di Francesco Bigazzi e Dario Fertilio
Questo saggio storico affronta il legame politico-economico che univa l’Unione Sovietica al Partito Comunista, fin dai tempi di Stalin e poi in seguito, attraverso un viaggio che culmina nella segreteria di Berlinguer, e anche successivamente. Contiene rivelazioni importanti sui finanziamenti illeciti, le armi, il sistema di spionaggio. E una rivelazione finale che coinvolge anche la classe politica russa succeduta alla caduta del regime. L’icona Enrico Berlinguer viene messa a nudo, pur riconoscendo al personaggio una sua grande valenza e dignità storica. Sette capitoli da leggere tutti d’un fiato per avere una visione originale e spesso taciuta del modus operandi di Botteghe Oscure.
Paesi edizioni | pp. 144
di Louis Rougier
Nel 1945 il filosofo Louis Rougier ha scritto un libro di storia molto scomodo. Scomodo era allora – e infatti, lui, francese, lo poté pubblicare inizialmente solo all’estero e non in patria – e lo è oggi per la sua intatta capacità di rompere schemi e luoghi comuni. Come? Ad esempio raccontando di una sua missione nell’ottobre 1940 a Londra per arrivare ad una pace di fatto tra la Francia “collaborazionista” di Vichy, ormai nell’orbita della Germania nazista, e il governo della Gran Bretagna, rimasta sola a fronteggiare Hitler. Da quella missione Rougier sarebbe tornato con un documento concordato direttamente con il premier inglese Churchill che, contemporaneamente, già stava lavorando al proprio mito di alfiere della democrazia e della libertà nonché di inflessibile nemico dei totalitarismi. (dalla Prefazione di Fabio Andriola)
OAKS editrice | pp. LII + 262
di Alessandra Necci
Nel sistema di potere che Napoleone costruisce, conquista dopo conquista, le sue donne (madre e sorelle in primis) sono fondamentali. Infatti sono la madre, le sorelle, le mogli e le amanti a raccontare al loro meglio il peggio del clan dei Buonaparte. In fondo, la straripante personalità maschile di Napoleone oscura di per sé i restanti fratelli. I maschi di famiglia, insomma, sono canne al vento, sempre piegate da quello che il solito genio di Chateaubriand definisce «il più potente soffio di vita che animò l’argilla umana»… Le femmine no, sono tutt’altro, usano altre armi e altre seduzioni, trasformano le loro debolezze in punti di forza, non si perdono dietro stupidi orgogli virili… Alessandra Necci dedica loro sette bei ritratti, a partire da quello della madre, Letizia Ramolino Bonaparte, ovvero la Grande Mère, che resterà al fianco di Nabulio, come lo chiamava da piccolo, sino alla fine, e chiudendo con Maria Luisa d’Asburgo, che ne sarà la compagna per non più di quattro anni, gli sopravviverà di un quarto di secolo, si risposerà, verrà seppellita a Vienna, nella cripta dei Cappuccini, come l’Asburgo che era sempre stata. Rispetto alle altre è quella con meno personalità e meno cuore. In mezzo le sorelle Carolina, Paolina ed Elisa e i due grandi amori: la prima moglie, Giuseppina, e Maria Walewska.
Marsilio | pp. 405
di Charles Levinson
Già alla fine degli anni Settanta un sindacalista americano, Charles Levinson (1920-1997) riuscì a trovare le prove delle insospettabili connivenze politiche e soprattutto economiche tra i due blocchi che si confrontavano da decenni in quella che è passata alla storia come la Guerra Fredda: il blocco sovietico e quello Usa. IN apparenza avversari ma nei fatti alleati per mantenere lo status quo da cui entrambi traevano vantaggi finanziari. Uno schema che riguardava anche i singoli stati membri dei due blocchi, in primis l’Italia dove la presenza della FIAT e del più grande partito comunista d’occidente portò a concludere lucrosi affari a vantaggio dell’apparato del PCI oltre che di elites politiche ed economiche ben rappresentate dagli Agnelli
Iduna edizioni | pp.336
di Giorgio Galli
L’accademia continua a trascurare la relazione tra il Nazismo, i suoi uomini di punta a cominciare ovviamente dallo stesso Hitler con la cultura esoterica. Un ritardo che riguarda anche altri regimi e sistemi politici e altre epoche. In questo libro, Galli – uno dei pionieri dello studio dei legami tra esoterismo e politica e in particolare tra esoterismo e Nazismo – analizza in particolare: la specifica natura dell’esoterismo nazionalsocialista e, personalmente, di Hitler.
Oaks editrice | pp. 238
di Emanuele Mastrangelo / Enrico Petrucci
Una grande inchiesta tra attualità e Storia. Un’ondata di iconoclastia sta travolgendo la civiltà occidentale. Alle sue radici la cancel culture nata negli ambienti colti dei radical chic e nei campus universitari USA. Così al grido delle parole d’ordine del «marxismo culturale» migliaia di monumenti finiscono nella polvere: quelli alla Confederazione, quelli a Colombo
e perfino ai Padri Fondatori degli Stati Uniti. L’infezione è arrivata anche in Europa, declinandosi in varie forme per ciascun paese: dall’antifranchismo della venticinquesima ora in Spagna all’attacco contro le chiese in Francia. E in Italia iniziano le prime avvisaglie di una pazzia collettiva che rischia di distruggere
nel nome del politicamente corretto l’intero patrimonio culturale. Un’emergenza alla quale è necessario far fronte subito, prima che sia troppo tardi.
Eclettica | pp. 400
di Paolo Soave
La Conferenza di Pace di Parigi del 1919 doveva culminare il ciclo storico italiano avviatosi con il Risorgimento. Nel disegno degli uomini che avevano condotto il Paese alla guerra, in base al Patto di Londra il Regno d’Italia avrebbe dovuto ottenere lo status di Grande Potenza e rafforzarsi sul piano interno scongiurando ipotesi rivoluzionarie. Tuttavia, già dall’ottobre 1918 Gabriele D’Annunzio aveva iniziato a parlare di “vittoria mutilata” trovando crescente seguito nell’opinione pubblica sino all’impresa di Fiume. Se in guerra i rapporti con gli alleati erano stati ambigui, cessate le ostilità la dipendenza economica del Regno d’Italia dalle maggiori potenze risultò accentuata. Fra gli errori della delegazione guidata da Orlando e Sonnino, e l’ostilità degli altri vincitori, la “vittoria mutilata” distorse la percezione dei risultati di guerra, contribuì alla definitiva delegittimazione dell’élite liberale e alla debolezza generale della pace.
Rubettino | pp. 158
di Essad Bey
La biografia di Stalin scritta da Essad Bey (compagno di gioventù del dittatore comunista) è stato un best-seller internazionale, in cima alle classifiche di vendita del “New York Times”, ricco di informazioni preziose sul dittatore sovietico e di notizie sui massacri da lui perpetrati, che Essad Bey per primo raccontò in Occidente, tra l’incredulità dei molti intellettuali e giornalisti europei e americani che simpatizzavano per l’URSS. Una biografia critica, ma appassionata, dallo stile avvincente che non trascura vivide informazioni sulla storia aggrovigliata del Caucaso.
Oaks Editrice | pp. 442
di F.A. Ossendowski
Una biografia-romanzo scritta alla fine degli anni Venti, pochissimi anni dopo la morte del leader comunista. Il libro alla sua pubblicazione fu un successo mondiale anche perché raccontava molto bene la parabola dell’anima e del motore della Rivoluzione bolscevica in Russia: Vladimir Il’ic Ul’janov (1870-1924). Metteva nero su bianco le caratteristiche del carattere di un leader, che per quanto avesse venduto al mondo il mito della rivoluzione di popolo, aveva, in realtà, nel suo profondo le caratteristiche di un borghese dalla moralità smodata e incline a perseguitare chi gli apparisse come «indegno». Ossendorski, bielorusso di nascita, è autore noto anche per opere di carattere esoterico- Morì nel 1945 e negli ultimi anni di vita (trascorsi da esule in Francia) ebbe qualche problema con i servizi segreti sovietici che lo consideravano un “nemico del popolo” soprattutto per questo suo libro su Lenin.
Oaks Editrice | pp. 442
di Nikita Petrov
Ma dietro ogni ordine di Stalin c’erano vari esecutori, i co-protagonisti di questo libro. Quella proposta da Petrov è così soprattutto una galleria di tipi umani decisamente tragica nella sua varietà: c’è il macellaio puro e semplice ma c’è anche lo scienziato esperto in veleni; con loro il burocrate in carriera, l’intellettuale e il giudice con la passione delle esecuzioni da sentenziare e da eseguire personalmente; ci sono le donne, accanite e sadiche esattamente come gli uomini, e c’è il recordman, lo Stakanov delle fucilazioni: Vasilij Blochin; ci sono il politico, il cortigiano pronto a tutto pur di compiacere il Capo e il sadico che ha trovato una divisa, una protezione e delle vittime su cui accanirsi. Ma ogni differenza si annulla alla fine nel comun denominatore che unisce tutti grazie al diabolico mix di carrierismo, di ferocia, di cieca obbedienza e cinismo.
Mauro Pagliai Editore | pp. 330
di Piero Visani
Visani (1950-2020), esperto di storia militare offre una veloce panoramica di ciò che la guerra ha rappresentato nel XX secolo sforzandosi soprattutto di sottolineare come non solo la guerra fa parte della natura umana ma soprattutto che, col variare dei tempi e delle tecniche, degli scenari e delle cause di scontro, la guerra resta una componente fondamentale del mondo come è e non di quello che vorremmo fosse. Val la pena di guardare con attenzione la realtà che ci circonda e accettare che la guerra non è mai stata – e oggi meno che mai – solamente un fenomeno “tecnico-militare”. Infatti ai primi capitoli, ovviamente dedicati alle due guerre mondiali, ne seguono altri in parte dedicati a fenomeni quanto mai attuali come la guerriglia (anche urbana), il terrorismo, le guerre mediatiche e quelle informatiche. Tante forme diverse di scontro che puntano sempre più verso le geurre del XXI secolo: le cosiddette “guerre ibride”
Oaks Editrice | pp. 316
di François-René de Chateaubriand
Dopo la morte di Napoleone, Chateaubriand (1768-1848) fa pace con quello che, vivente, aveva chiamato “il devastatore”, riconoscendone la grandezza come amministratore e legislatore. A Napoleone, infatti, sono dedicate le centinaia di pagine qui riproposte, tratte dalle Memorie d’Oltretomba, l’opera più celebre dello scrittore francese. Come ha osservato uno dei maggiori conoscitori italiani di Napoleone, Ernesto Ferrero, «Nessuno come Chateaubriand ha saputo analizzare e rappresentare con tanta efficacia le superbe qualità e i limiti gravi di Napoleone, che lui stesso ha definito “il più potente soffio di vita che ha mai animato l’argilla umana. “Un poeta in azione, un genio immenso nella guerra, una mente instancabile, abile e sensata nell’amministrazione, un legislatore laborioso e ragionevole”, ma un politico carente. Di qui il contrasto tra le sue azioni prodigiose e i loro miserabili risultati: “Teneva il mondo sotto i piedi e non ricavò che una prigione per sé”. E la rovina finale della Francia…».
Iduna Edizioni | pp. 470
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