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Storia di Napoleone
€ 24,00di François-René de Chateaubriand
Dopo la morte di Napoleone, Chateaubriand (1768-1848) fa pace con quello che, vivente, aveva chiamato “il devastatore”, riconoscendone la grandezza come amministratore e legislatore. A Napoleone, infatti, sono dedicate le centinaia di pagine qui riproposte, tratte dalle Memorie d’Oltretomba, l’opera più celebre dello scrittore francese. Come ha osservato uno dei maggiori conoscitori italiani di Napoleone, Ernesto Ferrero, «Nessuno come Chateaubriand ha saputo analizzare e rappresentare con tanta efficacia le superbe qualità e i limiti gravi di Napoleone, che lui stesso ha definito “il più potente soffio di vita che ha mai animato l’argilla umana. “Un poeta in azione, un genio immenso nella guerra, una mente instancabile, abile e sensata nell’amministrazione, un legislatore laborioso e ragionevole”, ma un politico carente. Di qui il contrasto tra le sue azioni prodigiose e i loro miserabili risultati: “Teneva il mondo sotto i piedi e non ricavò che una prigione per sé”. E la rovina finale della Francia…».
Iduna Edizioni | pp. 470
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Cento giorni da Imperatore
€ 17,00di Sergio Valzania
Durante l’esilio definitivo a Sant’Elena, ripensando alla straordinaria parabola della sua vita, Napoleone sembra guardare alla sconfitta di Waterloo come a una tappa necessaria del suo percorso verso la gloria: per entrare nella leggenda era indispensabile abbandonare il ritiro dell’isola d’Elba, quel 26 febbraio 1815, e vivere le giornate esaltanti del rientro a Parigi, per giungere poi il 18 giugno dello stesso anno alla grande sconfitta dell’esercito francese sotto il suo supremo comando. Sono state fornite le più diverse spiegazioni militari per dare ragione dell’esito della campagna del Belgio, basata su di un piano geniale e trasformatasi in un rovescio di proporzioni immense, ma nessuna delle interpretazioni tecniche appare del tutto convincente. Sergio Valzania, storico e biografo, ripercorre quei «cento giorni» cercando di illustrare il punto di vista di Napoleone, interrogandosi in particolare sul suo stato d’animo, sulle motivazioni profonde che guidarono il suo genio verso la realizzazione di quella che oggi viene portata a esempio di sconfitta totale, ma che lui stesso nel suo memoriale continuava a vedere come parte integrante e necessaria del cammino destinato a farlo entrare nel pantheon dei grandi condottieri. Al Napoleone elbano, vittima del tradimento dei marescialli, mancava il finale tragico, quello che Vincenzo Bellini sosteneva essere necessario nella costruzione narrativa del melodramma. La conclusione dell’avventura napoleonica non poteva ridursi a un viaggio in carrozza, durante il quale l’imperatore è costretto a indossare l’uniforme del nemico, e al ritiro in una sorta di tenuta di campagna dove gioca a carte con gli amici e i parenti. Per entrare nel mito occorrevano un ritorno a casa degno di quello di Ulisse e una battaglia omerica: un gesto finale, grandioso e decisivo, che chiudesse la carriera di Napoleone alla testa dell’esercito francese, consacrandolo sconfitto non dal nemico ma dal destino. Occorreva un piano di campagna che portasse con sicurezza alla vittoria, certificando il suo genio militare, e un gruppo di esecutori incapaci, pasticcioni e senza determinazione, tanto inetti da farlo fallire.
Edizioni Mondadori | pp. 245
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Il Diavolo zoppo e il suo Compare
€ 19,00di Alessandra Necci
Due celebri uomini politici, Charles-Maurice de Talleyrand-Périgord e Joseph Fouché, vissuti a cavallo fra il ‘700 e ‘800 in Francia. Cresciuti entrambi in seno alla Chiesa, che hanno poi rinnegato, Ministro degli Esteri del Direttorio, di Napoleone e della Restaurazione l’uno, Ministro della Polizia l’altro, nemici quindi complici a seconda delle convenienze, sono divenuti il paradigma stesso dell’opportunismo politico, tanto da essere soprannominati “banderuole”. In realtà, Talleyrand e Fouché sono molto più di questo. Protagonisti di un’epoca straordinaria, quella fra Ancien Régime e Restaurazione, nella quale si è costruita la Francia e anche l’Europa moderna, sono riusciti a sopravvivere al crollo della monarchia, alla Rivoluzione, al Terrore, al Direttorio, all’Impero, alla Restaurazione, rivestendo quasi sempre ruoli di primissimo grado. Dichiaratamente infedeli ai regimi e agli uomini, hanno cercato di essere, soprattutto nel caso di Talleyrand, fedeli alla Francia. Intorno a loro, dietro di loro, c’è tutto un mondo che si muove e cambia, in una fase tragica e travagliata, densa di genio e di grandezza ma anche di drammi e atrocità. Freddi e sofisticati tessitori di strategie e intrighi, sono stati determinanti per far cadere il loro signore, Napoleone Bonaparte, ma anche per restituire alla Francia un ruolo centrale nell’Europa della Restaurazione. Traditori? Certo; ma in questa storia, tutti tradiscono tutti, a volte con qualche giustificazione, altre senza: per il potere o il denaro, per sopravvivere, per salvarsi, per vendicarsi, per il gusto di farlo. Tanto da far pensare che l’umanità si divida in due categorie, i traditori e i traditi.
Edizioni Marsilio | pp. 662
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NAPOLEONE Battaglie, uomini e amori di una vita straordinaria (edizione in pdf da scaricare subito)
€ 4,90Basterebbe riflettere sull’esperienza napoleonica per capire che ideologie, religioni (o ateismi…), politica, morale ed etica anche tutte insieme sono categorie insufficienti a capire un fenomeno di questa portata. Napoleone spiazzò gran parte dei suoi contemporanei, affascinandone molti e terrorizzandone ancora di più. Su pochi personaggi storici – forse nessuno con l’eccezione di un certo Gesù Cristo – si è scritto di più senza arrivare mai a dare una lettura esauriente e a 360° del fenomeno.
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Metternich
€ 25,00di Luigi Mascilli Migliorini
Conosciuto per quella formula dura, sprezzante, che definisce l’Italia “una espressione geografica”, il principe di Metternich viene ricordato non solo come un accanito avversario del nostro Risorgimento, ma anche come il tenace paladino della conservazione in un’Europa che prova a ricostruire se stessa nella prima metà dell’Ottocento, dopo le grandi avventure della Rivoluzione e dell’Impero napoleonico. In realtà la sua vita è meno schematica di quanto la tradizione riporti. Nato in uno dei luoghi più sereni nel cuore dell’Europa – la valle del Reno –, egli conserva per tutta la sua esistenza l’esperienza di quel mondo in precario ma pacifico equilibrio. La perdita dei beni di famiglia lo obbliga a trasferirsi a Vienna dove comincia una carriera di diplomatico che sarà sempre segnata da quella iniziale rottura. Giunto, infatti, ai vertici della politica asburgica, Metternich dedicherà tutti i suoi sforzi alla costruzione e alla conservazione di un equilibrio tra le grandi potenze che tenga lontana l’Europa dalle devastazioni provocate dalla Rivoluzione francese con il suo prolungarsi nelle guerre napoleoniche. Il suo capolavoro sarà il Congresso di Vienna, nel quale il faticoso raggiungimento di un punto di intesa tra vincitori e vinti consentirà di assicurare all’Europa un lungo secolo di pace. Il bicentenario di quel Congresso (1814-2014) aggiunge, dunque, attualità a questa biografia, attraverso la quale non è difficile cogliere alcune grandi questioni: il ruolo della Germania come potenza egemone, la fragilità dell’unità italiana, la difficoltà di una unione dei popoli europei, che sono ancora al centro della discussione di oggi.
Edizioni: Salerno editrice | pp. 430
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I dieci errori di Napoleone
€ 19,00Sconfitte, cadute e illusioni dell’uomo che voleva cambiare la storia
di Sergio Valzania«La storia ha una sua natura sfuggente ed elusiva, tende a non dichiarare le proprie leggi. Individuare i momenti nei quali Napoleone avrebbe potuto indirizzare in modo diverso la sua avventura, incanalandola verso un esito migliore, rischia di risultare arbitrario. Ma il tentativo non è inutile in vista della comprensione politica e umana di una delle vicende più affascinanti della storia moderna». Sergio Valzania ci invita a questo “azzardo storico” isolando dieci errori (ma il numero è evidentemente arbitrario e pretestuoso) commessi da Napoleone a partire dalla ripresa della guerra contro l’Inghilterra nel 1804, iniziale e rovinoso sbaglio della carriera politica e diplomatica dell’imperatore, fino alla battaglia di Waterloo, che mette la parola fine all’avventura bonapartista con una disfatta senza eguali. Napoleone fu sempre innanzitutto un militare: l’aver appreso alla perfezione il proprio mestiere, essere un valoroso soldato, gli procurò le maggiori soddisfazioni, ma lo portò anche a scegliere sempre le vie della guerra a scapito di una più promettente politica diplomatica. Le sue capacità di tattico sono fuori discussione: a determinare la sua sconfitta fu piuttosto l’incapacità di comprendere i fenomeni della geopolitica e della grande strategia, i rapporti di forza sottostanti ai conflitti maggiori, le tensioni prodotte “dalle impalpabili volontà dei popoli” che non la forza militare di un avversario più capace di lui sul suo terreno d’elezione.
Edizioni: Rizzoli | pp. 232
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Il prigioniero degli Asburgo. Storia di Napoleone II re di Roma
€ 19,00di Alessandra Necci
Questo libro narra la storia del figlio di Napoleone Bonaparte e della sua seconda moglie, Maria Luisa d’Austria. Nato nella porpora il 20 marzo 1811 e destinato a essere l’erede e il continuatore del padre, il piccolo Napoleone II diventa invece, all’età di soli tre anni, ostaggio delle potenze ostili alla Francia. Con la caduta dell’impero napoleonico infatti, viene condotto dalla madre in Austria, alla corte del nonno Francesco I Imperatore, e lì abbandonato, sacrificato alla “ragion di stato” e costretto a una forzata germanizzazione. Un destino doloroso lo attende, perché il bambino non rivedrà mai più il padre, oramai esule a Sant’Elena, né potrà, una volta cresciuto, regnare. Una vicenda che si apre con grandi aspettative e prosegue con tremende disillusioni, nella quale il re di Roma (che sarà anche noto nella storia come Aiglon) è solo uno strumento di forze molto maggiori della sua, a cui deve costantemente piegarsi, sino a morire a soli ventun’anni di tisi. Alessandra Necci ricostruisce questa storia con una precisione al tempo stesso fedele e appassionata mettendo in evidenza le difficoltà incontrate nel percorso di vita di un bambino, e del suo complesso rapporto con i genitori, ma soprattutto le leggi spietate che regolano la politica, di fronte alla quale la vita dei singoli esseri umani conta poco o nulla.
Edizioni: Marsilio | pp. 381