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Venezia Libertina
€ 18,50di Silvino Gonzato
Attraverso cinque storie, con la vivacità narrativa e la puntualità delle sue ricostruzioni storiche, Silvino Gonzato ritrae in questo libro la Venezia che tra Settecento e Ottocento si impose all’attenzione di tutta Europa per la vivacità dei suoi salotti letterari, guidati da affascinanti dame capaci di spingersi ben oltre i confini del libertinage erudit delle rinomate salonnières d’Oltralpe. Era quella Venezia che dall’agonia della Repubblica all’alternarsi delle occupazioni francese ed austriaca, quasi fosse indifferente ai funesti mutamenti che le venivano imposti dalla Storia, manteneva intatto il suo spirito sornione di seduttrice inesorabile. Era la Venezia dei Tiepolo e dei Longhi, dei Vivaldi e dei Marcello, dei Goldoni, dei Gozzi e dei Chiari, ma anche quella delle cortigiane Marina Querini, Elisabetta Teotochi, Caterina Dolfin e degli avventurieri Casanova e Antonio Gratarol o dei rimatori dialettali, talora triviali, o dei grandi poeti stranieri come Byron che, deluso dalle sussiegose dame aristocratiche inglesi, veniva in laguna a soddisfare il suo besoin d’amour. Nei cinque capitoli in cui è suddiviso il volume, fa da sfondo ai protagonisti una massa costante formata da spie, cospiratori, osti, mariti traditi in cerca di vendetta, principi, ambasciatori senza scrupoli, popolane ingenue, madri ruffiane e abati corrotti.
Al centro della scena: loro, le salonnières della Serenissima: l’incantevole Elisabetta Teotochi, che sceglieva di volta in volta tra l’amante di una notte o di «cinque giorni»; Marina Querini, la «Biondina in gondoleta», spregiudicata quanto un personaggio del Divin Marchese; Caterina Dolfin, gran dama che spargeva nella città della douceur de vivre i veleni più micidiali. Prendendo per mano il lettore e portandolo nelle ville e nei tuguri, nei palazzi del potere e nei circoli massonici, nelle piazze e nei campielli, nei salotti e nelle osterie, nei conventi e nelle locande della città lagunare, Gonzato compone un romanzo breve della Venezia libertina, ma con personaggi veramente esistiti le cui vicende testimoniano, se ce ne fosse bisogno, che la realtà supera spesso la fantasia.Edizione: Neri Pozza | pp. 336
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Vita di Casanova
€ 18,00di Luigi Bàccolo
Il 4 giugno 1798 Giacomo Casanova, avventuriero, filosofo, drammaturgo, agente segreto, amante del gentil sesso e del giuoco, dopo una vita incredibile e irripetibile moriva a Dux, in Boemia, nel castello Waldstein dove aveva trascorso gli ultimi tredici anni in qualità di bibliotecario. Poco più di vent’anni dopo, Carlo Angiolini, figlio di una sua nipote, vendeva per duecento talleri all’editore Federico Arnoldo Brockhaus di Lipsia il manoscritto dell’Histoire de ma vie, che veniva pubblicato in forma ridotta, o piuttosto purgata e manomessa, una prima volta nel 1822-1828 in traduzione tedesca e poi nel 1826-1838 nella trascrizione Laforgue, destinata a far testo per circa quattrocento edizioni, fino al 1960, anno in cui incominciò la pubblicazione integrale del manoscritto. Ispirandosi a questo testo, nel 1972 l’intellettuale saviglianese Luigi Bàccolo pubblicò presso Sugar Casanova e i suoi amici, saggio agile, spontaneo, divertito e divertente, che fu la preparazione alla più meditata Vita di Casanova del 1979 ora ripubblicata.
Edizioni Aragno | pp. 318
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Storia della Prostituzione
€ 20,00di Vern Leroy Bullough
Ancora oggi una questione sociale complessa quanto quella della prostituzione viene spesso affrontata con leggerezza, se non addirittura ignorata da chi ritiene le prostitute donne perdute, irrimediabilmene votate per interesse, o per vizio, al loro sordido mestiere. Il libro di Bullough, storico americano specializzatosi in tematiche di medicina sociale, ha il grande merito di affrontare l’argomento su basi originali, ponendo l’accento sui motivi storico-sociali che hanno portato migliaia di donne verso il mestiere più antico del mondo. Attraverso un’analisi brillante e approfondita che va dalle società primitive fino agli anni Sessanta del XX secolo, Vern Leroy Bullough (1928-2006), storico e sessuologo statunitense, l’autore analizza l’atteggiamento delle varie comunità e religioni e dei poteri statali di fronte al problema, nonché il percorso della donna nelle diverse epoche. Vita familiare, educazione, indigenza, ignoranza sessuale, disinibizione… Se questi sono i motivi di fondo che, in ogni epoca, hanno concorso a determinare la scelta di molte giovani donne, altre considerazioni e condanne morali hanno spesso reso impossibile il loro reinserimento in una società che, pur servendosi del loro corpo, si è quasi sempre rifiutata di agevolarle nella dura ricerca di una nuova esistenza. In appendice un saggio di Elizabeth Bernstein sulla prostituzione nella San Francisco dall’Ottocento a oggi, che getta una luce nuova sul ruolo e la dimensione delle sex workers nella società odierna.
Edizioni Odoya | pp. 320
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Avventure d’amore e di guerra
€ 17,50di Armand Louis de Gontaut, duca di Lauzun
Armand Louis de Gontaut-Biron, duca di Lauzun, è celebre per le sue imprese di seduttore e uomo d’armi. In questo memoir, Lauzun ricorda le sue palpitanti seppur fugaci infatuazioni per le dame dell’aristocrazia cosmopolita europea: si innamora sempre come se fosse la prima volta, con una passione sincera, che dai camerini delle ballerine dell’Opéra lo porta fin dentro il boudoir di Maria Antonietta. Sullo sfondo si intravedono i bagliori di un mondo in cambiamento: le campagne militari in Corsica e in Senegal, e soprattutto la Guerra d’Indipendenza dei futuri Stati Uniti. «Uomo alla moda», come si definisce lui stesso, il duca è la personificazione di un’epoca, l’emblema dell’aristocratico al tramonto del XVIII secolo: elegante, sensuale, eroico e sprezzante. Condannato alla ghigliottina, nonostante la sua opposizione all’Ancien Régime, il giorno dell’esecuzione pranza con ostriche e vino bianco. Le guardie lo prelevano mentre si trova ancora a tavola e lui sale sul patibolo dopo aver brindato con il suo aguzzino. Avventure d’amore e di guerra circolò come manoscritto, divenendo una lettura ambita fra le nobildonne della Francia post-rivoluzionaria. Nel 1818 l’annuncio dell’uscita suscitò tanto scalpore che Talleyrand tentò di censurarlo, invano. (Traduzione dal francese di Edoardo Restivo)
Edizione: Castelvecchi | pp. 232
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D’Annunzio, l’amante guerriero
€ 15,00di Giordano Bruno Guerri
“Amante guerriero” nella seduzione come in letteratura e in politica, Gabriele d’Annunzio fu un uomo che seppe imporre i propri sogni. Discendente di tanti avventurieri italiani, da Casanova a Cagliostro, rivoluzionò la figura dell’intellettuale facendo della sua vita un’opera d’arte e influenzando più generazioni nel gusto e nella visione del mondo. L’Italia del secondo dopoguerra ha cercato in tutti i modi di sbarazzarsi di lui, alternando l’indifferenza alla condanna; e allora riscoprire d’Annunzio significa rivisitare la cultura di un’Italia appena nata, con i suoi fermenti, le sue aspirazioni, le sue contraddizioni, un’Italia di cui fu un campione smisurato. In questo saggio dai ritmi narrativi, Giordano Bruno Guerri svela un personaggio restituito al suo pensiero e alla sua arte, oltre che al suo tempo. Racconta nel dettaglio anche l’amante instancabile, rendendo omaggio a quelle donne, ispiratrici e compagne più o meno folli e coraggiose, che lo amarono sacrificandogli tutto, alle quali la letteratura italiana resta debitrice.
Edizioni: Oscar Mondadori | pp. 328
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Amori venali
€ 24,00di Jacques Rossiaud
Donne di strada e grandi cortigiane, ruffiane e mezzane, case chiuse private e pubblici bordelli: fino al XVI secolo il mondo degli amori venali è onnipresente e tollerato. Gli uomini di governo e di Chiesa considerano la prostituzione inestirpabile e naturale, una forma di risposta spontanea alla miseria dei tempi e l’arma più efficace di lotta contro il caos. La Chiesa gregoriana, pur instauratrice di un ordine coniugale rigoroso, accetta la concupiscenza maschile e ammette donne votate al peccato. La giustificazione è quella del male minore: minore rispetto alla violenza, allo stupro, all’adulterio, all’incesto. L’elemento monetario aggiunge paradossalmente all’insieme un elemento positivo; il denaro, questo nemico di Dio, è l’amico della donna venale: giustifica e legittima la sua pratica e fa di lei una lavoratrice che riceve il prezzo della sua fatica. Rese socialmente visibili, le prostitute pubbliche si ritengono in grado, in Alta Germania come in Linguadoca, di far fronte agli abusi e di reclamare i propri diritti. Perfettamente integrate? Certamente no. Ma in grado di diventarlo? Probabilmente. Ma il tempo di promozione del corpo finisce bruscamente a metà del XVI secolo quando, sullo sfondo di disastri sociali e di guerre religiose, il clero della Controriforma decide di porre fine alla tolleranza. Da allora viene attuata una strategia repressiva fatta di incarceramenti, punizioni ed esclusioni. Gli anni 1550-1560 si aprono così su un mondo completamente diverso.
Edizioni: Laterza | pp. 390
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Le carte segrete del Duce
€ 17,00di M. J. Cereghino e Giovanni Fasanella
Una sorta di diario segreto del Ventennio scritto dai suoi stessi protagonisti, uno spaccato impressionante della vita interna del regime fascista: Giovanni Fasanella e Mario José Cereghino hanno scoperto un “tesoro” archivistico nel Public Record Office di Kew Gardens, a pochi chilometri da Londra. Una preziosa raccolta di telegrammi, rapporti di polizia e dei servizi segreti, lettere anonime, intercettazioni e altri documenti, confluiti per anni nelle mani di Mussolini e acquisiti alla fine della guerra dall’intelligence anglo-americana. Carte che rivelano la tentacolare rete di informatori messa a punto dal Duce, ossessionato dal timore di tradimenti e attentati. In questa ricca messe di testimonianze, che accompagnano l’intera parabola di Mussolini, emergono in particolare due tematiche: i complotti massonici e gli scandali sessuali. Il rapporto tra il mondo delle logge e il fascismo fu sempre controverso. Messa fuori legge nel 1925, la massoneria riuscì a mimetizzarsi, continuando a favorire o stroncare carriere, a tessere trame che coinvolgevano la monarchia, il Vaticano, le principali potenze straniere, a condizionare il regime dall’interno. In parallelo a queste lotte di potere, si consumano scandali sessuali di ogni genere, che rivelano, dietro la facciata perbenista del regime, una diffusa degenerazione dei costumi.
Mondadori | pp. 240
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Dammi mille baci
€ 8,00di Eva Cantarella
Dopo la ricognizione sull’eros greco, Eva Cantarella, parla dell’amore al tempo dei romani. Per un romano la virilità era la massima virtù; e i romani venivano educati ad assoggettare e a essere dominatori, nella politica come nell’amore e nel sesso. E infatti da una violenza, quella di Marte ai danni di Rea Silvia, nasce Romolo, il fondatore della città. L’altra faccia della sessualità romana è l’etica del vanto, il gloriarsi della propria virilità anche negli aspetti più concreti e materiali. Ecco allora i “Carmina Priapea”, gioiosa celebrazione di Priapo.il dio del fallo, coi suoi spropositati attributi; ecco graffiti e iscrizioni di palestre, taverne, muri la cui gioiosa crudezza sconfina spesso nell’oscenità, ecco leggende popolate da membri maschili che spuntano dal focolare per fecondare innocenti fanciulle. Ed ecco dotti ma spassosi intermezzi, dove l’autrice guida il lettore attraverso le pratiche osculatorie (i tre modi di nominare il bacio, osculum, savium e basium), le tariffe, le specializzazioni e l’abbigliamento delle prostitute, i riti matrimoniali e di fecondità. E le donne? Ci sono quelle che si adeguano (Porzia, che si suicida inghiottendo carboni ardenti), le donne modello di virtù (Lucrezia) e le ribelli (Sulpicia), contro cui si accaniscono le leggi moralizzatrici. E poi i “veri” uomini, Augusto e Cesare, i poeti Orazio e Marziale, e ovviamente, Catullo, che chiede con pari trasporto i baci della bella Lesbia e del tenero Giuvenzio.
Edizioni: Feltrinelli | pp. 188
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Dux – Una biografia sessuale di Mussolini
€ 21,00di Roberto Olla
Il sesso come SIMBOLO del potere politico, della volontà del capo di sopravvivere, di vincere i nemici, il nulla che incombe, la morte: anche così Mussolini ha incarnato il mito della potenza nell’Italia fascista. Lo ha edificato e celebrato in pubblico attraverso una gestione geniale della propaganda, esibendo il suo corpo forte, da contadino, a uso dei cinegiornali. E anche in privato, mettendo al mondo figli legittimi e illegittimi, intrattenendo molteplici amanti: “Sono giovani e belle, le prendo, poi non ricordo più né il loro nome né come sono fatte”. Le donne del Ventennio vedevano gli altri gerarchi sforzarsi di emularlo in esibizioni di virilità e capivano che erano soltanto sbiadite imitazioni: spesso tentavano di avvicinarsi all’originale, talora inviandogli lettere in cui si offrivano senza troppi giri di parole. All’inizio Mussolini scelse donne intelligenti e moderne: la rivoluzionaria ucraina Angelica Balabanoff, la coltissima e abile Margherita Sarfatti, la sfortunata Ida Dalser. Poi cedette all’ostinazione di Claretta Petacci che, di fronte ai segni del declino fisico, procurò al suo amante il miglior afrodisiaco dell’epoca. Senza questo, il mito del Duce sarebbe crollato prima, e forse la tragedia dell’Italia si sarebbe consumata più in fretta. Dall’educazione del giovane Benito nella Romagna contadina del tardo Ottocento fino al culmine di un successo in cui già si riconoscono le avvisaglie della futura disfatta sessuale e politica, l’autore ripercorre la parabola di Mussolini con la chiave di lettura, assieme attualissima e senza tempo, del suo rapporto con le donne, per indagarne più a fondo anche le debolezze, il modo in cui divenne succube di volontà e astuzie femminili destinate ad avere una parte nel tragico epilogo della sua vita. Il risultato è una storia al contempo illuminante e godibile, in cui il dipanarsi di una successione di sesso, minacce, accuse, inganni, arresti, frodi e ricatti rimanda inevitabilmente al ritratto dell’Italia di oggi e delle miserie dei suoi potenti.
Edizioni: Rizzoli | pp. 439
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“L’amore è un dio. Il sesso e la polis”
€ 13,00di Eva Cantarella
Con il recedere della cultura umanistica, miti e storie dell’antica Grecia non sono più familiari: hanno acquisito qualcosa di esotico. E, come tutto ciò che suona lontano e incerto, si porta appresso fascinazioni e approssimazioni. Senza rinunciare alle prime ma tenendosi lontana da queste ultime, Eva Cantarella ci racconta gli Atridi come fossero la famiglia di una trucida telenovela, Ulisse e Penelope come tormentone sulla fedeltà/infedeltà di una rubrica da rivista femminile, Achille e Patroclo come una coppia gay. L’origine di questo libro è una trasmissione radiofonica, “Sex and the polis”, dove Eva Cantarella si è divertita a fare quello che forse aveva sempre desiderato: raccontare attualizzando storie di uomini e di donne che continuano a somigliarci.
Edizione: Feltrinelli | pp 175