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Il coinvolgimento dell’Italia nella Prima guerra mondiale e la “Vittoria mutilata”
€ 22,00di Michele Rallo
Come maturò la decisione italiana di entrare nella Prima guerra mondiale? Quali furono le cause di una scelta di campo che all’epoca suscitò non poche perplessità? Quale fu l’atteggiamento degli alleati nei nostri confronti durante la guerra? E dopo il conflitto? Quello della “vittoria mutilata” fu soltanto uno slogan o fu invece sofferta constatazione dei fatti? L?America intervenne nel conflitto per liberarci o per colonizzarci? Perchè l’Inghilterra sostenne le ragioni dei greci contro l’Italia, e perchè la Francia quelle dei Serbi? A questi e a molti altri interrogativi risponde il libro di Michele Rallo, condensando dieci anni di storia della diplomazia italiana ed europea in un lavoro complesso ed essenziale al tempo stesso, ricollegando fatti e avvenimenti apparentemente slegati ma in realtà convergenti verso un unico disegno: la punizione dell’Italia e la sua cancellazione dal novero delle grandi potenze europee.
Edizioni: Settimo Sigillo | pp. 232
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Giuseppe Solaro. Il fascista che sfidò la Fiat e Wall Street
€ 16,00di Fabrizio Vincenti
Il più giovane federale della Rsi, uno tra i pochi a potersi recare sulle rive del lago di Garda al cospetto del Duce senza preavviso. Giuseppe Solaro, federale del Partito fascista repubblicano torinese, è rimasto imprigionato nella sua icona per decenni. Quell’immagine, drammatica quanto intensa, di un uomo capace di morire a fine guerra, di fronte a una piazza assetata di sangue, con una dignità e un coraggio sconosciuti ai più. Solaro, in realtà, nei suoi 31 anni di vita, è stato molto altro. Una vita intensissima, studente lavoratore, nel Guf di Guido Pallotta, volontario in Spagna, infaticabile organizzatore di appuntamenti culturali, una passione smisurata per le questione economiche che lo portarono a affrontare con lucidità tematiche ancora ricche di attualità come quella sulla sovranità monetaria, sui rapporti tra gli stati, sul futuro dell’Europa, sulla cappa opprimente che gravava, e grava, sui popoli per mano di una tecnocrazia finanziaria che negli anni ‘40 stava già combattendo una battaglia senza esclusione di colpi. Si definì lui stesso “fanatico” di Mussolini e del Fascismo, nei quali aveva intravisto l’unica strada per la realizzazione di un socialismo non utopico ma calzante per la realtà europea. Solaro è stata una delle figure più rappresentative di una generazione, quella dei trentenni, che hanno voluto seguire sino alle estreme conseguenze la parabola di Mussolini. Il giovane federale, inviso a parecchi fascisti, odiato dai partigiani, malvisto dai grandi gruppi industriali, tra i quali la Fiat finì per essere un capro espiatorio nella mattanza dell’aprile ‘45. Il saggio di Fabrizio Vincenti, grazie alla consultazione di numerosi archivi, prova a fare luce per la prima volta sulla figura di un fascista dal cuore davvero rosso, ma non per questo meno fascista. Anzi. E che, per le sue riflessioni sulle dinamiche economiche che sono poi scaturite dalla seconda guerra mondiale, continua a essere non solo un testimone di una vicenda drammatica ma un lucido precursore del mondo dei giorni nostri.
Edizioni: Ciclostile | pp. 320
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La morte dei fascisti
€ 18,00di Giano Accame
Nei suoi ultimi giorni Giano Accame aveva un unico cruccio. Non quello della vita che consapevolmente gli andava sfuggendo via, ma quello di terminare il suo ultimo libro, dal titolo tristemente significativo di “La morte dei fascisti”. E fascista, Giano, si è sempre dichiarato, senza timore né vergogna, da quando giovanissimo volontario della RSI venne catturato dai partigiani, fino all’estremo momento, per il quale volle essere vestito in camicia nera con il gagliardetto dell’aquila repubblicana ai piedi del feretro. Questa ultima fatica letteraria di Giano è rimasta incompiuta, ma sostanzialmente completa nel suo excursus su quelle “intelligenze scomode” che assursero alle più alte vette della cultura mondiale nel secolo passato, per essere poi trucidate, vessate e obliate nel secondo dopoguerra.
Edizioni: Mursia | pp. 352
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Trieste a destra
€ 22,00di Pietro Comelli – Andrea Vezzà
La storia mai scritta di un ambiente politico e umano complesso che inizia dal primo dopoguerra con i postfascisti del MSI, prosegue con la svolta di Fiuggi e la nascita di AN fino alla fusione nel PDL e lo “strappo” dei finiani di Futuro e libertà. Partendo proprio dalle origini della “Fiamma”, gli autori affrontano la maturazione di un movimento nato dalle ceneri del Fascismo, capace di sopravvivere agli “anni di piombo” e diventare forza di governo. Il libro analizza sessant’anni di storia che non hanno significato solo saluti romani, estremismo e nazionalismo ma la consapevolezza di un ruolo particolare della destra triestina: quello di essere stata al centro dell’attenzione nazionale nell’immediato dopoguerra, durante i moti del ’53 e il ritorno di Trieste all’Italia nel ’54, proseguito con la carica popolare e l’egemonia in alcuni ambienti della borghesia cittadina negli anni Sessanta. Periodo storico che faceva di Trieste una delle poche realtà egemoni nel panorama politico degli anni Settanta, diventata quasi di moda negli anni Ottanta e proseguita da una nuova fase all’affacciarsi del terzo millennio.
Edizioni: Il Murice | pp. 428
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Uccidere Rasputin
€ 29,50€ 22,50L’assassinio di Rasputin (Grigori Yefimovich Rasputin, 1869-1916) commesso la notte tra il 16 e il 17 dicembre 1916 è sempre sembrato straordinario: prima fu avvelenato, poi gli spararono e alla fine venne gettato in un fiume ghiacciato da alcuni aristocratici russi timorosi della sua influenza sullo zar Nicola II e sulla zarina Alessandra. Ma è andata davvero così? Drammatiche nuove prove provenienti da documentazione inedita, diari, referti medico-legali e verbali dei servizi segreti indicano che la trama risulta più intricata di quanto finora creduto. Rasputin è probabilmente uno dei più noti ma meno compresi personaggi che presero parte agli eventi che alla fine portarono alla caduta del potere zarista in Russia: il suo presunto potere dietro il trono viene oscurato oggi, come lo fu allora, dalla dubbia fama della sua moralità e della sua vita privata. La nuova indagine di Andrew Cook sulla morte di Rasputin rivela quali furono veramente le menti dietro l’uccisione del cosiddetto “monaco pazzo”.
Edizioni: Settimo Sigillo | pp. 304
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Storia segreta del PCI. Dai partigiani al caso Moro.
€ 16,00di Rocco Turi
Il volume ricostruisce la genesi politica e la storia del complotto internazionale che portò al rapimento dell’onorevole Aldo Moro. Storia segreta del PCI è un libro documentato e l’ultimo atto di una vicenda descritta attraverso migliaia di carte ufficiali del Governo italiano e attraverso il racconto di numerosi osservatori diretti e partecipanti, come i partigiani italiani fuggiti in Cecoslovacchia – e personalità della nostra Ambasciata a Praga. Rudolf Barak, ex Ministro dell’Interno cecoslovacco negli anni Cinquanta – che mai aveva accettato di incontrare uno studioso straniero – confermò personalmente a Turi che i partigiani italiani furono al servizio del Kgb e della polizia segreta cecoslovacca. L’eredità fu raccolta dai suoi successori e del resto, durante la Guerra fredda, la Cecoslovacchia fu meta per l’addestramento di terroristi provenienti da tutto il mondo.
Edizioni Rubbettino | pp. 330
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I Canti del Littorio. Storia del Fascismo attraverso le canzoni.
€ 22,00di Emanuele Mastrangelo
Il Fascismo forse più d’ogni altro fenomeno politico si è espresso attraverso il canto: dalle canzoni intonate fra le trincee della Grande Guerra a quelle gridate a squarciagola durante le “spedizioni punitive” della fase rivoluzionaria; dall’innodia delle iniziative di massa del Regime al vortice entusiastico di canzoni per l’impresa africana, per finire con il canto rabbioso e sentimentale del crepuscolo di Salò. Quello del Fascismo fu un canzoniere di popolo, di regime, colto: attraverso di esso si è espressa quasi un’intera nazione. Studiare i canzonieri del Fascismo vuol dire cercare di comprendere la mentalità, le idee, l’atteggiamento del popolo e delle elite nell’Italia del Ventennio. “Giovinezza” – “All’armi, siam fascisti!” – “Faccetta Nera” – “Le donne non ci vogliono più bene”… canti scritti da soldati per altri soldati, da squadristi per altri squadristi, da “fedeli” del Regime per altri “fedeli”, ma anche da italiani per altri italiani, in un periodo storico nel quale si era giunti quasi a far collimare la parola “italiano” con “fascista”.
Edizione Lo Scarabeo | pp. 264