (da www.radicicristiane.it – marzo 2009) 

    Edizione: L’Uomo Libero | pp. 116

     

     

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  • Cultura senza Capitale

    € 22,00
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    di Simone Verde

    Mentre la cultura evoca altrove una generosa apertura intellettuale e il futuro, in Italia lo scontro frontale tra due partiti in eterno conflitto, quelli di una religione inattuale del patrimonio e quello della svendita sul mercato dei beni culturali, tengono in ostaggio la più importante infrastruttura per la crescita civile ed economica del paese. A loro ausilio, e rafforzati da un dibattito sempre più ripiegato su se stesso, è l’ormai indiscusso strapotere di alcuni equivoci e pregiudizi: l’idea che più la cultura è “alta” e più è inutile o che la sua utilità va misurata nelle virtù del fare cassa. Niente di più falso. Ripercorrendo con linguaggio a tratti narrativo l’invenzione della cultura, dei suoi concetti e della sua gestione pubblica quale una delle più luminose avventure dell’uomo, l’autore va alla radice delle pratiche contemporanee, spazzando via equivoci e strumentali fraintendimenti. Le politiche alle arti, alla tutela e alla conservazione sono, in effetti, un’invenzione del mondo moderno, perché l’emancipazione dei singoli liberi le capacità creative e renda la comunità più forte e competitiva. Moralmente, e quindi anche economicamente. Un’invenzione italiana, partorita tra Firenze e Roma, e offerta alla storia come suo dono più grande, purtroppo tradita e rimossa nella riluttanza a farsi nazione, prima, e pienamente democrazia, ora, come indica una cultura priva di risorse poiché incapace di vedersi attribuita una chiara missione collettiva. Una cultura senza baricentro, senza autonomia e senza statuto: senza Capitale, cioè. Ricostruite con rigore le ragioni storiche di una scoperta così potente e quelle del suo pesante tradimento che corre parallelo alle imboscate dei nemici della democrazia, l’autore lancia la sua sfida e, rintracciati negli altri modelli occidentali i meccanismi originari che si devono all’Italia, propone la nascita di un’infrastruttura nazionale che, partendo da una Capitale all’altezza di Parigi, Washington o Londra, restituisca alla cultura la sua utilità e la sua ragione d’essere.

    Edizione: Marsilio | pp. 352

     

     

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